134 research outputs found

    Wastelands as an opportunity for managing Naples’ sustainable transition

    Get PDF
    Circular economy offers new visions of how diversely urban spaces could be inhabited and managed. While the generation and management of waste is being treated through innovative practices, disused industrial, rural, and infrastructural areas are resistant to becoming included in a closed-loop cycle. They, in fact, establish wastelands that need to be completely re-imagined as a precondition for the transition. The fact of shifting the definition of a ’neglected area’ into a ‘wasteland’, in line with the metaphor of urban metabolism, could be of tactical importance for generating alternative policies and practices. In exploring how the transition impacts Naples’ urban region, the paper argues that turning wastelands into resources has the double potential of rehabilitating spaces and challenging the governance model in use, overcoming barriers in multiple sectors

    OLTRE IL MANICOMIO. IL LEONARDO BIANCHI DI NAPOLI

    No full text
    Nel corso dell'anno accademico 1993-94 la cattedra di Urbanistica del professore Vincenzo Andriello, presso la quale collaboravo informalmente, fu sollecitata dal Circolo di Ecologia Umana (CEU) della Legambiente Campania e dal gruppo regionale di Psichiatria Democratica a costruire un'iniziativa di sensibilizzazione sui luoghi della salute mentale. L’oggetto all'attenzione era l'ex Ospedale psichiatrico di Napoli Leonardo Bianchi, venuto alla ribalta della cronaca nazionale grazie all'incursione di un parlamentare famoso per i raid notturni negli ex manicomi italiani. Ci veniva chiesto di contribuire alla ricognizione della struttura, per buona parte dismessa, attraverso il rilevamento, l'elaborazione di grafici e l'organizzazione di iniziative di sensibilizzazione al riuso da rivolgere al quartiere e alla città. La curatela raccoglie, oltre a due brevi testi che contestualizzano le esigenze del momento, gli scatti in B/N del fotografo Gianni Fiorito, il rilevamento delle strutture e degli spazi verdi e una ipotesi di riuso elaborata insieme alle forze attive del quartiere Stella, poi fatta propria dal Comitato Bianchi Porte Aperte con la collaborazione della Direzione sanitaria del Leonardo Bianchi

    A Survey on Community Resilience

    No full text
    In narrating the recent past of the eastern area of Naples by using the metaphor of panarchy, the essay reports on how theories on socio-ecological resilience adapt to the recent demands of environmental justice coming from planning theories and practices. In so doing, it investigates how to revisit qualitative surveying theories and metodologies by Kevin Lynch to adapt them to regenerative paths based on partecipation. The challenge is to experiment how to turn the environmental decline of a neglected industrial area into an opportunity to use resilience as a strategy to interact with local communities. The survey was tested by forming and managing a group of students from the Faculty of Architecture of University “Federico II” of Naples. Now that the appointed agencies for regeneration tend to disregard their control tasks, and public policies are subordinated to regulations suggested by economic interests, the idea was to give back universities the role of advocates they had during the 60’s as “architectural clinics” by defending our contemporary fragile metropolitan territories from the pressure of the recession that the financial crisis is jeopardizing. In adapting the qualitative survey by Lynch to specific methodological needs, the practice tries offering an alternative way to deal with environmental monitoring methods, avoiding the more and more sophisticated and "engineered" metodologies that requires massive use of funds and researchers, to satisfy the urgency of tools relatively light, faster and less expensive. This qualitative approach could be also useful to make our students aware of the importance to consider resilience as the new way to engage with territories from below

    Città

    No full text
    L'articolo si occupa di rivisitare criticamente il ruolo delle arti contemporanee e delle immagini urbane, al cuore della rigenerazione urbana partenopea degli anni '90, per capire se essa possa ancora giocare un ruolo, e di che tipo, nella promozione e nello sviluppo futuro di Napoli e della sua regione

    Fra innovazione e restaurazione. Dieci anni di pianificazione culturale

    No full text
    Il testo introduce le nozioni di “imprenditorialismo urbano” e di “creatività” alle quali fa riferimento il modello rigenerativo di marca anglo-americana che, a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 del novecento, ha indirizzato la maggior parte delle politiche rigenerative adottate dalle capitali competitive dell’occidente globalizzato. Considerando il quadro dei riferimenti teorici e delle azioni concrete che sono alla base delle cosiddette “boosterist strategies” di cui il place marketing ha fatto largo uso per promuovere le città, il testo prova inoltre a dare conto di come le politiche culturali e simboliche realizzate nel corso del “rinascimento” di Napoli, avviato a metà degli anni ’90, si siano cimentate con questi costrutti, sia pure modificandoli e deformandoli per adattarli alla specificità del contesto locale. In particolare, vengono esplorati due casi di politica culturale che hanno riscontrato particolare successo di critica, rientrando di diritto fra le best practices riportate nella letteratura internazionale sulla rigenerazione urbana, ovvero: la formula dell’Adozione dei Monumenti, e l’operazione Metrò dell’Arte. Il testo esplicita come la prima formula abbia dato una risposta originale e innovativa ad una serie di sollecitazioni già vive nel milieu partenopeo, che l’attore pubblico è stato capace di cogliere all’intreccio fra esigenze di sviluppo e bisogni della città e dei cittadini, mentre la seconda formula abbia declinato alcuni ingredienti della ricetta rigenerativa in maniera più piattamente standardizzata

