445 research outputs found
Metallic nanoparticles meet Metadynamics
We show how standard Metadynamics coupled with classical Molecular Dynamics
can be successfully ap- plied to sample the configurational and free energy
space of metallic and bimetallic nanopclusters via the implementation of
collective variables related to the pair distance distribution function of the
nanoparticle itself. As paradigmatic examples we show an application of our
methodology to Ag147, Pt147 and their alloy AgshellPtcore at 1:1 and 2:1
chemical compositions. The proposed scheme is not only able to reproduce known
structural transformation pathways, as the five and the six square-diamond
mechanisms both in pure and core-shell nanoparticles but also to predict a new
route connecting icosahedron to anti-cuboctahedron.Comment: 7 pages, 8 figure
“Falsi amici” nella lingua lituana e italiana: uno studio statistico tra gli apprendenti della lingua italiana
Il seguente studio intende mostrare i risultati di un sondaggio effettuato tra gli apprendenti della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. La letteratura specialistica sul tema dei “falsi amici”, seppure non vastissima, è reperibile per alcune lingue, ma al momento è pressoché inesistente per tutto quello che concerne le false analogie tra la lingua lituana e quella italiana. Lo scopo di questo studio è quello di introdurre al problema dei “falsi amici” tra l’italiano e il lituano attraverso la stesura di una lista che, seppure incompleta, può essere utilizzata come base per future ricerche. Un altro aspetto originale dello studio è il sondaggio effettuato tra vari gruppi di studenti lituani: agli apprendenti è stato fornito un test contenente un certo numero di termini da tradurre nella propria lingua madre. Una parte dei termini proposti sono stati scelti all’interno di una lista di “falsi amici”. Gli apprendenti erano di tre livelli diversi, dal principiante all’avanzato. Lo scopo del sondaggio è dimostrare che il problema dei “falsi amici” non riguarda solo la professione del traduttore, ma anche e soprattutto l’apprendimento stesso della lingua. I risultati vengono mostrati con diagrammi che riassumono la situazione dei tre livelli di apprendimento considerati e la situazione complessiva. Dai diagrammi risulta quanto possano pesare i “falsi amici” nello studio della lingua italiana da parte di apprendenti la cui lingua madre, avendo un’origine differente dalle lingue romanze, presenta ambiguità nell’interpretazione di alcune parole che spesso non derivano dal latino
Una nuova lista di “falsi amici” e di “interferenze onomastiche” nella lingua italiana e lituana
In un precedente studio (Pavan 2010 ) si è messa in rilievo l’influenza dei “falsi amici” tra gli apprendenti lituani della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. I “falsi amici”, cioè i termini di una lingua che somigliano a quelli di un’altra ma che producono significati diversi, sono presenti in numero ridotto anche tra la lingua lituana e quella italiana. Nello stesso studio era stata anche fornita una lista di “falsi amici”, molti dei quali utilizzati per valutarne l’influenza nell’apprendimento dell’italiano. Questo studio intende da un lato ampliare la lista di “falsi amici” proponendone e commentandone una nuova serie, dall’altro introdurre un nuovo tipo di interferenza linguistica che viene qui definita “interferenza onomastica”. L’onomastica in questo caso è quella dei nomi propri di persona, tralasciando in questo caso l’onomastica geografica dei nomi propri di luogo. Viene evidenziato un nuovo problema di false analogie linguistiche che, in certi casi, potrebbe influire in senso negativo sulla comprensione della lingua, soprattutto ai livelli più bassi di apprendimento. Alcuni nomi propri di persona lituani, infatti, producono termini con un significato nella lingua italiana, generando una possibile interferenza nella comprensione linguistica ai livelli più bassi di apprendimento. Lo scopo principale delle liste di termini qui esposti è quello di contribuire alla auspicabile stesura di un dizionario di “falsi amici” per la lingua lituana e quella italiana, che possa tornare utile agli studenti e agli studiosi delle due lingue
Alcuni problemi di interpretazione dei toponimi nella lingua italiana e lituana
Da oltre mezzo secolo l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito, in un folto numero di paesi che vi aderiscono, delle commissioni di lavoro per tentare di semplificare i problemi connessi alle diverse denominazioni linguistiche dei nomi geografici. Ogni paese, infatti, accetta la presenza di esonimi nella propria lingua. Le complicazioni che ne derivano implicano anche la scarsa comprensione di alcuni toponimi tra persone che parlano diverse lingue. In questo studio si affronta il problema della denominazione dei luoghi geografici nella lingua italiana e in quella lituana. Alcune liste di esonimi italiani vengono comparate ai rispettivi toponimi della lingua lituana. Nei dizionari linguistici non figura la traduzione dei toponimi e l’uso di queste liste agevolerebbe la conoscenza dei luoghi geografici dal punto di vista della lingua italiana. La didattica di insegnamento delle lingue spesso non prende in considerazione il problema degli esonimi. In un mondo globalizzato la denominazione dei luoghi geografici dal punto di vista di lingue diverse sembra essere di fondamentale importanza, soprattutto per chi studia le lingue e spesso aspira a viaggiare in paesi stranieri
PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER
In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di variaÂbili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltĂ aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni
A flexible scintillation light apparatus for rare event searches
Compelling experimental evidences of neutrino oscillations and their
implication that neutrinos are massive particles have given neutrinoless double
beta decay a central role in astroparticle physics. In fact, the discovery of
this elusive decay would be a major breakthrough, unveiling that neutrino and
antineutrino are the same particle and that the lepton number is not conserved.
