Architettura e pittura parietale ad Arpi in Daunia in età medio ellenistica

Il contributo si propone di ricontestualizzare le esperienze artistiche documentate ad Arpi nel corso del III e del II sec. a.C. Con le sue domus a peristilio e i complessi funerari ipogeici, l’insediamento daunio può considerarsi un campo di osservazione privilegiato per cogliere l’assimilazione di modelli architettonici e decorativi (pittura parietale, stucchi, mosaici…) dei grandi centri del Mediterraneo.La ripresa sistematica della documentazione degli scavi pregressi permette di delineare i cambiamenti che hanno portato, nel periodo di affermazione del potere di Roma in Puglia, alla definizione di un nuovo stile di vita da parte dalle aristocrazie arpane e di meglio definire il ruolo di Arpi nella koinè mediterranea e nel contesto politico e culturale italico

"Recontextualizing" figurative pottery in Arpi

International audienceArpi is an unfortunately great emblematic case of clandestine excavations, as Marina Mazzei pointed it out in the exhibition organized with Daniel Graepler in 1996, Provenienza:sconosciuta!, thus the Arpi settlement is a very good example to reflect on the methods, tools and objectives of recontextualization. In 2014, was initiated by the Centre Jean Bérard and the University of Salerno with the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio for the Provinces of Barletta-Andria-Trani and Foggia a project aimed at georeferencing the different excavation interventions conducted over time; it allowed to study the domestic and funerary contexts for the reconstruction of the city. It made it possible to increase our knowledge about the testimonies, the associations, the function and the circulation of the different ceramic productions in their last context of use, highlighting, unfortunately, also the important destruction of data due to illicit excavations. The knowledge framework established through the work of F. Tinè Bertocchi, E.M. De Juliis and M. Mazzei has recently been completed and expanded thanks to the recovery of old and new contexts, the restoration and study of objects, and their inclusion in both the chronotypology of the Arpanian tombs and the stratigraphy of the site.Our paper will give an updated synthesis of the existing documentation that offers new perspectives on the relations between production and commissionning in Arpi; it will allow us to specify some steps of the cultural evolution of the Arpanian society between the end of the 4th and the first decades of the 3rd century BC. The ultimate goal is to provide an up-to-date cartography of the painters and workshops present in Arpi in which to attempt to 're-contextualise' some of the numerous vases dispersed on the art markets, acquired by collectors and resold to museums outside Italy. For instance, the volute krater attributed to the Painter of Arpi displayed at the Tampa Museum in Florida, coming from the Tomb of the Vase of the Niobids and of which a fragment is preserved at the Civic Museum of Foggia. There are numerous artifacts among those recently recovered and fortunately being studied at Aarhus University in Denmark that could perhaps find a context of origin. The project to create a 'Museum of Saved Art' in Foggia for the recovered vases could offer a venue for the recovery of these contexts.Caso emblematico del saccheggio clandestino, come ben evidenziato da Marina Mazzei nella mostra organizzata con Daniel Graepler nel 1996, Provenienza:sconosciuta!, l’insediamento di Arpi offre l’occasione di riflettere sui metodi, gli strumenti e gli obbiettivi della ricontestualizzazione. Il progetto avviato nel 2014 dal Centre Jean Bérard e dall’Università di Salerno con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, finalizzato alla georeferenziazione dei diversi interventi di scavo condotti nel tempo e allo studio dei contesti abitativi e funerari per la ricostruzione della città, ha permesso di affinare le conoscenze sulle attestazioni, le associazioni, la funzione e la circolazione delle diverse produzioni ceramiche nel loro ultimo contesto di utilizzo, evidenziando, purtroppo, anche l’importante perdita di dati dovuta agli scavi illeciti. Il quadro finora delineato per la ceramica apula dai lavori di F. Tinè Bertocchi, E.M. De Juliis e M. Mazzei è stato recentemente completato e ampliato grazie al recupero di vecchi e nuovi contesti, al restauro e allo studio degli oggetti, e al loro inserimento sia nella cronotipologia delle tombe arpane sia nella stratigrafia del sito.L’intervento propone una sintesi aggiornata della documentazione esistente che offre nuove prospettive sui rapporti tra produzione e committenza ad Arpi e permette di precisare le tappe dell’evoluzione culturale della società arpana tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C. L’obiettivo ultimo è di fornire una cartografia aggiornata dei pittori e delle officine presenti ad Arpi nella quale tentare di ‘ricontestualizzare' alcuni dei numerosi vasi dispersi sui mercati dell'arte, acquisiti da collezionisti e rivenduti a musei fuori dall’Italia. Si pensi all’esempio ben noto del cratere a volute attribuito al Pittore di Arpi oggi al museo di Tampa in Florida proveniente dalla Tomba del Vaso dei Niobidi e di cui un frammento è conservato al Museo Civico di Foggia. Numerosi sono i reperti tra quelli recentemente recuperati e fortunatamente in corso di studio all’università di Aarhus in Danimarca che potrebbero forse ritrovare un contesto di provenienza. Il progetto di creare a Foggia un “Museo dell’Arte Salvata” per i vasi ritrovati potrebbe offrire una sede di valorizzazione per il recupero di questi contesti

