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    La costituzionalizzazione della lingua italiana: un'occasione per la "valorizzazione" degli idiomi regionali e locali

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    I tentativi di introdurre nella Costituzione un riferimento all'ufficialit\ue0 della lingua italiana, gi\ue0 sancita per via legislativa, versus le proposte di affiancare ad essa anche la costituzionalizzazione degli idiomi o dialetti regionali, il tutto sulla scorta delle esperienze comparate europee in cui predomina la costituzionalizzazione della/e lingua/e ufficiale/i

    L'insindacabilit\ue0 avanti al giudice amministrativo degli atti adottati dall'Ufficio centrale per il referendum: tante incertezze per una comoda soluzione?

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    Secondo la sentenza del TAR Lazio, Sez. I, n. 1101/2008, la natura giurisdizionale dell'Ufficio centrale per il referendum impedirebbe la sindacabilit\ue0 dei suoi atti, con particolare attenzione a quelli relativi alla procedura di variazione territoriale regionale ex art. 132, c. 2, Cost

    L'accesso degli enti locali alla giustizia costituzionale a tutela dell'autonomia: i casi italiano e spagnolo

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    Negli Stati democratici l\u2019esistenza di collettivit\ue0 locali dotate di autonomia pone il problema della loro tutela dai tentativi di compressione per parte degli altri soggetti dell\u2019ordinamento. Compete al legislatore, cui le Costituzioni rimettono buona parte della disciplina delle autonomie locali, modellare tale garanzia che pu\uf2 estrinsecarsi in forme di accesso diretto alla giustizia costituzionale, come diritto riconosciuto sin dall\u2019art. 11 della Carta europea dell\u2019autonomia locale del 1985. Nel caso italiano, la tutela dell\u2019autonomia locale appare del tutto carente, posto che gli enti locali difettano di qualsiasi sistema di accesso diretto alla Corte costituzionale persino dopo la riforma del Titolo V del 2001, salvo il potere indiretto di proposta d\u2019impugnazione delle leggi statali e regionali conferito dalla cd. legge La Loggia agli organi di raccordo fra enti locali e i livelli superiori di governo. Dal canto suo, la tutela giurisdizionale comune degli enti locali \ue8 quasi sempre andata a detrimento dell\u2019autonomia, mentre il principio di sussidiariet\ue0, cui deve ispirarsi l\u2019esercizio delle funzioni amministrative, stenta a trovare una vera giustiziabilit\ue0 anche per la sua natura ambigua. L\u2019opportunit\ue0 di prevedere forme di accesso dirette degli enti locali alla giustizia costituzionale pur avendo costellato le principali iniziative fallite di riforma (Comitato Speroni, Bicamerale D\u2019Alema e Bozza di Lorenzago) ha sempre destato critiche nella dottrina per la difficolt\ue0 di conciliare la difesa dell\u2019autonomia locale con il buon andamento della giustizia costituzionale per il timore di un eccesso di ricorsi. Nel caso spagnolo, la forte pressione della lobby associazionistica degli enti locali ha portato nel 1999 alla riforma che ha introdotto l\u2019istituto del \u201cconflitto in difesa dell\u2019autonomia locale\u201d, esperibile avanti al Tribunale costituzionale da Comuni e Province nel rispetto di predeterminati requisiti di rappresentativit\ue0, avverso leggi statali o delle Comunit\ue0 Autonome lesive del principio costituzionalmente garantito dell\u2019autonomia locale. Per quanto l\u2019esperienza iberica in materia denoti un sistema di accesso defatigante con un alto tasso di ricorsi inammissibili e un dubbio d\u2019incostituzionalit\ue0, l\u2019archetipo spagnolo si configura come una base per la garanzia di tutela dell\u2019autonomia locale che ben pu\uf2 indicare la via da seguire nel caso italiano onde pervenire a una \u201criforma possibile\u201d che, assicurando l\u2019accesso diretto degli enti locali alla Corte, sia bilanciata da adeguate formule, con sistemi di filtro dei gravami, criteri minimi di rappresentativit\ue0 e limiti alle norme impugnabili, realizzando cos\uec appieno quella tanto preconizzata \u201cRepubblica italiana delle autonomie\u201d.En los Estados democr\ue1ticos la existencia de colectividades