426 research outputs found

    Open up Internet Research

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    Nel 2007 il Times sceglieva l’utente del web come persona dell’anno: Yes, You. You Control the Information Age. Welcome to Your World. Dal 2007 molta acqua sotto i ponti della Rete è passata e, a otto anni da quella copertina, il nuovo mondo è cresciuto in mole e complessità, così come si sono moltiplicati i tentativi da parte della ricerca, pubblica e privata, di mettere ordine nella comprensione dei meccanismi che lo governano. Obiettivo di questa rubrica è fornire alcuni primi riferimenti per orientarsi nel mondo della ricerca e dello studio intorno alla Rete. Ognuno di questi costituisce un hub di collegamento a network e comunità professionali ampie ed accreditate da cui imparare e con cui confrontarsi

    The Mooc (R)evolution. Where the EMMA project come from

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    Academic institutions all over the world, as well as active stakeholders in the field of education, are exploring Moocs to understand how learning and teaching environments are changing, what are the outcomes of such a novelty for different countries and publics, to what extent the Moocs revolution can represent both a unique opportunity to open up education and a new business model. Born to help universities and academic institutions to innovate pedagogical models, Moocs are developing along different routes. Using a policy framework analysis approach, this paper presents the results of a European survey that questioned both public and private stakeholders on Mooc policy design, objectives and expected outcomes. The policy framework analysis was also the opportunity to define the main assets of a new TEL project at a European Level: Emma, the European Multiple Moocs Aggregator, an innovative Moocs platform lead by the University of Naples Federico II and based on its previous experience with the Federica web learning project. Keywords: Education, TEL, Moocs, Policy framework

    Digital persona, big data e sfera pubblica. Quali sfide per la democrazia che verrĂ 

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    La datificazione della società ha dischiuso possibilità inedite di migliorare la qualità della nostra vita, ma anche nuove sfide. Come assicurare che i nostri dati non siano utilizzati per instaurare un controllo invasivo sulle nostre vite? Come evitare che gli algoritmi decidano per noi anche quando non vogliamo che ciò accada? Come difen-dere la nostra libertà da cyber-elites tanto potenti quanto opache? In questo saggio vengono illustrate alcune delle dimensioni alla base della relazione tra rappresentazioni degli utenti in forma di dati e sfera pubblica, nel tentativo di portare alla luce la zona oscura nella quale la democrazia rischia attualmente di essere confinata

    Fuori dall’acquario: “l’uberizzazione” dell’insegnamento

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    Abstract In terms of recent innovations affecting the Higher Education sector, two are generating significant interest: the creation and delivery of MOOCs as Open Education Resources, and the concept of the flipped classroom, a pedagogic approach whereby the roles of teacher and learner are inverted. Although the connection between the two may not be immediately obvious, they represent different sides of the same coin, and they can be brought together in a blended learning approach. Using both MOOCs and flipped classroom in a blended setting can help to evaluate the potential impact of MOOCs in a changing society. The following paragraphs are based on a non-systematic observation of disintermediation phenomena in educational experiences during the pilot phase of the Emma Project , accordingly to its objectives and challenges. Keywords MOOC, Flipped classroom, teacher role, Uberizatio

    A Research Agenda on MOOCs: The Perspective of Social Sciences,

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    Originated to help academic institutions innovate pedagogical models, MOOCs are taking different routes, some of them marked by public policies, others by market strategies. Questioning the MOOC phenomenon according only to pedagogies and learning theories means, however, underestimating their impact on the evolution of educational systems. This article intends to define a research agenda into the social impact of MOOCs, in order to reflect on changes in educational policies, on academic culture, and on learning measurement. For this reason we suggest focusing attention on three features of MOOC phenomenology: MOOCs as a social movement - an active policy to request a greater democratization of education - MOOC as a medium and a cultural artifact (mediated texts, videos, interface, platform’ functionalities) able to convey learning to distant learners - and, at last, MOOC as a measurement - in other words as a strumentation (i.e. learning statements, analytics, algorythms, visualizion tools, dashboards etc) that allows you to monitor, analyze and optimize the effectiveness of online teaching and learning, highlighting also their limits

    e-politics. Diagnostica per immagini: la comuni- cazione politica in Web of Science e Scopus

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    Se dovessimo condensare in una sola espressione il precipitato teorico di alcuni decenni di ricerca sulla comunicazione politica allora basterebbe affermare che la «politica è comunicazione». Lo dimostra senza alcun dubbio non solo la quantità di pubblicazioni nel campo, ma anche il loro addensarsi man mano che il mediascape è andato definendosi nel tempo. Dai principali manuali abbiamo infatti imparato che i percorsi della democrazia e quelli della comunicazione sono sempre stati paralleli, binari di un treno su cui ha viaggiato la politica. Tutta. Quella della propaganda come quella del risveglio dell’opinione pubblica. Il paradigma ha infatti un suo ineludibile corollario: «la comunicazione è politica». Così i binari tengono insieme l’utilizzo delle strategie di comunicazione per la costruzione del consenso, e per la gestione del potere, con l’emancipazione della parola dalle vecchie mediazioni e la natura profondamente politica che l’espressione dell’opinione assume nell’epoca dei social media. In questo numero, che punta a mettere a fuoco lo stato dell’arte della disciplina, la rubrica cerca di fare emergere questa evoluzione nella produzione scientifica, attraverso l’uso di alcuni dei più utilizzati tool di ricerca bibliometrica a disposizione. Si tratta di un primo esercizio, rispetto al quale è opportuno specificare alcuni elementi di metodo

