215 research outputs found

    Cytosolic Crowding Drives the Dynamics of Both Genome and Cytosol in Escherichia coli Challenged with Sub-lethal Antibiotic Treatments.

    Get PDF
    In contrast to their molecular mode of action, the system-level effect of antibiotics on cells is only beginning to be quantified. Molecular crowding is expected to be a relevant global regulator, which we explore here through the dynamic response phenotypes in Escherichia coli, at single-cell resolution, under sub-lethal regimes of different classes of clinically relevant antibiotics, acting at very different levels in the cell. We measure chromosomal mobility through tracking of fast (<15 s timescale) fluctuations of fluorescently tagged chromosomal loci, and we probe the fluidity of the cytoplasm by tracking cytosolic aggregates. Measuring cellular density, we show how the overall levels of macromolecular crowding affect both quantities, regardless of antibiotic-specific effects. The dominant trend is a strong correlation between the effects in different parts of the chromosome and between the chromosome and cytosol, supporting the concept of an overall global role of molecular crowding in cellular physiology.UKRI grant EP/T002778/

    Indicatori ambientali nello studio EpiAir2: I dati di qualit\ue0 dell'aria per la sorveglianza epidemiologica

    No full text
    OBIETTIVO: costruzione di indicatori ambientali di inquinamento aerodiffuso per finalit\ue0 di sorveglianza epidemiologica in 25 citt\ue0 italiane per il progetto EpiAir2 (2006-2010) e presentazione dei dati di dieci anni di sorveglianza in 10 citt\ue0 italiane (2001-2010). DISEGNO: sono stati raccolti dati di particolato (nelle frazioni PM10 e PM2.5 ), biossido di azoto (NO2 ) e ozono (O3 ), considerati fattori di rischio per la salute. I datimeteorologici considerati come confondenti nell\u2019analisi dell\u2019effetto degli inquinanti sono stati: temperatura, umidit\ue0 relativa (e la variabile derivata \u201ctemperatura apparente\u201d) e pressione barometrica. I criteri per la selezione delle stazioni dimonitoraggio e imetodi di calcolo per la costruzione di indicatori ambientali a partire dalle serie giornaliere disponibili sono stati scelti in continuit\ue0 con la precedente edizione di EpiAir. Per tutte le citt\ue0, \ue8 stata verificata l\u2019omogeneit\ue0 dei dati selezionati nel rappresentare l\u2019esposizione delle popolazioni. SETTING E PARTECIPANTI: il progetto EpiAir2 coinvolge per gli anni 2006-2010 le citt\ue0 diMilano,Mestre-Venezia,Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Roma,Taranto,Cagliari e Palermo, gi\ue0 presenti nello studio EpiAir. A questo elenco vanno aggiunte le citt\ue0 di Treviso, Trieste, Padova, Rovigo, Piacenza, Parma, Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Genova, Rimini, Ancona, Bari, Napoli e Brindisi. RISULTATI: nel periodo considerato \ue8 stato osservato un decremento delle concentrazioni di particolato nella maggior parte delle citt\ue0 in analisi, mentre non si pu\uf2 giungere a conclusioni cos\uec nette per NO2 e ozono. L\u2019analisi dell\u2019andamento temporale degli indicatori ha evidenziato valori medi annuali di PM10 superiori ai 40 \u3bcg/m3 in alcune citt\ue0 della Pianura Padana, e valori medi annuali di NO2 costantemente superiori ai 40 \u3bcg/m3 nelle citt\ue0 di Trieste, Milano, Padova, Torino, Modena, Bologna, Roma e Napoli. CONCLUSIONE: l\u2019ampliamento del progetto EpiAir, con l\u2019inclusione di ulteriori 13 citt\ue0, ha permesso di evidenziare peculiarit\ue0 legate alle differenti aree geografiche in studio e numerose situazioni di criticit\ue0 con superamenti dei valori di concentrazione limite fissati dalla legislazione corrente. I risultati dello studio EpiAir2 confermano la necessit\ue0 di un sistema di sorveglianza dell\u2019inquinamento aerodiffuso nei centri urbani e industriali al fine di ottenere stime affidabili dell\u2019esposizione della popolazione residente e di monitorarne l\u2019andamento nel tempo

