12 research outputs found

    The dissolution of synthetic Na-boltwoodite in sodium carbonate solutions

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    Uranyl silicates such as uranophane and Na-boltwoodite appear to control the solubility of uranium in certain contaminated sediments at the US Department of Energy Hanford site [Liu, C., Zachara, J.M., Qafoku, O., McKinley, J.P., Heald, S.M., Wang, Z. 2004. Dissolution of uranyl microprecipitates in subsurface sediments at Hanford Site, USA. Geochim. Cosmochim. Acta 68, 4519– 4537.]. Consequently, the solubility of synthetic Na-boltwoodite, Na(UO2)(SiO3OH) • 1.5H2O, was determined over a wide range of bicarbonate concentrations, from circumneutral to alkaline pH, that are representative of porewater and groundwater compositions at the Hanford site and calcareous environments generally. Experiments were open to air. Results show that Na-boltwoodite dissolution was nearly congruent and its solubility and dissolution kinetics increased with increasing bicarbonate concentration and pH. A consistent set of solubility constants were determined from circumneutral pH (0 added bicarbonate) to alkaline pH (50 mM added bicarbonate). Average log Kosp = 5:86 ± 0.24 or 5.85 ± 0.0.26; using the Pitzer ion-interaction model or Davies equation, respectively. These values are close to the one determined by [Nguyen, S.N., Silva, R.J., Weed, H.C., Andrews, Jr., J.E., 1992. Standard Gibbs free energies of formation at the temperature 303.15 K of four uranyl silicates: soddyite, uranophane, sodium boltwoodite, and sodium weeksite. J. Chem. Thermodynamics 24, 359–376.] under very different conditions (pH 4.5, Ar atmosphere)

    Bojano, ubicazione incerta, Venus Caelestis Augusta

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    Una lastra in conglomerato locale con iscrizione è murata nella facciata della chiesa di S. Maria dei Rivoli, a Bojano (alt. 0,85 m; largh. 1,12 m; alt. lettere 4, 5-8 cm). Già il Mommsen riteneva priva di fondamento la notizia riportata dal Pighius, e da altri, il quale la attribuiva a Saepinum. Fonti epigrafiche CIL IX, 2562 = CIL XI 105*, 2; ILS 3169; De Benedittis 1995, 26-27, n. 2; Gregori 2009, 327; Buonocore 2009a, 258, n. 23; EDR 131337 (Simone Di Mauro). Veneri CaelestiAugustae sacr..

    Un luogo di culto d’epoca romana all’Aisillo di Bevagna

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    Due campagne di scavo nella località Aisillo, nel territorio di Mevania, hanno riportato alla luce parte di un complesso sacro, frequentato tra il II sec. a. C. e l’inizio del IV sec. d. C., la cui titolarità rimane al momento sconosciuta. La peculiarità del sito è affidata alla presenza di una risorgiva, monumentalizzata da un grande bacino circolare, posta al centro di un portico su cui si affacciano più sacelli. La tipologia architettonica ed i ritrovamenti rimandano presumibilmente ad un culto legato alla sanatio. Alcune analogie di tipo geografico e topografico permettono di avvicinarlo al santuario del dio Clitumnus, noto dall’epistola di Plinio il Giovane (VIII, 8) e posto alle sorgenti del fiume Clitunno, le cui acque scorrono a poche centinaia di metri dal luogo di culto dell’Aisillo. La monumentalità del complesso e la ricchezza dei ritrovamenti richiamano il ruolo di Mevania in età repubblicana quale sede del nomen umbro, mentre la lunga frequentazione del sito e la sua obliterazione sotto uno strato di limo, avvenuta in un momento successivo all’abbandono, confermano come in epoca romana anche le zone più basse della Valle Umbra fossero stabilmente occupate.Albanesi Matelda, Picuti Maria Romana. Un luogo di culto d’epoca romana all’Aisillo di Bevagna. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, tome 121, n°1. 2009. Antiquité. pp. 133-179

    Bojano, ubicazione incerta, Silvanus

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    Un’ara in conglomerato locale presenta sulla fronte una dedica a Silvanus, mentre sulle due facce laterali, rispettivamente, un urceus ed una patera. Alt. 106 m; larg. 0,70 m; prof. 0,40. È stata ritrovata nel 1980, in via S. Giovanni (fig. 36). Fig. 36 Bojano, ubicazione incerta. Cippo con dedica a Silvanus (da De Benedittis 1995). © DR Fonti epigrafiche De Benedittis 1995, 25-26, n. 1; AE 1996, 474; Buonocore 2009a, 258; EDR 100738 (Simone di Mauro). Sancto Silvano P(ublius) SeiusSeverus l..

    Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell'Italia antica (FTD) - 1

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    Sous la direction de John Scheid, Olivier de Cazanove, Filippo Coarelli et Adriana La Regina, l’étude des lieux de culte de l’Italie antique est un projet d’envergure qui se concrétise avec la publication de cette série de fascicules Fana, templa, delubra (FTD). Toutes sources, archéologiques et littéraires, entre le VIIe s. av. et le VIIe s. apr. J.-C. sont inventoriées par rapport à des lieux de culte précis. Le cadre général de ce corpus est celui des régions augustéennes, à l’intérieur de..

    I luoghi di culto preromani

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    La ricerca condotta nelle città degli Ernici ha portato all’inventariazione di numerosi luoghi di culto d’epoca preromana e romana, alcuni già noti dalla letteratura archeologica, altri ancora in parte inediti e resi noti in questa sede, per la prima volta, grazie alla proficua collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. È fuori di dubbio che il filo conduttore dello studio sui luoghi di culto e sulla religiosità dei centri Ernici debba essere ricercato nell’immagi..