Una variante regionale dello stile strutturale in Daunia. Materie, tecniche e stile decorativo di una domus di Arpi

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"Recontextualizing" figurative pottery in Arpi

International audienceArpi is an unfortunately great emblematic case of clandestine excavations, as Marina Mazzei pointed it out in the exhibition organized with Daniel Graepler in 1996, Provenienza:sconosciuta!, thus the Arpi settlement is a very good example to reflect on the methods, tools and objectives of recontextualization. In 2014, was initiated by the Centre Jean Bérard and the University of Salerno with the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio for the Provinces of Barletta-Andria-Trani and Foggia a project aimed at georeferencing the different excavation interventions conducted over time; it allowed to study the domestic and funerary contexts for the reconstruction of the city. It made it possible to increase our knowledge about the testimonies, the associations, the function and the circulation of the different ceramic productions in their last context of use, highlighting, unfortunately, also the important destruction of data due to illicit excavations. The knowledge framework established through the work of F. Tinè Bertocchi, E.M. De Juliis and M. Mazzei has recently been completed and expanded thanks to the recovery of old and new contexts, the restoration and study of objects, and their inclusion in both the chronotypology of the Arpanian tombs and the stratigraphy of the site.Our paper will give an updated synthesis of the existing documentation that offers new perspectives on the relations between production and commissionning in Arpi; it will allow us to specify some steps of the cultural evolution of the Arpanian society between the end of the 4th and the first decades of the 3rd century BC. The ultimate goal is to provide an up-to-date cartography of the painters and workshops present in Arpi in which to attempt to 're-contextualise' some of the numerous vases dispersed on the art markets, acquired by collectors and resold to museums outside Italy. For instance, the volute krater attributed to the Painter of Arpi displayed at the Tampa Museum in Florida, coming from the Tomb of the Vase of the Niobids and of which a fragment is preserved at the Civic Museum of Foggia. There are numerous artifacts among those recently recovered and fortunately being studied at Aarhus University in Denmark that could perhaps find a context of origin. The project to create a 'Museum of Saved Art' in Foggia for the recovered vases could offer a venue for the recovery of these contexts.Caso emblematico del saccheggio clandestino, come ben evidenziato da Marina Mazzei nella mostra organizzata con Daniel Graepler nel 1996, Provenienza:sconosciuta!, l’insediamento di Arpi offre l’occasione di riflettere sui metodi, gli strumenti e gli obbiettivi della ricontestualizzazione. Il progetto avviato nel 2014 dal Centre Jean Bérard e dall’Università di Salerno con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, finalizzato alla georeferenziazione dei diversi interventi di scavo condotti nel tempo e allo studio dei contesti abitativi e funerari per la ricostruzione della città, ha permesso di affinare le conoscenze sulle attestazioni, le associazioni, la funzione e la circolazione delle diverse produzioni ceramiche nel loro ultimo contesto di utilizzo, evidenziando, purtroppo, anche l’importante perdita di dati dovuta agli scavi illeciti. Il quadro finora delineato per la ceramica apula dai lavori di F. Tinè Bertocchi, E.M. De Juliis e M. Mazzei è stato recentemente completato e ampliato grazie al recupero di vecchi e nuovi contesti, al restauro e allo studio degli oggetti, e al loro inserimento sia nella cronotipologia delle tombe arpane sia nella stratigrafia del sito.L’intervento propone una sintesi aggiornata della documentazione esistente che offre nuove prospettive sui rapporti tra produzione e committenza ad Arpi e permette di precisare le tappe dell’evoluzione culturale della società arpana tra la fine del IV e i primi decenni del III secolo a.C. L’obiettivo ultimo è di fornire una cartografia aggiornata dei pittori e delle officine presenti ad Arpi nella quale tentare di ‘ricontestualizzare' alcuni dei numerosi vasi dispersi sui mercati dell'arte, acquisiti da collezionisti e rivenduti a musei fuori dall’Italia. Si pensi all’esempio ben noto del cratere a volute attribuito al Pittore di Arpi oggi al museo di Tampa in Florida proveniente dalla Tomba del Vaso dei Niobidi e di cui un frammento è conservato al Museo Civico di Foggia. Numerosi sono i reperti tra quelli recentemente recuperati e fortunatamente in corso di studio all’università di Aarhus in Danimarca che potrebbero forse ritrovare un contesto di provenienza. Il progetto di creare a Foggia un “Museo dell’Arte Salvata” per i vasi ritrovati potrebbe offrire una sede di valorizzazione per il recupero di questi contesti

