91 research outputs found

    Ambiente e cultura in alcune proposte per lo sviluppo locale e turistico delle aree periferiche del Mezzogiorno: un'applicazione didattica

    Get PDF
    The contribution aims to assess the interconnections between environment and cultural heritage, aspects recently highlighted by the international community that recognized the strategic role of cultural heritage for sustainable development, affirming the need for a new mix between tradition (material and intangible cultural heritage), and innovation for the resilience of communities against environmental disasters and climate change, also considering the importance of disadvantaged and peripheral areas, to achieve local development and tourism, adopting an integrated and sustainable political approach that takes into account cultural, biological aspects, geological and landscape. The first experience refers to the planning of the Structural Funds (2007- 2013) and to the European Regional Development Fund of the Puglia Region, with the creation of SAC (Environmental and Cultural Systems). The choice was made on the basis of the results obtained, as evidenced by the visits on the ground with students of the Human Geography Course (a.y. 2017/2018), of the University of Bari Aldo Moro and from meetings with the operators. The second research experience, also didactic, concerns the city of Taranto for the enhancement of natural and cultural aspects, and for a new approach related to tourism development, included as an application in the Geography of Tourism course (a.y. 2018/2019) of the same University

    Statuto dei luoghi e dinamiche di trasformazione tra sistemi locali e governance. Appunti sul caso italiano

    No full text
    The contribution originates from an analysis of the status of the sites, in particular the Italian case, by an acknowledgment of the importance of local contexts, of their identity, through a territorial reading relative to history, relationships, dynamics and possible interventions and actions arising from this approach to implement a local development that derives its value from the vocations and characteristics of the area, developing original trajectories. This analysis will derive some reflections on the concept of territoriality and natural vocation on the process of development of local systems, on the risk that they are too self-referential, and that policies do not favour local development, often resulting in actions related to global dynamics. In this regard we will consider local systems, industrial districts of Italian and projects that, starting from the exploitation of natural and human resources, they should be to break up if you did not take into account the connection between the economies of the places and economies of flows, and between processes of self-organization "bottom" of life, of living, of doing business and the global information and communication space

    Periferie e rigenerazione urbana: il caso della città di Bari

    No full text
    Peripheries and urban regeneration: case study of the city of Bari. - The outburst of the peripheries and of the rebellion indicate the collapse of a social and territorial model that becomes more and more exclusive, for very few people. From that new poverties have emerged due to the temporary work, the advent of outsourcing and of new global competitive products, the migrations, which are considered as something to be afraid of instead of being accepted consciously in a multiethnic logic. From that arise a view of limited social cohesiveness. The use of the centre – periphery model had a prescriptive function in the creation of organizational processes and the peripheries have become the protagonists of a relation of influencing the quality of life in the urban centers. This is what it will be attempted to confirm in the city of Bari both for the elements that characterized it in a distinctive way and for values equivalent to other realities

    Le Strade del vino e il binomio agricoltura-turismo:tipicità, qualità e appeal del territorio

    No full text
    The duo agriculture and tourism has a recent origin. The reason can be find on one hand in the need for diversification and expansion of the possibilities offered by the countryside, linked for one period to the agricultural production, in favour of the different rural activities that can be practised, and on the other hand for the rise of new motivation at the basis of the touristic consumption, both as a specific segment (farm holidays and rural tourism) and as a niche segment, as the wine and food tourism. In this context the territory is first of all referred to as a set of local resources and signs of the production places. In the territory there are different elements that allow the launch of synergies. The typicality, for instance, considered a rescue for culture and identity of the production places and of the typical products or of the wine and food products, linked to the traditions, is one of the most important element for the value of the local resource This article aims to analyse this topic through the establishment of the “Strade del vino” in Italy and the example of Apulia, as a regional case, and the wine and food itineraries, expected for this region, that are a more integrated touristic offer

