16 research outputs found

    La vita in una goccia d'acqua: spunti per un'azione didattico-educativa.

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    Il progetto \ue8 stato presentato dal Consiglio Direttivo della SIP (Societ\ue0 Itlaiana di Protistologia ONLUS). L\u2019obiettivo principale di questo progetto \ue8 quello di costituire ed organizzare un\u2019iniziativa didatticoformativapresso gli insegnanti di scienze della scuola secondaria di primo grado, come educatori della classe dei giovani in et\ue0 scolare, volta a sviluppare le cognizioni scientifico-applicative sull\u2019importanza dei microorganismi unicellulari eucariotici, comunemente definiti "protisti", in ambito sanitario e ambientale. Molto spesso dei protisti, i principali artefici del pi\uf9 grande salto evolutivo nella storia dei viventi, non esiste il bench\ue9 minimo accenno. La principale ragione di tale incompletezza sta nella non facile presentazione di tali organismi. I protisti, infatti, hanno dimensioni microscopiche e quindi non sono visibili ad occhio nudo. Eppure, questi organismi, oltre ad avere un elevata importanza evolutiva, sono indicatori di qualit\ue0 dell\u2019ambiente oltre ad essere di imponente interesse sanitario. I protisti di tipo parassitologico sono gli agenti infettanti di malattie molto gravi, quali la malaria, la toxoplasmosi e la leishmaniosi, tra le pi\uf9 note, e rivestono, oggi, grande importanza nei progetti d\u2019interesse prioritario per gli interventi istituzionali di sanit\ue0 pubblica in Italia e nel resto del mondo, ma di essi e delle loro infezioni ben poco sanno gli operatori e gli utenti della scuola secondaria dove, invece, il messaggio educazionale pu\uf2 essere molto efficiente anche in termini di prevenzione. Per tutto questo \ue8 molto importante promuovere la conoscenza di tale \u201cmondo sommerso\u201d nel quale esistono organismi sia da evitare in quanto patogeni (prevenzione primaria) che da promuovere in ambienti naturali (monitoraggio ambientale e controllo dell\u2019inquinamento). Il secondo obiettivo \ue8 quello di mettere al servizio di questa iniziativa le conoscenze scientifiche che vengono dalla ricerca, la pi\uf9 specializzata, come quella perseguita dai ricercatori che nel progetto svolgono le docenze. Contestualmente, il terzo obiettivo \ue8 quello di sopperire alla mancanza di informazioni sui protisti, rendendo evidente, attraverso l\u2019allestimento di una sala didattico-espositiva presso il Museo del Mare che ha sede nell\u2019Area Marina Protetta (AMP) Torre del Cerrano, l\u2019immagine di questo microcosmo, che svela i principali fenomeni che regolano la vita sulla Terra e che svolge un importante ruolo per la conservazione della biodiversit\ue0 sul nostro pianeta. Quest\u2019ultimo obiettivo \ue8 raggiunto anche dagli insegnanti e dai loro studenti, mettendo in uso le conoscenze ottenute nel corso del progetto, tramite l\u2019utilizzo della sala didattico-espositiva come un laboratorio di ricerca. In base a quanto sopra esposto possiamo dire che i risultati attesi da questo progetto sono: 1. Accrescimento delle cognizioni tecnico-scientifiche da parte degli insegnanti di scienze della scuola secondaria arruolati nel progetto nel settore della Protistologia, con particolare riguardo all\u2019importanza evolutiva e applicativa nel settore ambientale e sanitario dei protisti. 2. Ricaduta di queste cognizioni sugli studenti delle classi coinvolte, come risultato dell\u2019adempimento didattico dei suddetti insegnanti e rafforzamento delle stesse tramite l\u2019utilizzazione della sala didattico-espositiva come laboratorio applicativo di lavori di gruppo sul tema dei protisti e del loro coinvolgimento nella qualit\ue0 dell\u2019ambiente e della salute. 3. Ottenimento della collaborazione tra ricerca universitaria, scuola e aree marine protette in maniera sinergica

    Responses of Niphargus montellianus and Gammarus balcanicus (Crustacea, Amphipoda) from karst waters to heavy metal exposure

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    The response to some heavy metals (Cd, Cu, and Zn) was examined in two amphipods, Niphargus montellianus and Gammarus balcanicus, living in karst waters and endowed with different ecological characteristics. Exposure experiments were made, in the controlled conditions of a biospeleology laboratory, to increasing concentrations of metals in the range 0.1–10 μ\mug ml−1^{-1} for up to 10 days. Hypogean and epigean amphipods differed in their responses, G. balcanicus being more sensitive to the toxic effects of heavy metals than the hypogean N montellianus. The degree of tolerance was Cu<Cd<Zn\rm Cu<Cd<Zn in both organisms. Metal contents were checked in amphipods in natural conditions and after metal exposure; differences in accumulation rates suggest the potential use of Niphargus as a biological indicator for monitoring groundwater heavy metal pollution.

    SULL'AMBRA TRIASSICA DELLE DOLOMITI A 100 ANNI DALLA SEGNALAZIONE DI ERNST KOKEN (1913-2013)

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    Dalla prima segnalazione di Koken risalente agli inizi del XX secolo, pochissimi sono i riferimenti successivi inerenti all’ambra triassica delle Dolomiti, passata praticamente inosservata sino a pochi anni fa. In questo articolo viene presentata una rassegna delle principali tappe di studio che hanno portato alla caratterizzazione geologica, chimico-fisica e paleontologica di questa peculiare ambra che, grazie anche a organismi in essa racchiusi, recentemente ha permesso di ricavare nuove indicazioni sulla vita durante il periodo Triassico

    Effects of a new photoactivatable cationic porphyrin on ciliated protozoa and branchiopod crustaceans, potential components of freshwater ecosystems polluted by pathogenic agents and their vectors.

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    The increasing use of photosensitized processes for disinfection of microbiologically polluted waters requires a precise definition of the factors controlling the degree of photosensitivity in target and non-target organisms. In this regard, tests with protozoa and invertebrates which have a natural habitat in such waters may be used as first screening methods for the assessment of possible hazards for the ecosystem. A new cationic porphyrin, namely meso-tri(N-methyl-pyridyl)mono(N-dodecyl-pyridyl)- porphine (C12), is tested in this work on the protozoan Ciliophora Colpoda inflata and Tetrahymena thermophila and the Crustacea Branchiopoda Artemia franciscana and Daphnia magna. The protocol involved 1 h incubation with porphyrin doses in the 0.1–10.0 mMrange and subsequent irradiation with visible light at a fluence rate of 10 mW cm-2. The results indicate that C12 porphyrin has a significant affinity for C. inflata and T. thermophila; this is also shown by fluorescence microscopic analyses. C. inflata cysts were resistant to the phototreatment up to a porphyrin dose of 0.6 mM. The effects of C12 on cysts have been evaluated at 3 and 24 h after the end of the phototreatment; a delay in the excystment process was observed. T. thermophila was fairly resistant to the phototreatment with C12 porphyrin. The data obtained with the two crustaceans indicated that the effects of dark- and photo-treatment with C12 need to be closely examined for every organism. A. franciscana is more resistant, probably owing to its ability to adapt to extreme conditions, while the high level of photosensitivity displayed by Daphnia magna represents a potential drawback, as this organism is often selected as a reference standard for assessing the environmental safety. Thus, while C12 photosensitisation can represent a useful tool for inducing a microbicidal or larvicidal action on polluted waters, the irradiation protocols must be carefully tailored to the nature of the specific water basin, and in particular to its biotic characteristics
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