54 research outputs found

    education as a resource of social innovation

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    1. Fiorenzo Parziale[1][1] 2. Ivano Scotti[2][2][⇑][3] 1. 1Sapienza University of Rome, Italy 2. 2University of Naples Federico II, Italy 1. Ivano Scotti, Department of Social Sciences, University of Naples Federico II, Vico Monte di Pieta 1, Naples 80138, Italy. Email: ivano.scotti{at}unina.it Focusing on the Italian context, this research aims to analyze the relationship between investment in education and economic development through a critical exam of the human capital theory. This paradigm is compared with the social investment paradigm, particularly the Esping-Andersen's thesis, which seems more useful to unfold the link between social stratification and education level as a resource of social innovation. From this standpoint, our hypothesis is that educational policies have positive effects on the economic system if they are oriented to reduce socio-economic inequalities increasing the rate of social inclusion, which can promote a wider social innovation. [1]: #aff-1 [2]: #aff-2 [3]: #corresp-

    Socio-technical conflicts and territorial justice in wastewater management

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    If we look at the conflict and participation around the integrated water cycle (from water captation to its reintroduction into the environment), we discover how those are relevant in the upstream and downstream cycle phases. On the upstream phases, there is a great deal of knowledge about social dynamics; the use of catchments can generate environmental conflicts (for example due to the construction of dams) and the alternative uses of water (i.e. irrigation, tourism, civil uses) often put cities and the countryside against each other. On the downstream stages, on the other hand, there is not much knowledge. Yet, the wastewater management, through mechanical sewage systems, generates large quantities of sewage sludge (in 2018, 3.2 million tons in Italy). Around this specific phase, there are scientific controversies and social conflicts regarding the risk related to the different forms of sludge disposal. In this case, the spatial dimension of the conflict is closely linked to the socio-technical dimension, because the types of purification plants and the level of risk that regulates the possible uses of sludge are socio-technical choices that have different implications in terms of environmental justice. For this reason, this paper intends to shed light on the downstream phases of the integrated water cycle, describing four case studies in Lombardy, Italy

    I dubbi sul clima: negazionismo e complottismo nel governo dell’incertezza climatica

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    Nella storia geologica della Terra il cambiamento climatico non è un evento nuovo. Si sono infatti verificate periodiche variazioni del clima (le ere glaciali e interglaciali) dovute a cause naturali, in particolare per il mutamento dell’assetto orbitale terrestre. Il periodo storico più recente è invece caratterizzato da un mutamento del clima che non è riconducibile a cause naturali ma direttamente all’attività antropica. A tal riguardo nel dibattito scientifico si è affermato il concetto di Antropocene per indicare il periodo in cui il fattore umano diviene “forza geologica” che impatta sugli equilibri ecologici in modo sistemico. Nell’arena pubblica emergono spesso dei dubbi sulla reale esistenza o gravità del cambiamento climatico oppure sull’efficacia e opportunità delle misure di contrasto. Concentrandoci sul caso italiano, nel presente lavoro cerchiamo di evidenziare le narrazioni che mettono in dubbio l’esistenza, le cause e l’impatto del climate change. A questo scopo si considerano per sommi capi la gravità del global warming e l’ampiezza dello scetticismo climatico rilevato da un recente sondaggio d’opinione. Si delineano quindi alcune motivazioni che sembrano sottostare al fenomeno e in che modo le scienze sociali lo interpretano. Si descrivono inoltre le narrative dello scetticismo climatico nel nostro Paese, per poi riportare alcune brevi considerazioni conclusive su come si suppone sia superabile questo fenomeno

