92 research outputs found

    Alessandro Pizzorusso: Un gigante della comparazione giuridica senza aggettivazioni

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    The Author analyses his relationship with Alessandro Pizzorusso highlighting some events. Then, he underlines his contribution to the Comparative Public Law. It further focuses on some Constitutional issues by using the method of comparative law: judicial system, Constitutional justice, Sources of law

    La forma di governo del Messico: dal presidenzialismo imperiale alla parlamentarizzazione del presidenzialismo

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    The paper examines the evolution of the Mexican presidential system from a diachronic point of view. In the first part, the paper explores the historical evolution of the Mexican presidential system (paragraphs no. 1, 2, 3 and 4). In the second part of the paper, it is analyzed the traditional form of government of the Mexican legal system (paragraphs no. 5, 6, 7 and 8). Finally, in the third and last part, the paper retraces the current and innovative evolutions of the Mexican system (paragraphs no. 9 and 10)

    Le "democrazie illiberali" nella prospettiva comparata: verso una nuova forma di stato? Alcune riflessioni di sintesi

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    The paper develops some concluding considerations from the papers presented at the conference held at the University of Calabria on December 4, 2019 on the theme of illiberal democracies. After having reconstructed the notion of constitutional liberal democracy, as a result of a centuries-old historical process of the Western legal tradition, a review of the most important phenomena of constitutional degradation of the last twenty years is developed. The conclusion is to consider the formula "illiberal democracy" as an oxymoron and to exclude that it can be considered a new form of stat

    Il «premierato elettivo»: una proposta di revisione costituzionale confusa e pericolosa per la democrazia italiana

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    1. L’avvio di una nuova stagione di riforme istituzionali nel primo anno della XIX legislatura 2. Alcune preliminari riflessioni di metod 3. I progetti di riforma attualmente in discussione 3.1. Il d.d.l. cost. A.S. n. 830/2023 e la proposta del «sindaco d’Italia» 3.2 La riproposizione del modello di «premierato non direttamente elettivo» 4. I contenuti del disegno di legge presentato dal Governo Meloni e la proposta di elezione del Presidente del consiglio a suffragio popolare 4.1 Le criticità del d.d.l. cost. n. 935 4.2 Le ricadute sull’assetto costituzionale dei poteri: gli organi di garanzia 4.3 I riflessi sul Parlamento e sull’esercizio della funzione legislativa 5. Le riforme possibil

    La Constitución Política del Estado Libre y Soberano de Guerrero nel quadro del costituzionalismo statale del Messico

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    This article analyses the Constitución Política del Estado Libre y Soberano de Guerrerocurrently in force, after its total revision, carried out in 2014. Thepaper recalls the constitutional eventsthat have affected the state of Guerrero since the first constitutional process,started in 1850, then it focuses on the nature and legal value of this State Constitution, as well as on its structure and general features.Afterward it takes into consideration the different sections of the Constitution: first of all, the fundamental values and principles on which the constitutional system is grounded, as well as the discipline of the rights and liberties that the system protects and guarantees. The essay focuses also on the form of government and the institutions of the State (in particular: Congreso, Government and judicial power).At the end of the investigation the author supports the perspective that the recent constitutional reform will contribute tothe consolidation of a democratic system that is still precarious, empowering the role of civil society in order to favor a real political responsibility, the recognition and protection of human rights and the end to every governmental abuse of power. Finally, the enforcement of the rule of law represents a fundamental aim to be pursue

    Gli strumenti di autogoverno e di garanzia dell’indipendenza della magistratura inInghilterra e Gallesed il ruolo della Judicial Appointment Commission

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    This essay aims to investigate the system of governance of the judiciary in England and Wales, in particular with regard to the judicial selection process. Starting from a synthetic reconstruction of the main features of the English judicial system, in particular from the historical reconstruction of judicial independence and its peculiar form of implementation in the English system, the research focuses on the effects produced by the Constitutional Reform Act on the selection process of English judges. In particular, the essay focuses on the composition, functions and role of the Judicial Appointment Commission with respect to the protection of the independence of English judges

    I poteri normativi di rango primario del Governo nella giurisprudenza costituzionale italiana e spagnola

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    The paper analyzes the development of the jurisprudence of the Italian Constitutional Court and of the Spanish Constitutional Court on the primary normative powers of the Government, trying to highlight the different stages of the constitutional control in this field. Both for the Decree Law and the Legislative Delegation have been taken into consideration: a) the first decisions with which the Constitutional Judges had declared its jurisdiction to control the proper use of such institutes; b) the decisions of the first half of 2000, with which it is made more “strict” the constitutional control; c) the decisions taken in the years of “crisis”, from 2008 to the most recent judgments of 2016, in which important declarations of unconstitutionality took turns judgments more “reverential” towards the Executive’s decisions

