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    The 2016 Italian seismic hazard model

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    The Italian reference seismic hazard model was released in 2004, but it has been adopted for the definition of seismic zones in 2006 and for building code only in 2009. At the beginning of 2015 the Seismic Hazard Center (CPS) of INGV was commissioned to coordinate the national scientific community with the aim of elaborating a new reference seismic hazard model, mainly finalized to the update of seismic code. The CPS designed a roadmap to release within 2 years a significantly renewed model, with regard both to the updated input elements and to the strategies to follow, in order to obtain a shared and largely accepted PSHA. The main requirements of the model were discussed in meetings with the experts on earthquake engineering. A public call was opened according to a transparent procedure; we received 24 proposals from many national institutions. The activities were organized in 6 tasks: project coordination, input data, seismicity models, ground motion prediction equations, computation and rendering, validation. In the first phase, the working groups of each task worked separately; in the second phase of the project they collaborated to release a final model. During the project, many scientific aspects were carefully considered, as in many other seismic hazard projects: the use of a declustered catalogue versus a non declustered one, the adoption of the logic-tree approach instead of an ensemble modeling, the definition of objective strategies to assign the weight to each single model, and so on.PublishedSantiago Chile5T. Modelli di pericolositĂ  sismica e da maremot

    Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15, versione 2.0

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    Più di trent’anni fa veniva completata la compilazione del "Catalogo dei Terremoti Italiani dall’anno 1000 al 1980" del Progetto Finalizzato Geodinamica, pubblicato nel 1985 da Daniele Postpischl (Postpischl, 1985a). Il Gruppo Catalogo dei Terremoti, autore di quel lavoro, si era posto l’obiettivo di “verificare le informazioni sui terremoti italiani contenuti nei diversi Cataloghi disponibili”, in particolare del catalogo ENEL (1977), e prepararne una nuova e più avanzata versione. A conclusione di quel lavoro, che ai componenti del Gruppo di Lavoro era apparso fin da subito del tutto preliminare a fronte delle ambizioni iniziali, quello che appariva chiaro era l’aver fatto riemergere un intero settore disciplinare pressoché dimenticato, quello della sismologia storica, e l’aver reso possibili, con la compilazione del catalogo e delle schede monografiche sui più forti terremoti italiani pubblicati nell’”Atlas of isoseimal maps of Italian earthquakes” (Postpischl, 1985b), “i primi concreti avanzamenti in un processo ancora lungo di ricerche, per giungere a prodotti definitivi”. Che si potesse arrivare a prodotti definitivi è un’idea rapidamente superata, resa evidente dal lungo percorso che ha portato alla versione attuale del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, erede di quella stagione. Nel corso degli anni i margini di miglioramento delle conoscenze sui terremoti noti alla tradizione sismologica si sono rivelati – e lo sono tuttora – enormi e si sono aperte strade di ricerca del tutto nuove. Questa versione del Catalogo, trent’anni dopo, è un ulteriore importante contributo al miglioramento delle conoscenze sui caratteri della sismicità del territorio nazionale, la definizione dei processi sismogenetici, l’identificazione e caratterizzazione delle strutture attive e al miglioramento delle stime di pericolosità. La prima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, risalente al luglio del 1999 (CPTI99; Gruppo di Lavoro CPTI, 1999), fu concepita come catalogo di consenso all’interno della comunità scientifica del settore per unificare e omogeneizzare, attraverso procedure di stima dei parametri uguali per tutti i terremoti, tutte le informazioni disponibili sui terremoti italiani fino ad allora prodotte da fonti diverse o riportate da cataloghi tra loro alternativi (NT4.1, Camassi e Stucchi, 1997; CFTI 1 e 2, Boschi et al., 1995; 1997). Nel maggio 2004 fu rilasciata una seconda versione (CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004) utilizzata per la compilazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; Stucchi et al., 2011). Tale versione era di fatto nuova solo per la finestra temporale 1981-2002, mentre si rifaceva al precedente CPTI99 per la restante parte, ad eccezione della conversione della magnitudo Ms a Mw attraverso formule empiriche. Successivamente, alcune versioni sperimentali e/o parziali sono state rilasciate per usi interni all’INGV o di progetti specifici. La terza versione pubblica, denominata CPTI11 (Rovida et al., 2011), è stata rilasciata a dicembre 2011. Insieme ad un profondo aggiornamento dei dati di base sia macrosismici (raccolti nella versione DBMI11 del Database Macrosismico Italiano; Locati et al., 2011) sia strumentali, altre importanti innovazioni riguardavano la struttura, con la presenza contemporanea di parametri macrosismici e strumentali (oltre a una determinazione preferita), e l’inclusione di numerose repliche e foreshocks. Per contro, per motivi di tempo, erano stati considerati solo dati macrosismici pubblicati prima del 2007 senza aggiornare né le relazioni empiriche per l’omogeneizzazione delle magnitudo strumentali, né le procedure di calcolo dei parametri macrosismici, ad eccezione dell’utilizzo sperimentale del metodo di Bakun e Wentworth (1997) per alcuni terremoti con epicentro in mare. Grazie anche agli sviluppi metodologici maturati nell’ambito di alcuni progetti europei e, soprattutto, al considerevole quantitativo di nuovi dati di intensità pubblicati negli ultimi anni, unitamente a stime aggiornate delle magnitudo strumentali, nel 2016 si è realizzato, insieme alla nuova versione del database macrosismico associato DBMI, un profondo aggiornamento del catalogo, denominato CPTI15. La prima versione (v1.5) di CPTI15 (Rovida et al., 2016) è stata poi aggiornata estendendo il contenuto agli anni compresi tra il 2015 e il 2017, includendo alcuni parametri strumentali rivisti per i terremoti tra il 2012 e il 2014 e correggendo alcuni record con minimi errori di compilazione. Il presente documento è stato quindi aggiornato alla versione 2.0. Le modifiche introdotte sono dettagliate nel Paragrafo 4.Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)Published4T. Sismicità dell'Italia5T. Sismologia, geofisica e geologia per l'ingegneria sismic

    Causes of Death in Adults with Mitochondrial Disease

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    Mitochondrial diseases are a clinically, biochemically and genetically heterogeneous group of disorders with a variable age of onset and rate of disease progression. It might therefore be expected that this variation be reflected in the age and cause of death. However, to date, little has been reported regarding the 'end-of-life' period and causes of death in mitochondrial disease patients. For some specific syndromes, the associated clinical problems might predict the cause of death, but for many patients, it remains difficult to provide an accurate prognosis.status: publishe
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