    Learning Analytics, the thorny issue of data gathering for MOOCs

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    One of the critical issues emerging from the scientific debate about MOOCs is related to what approach to learning analytics (LA) to adopt. Within the context of MOOCs, in fact, the issues araising from the floor concern the main purposes and challenges underlying tracking and data analysis as well as tools and methodology that best serve the “teaching by data” purpose. This paper seeks to relate our experience of trying to adapt and extend LA debate and tools to the Federica system, since the Federica Web Learning portal of the University Federico II, (http://www.federica.unina.it/) is now launching MOOC courses, complete with timeframe and assignments

    Big data. Big challenges

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    Una quindicina di anni fa Doug Laney (2001) si trovò a definire uno scenario emergente in cui – grazie alla crescente potenza di calcolo delle macchine – grandi mole di dati potevano essere messe insieme ed analizzate per rispondere più efficacemente alle nostre domande. Laney, senza nemmeno utilizzare il concetto di big data, evidenziava nel Volume (la massa dei dati), nella Velocity (di creazione e trasmissione) e nella Variety (delle fonti di informazioni) le caratteristiche costitutive di queste nuove grandi basi di dati. Solo di recente, alle ormai famose 3V se ne è aggiunta un’altra, la Veracity, vale a dire la qualità dei dati. Questo significa che l’inclusione nelle analisi empiriche di base di dati eterogenee, anche se grandi, comunque solleva domande sulla completezza e l’accuratezza dei dati raccolti. Tanto più se questi vengono restituiti al pubblico in forma di visualizzazioni ed infografiche più o meno spettacolari. L’uso di questi dispositivi per finalità di comunicazione è ormai enorme. In politica possono servire come strumento di fact-checking ad uso e consumo dell’opinione pubblica o come forme di persuasione più o meno occulta, per dare legittimità a politiche cosiddette evidence-based o per strategie di profilazione utenti. Le risorse che presentiamo in questa rubrica vanno interpretate come esempi d’uso, manifestazioni della potenza di calcolo da un lato e dell’idea – probabilmente sbagliata – che avere a che fare con i dati incrementi in qualche modo la nostra capacità di scelta razionale

    e-government: rotte, dirottamenti e naufragi (doi:

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    La pubblicazione in agosto del report E-Government Survey è stata l’occasione per riprendere le fila di un dibattito sull’e-government che – senza tema di smentita – ha subito negli ultimi anni una brusca battuta di arresto. Lo stato di crisi economica in cui versa l’Europa ormai da diversi anni ha cambiato l’ordine delle priorità dei governi per dare maggiore enfasi a politiche strutturali sul piano finanziario. Eppure, il dibattito scientifico sul governo elettronico non ha mai smesso di evidenziare la possibilità che proprio dalle politiche di miglioramento dei servizi, di razionalizzazione della burocrazia facilitata dall’introduzione delle ICT a tutti i livelli gestionali e decisionali potesse generarsi quell’effetto di leapfrogging che, per molti paesi, poteva addirittura rappresentare il salto a piè pari di interi stadi di sviluppo per passare da economie tradizionali ad economie digitali, bypassando così la fase dell’industrializzazione pesante. In altre parole, c’era un potenziale nelle politiche di governo elettronico che è rimasto sostanzialmente inespresso. A partire dal report citato, la rubrica fa una breve disamina delle iniziative che a livello europeo ed italiano hanno l’obiettivo di sostenere le politiche per l’agenda digitale, nella speranza che queste non restino, appunto, solo in agenda

    Le primarie presidenziali americane

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    Il nastro di partenza delle primarie americane è tagliato. Fino all’8 novembre di quest’anno i riflettori di tutto il mondo saranno puntati sulla campagna presidenziale. Grandi preparativi, dunque, per seguire l’evento della politica americana che sa più di pluralismo. A giochi fatti, la campagna si restringerà ai due soli candidati selezionati per i partiti in lizza. Anche se la presenza di un terzo incomodo con cui fare i conti può rendere – come accaduto in passato – sia le primarie che la campagna elettorale eventi decisamente più competitivi. Di questo, le testate che fanno informazione politica son ben consapevoli ed è per questo che si predispongono per una horce race ad alzo zero fra i candidati del partito repubblicano – i più gettonati dei quali sono Donald Trump, Jeb Bush, Marco Rubio e Ben Carson – e i candidati del partito democratico, con in testa Hillary Clinton, contro la quale solo Bernie Sanders e Martin O’Malley hanno deciso di candidarsi per la nomination presidenziale. A complicare ulteriormente il quadro, Michael Bloomberg, ex sindaco di New York nonché magnate dei media, che potrebbe scendere in campo da indipendente. Le questioni economiche sono ovviamente il cuore della primarie. A questo Politico.com dedica la sezione The Politico Caucus, facendo il benchmarking dei candidati in relazione ai diversi temi della campagna per la nomination. Mentre il New York Times, oltre ad uno spazio di approfondimenti, dedica una sezione dinamica a dati e infografiche su ciascun caucus, numero di delegati, voti e risultati finali aggregati e non, sia attuali che delle passate primarie, incrociati con dati demografici aggiornati. Un modo anche divertente per osservare le nomination da molto vicino
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