Artisanal experiences in Arpi: Colours and raw materials of Apulian red figure production

International audienceThis work aims at studying the manufacturing and technology peculiarities of Apulian red figure (4th − 3rd century BCE) production from Arpi. In particular, the relationship between the red figure production from Arpi with coeval pottery of different classes retrieved in the same contexts in Arpi is investigated, as well as the connection between the red figure production from Arpi and same class vases from different Apulian sites. This goal has been achieved through widening the archaeometrical studies so far performed to red figures finds from two more tomb complexes in Arpi – i.e. tomb of the Niobids vase and 4/2004 tomb – and also organically reorganizing the so far obtained experimental data on Arpi findings of various ceramic classes. The systematic characterization of red figure vases was obtained by Inductively Coupled Plasma Mass Spectrometry (ICP-MS), Scanning Electron Microscopy (SEM) with Energy Dispersive X-ray Spectroscopy (EDS), Powder X-ray diffraction (PXRD) and Raman Spectroscopy. Analytical data allow to define the elemental and mineralogical composition of ceramic pastes and identify pigments and coatings.The results allow to validate the archaeological hypotheses that Arpi red figure production is different from the one from other Apulian areas and that pictorial experiences were shared among tombs, domus and ceramic production in Arpi

Artisanal experiences in Arpi: Colours and raw materials of Apulian red figure production

International audienceThis work aims at studying the manufacturing and technology peculiarities of Apulian red figure (4th − 3rd century BCE) production from Arpi. In particular, the relationship between the red figure production from Arpi with coeval pottery of different classes retrieved in the same contexts in Arpi is investigated, as well as the connection between the red figure production from Arpi and same class vases from different Apulian sites. This goal has been achieved through widening the archaeometrical studies so far performed to red figures finds from two more tomb complexes in Arpi – i.e. tomb of the Niobids vase and 4/2004 tomb – and also organically reorganizing the so far obtained experimental data on Arpi findings of various ceramic classes. The systematic characterization of red figure vases was obtained by Inductively Coupled Plasma Mass Spectrometry (ICP-MS), Scanning Electron Microscopy (SEM) with Energy Dispersive X-ray Spectroscopy (EDS), Powder X-ray diffraction (PXRD) and Raman Spectroscopy. Analytical data allow to define the elemental and mineralogical composition of ceramic pastes and identify pigments and coatings.The results allow to validate the archaeological hypotheses that Arpi red figure production is different from the one from other Apulian areas and that pictorial experiences were shared among tombs, domus and ceramic production in Arpi

Archeologia della morte in Daunia: nuovi dati dalle necropoli di Arpi tra topografia, tipologia e pratiche funerarie

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