    Organizzazione dello spazio urbano:inclusione o esclusione

    No full text
    Lo scoppio delle periferie e della ribellione denotano il fallimento di un modello socio-territoriale che diventa sempre più esclusivo per pochi ed escludente per tanti. E' la punta dell'iceberg delle nuove povertà che sono venute ad affacciarsi con l'aumento del precariato nel lavoro, con l'avvento della delocalizzazione, l'invasione dei prodotti della competizione globale, le ondate migratorie, confinate al rango di generatrici di paura e non di consapevole e doverosa accettazione in una logica di multietnicità. Scaturisce da questo un quadro di limitata coesione sociale. L’aspetto forse più inquietante è appunto che queste periferie si sono prodotte nonostante ripetute azioni di pianificazione urbana, talvolta addirittura enfatizzate ma in sostanza spesso auto referenziate. L’utilizzo del modello centro-periferia ha finito con l’esercitare una funzione normativa nella costruzione di processi di organizzazione e le “periferie”, con la loro somma di precarietà, sono entrate in gioco, non per i deficit qualitativi che esprimevano, ma soprattutto come protagoniste di una relazione di influenza sulla qualità di vita dei centri urbani, proprio perché i processi di accumulazione dell’estraneità si riversano disordinatamente sui contesti territoriali. La dilatazione degli agglomerati urbani con le conurbazioni e la tensione verso nuove occupazioni di spazi, dai livelli metropolitani a quelli di vere e proprie regioni urbane, alle reti e, intorno ai nuclei centrali, hanno creato una molteplicità di periferie marginalizzate fino al degrado. La carenza di punti di riferimento e di risposte ha portato anche a situazioni di violenza sempre più evidenti e a situazioni di cittadinanza” alternativa” e di welfare “alternativo”. Anche perché queste dinamiche non sono state sorrette dalla ricerca di forme di governo urbano, fondate su un possibile coinvolgimento di una molteplicità di soggetti. Nelle stesse periferie, poi, presenze a volte anche modeste di immigrati, e quindi problemi di difficile inserimento delle ”diversità”, hanno accentuato le persistenti situazioni di disagio. L’urbanistica avrebbe dovuto dare forma a un piano di generali riconsiderazioni attraverso progetti comunitari capaci di tener conto contemporaneamente di tutti i fattori sociali, culturali ed economici. La città infatti, non ci ha garantito, per la carenza di governo metropolitano, quello che ci aveva promesso: dalla libertà alla cittadinanza, all’attenuazione della diseguale distribuzione della ricchezza, alla presenza di stili di vita più aperti. Per questo la “promessa urbana”, nel caso studiato resta una sfida e tutti gli attori sono chiamati ad affrontare il disordine che è l’altra faccia dello sviluppo urbano Ciò è quanto si cercherà di verificare nella città di Bari sia per gli elementi che la caratterizzano in modo distintivo, che per valori comparabili ad altre realtà che attraversano in modo complesso il difficile percorso di una rigenerazione delle periferie e di relazioni funzionali più costruttive e organiche con i luoghi centrali

    Riflessione geopolitica e impatto socio economico del fenomeno immigratorio nel territorio pugliese

    No full text
    Dalle emigrazioni dell'Ottocento e del Novecento ad oggi le motivazioni che hanno spinto alla mobilità e le direttrici sono state diverse. Oggi l'Italia è divenuta un'area di attrazione. Al Nord l'immigrazione si presenta con caratteri maggiormente stabili ri­spetto al Sud, in cui si riscontra una situazione di transito dei flussi. Nello scenario nazionale ed internazionale un'attenzione particolare deve essere riservata alla Puglia, data la sua accessibilità e configurazione geografica di regione di frontiera. Il contributo si sofferma su alcuni aspetti del feno­meno e sugli effetti territoriali, nel passaggio da una fase di emergenza ad un faticoso processo di integrazione nelle società ospitanti. L'immigrazione, infatti, non riguarda solo la sfera sociale ed economica, ma anche quella etica, e se pure controllata col piano della clandestinità e della legali­tà costituisce un valore in termini di risorse e di comunicazione. La mobilità è definita come un fenomeno fisiologico, caratteristico delle popolazioni meno evolute che, non avendo ancora raggiunto un equilibrio con l'ambiente, attraverso lo spostamento, realizzavano la funzione approvvigionarsi con l'obiettivo di accrescere la disponibilità delle risor­se, prima di assumere un genere di vita sedentario e stabile (Ratzel, 1882; George, 1992). Ma in che modo si determina la mobilità geografica a livello interno ed internazionale e quali sono le motiva­zioni e le direttrici antiche e nuove? Lo spazio geografico è caratterizzato da differenti condizio­ni di equilibrio tra la popolazione e le risorse e le migrazioni potrebbero altresì rappresentare l'esito finale di un processo nel quale si è andato deteriorando il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, inteso quest'ultimo nel suo significato più ampio di ambiente naturale, economico e sociale.Vi possono essere diverse motivazioni che spingono alla migrazione, anche se in larga parte sono da ascriversi a motivi economici, come differenti risultano i soggetti. Inoltre le direttrici sono mutate negli anni. L'Europa infatti, un tempo terra di partenza verso nuovi continenti, è divenuta meta di flussi di immigrati provenienti da Paesi in via di sviluppo. Il contributo analizza il fenomeno immigratorio in Puglia, inquadrandolo nel generale contesto dei flussi dell'area del Mediterraneo. La Puglia, com'è noto, rappresenta per configurazione geografica, una regione di frontie­ra adriatica e per storia un territorio di scambi e di incontri di culture. Essa diviene così un punto di osservazione privilegiato delle migrazioni, non solo sul piano delle azioni, ma anche delle immagini e delle percezioni. Tutto ciò in relazione sia all'assetto geopolitico che si va definendo e ridefinendo, che all'impatto sociale ed economico, derivante dalla comunicazione con le comunità di appartenenza dei gruppi che decidono di essere stanziali in questo territorio
    corecore