21 research outputs found

    Understanding Factors Associated With Psychomotor Subtypes of Delirium in Older Inpatients With Dementia

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    Vignadonica Di Villa. Saggio di toponomastica salernitana

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    Contiene: Saggio di P. Natella, "Vignadonica di Villa. Saggio di toponomastica salernitana

    Bollettino storico di Salerno e Principato Citra. A.12, n.1/2 (1994) 

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    A.12, n.1/2 (1994): F. Sofia, Premessa, P. 3 ; P. Natella, Fuorni. Saggio di storia microterritoriale, P. 7 ; F. Sofia, Il patrimonio degli enti ecclesiastici di Salerno in età moderna (I): il monastero di San Michele Arcangelo, P. 45 ; V. D’Arienzo, Patrimonio e rendita immobiliare della badia di Cava: case e botteghe a Salerno e a Napoli nel XV e nel XVI secolo, P. 61 ; M. A. Del Grosso, Le rivolte del 1647 dentro e fuori le mura di Salerno, P. 75 ; G. Cirillo, Dalla mercatura alle professioni: terra ed élite cittadina a Salerno e in altre città campane fra la fine del Settecento e l ’Ottocento borbonico, P. 119 ; G. Capriolo, Rotoli liturgici in mostra a Montecassino, P. 185

    Effect of coffee drinking on platelets: inhibition of aggregation and phenols incorporation

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    Epidemiological Studies indicate a J-shaped relationship linking coffee consumption and cardiovascular risk. suggesting that moderate coffee consumption can be beneficial. Platelet aggregation is of critical importance in thrombotic events. and platelets play a major role in the aetiology of several CVD. The aim of this study was to evaluate the effect of coffee drinking oil platelet aggregation ex vivo, using caffeine as control. A crossover study was performed oil ten healthy subjects. In two different sessions, subjects drank 200 ml coffee. containing 190 mg, caffeine, or a capsule of caffeine (180 mg) with 200 nil water. Platelets were separated from plasma at baseline and 30 and 60 min after coffee drinking. Platelet aggregation was induced with three different agonists: collagen, arachidonic acid and ADP. Coffee drinking inhibited collagen (P < 0.05 from baseline at time 30 min) and arachidonic acid (P < 0.05 from baseline at time 60 min) induced platelet aggregation. Caffeine intake did not affect platelet aggregation induced by the three agonists. Coffee Consumption induced a significant increase of platelet phenolic acids (likely present as glucuronate and sulphate derivatives), caffeic acid, the principal phenolic acid in coffee, raising from 0.3 (SEM 0.1) to 2.4 (SEM 0.6) ng/mg (P < 0.01). Caffeine was not detectable in platelets. Coffee drinking decreases platelet aggregation. and induces a significant increase in phenolic acid platelet concentration. The antiplatelet effect of cot-fee is independent from caffeine and Could be a result of the interaction of coffee phenolic acids with the intracellular signalling network leading to platelet aggregation

    Annali storici di Principato Citra, A. 16, n. 1.1 (2018)

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    Seconda di copertina storta A.16, n.1.1(2018): G. Guardia, Editoriale, P. 3 ; D. Ienna, Rotonda come un cielo o come un sole. La pietra incisa del “Museo della Civiltà Contadina” di Mioi della Civitella-Pellare (SA), P. 5 ; C. Schiavo, Una storia longobarda dolce e triste tra l’alta valle del Calore e le rive dell’Alento, P. 63 ; P. Natella, Culti locali e culti allotri, P. 81 ; M. Morra, Il culto della Madonna delle Grazie a Vallo della Lucania attrverso le feste decennali, P. 97 ; U. Landi, Alleati, ex alleati, ex internati e sovversivi nella valle dell’Irno nel 1943-44, P. 137 ; M. Iannone, Platee relative ai feusi di Pisciotta e Molpa, P. 184 ; N. Fanuele, Viaggio in Lucania. La rappresentazione della Basilicata nei cinegiornali e nei documentari (1950-1965), P. 212 ; R. D’Andria, Alfonso Iannelli. Da Andreatta ai ‘Midway Gardens’, P. 238

    Bollettino storico di Salerno e Principato Citra. A.6, n.1 (1988)

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    A.6, n.1 (1988): M. De Cunzo, Alfano I costruttore del Duomo di Salerno, P. 5 ; A. Maurano, I restauri della Cattedrale di Salerno dal 1900 al 1980, P. 11 ; G. Guardia, La cappella del tesoro: note da un restauro, P. 21 ; P. Natella, Quattro studi sulla Scuola Medica Salernitana, P. 23 ; F. Sofia, Economia e società a Salerno nel Settecento: strutture demografiche e strutture professionali alla metà del secolo, P. 45 ; V. Cimmelli, La valle del Sarno nei secoli XVI-XVIII. Proprietà rustica, agricoltura ed economia agricola, P. 85 ; F. Barra, Cronache del brigantaggio del decennio francese in Principato Citra (prima parte), P. 101 ; M. Coppola, Aspetti della vita socio-economica del circondario di Contursi in età napoleonica, P. 107 ; V. De Martini, La «Rosa» di Padula, P. 111

