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Percorsi della fenomenologia Alfred Schütz e Aron Gurwitsch: dal soggetto al campo fenomenico
Il primo, basilare intento di questo studio è quello di porsi come momento di riflessione sul pensiero di Alfred Schütz ed Aron Gurwitsch, al fine di valutare la qualità e l’entità dello scarto tra due percorsi teorici che, pur nella comune radice fenomenologica, presentano tuttavia differenze rilevanti che originano dalla loro diversa impostazione epistemologica. La fenomenologia di Schütz è una fenomenologia orientata noeticamente, quella di Gurwitsch noematicamente. Ciò significa che se per il primo assume importanza centrale il soggetto e la sua capacità di attribuzione ed interpretazione di senso, per il secondo il principale oggetto di interesse risulta essere il campo percettivo, inteso come unità dotata di una sua particolare strutturazione interna secondo leggi indipendenti dal soggetto. Quest’ultima affermazione non deve in alcun modo far pensare che Gurwitsch cada in una sorta di ingenuo realismo (il che negherebbe la sua impostazione fenomenologica), poiché è evidente che anche per questo Autore non esiste un oggetto senza un soggetto che lo percepisce. Ciò che egli intende evidenziare è però il fatto che il campo si presenta come una forma composta da parti reciprocamente interdipendenti, unite da legami formali che non rinviano a funzioni soggettive. Gurwitsch inoltre aggiunge che ogni campo di coscienza, indipendentemente dal suo contenuto particolare, presenta una forma universale di strutturazione, un’articolazione in tre domini: tema, campo tematico, margine.
Per quel che concerne Schütz, si inizierà con l’analisi del problema del senso (di matrice weberiana), delineando i tratti di quello che per l’Autore risulta essere il motore dell’attività selettiva del soggetto: il sistema di rilevanza. L’ottica schütziana - a differenza di quella weberiana - è volta all’accentuazione del problema del soggetto e della dimensione temporale connessa al processo sensivo. Il che si sostanzia (con riferimenti alla teoria di Bergson ed Husserl) in un’esemplificazione dei modi della costituzione del senso a partire dai vissuti prefenomenici. L’assunto fondamentale di questa teoria è che il senso non è una qualità intrinseca agli oggetti, ma si configura piuttosto come una relazione tra un’esperienza ed il sistema di rilevanza - biograficamente determinato - di ciascun individuo. Il senso è perciò unico ed irripetibile, poiché non solo cambia da soggetto a soggetto, ma anche per lo stesso soggetto in momenti diversi della sua vita.
Per quel che riguarda Gurwitsch, si rileverà come il suo approccio non derivi solo da una lettura diversa della fenomenologia, ma anche dall’influsso esercitato dalla psicologia della Gestalt. Verranno perciò delineati i tratti fondamentali di questa corrente di pensiero, come vengono messi in luce da Gurwitsch stesso in The Field of Consciousness. Ci si soffermerà in seguito sulla ricezione da parte di questo Autore del pensiero di Husserl per quel che più direttamente concerne il versante noematico. Si evidenzierà quindi che l’interesse di Gurwitsch è primariamente concentrato sul concetto di noema in senso husserliano, ovvero sulla cosa quale si presenta alla percezione in un atto particolare. Appare fondamentale la distinzione tra la cosa in sé ed il noema, distinzione che rinvia anche alla differenza jamesiana, ripresa da Gurwitsch, tra topic ed object.
Verrà illustrata la particolare teoria di campo di Gurwitsch e spiegato quali siano i diversi principi che strutturano internamente ogni dimensione della coscienza e regolano le relazioni esistenti tra di esse. Appare centrale l’idea di organizzazione come tratto autoctono della coscienza e del corso di vissuti.