It would also impact our efforts to establish the absolute neutrino mass scale
and, ultimately, understand elementary particle interaction unification. All
current experimental programs to search for neutrinoless double beta decay are
facing with the technical and financial challenge of increasing the
experimental mass while maintaining incredibly low levels of spurious
background. The new concept described in this paper could be the answer which
combines all the features of an ideal experiment: energy resolution, low cost
mass scalability, isotope choice flexibility and many powerful handles to make
the background negligible. The proposed technology is based on the use of
arrays of silicon detectors cooled to 120 K to optimize the collection of the
scintillation light emitted by ultra-pure crystals. It is shown that with a 54
kg array of natural CaMoO4 scintillation detectors of this type it is possible
to yield a competitive sensitivity on the half-life of the neutrinoless double
beta decay of 100Mo as high as ~10E24 years in only one year of data taking.
The same array made of 40CaMoO4 scintillation detectors (to get rid of the
continuous background coming from the two neutrino double beta decay of 48Ca)
will instead be capable of achieving the remarkable sensitivity of ~10E25 years
on the half-life of 100Mo neutrinoless double beta decay in only one year of
measurement.Comment: 12 pages, 4 figures. Prepared for submission to EPJ
Morphological e molecular identification of Anagrus \u2018atomus\u2019 group (Hymenoptera: Mymaridae) individuals from different geographic areas and plant hosts in Europe.
Morphological identification and molecular study on the COI gene were simultaneously conducted on Anagrus
Haliday \u2018atomus\u2019 group individuals collected in the field in Italy or supplied from a UK biofactory. Females were
morphologically identified as A. atomus L. and A. parvus Soyka sensu Viggiani (\ubcA. ustulatus sensu Chiappini).
Alignment of COI gene sequences from this study permitted recognition of a total of 34 haplotypes.
Phylogenetic and network analyses of molecular data not only confirmed that A. atomus is a species distinct
from A. parvus, but also suggested that two species may be included within morphologically identified A. parvus.
Different geographical distribution and frequency of haplotypes were also evidenced. For males considered
in this study, morphometric analyses revealed a character that could be useful to discriminate A. atomus
from A. parvus. Both species were found in vineyards and surrounding vegetation, confirming the potential role
of spontaneous vegetation as a source of parasitoids for leafhopper control in vineyards
Force Impact Effect in Contact-Mode Triboelectric Energy Harvesters: Characterization and Modeling
In this paper we investigate the effect of the contact force on the voltage generated by Contact-Mode Triboelectric Energy Harvesting Devices (CM-TEHD). The electrical energy harvested from mechanical shocks increases with the contact force. In order to investigate the role of the contact force in the triboelectric energy generation, we developed a physical model, which allows understanding the physical mechanisms of this process, while predicting the output voltage and power at given conditions. Prototypes of the CM-TEHD made of low-cost commercial silicone were fabricated using a very low cost process. The prototypes provide up to 5.5µW when subjected to repetitive impacts with a contact force of 65N
Perceptual learning improves contrast sensitivity, visual acuity, and foveal crowding in amblyopia
BACKGROUND:
Amblyopic observers present abnormal spatial interactions between a low-contrast sinusoidal target and high-contrast collinear flankers. It has been demonstrated that perceptual learning (PL) can modulate these low-level lateral interactions, resulting in improved visual acuity and contrast sensitivity.
OBJECTIVE:
We measured the extent and duration of generalization effects to various spatial tasks (i.e., visual acuity, Vernier acuity, and foveal crowding) through PL on the target's contrast detection.
METHODS:
Amblyopic observers were trained on a contrast-detection task for a central target (i.e., a Gabor patch) flanked above and below by two high-contrast Gabor patches. The pre- and post-learning tasks included lateral interactions at different target-to-flankers separations (i.e., 2, 3, 4, 8λ) and included a range of spatial frequencies and stimulus durations as well as visual acuity, Vernier acuity, contrast-sensitivity function, and foveal crowding.
RESULTS:
The results showed that perceptual training reduced the target's contrast-detection thresholds more for the longest target-to-flanker separation (i.e., 8λ). We also found generalization of PL to different stimuli and tasks: contrast sensitivity for both trained and untrained spatial frequencies, visual acuity for Sloan letters, and foveal crowding, and partially for Vernier acuity. Follow-ups after 5-7 months showed not only complete maintenance of PL effects on visual acuity and contrast sensitivity function but also further improvement in these tasks.
CONCLUSION:
These results suggest that PL improves facilitatory lateral interactions in amblyopic observers, which usually extend over larger separations than in typical foveal vision. The improvement in these basic visual spatial operations leads to a more efficient capability of performing spatial tasks involving high levels of visual processing, possibly due to the refinement of bottom-up and top-down networks of visual areas
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