    Rivista di studi salernitani. A.3, n.6 (1970)

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    A.3., n. 6 (1970): Luigi G. Kalby, II quartiere « Le Formelle » o « Le Fornelle » e l’ampliamento settecentesco nel centro storico salernitano, P. 3 ; P. Natella - P. Peduto, Il castello di Capaccio in provincia di Salerno, P. 29 ; Pasquale Cammarota, Vita e scienza nel mondo contemporaneo, P. 43 ; Giuseppe Acone, Il ruolo della sessualità: con Freud, contro Freud, dopo Freud, P. 103 ; Pasquale Lopez, Una famosa congregazione laica napoletana nel ’6oo e l’opera missionaria di padre Cordone, P. 121 ; Donato Cosimato, Vicende socio-religiose nel regno di Napoli da Carlo III a Ferdinando IV in un « Libro di Memorie » inedito, P. 165 ; Luciano Osbat, Aspetti e problemi del pensiero di Benedetto XV sui temi della guerra e della pace, P. 213 ; Francesco Piva, Per una ricerca sul partito popolare, P. 243 ; Francesco Coppola, Il problema di arte ed esperienza in John Dewey, P. 279 ; Anna Giannatiempo, La dialettica del cominciamento in Hegel, P. 333 ; Enrico Nuzzo, Due brevi sintesi sull’illuminismo, P. 363 ; Riccardo Avallone, Il problema didattico del latino, P. 387 ; Luigi Reina, Materiali per Serra, P. 399 ; G. Galeazzo Visconti, Due note di sintassi latina: l’ablativo assoluto e opus est, P. 425 ; Antonino Denisi, Il clero greco nelle visite pastorali di Annibaie d’Afflitto, arcivescovo di Reggio Calabria , P. 443 ; Pietro Borzomati, I « beni » della parrocchia di Catona nel tardo Settecento, P. 459 ; Massimo Mazzetti, L’opera di Liddell Hart sulla prima guerra mondiale, P. 463 ; Recensioni su G. Le Bras (V. Biondo), L. Colletti (V. Dini), H. De Saint Victor (G. D’Elia), E. Jeaunneau (A. Maiorino), A. Giannini (M. Ghidini Tortorelli), G. Santoro (U. Tortolani), P. 51

    Polyphenols synergistically inhibit oxidative stress in subjects given red and white wine

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    Aim of this study was to analyse the relationship between the plasma levels of polyphenols and the antioxidant activity of red and white wine. Twenty healthy subjects (HS) were randomly allocated to drink 300 ml of red (n = 10) or white n = 10 wine for 15 days. Ten HS who refrained from any alcohol beverage for 15 days were used as control. Urinary PGF-2alpha-III, a marker of oxidative stress and plasma levels of polyphenols were measured. Urinary PGF-2alpha-III significantly fell in subjects taking wine with a higher percentage decrease in subjects given red wine (-38.5 +/- 6%, p 0.001) than in those given white wine (-23.1 +/- 6%). Subjects taking red wine had higher plasma polyphenols than those taking white wine (1.9 +/- 0.6 microM versus 1.5 +/- 0.33 microM, p 0.001). Plasma polyphenols were inversely correlated with urinary PGF2alpha (r = 0.77, p 0.001). No changes of urinary isoprostanes were observed in subjects who refrained from wine intake. In vitro study demonstrated that only a mixture of polyphenols, all in a range corresponding to that found in human circulation, inhibited LDL oxidation and PKC-mediated NADPH oxidase activation. Such inhibitory effects were more marked using the concentrations of polyphenols detected in human circulation after red wine intake. This study shows that red wine is more antioxidant than white wine in virtue of its higher content of polyphenols, an effect that may be dependent upon a synergism among polyphenols

    Annali storici di Principato Citra, A. 14, n. 2.2 (2016)