Le differenze esistenti tra i due Autori risulteranno particolarmente evidenti per quel che concerne il modo di intendere la soggettività. Per Schütz tale tema rappresenta uno dei nodi essenziali della sua riflessione teorica, e rinvia alla peculiarità dell’individuo di essere un produttore di senso, un senso che viene costruito sullo sfondo del sociale che rappresenta una dimensione costitutiva dell’identità del soggetto. In particolare emerge l’idea di un soggetto forte, perno centrale della realtà, un soggetto che riesce a mantenere - grazie all’elemento unificante dello working - coscienza della propria unità. Un soggetto che non si perde nella frammentarietà dei suoi sé, che è uno e centomila ma mai nessuno, che partecipa a vari strati del senso ma può nel contempo definirsi sempre come un essere unico. L’idea di una soggettività forte in Schütz è strettamente legata alla sua concezione egologica della coscienza, secondo la quale esiste un centro autonomo, unificante, della vita del soggetto, un fattore costituente peculiare, una fons origo fondamentale.
L’idea di Gurwitsch della soggettività è profondamente diversa. Egli riprende la concezione non egologica della coscienza che Husserl elabora nella prima parte del suo percorso teorico, e si allinea con la posizione assunta da Sartre. Per quest’ultimo l’ego non è altro che la totalità degli atti di coscienza, i quali da soli danno conto di ogni legame e connessione che riscontriamo tra stati mentali, senza bisogno di ricorrere ad alcuna entità ad essi esterna. Non esiste un centro separato della vita del soggetto, presente fin dall’inizio nel flusso di coscienza. L’ego non si configura come fattore costituente, ma come fattore costituito, sintesi di disposizioni, qualità ed azioni, come un qualcosa che si scorge solo “all’orizzonte”.
La distanza che separa i due Autori su questo aspetto permetterà di allargare i confini della riflessione, e di indicare la rilevanza che il contributo di Gurwitsch assume per spiegare la “deriva” cui va incontro il soggetto nell’etnometodologia di Garfinkel. In particolare si metterà in evidenza come la perdita di centralità e spessore del soggetto, che già si trova in Gurwitsch, assuma nell’etnometodologia un’importanza ancora più decisiva. Il soggetto garfinkeliano si configura non più come soggetto forte, attivo costruttore della realtà, ma piuttosto come un ‘attivatore’ di meccanismi procedurali invarianti, come un membro competente, un bricoleur del mondo sociale. Un soggetto che conosce la pratica giusta da adottare per fronteggiare la situazione, per rendere accountable la realtà, cioè riconoscibile, sensata. Un io essenzialmente empirico, dipendente di volta in volta dalla situazione. Un io pubblico, accessibile agli altri senza mediazioni. Un io che non si configura più come un individuo nel senso forte del termine, ma si riduce alla performance. Un io le cui scelte sono dirette e strutturate dal campo fenomenico, secondo precise linee di competenza.
Tale modo di intendere la soggettività è maggiormente rafforzato dalla concezione che l’etnometodologia ha della natura intersoggettiva della realtà. Mentre per Schütz il principio base è di tipo cognitivo-soggettivo, cioè la base molecolare dell’intersoggettività risiede nella tesi della reciprocità delle prospettive, per l’etnometodologia, che riprende Gurwitsch, il ‘primum’ è di tipo pre-cognitivo-gestaltico. Il principio strutturante è cioè interno alla situazione, non rinvia a qualcosa di esterno. Il campo fenomenico presenta una sua peculiare dinamica interna, caratterizzata da qualità gestaltiche che le cose presentano intrinsecamente, indipendentemente dal soggetto. L’importanza di quest’ultimo si riduce perciò alla sua capacità di agire in modo qualificato per la creazione ed il mantenimento di un ordine.