    Impatto a breve termine dell'inquinamento dell'aria nelle citt\ue0 coperte dalla sorveglianza epidemiologica EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: stimare l\u2019impatto a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla popolazione adulta di 23 citt\ue0 italiane nel periodo 2006-2009 nell\u2019ambito del progetto EpiAir2. DISEGNO, MATERIALI E METODI: per ogni citt\ue0 inclusa nello studio \ue8 stato calcolato l\u2019impatto dell\u2019effetto a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0. In particolare, sono stati calcolati i decessi attribuibili a concentrazioni delle polveri (PM10 e PM2.5) superiori a soglie differenti definite dalla legislazione europea o nell\u2019ambito delle linee guida dell\u2019Organizzazione mondiale della sanit\ue0 (per il PM10: 20 e 40 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 20 \u3bcg/m3 e superamento del limite di 35 giorni con concentrazioni medie di 50 \u3bcg/m3; per il PM2.5: 10, 18 e 25 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 18 \u3bcg/m3). La stima di impatto \ue8 stata ottenuta combinando la stima di effetto delle polveri, il livello di mortalit\ue0 osservato e i livelli di concentrazione degli inquinanti misurati dalle reti di monitoraggio urbane. Per quanto riguarda le stime di effetto, sono state utilizzate le distribuzioni a posteriori specifiche per citt\ue0 risultanti da una metanalisi bayesiana. L\u2019incertezza sulle stime di impatto \ue8 stata calcolata con metodi Monte Carlo. RISULTATI: nell\u2019insieme delle 23 citt\ue0 valutate nel presente studio il numero di decessi attribuibili agli effetti a breve termine delle concentrazioni di PM10 superiori a 20 \u3bcg/m3 e di PM2.5 superiori a 10 \u3bcg/m3 nel periodo 2006-2009 \ue8 risultato rispettivamente pari allo 0,9% (assumendo indipendenza tra citt\ue0 l\u2019intervallo di credibilit\ue0 all\u201980% \ue8 0,4-1,4) e allo 0,8% (ICr80% 0,2-1,3) della mortalit\ue0 naturale. L\u2019impatto delle concentrazioni di polveri PM10 e PM2.5 \ue8 risultato concentrato nelle citt\ue0 della Pianura Padana, della Piana fiorentina, e nelle grandi realt\ue0 metropolitane di Roma, Napoli e Palermo: per il PM10 la percentuale sui decessi \ue8 risultata 1,0% (ICr80% 0,4-1,5) contro 0,4% (ICr80% 0,2-0,7) nelle altre citt\ue0 analizzate. Se i livelli di concentrazione delle polveri fossero stati inferiori del 20%, complessivamente l\u2019impatto si sarebbe ridotto del 42% per il PM10 e del 51% per il PM2.5. CONCLUSIONI: i livelli di inquinamento osservati nel periodo in studio sono stati responsabili di un numero importante di decessi nelle citt\ue0 analizzate. Politiche di contenimento basate sulla diminuzione percentuale delle concentrazioni annuali di polveri interesserebbero tutte le citt\ue0 coperte dallo studio e potrebbero ridurre in modo importante l\u2019impatto dell\u2019inquinamento sulla salute

    Le politiche per la promozione della mobilit\ue0 sostenibile e la riduzione dell'inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare nelle citt\ue0 partecipanti allo studio EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: fornire un quadro sintetico delle politiche di mobilit\ue0 adottate negli ultimi anni (2006-2010) dalle amministrazioni di alcuni Comuni italiani attraverso la rilevazione degli interventi sulla mobilit\ue0 urbana e relativa efficacia. DISEGNO E SETTING: i dati presentati si riferiscono alle quindici citt\ue0 inizialmente partecipanti al progetto EpiAir2: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Palermo, Cagliari, Trieste, Genova, Ancona, Napoli, Bari. RISULTATI: da questa indagine emergono debolezze e punti di forza delle citt\ue0 italiane nell\u2019affrontare il tema della mobilit\ue0 sostenibile. Le modifiche della consistenza del parco circolante sono state accompagnate da un suo rinnovamento con conseguente riduzione dei veicoli rispondenti agli standard emissivi pi\uf9 vecchi, seppur con differenze marcate tra le varie citt\ue0. Tra le debolezze pi\uf9 rilevanti nella gestione locale della mobilit\ue0 urbana \ue8 da segnalare in primo luogo lo sviluppo ridotto di metropolitane e di sistemi tranviari e il ritardo nell\u2019ammodernamento delle reti ferroviarie suburbane, che pongono le citt\ue0 italiane in una posizione evidentemente svantaggiata rispetto ad altre realt\ue0 urbane europee analoghe. Per quanto riguarda gli altri aspetti della mobilit\ue0 urbana (offerta/domanda di trasporto pubblico, ZTL, zone pedonali, km di piste ciclabili, servizi di car sharing e bike sharing), si segnala una situazione estremamente disomogenea tra le varie citt\ue0 italiane. CONCLUSIONI: le disomogeneit\ue0 tra le diverse realt\ue0 sono in parte spiegabili con le peculiarit\ue0 strutturali e culturali locali, oltre che da una diversa attenzione \u201cstorica\u201d alle problematiche ambientali e a un\u2019estemporaneit\ue0 delle scelte effettuate dalle rispettive amministrazioni. Pur in presenza di molte iniziative settoriali, pare sia mancata una strategia nazionale che, pur rispettosa del livello di autonomia locale, abbia fornito linee di indirizzo per affrontare in maniera adeguata e coordinata il tema della mobilit\ue0 sostenibile e dell\u2019inquinamento atmosferico da traffico veicolare

