5 research outputs found

    Teaching disability : strategies for the reconstitution of disability knowledge

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    As teachers of disability studies, working with students from the health and psychological sciences, we tackle some of our pedagogical challenges and offer productive possibilities. We begin by introducing the offerings of disability studies and then consider our first question: how might we invite disability into our teaching? We introduce a Spanish tale – Por cuatro esquinitas de nada – that, while aimed at children and not explicitly engaged with a disability, permits us to engage in inter-textual analyses of disability. We find that students move through different stages of what we term distinction, idealisation and invisibility/concealment. We then address our second question – what does it mean to teach disability? We answer this with reference to the generative practices of two teaching methodologies: disposal and disavowal. We conclude the paper by considering the importance of generating critical theories of disability

    Mon nerf

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    Mounir si sente un elettrone vagante, un extraterrestre, un selvaggio. Vorrebbe sfuggire alle continue lamentele dei suoi vicini e accontentare i suoi genitori, stacanovisti con un banco di ortofrutta al mercato, che ambiscono per lui a un futuro "al massimo". Vorrebbe, a volte, farsi piccolo come un lillipuziano, altre, invece, essere legato al dorso di un fuoco d'artificio. Vorrebbe diventare una star, abbagliare la notte durante il sonno. Nel frattempo, per\uf2, non pu\uf2 che accontentarsi di spazzare capelli pieni di forfora nel salone di un barbiere e vivere il suo "mal di silenzio". Perch\ue9 Mounir ha bisogno di parole per non scomparire, contare fino a dieci prima di parlare non fa per lui, la sua lingua non sopporta i numeri. Ogni settimana sale sul treno che collega la banlieu parigina in cui vive al centro della citt\ue0. Destinazione: lo studio di uno psicanalista. Il tragitto diventa il pretesto per ricordare gli episodi che hanno segnato la sua vita. Una circoncisione senza anestesia, il suo personaggio di seduttore virtuale, la sorellina "seme di rosa" e l'ambigua tenerezza di Gigi, la babysitter, di cui scoprir\ue0 solo in seguito (e a proprie spese) il vero mestiere. Rachid Dja\uefdani torna con un romanzo ancora pi\uf9 diretto e irriverente. Con una lingua aspra, ritmata, capace di aprirsi all'ironia e perfino alla tenerezza, racconta quanto sia difficile crescere - sempre e dovunque, ma in certi casi di pi\uf9. E quanto lo sia, dopo tutto e comunque, dire alle persone che amiamo "vi voglio bene IN MAIUSCOLO"
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