15 research outputs found
Resisting the Mafia’s Oppression Through Children’s Literature
Attraverso l’analisi di quattro libri per l’infanzia ed adolescenza sulla mafia ed antimafia, questo articolo mette in risalto sia le funzioni narrative di tali racconti che quelle più propriamente sociali e culturali. Per l’analisi delle funzioni narrative, l’articolo si serve delle teorie strutturali di Vladimir Propp – soprattutto quelle relative alla persona drammatica dell’eroe e del “cattivo” – come delle teorie della narrazione del trauma. Queste ultime sono particolarmente favorevoli all’interpretazione degli orrori e tragedie causate dalla mafia nelle vite dei protagonisti. È proprio attraverso l’analisi delle funzioni narrative e letterarie che i racconti assumono il valore di testimonianze di una società che vuole cambiare sposando quei valori della legalità che possono creare una controcultura a quella mafiosa
Modernity’s Fears of Depopulation and Sterility in Mario Sironi’s Urban Landscapes
This article focuses on Fascist artist Mario Sironi’s urban landscapes as a site of modernity and its contradictions. With their gloomy buildings and deserted streets, Sironi’s landscapes highlight two of modernity\u27s woes: The periferia of the “liberal” city and the fear for its inhabitants’ degeneration and sterility. In his “Il discorso dell’Ascensione,” Mussolini openly accuses industrial urbanism of its sterilizing effect on the Italian race, thus, jeopardizing his imperial ambitions. By giving an aesthetic form to the Regime’s fears, Sironi reaches two goals: The aestheticization of fascist politics, as described by Walter Benjamin, and the creation of the Soreal social myth that would ultimately propel Italians toward the resolution of their presumed problems. Moreover, the article suggests a reading of Sironi’s murals as an integral part of the urban landscapes’ reading and interpretation. The murals’ fascist imperial rhetoric would lose its referent should the Italian race succumb to physical degeneration and sterility
The Unmaking of a Nation: Maria Messina’s “Casa paterna”
Questo articolo mette in risalto la presa di coscienza di Vanna, protagonista del racconto di Maria Messina, della sua subalternità, come donna, all’interno della nazione. Vanna, mancando di soggettività sociale e politica, è forzata a vivere in una condizione di dipendenza economica e, quindi, di dislocamento, non avendo neanche il diritto a possedere lo spazio domestico al quale è relegata. Non potendo più vivere all’interno di codici comportamentali e ideologici della borghesia liberale dell’Italia a cavallo tra i due secoli, Vanna vive in una condizione di oltrepassamento, e quindi di esilio, non dissimile da quella del soggetto coloniale. Per tanto, a Vanna viene a mancare un codice linguistico per articolare i suoi desideri di autonomia finanziaria e di accesso allo spazio pubblico, cioè culturale e politico. Il suo suicidio non è dunque fuga, ma bensì atto di resistenza contro un ritorno ad una vita che, nella sua condizione di oltrepassamento, non può più accettare. In questa analisi si evidenziano inoltre le strategie letterarie e narrative di cui fa uso Messina per poter navigare il mondo letterario e editoriale italiano dei primi del Novecento, ancora fortemente prevenuto contro le donne scrittrici
Representing Women\u27s Displacement from the Margins in Liberal Italy: Vittorio Corcos\u27s \u3cem\u3eAnnunciazione\u3c/em\u3e (1904) and \u3cem\u3eSogni\u3c/em\u3e
This article focuses on the intersections between recently politically emancipated Jewish painter Corcos and his representations of women in Liberal Italy in the paintings Annunciazione (1904) and Sogni (1896). In their subalternity, both Corcos and women inhabited a space of ‘in-betweenness’. Corcos lived and worked ‘in-between’ Catholicism and Judaism, as the painting Annunciazione demonstrates. Women in Liberal Italy lived ‘in-between’ the centre of the nation, as mothers of its children, and at the margins of it as individuals without political agency. Thus, the article highlights how Corcos’s diasporic identity is not dissimilar from that of women’s political condition as exiles in their own nation, as theorised by Friedrich Hegel. However, by transgressing patriarchal social conventions, tending to discipline women’s bodies in the public space, the painting Sogni points to a possible political agency that women might claim for themselves, precisely through the ‘impropriety’ of the woman’s bodily posture