    Inquinamento atmosferico e mortalit\ue0 in venticinque citt\ue0 Italiane: Risultati del progetto EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: valutare gli effetti a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0 nelle 25 citt\ue0 italiane partecipanti alla seconda fase del progetto EpiAir (Sorveglianza epidemiologica dell\u2019inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle citt\ue0 italiane). DISEGNO: studio di serie temporali con metodologia casecrossover, con aggiustamento per i fattori temporali emeteorologici rilevanti. L\u2019associazione inquinamento atmosferico-mortalit\ue0 \ue8 stata analizzata per ciascuna delle 25 citt\ue0 in studio.Gli inquinanti considerati sono stati il particolato (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2) e l\u2019ozono (O3 estivo). Le stime complessive di effetto sono state ottenute successivamentemediante unametanalisi e sono state espresse per incrementi di 10 \u3bcg/m3 delle concentrazioni di inquinanti. Sono stati implementatimodelli mono e bi-pollutant. SETTING E PARTECIPANTI: lo studio ha analizzato 422.723 decessi verificatisi tra i residenti di 35 anni o pi\uf9 nelle 25 citt\ue0 in studio per gli anni 2006-2010. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati considerati i conteggi giornalieri di decessi per cause naturali, tra cui le cause cardiache, cerebrovascolari e respiratorie. Le informazioni sulle cause di morte sono state ottenute dai Registri delle cause di morte delle singole citt\ue0. RISULTATI: il numeromedio annuo di decessi per cause naturali varia da 513 a Rovigo e 20.959 a Roma. Circa il 25% delle morti \ue8 dovuto a cause cardiache, il 10%a cause cerebrovascolari e il 7%a cause respiratorie. Per incrementi di 10 \u3bcg/m3 di PM10 si osserva un effetto immediato sullamortalit\ue0 naturale (0,51%; IC95%0,16-0,86; lag 0-1)..Effetti pi\uf9 importanti e prolungati (lag 0-5) si osservano per il PM2.5 (0,78%; IC95%0,12-1,46) e soprattutto per l\u2019NO2 (1,10%; IC95%0,63-1,58). Incrementi dellamortalit\ue0 cardiaca sono associati al PM10(0,93%; IC95% 0,16-1,70) e al PM2.5 (1,25%; IC95%0,17-2,34), mentre per la mortalit\ue0 respiratoria l\u2019effetto dell\u2019esposizione a NO2 risulta pi\uf9 importante (1,67%; IC95%0,23-3,13; lag 2-5) rispetto a quella a PM10 (1,41%; IC95%-0,23;+3,08). I risultati sono fortemente omogenei tra citt\ue0 per la mortalit\ue0 cardiaca e cerebrovascolare, ma non per quella respiratoria. Non si riscontrano effetti sulla mortalit\ue0 cerebrovascolare. L\u2019effetto dell\u2019O3 sulla mortalit\ue0 \ue8 al limite della significativit\ue0 statistica. CONCLUSIONI: lo studio conferma un chiaro incremento dellamortalit\ue0 associata agli inquinanti atmosferici. Risultano pi\uf9 importanti gli effetti degli inquinanti correlati al traffico autoveicolare, qualiNO2 (permortalit\ue0 naturale) e PM2.5 (per mortalit\ue0 cardiaca e respiratoria), con un ruolo indipendente di NO2 rispetto al particolato in base all\u2019analisi bi-pollutan

    Search for stealth supersymmetry in final states with two photons, jets, and low missing transverse momentum in proton-proton collisions at s\sqrt{s} = 13 TeV

    No full text
    International audienceThe results of a search for stealth supersymmetry in final states with two photons and jets, targeting a phase space region with low missing transverse momentum (pTmissp_\text{T}^\text{miss}), are reported. The study is based on a sample of proton-proton collisions at s\sqrt{s} =13 TeV collected by the CMS experiment, corresponding to an integrated luminosity of 138 fb1^{-1}. As LHC results continue to constrain the parameter space of the minimal supersymmetric standard model, the low pTmissp_\text{T}^\text{miss} regime is increasingly valuable to explore. To estimate the backgrounds due to standard model processes in such events, we apply corrections derived from simulation to an estimate based on a control selection in data. The results are interpreted in the context of simplified stealth supersymmetry models with gluino and squark pair production. The observed data are consistent with the standard model predictions, and gluino (squark) masses of up to 2150 (1850) GeV are excluded at the 95% confidence level