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    A.14, n.2.2(2016): G. Guardia, Editoriale, P. 3 ; F. Sofia, “Si levò una gran tempesta à segno di ponente et lebeccio”: imbarcazioni, uomini, attività lungo le coste cilentane in età moderna (secc. XVII-XVIII)”, P. 9 ; A. Capano, Medici del Cilento in epoca moderna e contemporanea dal conseguimento del diploma di laurea all'attività nel campo sanitario, sociale e politico, P. 92 ; E. Catone, «Il fischio della macchina a vapore». Il mulino-trappeto impiantato nell’ex convento agostiniano di Buccino (1880-1929), P. 121 ; P. Natella, Raffaele Guariglia : un ritratto, P. 150 ; V. Aversano, Una insolita “guida” di Salerno, tra plurime prospettive spazio-temporali centrate sul rapporto verde/edificato. Per il recupero e la valorizzazione dell’identità cittadina, P.192 ; P. F. Giuliani Mazzei, Il centro preistorico megalitico sul Monte della Stella. Un’ipotesi di lavoro, P. 192 ; L. Rossi, Archivi e memorie. Pietro Barbato: Paesi che circondano Stio, P. 242 ; U.Landi, Archivi e memorie. La voce di un prete nella seconda guerra mondiale, P.269 ; V. Amendola, Ernesto Samaritani fotografo : biografia e fondi fotografici, P. 282 ; G. De Luca, I de Marsilio: l’ascesa di una famiglia borghese nella Vallo del Settecento, P. 291 ; F. Innella, L’ultimo caffè: un caso di vebeficio nella Battipaglia borbonica, P. 298 ; M.T. Schiavino, Alcuni aspetti della mobilitazione civile a Salerno nel corso della Prima Guerra Mondiale (1914-1916), P. 301 ; A. Andria, A. Conte, Dei molteplici Orizzonti di Piero Lucia ovvero Diverse storie di politica e cultura, P. 307

    La decorazione scultore del castello di Lagopesole

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    Il castello di Lagopesole rappresenta una delle ultime realizzazioni federiciane nel Mezzogiorno d’Italia. Oggetto di numerosi interventi critici relativi principalmente alle sue vicende costruttive, deve la sua fama anche al ricco apparato decorativo, noto per essere nel Regno tra le maggiori espressioni della cultura artistica duecentesca. Da un punto di vista quantitativo il corredo plastico del castello, consistente principalmente in mensole dal profilo rettangolare a sostegno di archi-diaframma, è notevole. Esso riflette l’ampia circolazione di modelli e/o di maestranze nel periodo svevo, variamente giudicata dagli storici dell’arte, che attribuiscono la base del rinnovamento artistico duecentesco in Italia meridionale all’inlfuenza del fresco naturalismo gotico di Parigi, passando per Sens finon a Reims e includendo le molteplici diramazioni tedesche da Gelnhausen a Bamberga e Naumburg. Si intrecciano a questa varietà di confronti le articolate e complesse relazioni con il mondo cistercense – uno dei capitoli fondamentali entro cui si è articolata la discussione relativa al Gotico italiano – individuate lungo precise direttrici tra Fossanova, Casamari e San Galgano. Infine il mondo antico, e tardoantico, che costituisce il sostrato linguistico di base per la cultura artistica federiciana, e che si alimentava della presenza in loco di manufatti spesso reimpiegati per volere dello stesso imperatore nelle residenze e nei castelli, come il frammento di sarcofago a lenós rinvenuto di recente nel cortile minore . Di tutte le opere scultoree è analizzata la storia critica, sono presi in considerazione i confronti ed i significati iconografici. Rispetto all’ampiezza dei confronti messi in campo permane nella scultura architettonica di Lagopesole, come in Castel del Monte o in Castel Maniace, un carattere di spiccata individualità spiegabile solo attraverso la coerente armonizzazione delle competenze dei singoli maestri all’interno dell’organizzazione del lavoro nei cantieri imperiali. L’analisi di queste problematiche costituisce la chiave di lettura nuova di questo contributo. La perizia e complessità delle elaborazioni stilistiche – capaci di dare forma a significati complessi – implicano il coinvolgimento attivo degli scultori come attori protagonisti delle imprese artistiche italomeridionali. Oltre alle singole personalità di magistri e protomagistri, sui quali si è da sempre focalizzato l’interesse degli storici dell’arte, è nella formula del cantiere che trova fondamento la capacità pervasiva di questo linguaggio, al punto che da più parti si considera l’elemento decorativo alla stregua di un signum imperi . La varietà del repertorio ornamentale, decodificato secondo modelli condivisi, lascia presupporre che questo comune linguaggio, trasmesso da magistri più aggiornati ad altri scalpellini, sia entrato nel ‘bagaglio professionale’ delle botteghe al soldo dell’imperatore. La scultura di Lagopesole non è spiegabile se non in questi termini. La ricchezza dei temi, esattamente come in un repertorio di modelli, costituisce un’esemplare sintesi del mondo federiciano e della sua ideologia. In modo corale e polifonico ne rappresenta il momento di massima maturità. Per tale motivo potrebbe essere stato lo stesso Manfredi – il cui ruolo nel completamento e nella ristrutturazione di alcuni impianti castellari del Regno è stato da più parti ipotizzato – a commissionare queste opere. Tra le varie sculture analizzate sono anche prese in considerazione le due celebri mensole che ancheggiano l’ingresso del mastio, di cui si propone una nuova lettura iconografica e se ne identificano le radici culturali ed artistiche nei modelli di età classica presenti nel territorio, tra cui la frammentaria testa di cavallo già nel castello ma perduta ed il sarcofago di Rapolla, risalente al II secolo
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