    Costituzione: quale riforma? La proposta del Governo e la possibile alternativa

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    Il paper muove dalla premessa che esistono ragioni che giustificano una riforma della forma di governo italiana. Esse richiederebbero la disponibilità di tutti a ragionevoli compromessi, fermo restando il limite invalicabile del rispetto dei principi e degli istituti che, come la divisione dei poteri, l’indipendenza della magistratura, il ruolo e i poteri delle istituzioni di garanzia, garantiscono le libertà e i diritti dei cittadini, la tutela delle minoranze e la struttura democratica dell’ordinamento. Si tratta, essenzialmente, di due ragioni, connesse alla necessità di rendere il nostro sistema istituzionale capace di affrontare le sfide del mondo di oggi: da un lato occorre risolvere il problema della instabilità dei Governi, dall’altro lato si tratta di ripristinare la rappresentatività delle istituzioni democratiche e riattivare o reinventare strumenti di partecipazione che assicurino un effettivo consenso intorno alle scelte politiche adottate e una collaborazione diffusa nella loro attuazione. Sulla base di questa premessa, il Paper si articola in due Parti. Nella prima si passano in rassegna le diverse forme di governo offerte dal panorama internazionale che prevedono l’elezione diretta del vertice dell’esecutivo, raffrontandole con la proposta presenta dal Governo Meloni. Se ne trae un giudizio negativo e si propone un diverso approccio, più conforme alla tradizione costituzionale italiana. Nella seconda parte, sulla base di tale approccio, si formula una proposta alternativa, capace di rispondere più efficacemente alle necessità di riforma che il nostro sistema manifesta. In particolare, nella prima parte, la rassegna delle forme di governo con elezione diretta del vertice dell’esecutivo (Cap. 2) mette in luce due caratteri costanti. Si tratta di forme di governo che non risolvono necessariamente il tema della stabilità dell’azione di governo, perché possono sempre produrre una dualità di indirizzi politici tra il vertice dell’esecutivo e gli organi legislativi, e che non sembrano particolarmente adatte a un sistema politico molto frammentato e anche polarizzato come quello italiano (ma, negli ultimi tempi, non solo). In ogni caso, in tutte queste esperienze straniere, esistono sistemi di separazione dei poteri, che, a fronte dell’elezione diretta del vertice dell’esecutivo, offrono un articolato sistema di checks and balances, come l’elezione sempre autonoma e separata del Parlamento, nonché limitazioni del potere di scioglimento delle Camere. È privo di queste caratteristiche, invece, il sistema italiano di elezione dei Sindaci, che, non a caso, non è adottato a livello statale da nessuna democrazia consolidata, e che, se trasposta a livello nazionale, sembra estraneo alla tradizione del costituzionalismo liberale e democratico. In quel sistema, infatti, l’elezione dell’organo rappresentativo è una derivata dell’elezione del vertice dell’esecutivo, dal quale dipende anche per la sua permanenza in carica. Nel Cap. 3 si constata che il Progetto del Governo Meloni sembra ispirarsi proprio a quest’ultimo modello. In effetti si propone l’elezione diretta del Presidente del Consiglio con la conseguente composizione, costituzionalmente obbligata, delle Camere nel senso che in entrambe deve essere assicurata una maggioranza del 55% dei seggi a favore di parlamentari collegati al Presidente del Consiglio eletto. Sulla base del progetto, invero, si consente, per una volta, che il Presidente del Consiglio scelto dagli elettori sia sostituito da un parlamentare eletto nelle sue file per attuare il programma enunciato dal Presidente eletto. È una soluzione – si consenta – bizzarra, che comunque non consente di distaccare sostanzialmente il modello proposto da quello della elezione diretta dei Sindaci, già giudicato incompatibile con i principi supremi se trasposto a livello statale. Infatti, la crisi del secondo Governo della legislatura, nella proposta governativa, produrrebbe l’automatico scioglimento delle Camere. La riforma proposta, pertanto, produrrebbe un ulteriore indebolimento del Parlamento, composto “a rimorchio” del Premier con un premio di maggioranza senza soglia e dunque distorsivo della volontà popolare in misura potenzialmente illimitata. Inoltre, a fronte dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio, diversamente dagli esempi offerti dal diritto comparato, non prevede alcuno dei checks and balances necessari e anzi finisce persino per indebolire la funzione di garanzia del Capo dello Stato. Senza quei “freni e contrappesi”, la riforma finisce quindi per oltrepassare quei limiti che rendono l’elezione diretta compatibile con i principi dello Stato democratico e di diritto che la Corte costituzionale ha ritenuto immodificabili. Nel Cap. 4, invece, si offre una prospettiva di riforma completamente diversa: le ragioni a giustificazione di una riforma degli assetti