    Bevagna dall'antichità al medioevo. Vicende urbanistiche ed emergenze monumentali

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    Il volume raccoglie contributi sulle vicende urbanistiche che hanno interessato Bevagna in età antica e nel corso del medioevo, oltre che sulle componenti architettoniche e monumentali che caratterizzato le diverse fasi di costruzione e di trasformazione dell'armatura urbana

    Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell'Italia antica (FTD) - 3

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    Sous la direction de John Scheid, Olivier de Cazanove, Filippo Coarelli et Adriano La Regina, l’étude des lieux de culte de l’Italie antique est un projet d’envergure qui se concrétise avec la publication de cette série de fascicules Fana, templa, delubra (FTD). Toutes sources, archéologiques et littéraires, entre le VIIe s. av. et le VIIe s. apr. J.-C. sont inventoriées par rapport à des lieux de culte précis. Le cadre général de ce corpus est celui des régions augustéennes, à l’intérieur de..

    Abbazia della Santa Croce di Sassovivo presso Foligno. Le campagne di scavo 2014-2017: alcune risultanze

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    Dal 2014 la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Sapienza Università di Roma, in collaborazione con l’Ungarian Natural History Museum, l’Università Eötvös Loránd di Budapest, l'Università degli Studi di Perugia e dal 2015 con la Pontificia Università Gregoriana di Roma, è impegnata in un progetto di ricerca che riguarda l’abbazia di S. Croce di Sassovivo presso Foligno, con indagini archeologiche che hanno interessato il sagrato della chiesa abbaziale. Tali indagini hanno portato alla scoperta dell'originaria facciata della chiesa medievale di XII-XIII secolo, più lunga dell'attuale, e di un avancorpo a pianta rettangolare assimilabile architettonicamente a una galilea. Quest'ultima struttura, di cui si conservano poderosi muri in conci di pietra calcarea, doveva essere suddivisa in quattro campate a crociera, come suggeriscono le impronte lasciate sulla facciata della preesistente ala sud del monastero. L’avancorpo, probabilmente costruito intorno alla metà del XIII secolo, segno di un importante momento di vitalità economica e politica dell'istituzione (segue di poco la costruzione del chiostro cosmatesco), va identificato con lo spazio che i documenti dell’archivio di Sassovivo chiamano paradisus. Gli scavi all'interno di questo purtroppo hanno rivelato che i livelli di frequentazione medievali sono stati asportati in età moderna, ma hanno portato alla scoperta di un’interessantissima fossa che sia dalla tipologia sia dai residui contenuti nel riempimento è interpretabile come fossa fusoria per una campana. All'incirca ai primi del XIV secolo l'avancorpo venne fuso con la navata della chiesa, e davanti ad esso, forse ripetendone le funzioni, fu costruito un ulteriore corpo di fabbrica rettangolare sempre in conci di calcare locale, ancora da scavare, corrispondente a un passaggio ipogeo coperto da una volta a botte, che forse serviva a mettere in collegamento settori del monastero posti a livelli differenti. Lo scavo ha inoltre messo in luce un’estesa area necropolare localizzata sia all’interno della galilea con due sepolture, sia lungo i fianchi nord e ovest della stessa. Si tratta di tombe in muratura di pietra locale e in particolare quelle costruite in aderenza dei muri perimetrali dell'avancorpo dovevano essere destinata a membri di famiglie benestanti. Si tratta di grandi tombe a cassone con copertura ad arcosolio, caratterizzate da un'accurata lavorazione dei conci, atte a contenere sepolture multiple. Un certo interesse riveste una delle due sepolture rinvenute all’interno della galilea davanti all’antica facciata della chiesa: la posizione innaturale della defunta, una giovane donna di 20-30 anni, con gli arti inferiori piegati, così come la testa, potrebbero far pensare a una sepoltura definibile “anomala”, riservata a una persona per la società del tempo giudicata border line. Oltre a diverse altre tombe in muratura è da segnalare anche una fossa comune con diversi inumati, uomini, donne e bambini, forse destinata a servi o contadini alle dipendenze del monastero. La mancanza di stratigrafie in fase con le strutture funerarie e gli scarsi materiali rinvenuti rendono difficile una datazione precisa delle tombe. Comunque sulla base dei pochi oggetti rinvenuti, tra cui frammenti di tessuto con fili d'oro in corso di studio, e dei rapporti stratigrafici si può avanzare una datazione intorno la metà del XIII secolo, immediatamente dopo la costruzione della galilea, mentre la fine dell’uso funerario si può porre al XVI secolo inoltrato. L’apertura di un sondaggio anche nel prato posto lungo il fianco sinistro della chiesa dove insiste il campanile, ha rilevato l’esistenza di strutture medievali, poi demolite, riconducibili ad altri ambienti monastici forse più antichi

    Oltre le Carte II. L'abbazia di S. Croce di Sassovivo presso Foligno e la sua realtà materiale. Presentazione degli studi condotti dalla Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio, Sapienza Università di Roma

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    Il volume raccoglie numerosi saggi divisi in tre gruppi: 1) le risultanze delle campagne di scavo condotte dalla Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio della Sapienza Università di Roma tra il 2014 e il 2016 sul sagrato della chiesa abbaziale di S. Croce a Sassovivo; 2) schede sui materiali risultanti dalla scavo; 3) nuove ricerche sul complesso abbaziale. Sono preceduti da un saggio di carattere generale che investiga i legami storici, economici e artistici che intercorsero nel medioevo tra Roma e l'abbazia umbra. L'insieme dei saggi individua il carattere interdisciplinare e multidisciplinare della ricerca: sono infatti presenti numerose discipline dall'archeologia all'antropologia, dalla storia dell'architettura a quella del restauro, dalle indagini archivistiche a quelle sul dato materiale
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