In questo studio si è quindi tentato di tracciare un percorso che parte dagli assunti schütziani, dalla problematica del senso, dalla centralità del soggetto, per giungere all’impostazione dell’etnometodologia attraverso lo studio dell’influsso che sul suo percorso teorico (pur iniziato nell’alveo della fenomenologia) ha esercitato il pensiero di Aron Gurwitsch. Si è cercato di definire, nel modo più possibilmente analitico, i nodi essenziali dell’epistemologia di questo Autore che lo legano all’etnometodologia, sia per quel che concerne la dimensione soggettiva, e quindi la ‘deriva’ del soggetto garfinkeliano, sia per quanto riguarda l’aspetto intersoggettivo, e di conseguenza la concezione di un ordine gestaltico interno all’interazione stessa
Il problema dell’identità nel pensiero di Alfred Schütz
The fundamental issue that motivates reflection of Alfred Schütz on the problem of identity is related to the way in which the subject can simultaneously have experience of himself both as multifaceted subject and as subject that owns a clear and strong awareness of his own existential unity. How can the subject escape the ‘vertigo’ that the transition from one region of sense to another, as well as the bringing into play of several layers of his personality, brings with it? How to live his versatility as a resource, and not as a limit? It is because of working that the subject is able to perceive himself as one and many at the same time. The self appears as a total self to the extent that, thanks the ‘doing’, is able to recompose the multifaceted complexity of its existence, and does so against the backdrop of a social dimension that is experienced as constituting one’s own being
Sé come un altro: l’etica della reciprocità nel pensiero di Paul Ricoeur
Within the phenomenological view, the project of Paul Ricoeur is configured as a “way out” compared to the aporias in which Husserl’s phenomenology falls in his attempt to gain access to “other than itself” starting from transcendental solipsism. Analogical understanding, based on appresentational mechanism, gives way in Ricoeur’s thought to a practical philosophy in Kantian style, founded on respect, where otherness is a constituent dimension of subjectivity. In the paper firstly it is analyzed the general critique that Ricoeur moves to Husserlian idealism, while later it is highlighted how Ricoeur’s transition from phenomenology to hermeneutics involves a significant change in approaching and solving the problem of intersubjectivity. Finally, it appears clear that, from the very beginning, Ricoeur’s path is marked and driven by a strong ethical strain.All’interno del panorama fenomenologico la proposta di Paul Ricoeur si configura come una sorta di “via di uscita” rispetto alle aporie in cui cade la fenomenologia husserliana nel suo tentativo di accedere all’ “altro da sé” a partire dal solipsismo trascendentale. La comprensione analogica, basata sul meccanismo dell’appresentazione, in Ricoeur cede il posto ad una filosofia pratica di stile kantiano, fondata sul rispetto, che fa dell’alterità una dimensione costitutiva essenziale della propria soggettività. Nel saggio in primo luogo si analizzerà la critica generale che Ricoeur muove all’idealismo husserliano, mentre in un secondo momento si evidenzierà come il passaggio di Ricoeur dalla fenomenologia all’ermenuetica comporti anche un significativo cambiamento nel modo di affrontare e risolvere il problema dell’intersoggettività. Apparirà infine evidente come il percorso ricoeuriano sia fin dall’inizio segnato ed animato da una forte tensione
Qualitative Attributes of Commercial Pig Meat from an Italian Native Breed: The Nero d'Abruzzo
The main objective of this study was to characterize the main qualitative properties of commercial meat obtained from the Nero d'Abruzzo pig, a native breed of Central Italy. In order to valorize this animal production, a direct comparison was made with commercial meat products obtained from hybrid pigs. Over a period of 30 days, 76 steaks for each breed were purchased from the market, and samples were analyzed for total lipid content, fatty acids profile, Coenzyme Q10 content, resistance of meat to oxidative processes, volatile profile of cooked meat and electrophoretic profile of myofibrillar and sarcoplasmic proteins. Results showed the Nero d'Abruzzo to be richer in fat, which, however, is characterized by a higher concentration of alpha-linolenic acid, to which are attributed important health benefits. The native breed was also richer in Coenzyme Q10, a compound credited with antioxidant potential, whose presence could explain the better oxidative stability of meat samples that were cooked and stored for up to 7 days at +4 degrees C. In support of this last data, our finding of the characterization of the volatile profile of cooked meat, at the end of the storage period, showed in Nero d'Abruzzo a reduction in the accumulation of hexanal, notoriously associated with oxidative events and the development of unpleasant aromatic notes. In conclusion, aspects that can justify the nutritional superiority of this niche production compared to meat coming from cosmopolitan breeds have been identified
Resting state functional thalamic connectivity abnormalities in patients with post-stroke sleep apnoea: a pilot case-control study
OBJECTIVE: Sleep apnoea is common
after stroke, and has adverse effects on the
clinical outcome of affected cases. Its pathophysiological
mechanisms are only partially known. Increases
in brain connectivity after stroke might influence
networks involved in arousal modulation
and breathing control. The aim of this study was to
investigate the resting state functional MRI thalamic
hyper connectivity of stroke patients affected
by sleep apnoea (SA) with respect to cases not
affected, and to healthy controls (HC).
