2 research outputs found

    Analisi degli elementi in traccia su reperti umani antichi: Fivizzano, un caso studio.

    Get PDF
    La curiosità nei confronti di una popolazione del passato è alla base del presente elaborato. Il lavoro si concentra su un gruppo umano antico, di cui analizza reperti scheletrici e odontologici, indizi non solo di una particolare dieta, di uno stato sociale ed eventualmente patologico, ma anche di un'interazione tra gli organismi e l'ambiente in cui vivono; tenendo conto di età, sesso, provenienza, epoca in cui sono vissuti gli individui e stato di conservazione. Lo scopo dello studio è quello di discriminare e convalidare le possibili alterazioni del dato con cause multifattoriali quali: origine ambientale sia ante che post mortem, stato di conservazione del reperto, natura chimica degli elementi, tipo di reperto analizzato, alimentazione e patologia. Le analisi spettroscopiche basate sul contenuto degli elementi in traccia (elementi con concentrazione minore allo 0,01%, espressi sul totale della massa corporea riferita al peso secco) nelle ossa umane da scavo devono considerare che le concentrazioni degli elementi investigati dovrebbero riflettere quelle contenute dall'osso ante mortem; in realtà durante la loro permanenza nel terreno si possono verificare alterazioni nelle proporzioni, in conseguenza all'interscambio di elementi tra osso e suolo e viceversa. I campioni oggetto di tesi sono provenienti dal cimitero della chiesa di San Giovanni Battista a Fivizzano (XIV sec.). Il campionamento è stato effettuato su individui e animali prelevando coste, ossa lunghe e denti; inoltre sono stati presi vari campioni di terreno. I dati sulle concentrazioni rilevati dai soggetti sono ottenuti tramite spettroscopia ad assorbimento atomico (A.A.S.); sono poi elaborati e standardizzati (correzione col sito) per poi essere confrontati con altri sincroni, diacronici ed eterotopici. I valori ottenuti sono stati successivamente analizzati statisticamente tramite software specifici

    Understanding Factors Associated With Psychomotor Subtypes of Delirium in Older Inpatients With Dementia

    No full text
    Objectives: Few studies have analyzed factors associated with delirium subtypes. In this study, we investigate factors associated with subtypes of delirium only in patients with dementia to provide insights on the possible prevention and treatments. Design: This is a cross-sectional study nested in the “Delirium Day” study, a nationwide Italian point-prevalence study. Setting and Participants: Older patients admitted to 205 acute and 92 rehabilitation hospital wards. Measures: Delirium was evaluated with the 4-AT and the motor subtypes with the Delirium Motor Subtype Scale. Dementia was defined by the presence of a documented diagnosis in the medical records and/or prescription of acetylcholinesterase inhibitors or memantine prior to admission. Results: Of the 1057 patients with dementia, 35% had delirium, with 25.6% hyperactive, 33.1% hypoactive, 34.5% mixed, and 6.7% nonmotor subtype. There were higher odds of having venous catheters in the hypoactive (OR 1.82, 95% CI 1.18-2.81) and mixed type of delirium (OR 2.23, CI 1.43-3.46), whereas higher odds of urinary catheters in the hypoactive (OR 2.91, CI 1.92-4.39), hyperactive (OR 1.99, CI 1.23-3.21), and mixed types of delirium (OR 2.05, CI 1.36-3.07). We found higher odds of antipsychotics both in the hyperactive (OR 2.87, CI 1.81-4.54) and mixed subtype (OR 1.84, CI 1.24-2.75), whereas higher odds of antibiotics was present only in the mixed subtype (OR 1.91, CI 1.26-2.87). Conclusions and Implications: In patients with dementia, the mixed delirium subtype is the most prevalent followed by the hypoactive, hyperactive, and nonmotor subtype. Motor subtypes of delirium may be triggered by clinical factors, including the use of venous and urinary catheters, and the use of antipsychotics. Future studies are necessary to provide further insights on the possible pathophysiology of delirium in patients with dementia and to address the optimization of the management of potential risk factors
    corecore