istituzionali non richiedono di stravolgere le linee fondamentali della forma di governo parlamentare delineata dalla Costituzione. Se proprio, si tratta di completare quel disegno, nel senso di sviluppare alcuni spunti di razionalizzazione che il costituente aveva già fornito nel 1947. Sulla base della conclusione del Cap. 4, la seconda parte del lavoro offre la proposta di Astrid per la riforma delle istituzioni, che suggerisci non eversivi a livello costituzionale ma più pervasivi e completi a livello legislativo. Nel Cap. 5 si afferma l’utilità di riformare la nostra forma di governo, mentendone il carattere parlamentare ma proponendone una razionalizzazione sulla base dell’esperienza costituzionale tedesca. Si tratterebbe di introdurre l’istituto della sfiducia costruttiva, in modo da stabilizzare il governo, originariamente eletto in sede parlamentare. Il meccanismo, infatti, rende impossibile mettere in crisi l’esecutivo se non attraverso una mozione di sfiducia costruttiva, che richiede la formazione di una nuova maggioranza che individui un nuovo Presidente del Consiglio. In caso di dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio o di reiezione di una questione di fiducia, il Parlamento dovrebbe essere automaticamente sciolto a meno che, entro un termine predeterminato (21 giorni in Germania), il Parlamento non dia luogo a una nuova “maggioranza costruttiva” eleggendo un nuovo Presidente del Consiglio. È un meccanismo che rafforza la stabilità del Governo senza incidere sulla centralità del Parlamento, che è sempre in grado di imporsi all’esecutivo, a condizione però, che sia capace di esprimere una “maggioranza costruttiva”. L’assetto bicamerale del nostro Parlamento, che, in questa sede, non si ritiene di dover modificare, richiede qualche adattamento rispetto al modello tedesco, a partire dall’individuazione delle Camere in seduta comune come luogo della relazione fiduciaria Parlamento Governo. Dell’esperienza tedesca, poi, dovrebbe mantenersi il potenziamento della figura del Presidente del Consiglio, a partire dal riconoscimento del potere di nominare e revocare i ministri. Nel Cap. 6 si affronta quindi il tema del rafforzamento del ruolo del Parlamento, che giace già ora in una condizione di forte delegittimazione tanto sul piano della sua capacità rappresentativa quanto su quella dell’esercizio dei poteri legislativi, di indirizzo e di controllo. Nel contesto di un forte irrobustimento della figura e della stabilità del Presidente del Consiglio, infatti, è essenziale una cura ricostituente per il Parlamento. Il Capitolo presenta varie proposte e, in particolare, si cura di contrastare l’abuso della decretazione d’urgenza, che, di fatto, trasferisce il potere legislativo dal Parlamento al Governo in misura non compatibile con un ordinamento costituzionale liberale e democratico (due terzi della legislazione italiana è prodotta attraverso uno strumento previsto in Costituzione come eccezionale). Nel settimo Capitolo si affronta il tema della legge elettorale. Si spiegano le ragioni per le quali non sembrano più sussistere le condizioni per tornare a una legge uninominale maggioritaria sul modello del Mattarellum (di cui non si dà per la verità un cattivo giudizio) e quelle per le quali i sistemi elettorali con premio di maggioranza sono considerati dannosi sia per la stabilità dei governi che per la capacità rappresentativa del Parlamento, constatando che, invece, sulla base della proposta governativa, proprio questo sistema sarebbe l’unico consentito. Si propone all’opposto di puntare su un sistema proporzionale selettivo, volto a ricostruire un sistema dei partiti più ordinato anche se plurale, come dimostrano gli effetti di un simile sistema elettorale in Germania. Si sottolinea inoltre, che agli scopi di maggior stabilità degli esecutivi e di maggior rappresentatività del Parlamento che ci si propone è indispensabile introdurre un sistema di restituzione agli elettori del potere di selezionare i candidati alle Camere. Infine, nell’ottavo capitolo, a garanzia di un buon funzionamento del nuovo sistema incentrato sulla sfiducia costruttiva e della proposta legge elettorale selettiva, nonché allo scopo di rafforzare la capacità rappresentativa delle istituzioni politiche e della partecipazione dei cittadini alla determinazione della politica nazionale, si raccomanda l’adozione di una articolata disciplina pubblicistica dei partiti politici e di un nuovo sistema di finanziamento della politica. In sostanza, il paper ritiene che sia possibile risolvere le problematicità del funzionamento della nostra forma di governo – sia in termini di stabilità degli esecutivi che in termini di legittimazione popolare delle decisioni pubbliche – restando nell’ambito della tradizione costituzionale italiana, sfuggendo alle suggestioni di semplificazioni verticistiche e plebiscitarie che rischiano di allontanarci dai principi che connotano il costituzionalismo liberale e democratico
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