PATIENTS AND METHODS: A series of stabilized
strokes were submitted to 3T resting state
functional MRI imaging and full polysomnography.
The ventral-posterior-lateral thalamic nucleus was
used as seed.
RESULTS: At the between groups comparison
analysis, in SA cases versus HC, the regions significantly
hyper-connected with the seed were
those encoding noxious threats (frontal eye
field, somatosensory association, secondary visual
cortices). Comparisons between SA cases
versus those without SA, revealed in the former
group significantly increased connectivity with
regions modulating the response to stimuli independently
to their potentiality of threat (prefrontal,
primary and somatosensory association, superolateral
and medial-inferior temporal, associative
and secondary occipital ones). Further
significantly functionally hyper connections were
documented with regions involved also in the modulation
of breathing during sleep (pons, midbrain,
cerebellum, posterior cingulate cortices), and in
the modulation of breathing response to chemical
variations (anterior, posterior and para-hippocampal
cingulate cortices).
CONCLUSIONS: Our preliminary data support
the presence of functional hyper connectivity in
thalamic circuits modulating sensorial stimuli, in
patients with post-stroke sleep apnoea, possibly
influencing both their arousal ability and breathing
modulation during sleep
Minority stress and mental health among LGBT populations: an update on the evidence
INTRODUCTION: In the past five years, researchers have increasingly turned to the study of mental health outcomes in LGBT populations. The present paper summarizes recent literature on the relationship between minority stress experienced by sexual minorities and mental health.
EVIDENCE ACQUISITION: PsycINFO, PubMed, and the EBSCO Psychology and Behavioral Science Collection were searched for papers concerning minority stress and mental health disparities in LGBT populations, published between 1 January 2014 and 30 June 2018. All collected papers were screened using the following criteria: study involving >50 individuals; written in English; focusing on clinical outcomes of depression, suicidality, and substance use in relation to experienced minority stress.
EVIDENCE SYNTHESIS: Sixty-two papers were included in this review. Findings are reported under three main headings: studies primarily focused on depression, studies concerning suicidality and suicide attempts, and papers analyzing the correlation between substance use and minority stress in LGBT populations. The included studies supported the minority stress model as a framework to better explain disparities in mental health outcomes in sexual minority populations. Higher rates of depression, suicidality, and substance use are reported in LGBT populations, as are the related minority stressors analyzed.