locales con autonom\ueda presenta el problema de su protecci\uf3n ante los intentos de presi\uf3n por parte de otros sujetos del ordenamiento. Corresponde al legislador, al cual las Constituciones reconocen buena parte de la disciplina de las autonom\uedas locales, plasmar esta garant\ueda que puede manifestarse en formas de acceso directo a la jurisdicci\uf3n constitucional, como derecho reconocido ya a partir del art. 11 de la Carta europea de la autonom\ueda local de 1985. En el caso italiano, la tutela de la autonom\ueda local es totalmente inexistente porque los entes locales carecen de cualquier sistema de acceso directo al Tribunal constitucional incluso despu\ue9s de la reforma del T\uedtulo V de la Constituci\uf3n de 2001, con excepci\uf3n del poder indirecto de proposici\uf3n para impugnar las leyes estatales y regionales que la as\ued llamada ley La Loggia establece para los \uf3rganos de conexi\uf3n entre los entes locales y los niveles superiores de gobierno. Por su parte, la tutela jurisdiccional com\ufan de los entes locales ha ido casi siempre en detrimento de la autonom\ueda, mientras el principio de subsidiariedad, al cual tiene que inspirarse el ejercicio de las funciones administrativas, tiene dificultad en encontrar una verdadera justiciabilidad tambi\ue9n por su esencia ambigua. La oportunidad de prever formas de acceso directas de los entes locale a la justicia constitucional, a pesar de que \ue9sta haya caracterizado las principales iniciativas fracasadas de reforma (Comit\ue9 Speroni, Bicameral D\u2019Alema y Texto de Lorenzago) siempre ha provocado cr\uedticas en la doctrina debido a la dificultad de compaginar la defensa de la autonom\ueda local con la buena marcha de la justicia constitucional por el temor de un exceso de recursos. En el caso espa\uf1ol, la fuerte presi\uf3n de la lobby asociacionista de los entes locales llev\uf3 en 1999 a la reforma que introdujo el instituto del \u201cconflicto en defensa de la autonom\ueda local\u201d, realizable ante el Tribunal constitucional por parte de Municipios y Provincias en el respeto de requisitos predeterminados de representatividad, en contra de las leyes estatales o de las Comunidades Aut\uf3nomas perjudiciales para el principio constitucionalmente garantizado de la autonom\ueda local. Aunque la experiencia ib\ue9rica en materia denota un sistema de acceso extenuante con un nivel elevado de recursos inadmisibles y una duda de inconstitucionalidad, el arquetipo espa\uf1ol se configura como una base para la garant\ueda de tutela de la autonom\ueda local que puede indicar el camino para el caso italiano a fin de lograr una \u201creforma posible\u201d que, asegurando el acceso directo de los entes locales al Tribunal constitucional, sea equilibrada con f\uf3rmulas adecuadas, sistemas de filtro de los recursos, criterios m\uednimos de representatividad y l\uedmites a las normas impugnables, realizando as\ued plenamente la tan pronosticada \u201cRep\ufablica italiana de las autonom\uedas\u201d

    Sicurezza collettiva e diritti fondamentali in tempo di terrorismo. Atti del workshop tenutosi a Ferrara il 26 settembre 2007

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    Il terrorismo internazionale ha catalizzato l’attenzione sulla necessitĂ  preminente di garantire la sicurezza collettiva, spingendo le organizzazioni internazionali ed i singoli stati ad adottare legislazioni preventive ed a potenziare le attivitĂ  congiunte di intelligence internazionali. Ma le norme d’emergenza sono per loro natura inclini ad incidere sulle libertĂ  fondamentali. Questo volume collettaneo, grazie alla poliedricitĂ  dei contributi pubblicati, offre alla curiositĂ  del lettore innumerevoli spunti ed osservazioni che, sotto piĂč profili, tendono alla ricerca di un possibile bilanciamento tra l’esigenza di sicurezza ed il rispetto dei diritti inviolabili della persona. Qui trovano, dunque, ampio spazio riflessioni riguardanti la tutela dei diritti dei migranti e degli stranieri, i limiti all’attivitĂ  di intelligence, la prassi del black-listing e la tutela giurisdizionale delle libertĂ  fondamentali offerta dai giudici interni, comunitari ed internazionali
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