    Vento forte. Eolico e professioni nella green economy

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    La transizione ecologica è un tema di grande attualità. La società industriale ha determinato l’emergere di nuovi rischi per la salute dell’uomo e per gli equilibri ecosistemici del pianeta. La consapevolezza della necessità di un profondo mutamento in senso ecologico sembra piuttosto radicata e il sostegno, in generale, alle green policies pare confermarlo. Nell’elaborazione di soluzioni innovative green, i “saperi esperti” giocano un ruolo rilevante. In questo scenario, il testo prova a indagare il ruolo e la funzione dei professionisti verdi nel caso dell’energia dal vento, concentrandosi sul profilo professionale dello sviluppatore di impianti eolici (wind-farm developer). Di che tipo di professione si tratta? Qual è il bagaglio di conoscenze di tali figure? Che rapporto intrattengono con il contesto socio-territoriale in cui operano? In che modo si interfacciano con gli interessi del capitalismo green? In quale maniera mediano gli interessi delle comunità locali? Attraverso il richiamo a diversi riferimenti teorici (come l’approccio pragmatico alle professioni e l’Actor-Network Theory) e le risultanze di una ricerca empirica condotta nell’Appennino meridionale, il volume vuole contribuire a rispondere a questi quesiti, delineando inoltre la possibilità di un professionalismo “verde” che traduca la transizione ecologica a livello locale facendosi carico degli interessi delle comunità territoriali

    Il mercato del lavoro in Italia tra crisi economica e precarietĂ 

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    In questo contributo si descrivono le dinamiche del mercato del lavoro italiano rispetto agli effetti della crisi economica considerando gli assetti istituzionali che lo influenzano. All’interno di questo schema si osserverà come la crisi abbia aggravato una condizione già in precedenza difficile per alcuni problemi strutturali di lunga durata. Più in generale, questa condizione è stata letta come effetto di una doppia fragilità istituzionale, vale a dire una contenuta competitività del tessuto produttivo e un debole sistema di welfare. Le politiche messe in campo per fronteggiare la crisi si sono inoltre concretizzate in una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro, con effetti controversi sia sull’occupazione che sui livelli retributivi e di tutela. La crisi sembra inoltre aver allargato l’instabilità lavorativa a fasce sociali prima non interessate, finendo per istituzionalizzare l’occupazione flessibile e trasformando la precarietà in esperienza comune. Sulla base di queste considerazioni preliminari, il contributo è organizzato come segue. Nel successivo paragrafo si descrivono le dinamiche occupazionali in rapporto alle fragilità istituzionali per poi approfondire, nella terza sezione, gli esiti della crisi nelle macro-aree italiane. Nelle conclusioni saranno invece considerate le politiche messe in campo negli ultimi anni per favorire crescita e occupazione, mostrando quelli che sembrano essere gli esiti nel breve termine

    Controvento: aree marginali e populismo energetico. Indicazioni preliminari su uno studio di caso

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    Con "populismo energetico" ci si riferisce generalmente alla connessione tra le proteste locali contro le green energy policy e il crescente consenso elettorale verso i movimenti "populisti" in particolare nelle aree rurali e marginali. L’articolo indaga il fenomeno attraverso una ricerca qualitativa sull’eolica in Basilicata. I dati mostrano la complessità e l’ambiguità del populismo energetico suggerendo come questi sia alimentato da un deficit di riconoscimento sociale e politico delle aree marginali

    Smart and sustainable food: what is ahead?

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    Food systems are evolving to support sustainable food security. In this chapter, we aim at discussing the role that digital technologies play, especially those with the potential to provoke deep changes. The ongoing revolution in this field has given birth to the so-called Agrifood 4.0. Our interest lies also in the impact of digital technologies in the food chain, from production to consumption, especially in the case of food loss and waste. In fact, the growing use of ICT in this field may generate game-changing effects, which can be positive or negative, affecting productivity, sustainability, and other aspects. We consider both the present and future scenarios, looking at the potential of novel techniques—for instance, 3D printing of food, use of blockchain, and smart packaging—taking into account the sustainability criteria proposed by the Agenda 2030 of the UN to assess the changes on tasks and procedures all along the food chain

    La transizione energetica nei territori: il caso dell’eolico in Basilicata

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    La transizione energetica sostenibile è un cambiamento socio-tecnico radicale che può impattare sia negativamente che positivamente sui contesti territoriali. La politica del "Green Deal Europeo" aumenterà ulteriormente gli impianti rinnovabili e sembra necessario riflettere sulla promozione di un processo di transizione territoriale marcatamente equo e sostenibile. Concentrandosi sullo sviluppo dell'energia eolica in Basilicata, l'articolo intende contribuire alla discussione sulla just transition. In questa regione, gli impianti eolici hanno contribuito in larga misura a ridurre il deficit regionale nella produzione di energia elettrica, ma con limitate positive ricadute socio-territoriali. L'articolo analizza i fattori che possono aver determinato tali risultati e le possibili alternative
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