Sicily’s Historical Traumas: Luigi Pirandello’s “L’altro figlio” and its Cinematic Rendition by Paolo e Vittorio Taviani in \u3cem\u3eKaos\u3c/em\u3e (1984)
Il saggio prende in esame una novella pirandelliana e la sua resa cinematografica. In “L’altro figlio”, Maragrazia, la protagonista, vive completamente e tragicamente emarginata dagli abitanti di Farnia (Sicilia) che la considerano una vecchia pazza. Causa della sua apparente pazzia sembra essere la lontananza dei suoi amati figli, emigrati da anni in America come tanti concittadini, con i quali ha perso ogni contatto. Un giovane medico appena arrivato a Farnia ha pena di Maragrazia e, interessandosi del suo stato mentale, decide di farsi raccontare la storia della sua vita. Viene così a scoprire che il marito della povera donna era stato ucciso da una banda di briganti, usciti di prigione grazie ad un decreto di Garibaldi, e che lei stessa è stata violentata e tenuta prigioniera per mesi da uno dei briganti dal quale avrà un figlio che però non riuscirà mai ad accettare. Attraverso l’analisi ‘transmediale’ della novella, il saggio si concentra sull’esame della narrativizzazione e resa cinematica del trauma storico collettivo Siciliano
Italian unification’s blind spot: Verga’s “Libertà” and Vancini’s \u3cem\u3eBronte: Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno mai raccontato\u3c/em\u3e
In this article, I analyze the short story “Libertà” by Giovanni Verga and the film Bronte: Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno mai raccontato by Florestano Vancini. I also bring into my discussion Benedetto Radice’s essay Nino Bixio a Bronte to weave a critique of general Nino Bixio’s bloody repression of the Bronte peasants’ revolt. Contemporary scholars, like Leonardo Sciascia and Salvatore Lupo, criticized Verga’s story because of its omissions of historical facts, accusing him of not taking a political stance. In contrast, I contend that Verga’s omissions are due to his subaltern position, as a Sicilian writer working for northern readers and publishers. Then, I turn to Vancini’s film that foregrounds Garibaldi’s broken promise and the Risorgimento’s shortcomings. Vancini’s film addresses also the North and South’s cultural divide, and the ensuing deep incomprehension between the two political and geographical regions. This cultural divide has been the site of a race discourse, which is still active in Italy today, and, at the same time, the locus of an agrarian elite that was able to manipulate a weak central government for its own gains to the detriment of the rural masses
Italy’s Unification and Its Discontents: Giovanni Verga’s \u3cem\u3eCos’è il Re\u3c/em\u3e?
The article, ‘Italy’s Unification and its Discontents: Verga’s Cos’è il Re, focuses on the mental confusion of the protagonist, Cosimo, which becomes symptomatic of the southern rural masses’ disenfranchisement from the unification process. Verga’s political disillusion with the new state, for which he fought, comes to the fore, underlining how the Savoy kingdom’s constitution was no guarantee of a real improvement for the rural masses. Verga’s story contrasts the Savoy king, whose power is limited by the constitution, with the Bourbon Monarch’s Corpus Mysticum, as described by Ernest Kantorowicz, whose power is absolute, like that of Jesus Christ. The story denounces, then, the paradox that the Bourbon monarch, in his paternalistic governance, was better for the impoverished rural masses than the constitutional Savoy king. Moreover, Italy’s unification under the Savoy sovereign further developed a national discourse that systematically racialized Southerners because of their subaltern position within the nation
Panel 5: Disability Discourse, and Regulation.
The in-person event takes place in Room 1