CONCLUSIONS: Sexual minorities still face numerous mental health disparities. Research indicates that the levels of minority stressors positively predict mental health outcomes. Specific policies designed to support the civil rights of sexual minorities may help to overcome such inequalities
The academic network in the sector of psychology as a strategy of innovation for non profit enterprises
Aim: The present study aims to explore the issue of innovation and public-private partnership by presenting an analysis of the economic and non-economic effects produced by the collaboration between an Italian Social Cooperative and the academic sector. The main questions addressed by the study are: does the collaboration with the university sector boost the economic growth of social enterprises, both in their start up phase and afterwards? Does the collaboration with the university sector promote social innovation?Methods: The authors analyzed: (1) number of agreements (cumulative data) and number of interns, PhD students, and master students operating at the target Social Cooperative per year; (2) number of agreements (cumulative data) and number of internships per year for the target Social Cooperative and 4 other organizations replicating its model; (3) annual income from privates (in euros) per year for each organization; (4) awards and recognitions gained by the target Social Cooperative throughout the years. Results: Besides the existing differences among the observed organizations, data seem to confirm that the relationship with the university sector does not promote, at least in the initial phase, any important outcome in terms of income growth. Moreover, despite the description and amount of grants might not represent an "objective" measure of social innovation, it is undeniable that the target Cooperative shows a propensity to social innovation which is recognized by third parties too. Discussion: Although the data seem to disincentive, at least in the start up phase, the assumption that the university represents an economic or marketing boost, future studies might investigate other strategies to measure the qualitative and quantitative relationship between private companies and universities, in order to find different correlations with the social innovation issue and other economic and financial variables
Characterization of natural clays from italian deposits with focus on elemental composition and exchange estimated by edx analysis: potential pharmaceutical and cosmetic uses
Purification processes performed on natural clays to select specific clay minerals are complex
and expensive and can lead to over-exploitation of some deposits. The present study aimed to examine
physicochemical (mineralogy, morphology, size, surface charge, chemical composition, cation exchange
capacity [CEC], and pH) and hydration (swelling, wettability, water sorption, and rheological behavior)
properties of three native clays from Italian deposits for potential pharmaceutical and cosmetic uses due to
the presence of phyllosilicate minerals. Particular emphasis was placed on energy dispersive X-ray (EDX)
microanalysis coupled with the ‘cesium method’ to assay clay elemental composition and CEC. One
bentonite of volcanic origin (BNT) and two kaolins, one of hydrothermal origin (K-H) and another of
lacustrine-fluvial origin (K-L), were evaluated in comparison with a commercial, purified bentonite. The
CEC assay revealed the complete substitution of exchangeable cations (Na+ and Ca2+) by Cs+ in BNT
samples and CEC values consistent with those of typical smectites (100.64 7.33 meq/100 g). For kaolins,
partial substitution of Na+ cations occurred only in the K-L samples because of the interstratified mineral
component which has small CEC values (11.13 5.46 meq/100 g for the K-H sample and 14.75
6.58 meq/100 g for the K-L sample). The degree of isomorphous substitution of Al3+ by Mg2+ affected the
hydration properties of BNT in terms of swelling, water sorption, and rheology, whereas both of the poorly
expandable kaolins exhibited significant water-adsorption properties. The EDX microanalysis has proved
to be of considerable interest in terms of providing more information about clay properties in comparison
with other commonly used methods and to identify the role played by both chemical and mineralogical
composition of natural clays for their appropriate use in pharmaceutical and cosmetic fields
Self-Assembled Lipid Nanoparticles for Oral Delivery of Heparin-Coated Iron Oxide Nanoparticles for Theranostic Purposes
Recently, solid lipid nanoparticles (SLNs) have attracted increasing attention owing to their potential as an oral delivery system, promoting intestinal absorption in the lymphatic circulation which plays a role in disseminating metastatic cancer cells and infectious agents throughout the body. SLN features can be exploited for the oral delivery of theranostics. Therefore, the aim of this work was to design and characterise self-assembled lipid nanoparticles (SALNs) to encapsulate and stabilise iron oxide nanoparticles non-covalently coated with heparin (Fe@hepa) as a model of a theranostic tool. SALNs were characterised for physico-chemical properties (particle size, surface charge, encapsulation efficiency, in vitro stability, and heparin leakage), as well as in vitro cytotoxicity by methyl thiazole tetrazolium (MTT) assay and cell internalisation in CaCo-2, a cell line model used as an indirect indication of intestinal lymphatic absorption. SALNs of about 180 nm, which are stable in suspension and have a high encapsulation efficiency (>90%) were obtained. SALNs were able to stabilise the heparin coating of Fe@hepa, which are typically unstable in physiological environments. Moreover, SALNs-Fe@hepa showed no cytotoxicity, although their ability to be internalised into CaCo-2 cells was highlighted by confocal microscopy analysis. Therefore, the results indicated that SALNs can be considered as a promising tool to orally deliver theranostic Fe@hepa into the lymphatic circulation, although further in vivo studies are needed to comprehend further potential applications
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