    Search for narrow trijet resonances in proton-proton collisions at s\sqrt{s} = 13 TeV

    No full text
    International audienceThe first search for narrow resonances decaying to three well-separated hadronic jets is presented. The search uses proton-proton collision data corresponding to an integrated luminosity of 138 fb1^{-1} at s\sqrt{s} = 13 TeV, collected at the CERN LHC. No significant deviations from the background predictions are observed between 1.75-9.00 TeV. The results provide the first mass limits on a right-handed boson ZR_{\mathrm{R}} decaying to three gluons, an excited quark decaying via a vector boson to three quarks, as well as updated limits on a Kaluza-Klein gluon decaying via a radion to three gluons

    Observation of WWγ\gamma production and search for Hγ\gamma production in proton-proton collisions at s\sqrt{s} = 13 TeV

    No full text
    International audienceThe observation of WWγ\gamma production in proton-proton collisions at a center-of-mass energy of 13 TeV with an integrated luminosity of 138 fb1^{-1} is presented. The observed (expected) significance is 5.6 (4.7) standard deviations. Events are selected by requiring exactly two leptons (one electron and one muon) of opposite charge, moderate missing transverse momentum, and a photon. The measured fiducial cross section for WWγ\gamma is 6.0 ±\pm 0.8 (stat) ±\pm 0.7 (syst) ±\pm 0.6 (modeling) fb, in agreement with the next-to-leading order quantum chromodynamics prediction. The analysis is extended with a search for the associated production of the Higgs boson and a photon, which is generated by a coupling of the Higgs boson to light quarks. The result is used to constrain the Higgs boson couplings to light quarks

    Search for direct production of GeV-scale resonances decaying to a pair of muons in proton-proton collisions at s\sqrt{s} = 13 TeV

    No full text
    International audienceA search for direct production of low-mass dimuon resonances is performed using s\sqrt{s} = 13 TeV proton-proton collision data collected by the CMS experiment during the 2017-2018 operation of the CERN LHC with an integrated luminosity of 96.6 fb1^{-1}. The search exploits a dedicated high-rate trigger stream that records events with two muons with transverse momenta as low as 3 GeV but does not include the full event information. The search is performed by looking for narrow peaks in the dimuon mass spectrum in the ranges of 1.1-2.6 GeV and 4.2-7.9 GeV. No significant excess of events above the expectation from the standard model background is observed. Model-independent limits on production rates of dimuon resonances within the experimental fiducial acceptance are set. Competitive or world's best limits are set at 90% confidence level for a minimal dark photon model and for a scenario with two Higgs doublets and an extra complex scalar singlet (2HDM+S). Values of the squared kinetic mixing coefficient ε2\varepsilon^2 in the dark photon model above 106^{-6} are excluded over most of the mass range of the search. In the 2HDM+S, values of the mixing angle sin(θH)\sin(\theta_\text{H}) above 0.08 are excluded over most of the mass range of the search with a fixed ratio of the Higgs doublets vacuum expectation tanβ\tan\beta = 0.5

    Extracting the speed of sound in the strongly interacting matter created in ultrarelativistic lead-lead collisions at the LHC

    No full text
    International audienceUltrarelativistic nuclear collisions create a strongly interacting state of hot and dense quark-gluon matter that exhibits a remarkable collective flow behavior with minimal viscous dissipation. To gain deeper insights into its intrinsic nature and fundamental degrees of freedom, we extracted the speed of sound in this medium created using lead-lead (PbPb) collisions at a center-of-mass energy per nucleon pair of 5.02 TeV. The data were recorded by the CMS experiment at the CERN LHC and correspond to an integrated luminosity of 0.607 nb1^{-1}. The measurement is performed by studying the multiplicity dependence of the average transverse momentum of charged particles emitted in head-on PbPb collisions. Our findings reveal that the speed of sound in this matter is nearly half the speed of light, with a squared value of 0.241 ±\pm 0.002 (stat) ±\pm 0.016 (syst) in natural units. The effective medium temperature, estimated using the mean transverse momentum, is 219 ±\pm 8 (syst) MeV. The measured squared speed of sound at this temperature aligns precisely with predictions from lattice quantum chromodynamic (QCD) calculations. This result provides a stringent constraint on the equation of state of the created medium and direct evidence for a deconfined QCD phase being attained in relativistic nuclear collisions
    corecore