    Scampia to remember, Scampia to forget. Tales of use and misuse of images from the northern area of Naples

    No full text
    The urgency to innovate promotional policies, which have got to the second or even the third generation without experimenting significant changes, encourages the passage from the marketing approach to sell the city as a product, towards more sophisticated cultural policy-led regeneration strategies. The objective of this paper is to emphasize the importance of this transition and the fruitful consequences it could have, introducing more specific models of planning and particular roles for planner. The methodology adopted consists of a case study on the contemporary Neapolitan production of external and local images, focused on the northern district of Scampia where we have been observing the use and misuse of images by local policy makers and social actors for several years. Conclusions argue that the difficulty by local actors to quit reiterating "places of power” and rather investing on the "power of places", mostly depends on the structural weakness of the promotional frames in use

    Spazi aperti urbani resilienti alle acque meteoriche in regime di cambiamenti climatici

    No full text
    Il cambiamento climatico è tra i processi che maggiormente incidono sull'ambiente umano. Nel territorio contemporaneo, in particolar modo nelle aree metropolitane, sta diventando sempre più importante pianificare, progettare e gestire le trasformazioni guardando alla città come ad un ecosistema urbano fragile, alla ricerca di nuovi equilibri e degli strumenti adeguati per raggiungerli. Fra gli effetti più immediati del cambiamento climatico, quello che sta impattando con più evidenza sull'assetto fisico delle città, sulla salubrità dell'ambiente urbano, sulla salute dei cittadini e sul benessere microclimatico degli spazi aperti è legato alla modificazione del ciclo delle acque. Lo studio delle problematiche legate all’acqua – dalle soluzioni progettuali per reintrodurla nell'ambiente urbano, alle possibili linee di governance per affrontarle – è diventato, dunque, fondamentale. La ricerca si concentra sulla pianificazione e sul disegno di spazi pubblici aperti in ambito urbano attraverso l'apporto delle discipline dell'urbanistica, della tecnologia, della composizione urbana, della valutazione e dell'ingegneria agraria, idraulica ed ambientale. Il suo raggio d’azione spazia fra la ricognizione critica di best practices rilevabili in ambito internazionale e la sperimentazione sul campo nelle aree industriali dismesse dei territori ad est e ad ovest di Napoli. Queste vengono interpretate come bacini sufficientemente resilienti dai quali riconnettersi agli strati di naturalità precedenti, coniugando l’esigenza di rigenerazione urbana con l'elaborazione di pattern mirati alla valorizzazione ecologica delle risorse naturali. Per integrare i diversi apporti disciplinari concorrenti all'elaborazione di soluzioni-tipo generalizzabili all'area Mediterranea, e per calibrarle all'esigenza prioritaria di fare città, la ricerca si avvale del contributo delle analisi urbane e territoriali della scuola tipo-morfologica riguardato alla luce delle esigenze poste dalla sostenibilità. Nell'orizzonte postfordista della rigenerazione urbana è possibile, infatti, accompagnare le trasformazioni in corso ricostruendo la ratio degli originari insediamenti naturali per ricercare tracce e sedimenti di quelle regole sopravvissute all'industrializzazione e al suo indotto. Ciò comporta la possibilità di misurarsi con la resilienza del territorio mentre pianifichiamo e progettiamo con la natura le trasformazioni future

    Recovering communities and places through images. The case of the Land of Fires - Italy

    No full text
    The Land of Fires, surely the most powerful assemblage of wasted territories across the Italian peninsula, has ever since constantly depicted by the media as a kind of biblical apocalypse due to the consequences of a twenty years old process of environmental degradation on human health and local economy. The case highlights the power of images in dealing with the new “urban question” that environmental issues pose. As a case of powerful s-regulation, and a symbol of more general disruptions between space and society, the Land of Fires is the metaphor of the national incapability to fight criminal entrepreneurialism and to arbitrate in public health and socio-environmental justice issues. In comparing the aforementioned urban region with an unbalanced ecosystem in the face of dynamics connected to the metabolism of waste, the paper suggests to invest on images and tales of resistance as a strategy to boost community resilience in a radical planning perspective
    corecore