48 research outputs found

    Progetto di ricomposizione dell'iposcenio e del palcoscenico del teatro di Hierapolis di Frigia (Progetto e DL)

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    Sito Unesco di Hierapolis-Pamukkale. Ricomposizione dell’iposcenio e formazione del nuovo palcoscenico (256 mq) per l’adeguamento alle funzioni teatrali e la valorizzazione del complesso archeologico e dei percorsi di visita con struttura completamente reversibile(Lastre di travertino su struttura metallica semplicemente appoggiata con lastre di neoprene). Progetto approvato dalla Commissione Turca per i Beni Culturali. Progettazione (2004-2005) e Direzione dei Lavori (2006-2007). Committente: Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia. Progetto segnalato al Piranesi Prix de Rome 2010 Progetto pubblicato in "d'Architettura". n° 33 (2007), pp. 94-9

    Sustainability and environmental care in the anastylosis and restoration project of the first order of the Severian marble scaenaefrons of the theater of Hierapolis of Phrygia

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    The aim of the project of anastylosis of the Severian scaenaefrons first order of the theater of Hierapolis is the preservation of ancient material -how it has survived through the historical process, from the ancient theater to its former condition of archaeological monument- and relationships between the architectural and decorative parts of the building and between the building and its architectural and natural environment. The project is based on the principles established by the Charter of Restoration • anastylosis as possibility of recomposition of the original elements now dismembered (Carta di Atene, chapt. IV e Carta di Venezia, art. 15); • use of new materials always recognizable (Carta di Atene, idem); • judicious use of all resources of modern technology (Carta di Atene, chapt. V) and, however, of all the most modern methods of structure and conservation, whose efficiency has been demonstrated by scientific data, is guaranteed by the real needs and appropriate to conservation needs (Carta di Venezia, art. 10; Carta di Cracovia, chapt. 10); • opportunities to integrate the elements of sculpture and decoration of the monument had been separated as a result of archaeological excavation (paraphrase of the Carta di Venezia, art. 8); • respect for original material and authentic documents (Carta di Venezia, art. 9); any intervention of completion, recognized as essential to aesthetic and technical reasons, must bear a mark of contemporaneity (ibid.) and implemented in a fully contemporary language (Carta di Cracovia, chapt. 4); • integrations in harmony with all, but, however, distinguished from the original to avoid fakes and protect both the historical case and the aesthetic (Carta di Venezia, art. 12, art. 15); • the intervention should ensure compatibility with the materials, structures and architectural values (Carta di Cracovia, chapt. 10). The principle, that was followed in making the consolidation project, is based on the concept of "improvement" as defined by Italian law and, in particular, from the Ministerial Decree 24.01.1986, "Technical standards relating to earthquake-resistant buildings", which at the art. C.9.1.2. identifies it as the execution of one or more works on the individual structural elements of the building in order to achieve a greater degree of safety without substantially changing the global behavior, in essence, therefore, with the objective of maintaining the material integrity of the historical artifact aiming to consolidate the homogenization of the masses. Use of materials for restoration, consolidation and reintegration have been privileged natural materials, with particular regard to the mortar and consolidation, excluding the materials based on synthetic resin and cement. This choice was guided by attention, today essential and unescapable, for environmental sustainability; it is made possible by the availability of natural materials and now, these materials, are widely experienced in major international sites featuring the performance of the restoration and suitable for all physical, chemical, mechanical and endurance features. Natural materials are also more compatible with old ones. The choice, as the material of the reinforcing ties of Fiber Glass Reinforced Polyester (GFRP Glass Fibre Reinforced Polymer)-used only in the spiral-shaped bars as a substitute for more traditional stainless-steel bars- is motivated by the strength of the material in presence of high temperature, its good quality anti corrosive, as well as excellent cost-performance ratio. The use of such material in the form of spiraled bars also helps to ensure a tight fit to the natural anchoring mortars. In conclusion: using only structural grout of natural hydraulic lime for bedding and consolidation represents a significant breakthrough in the international outline of conservation and a steady choice in terms of environmental compatibility and sustainability. We applied the principles of environmental sustainability in the field of restoration in a complex project involving one of the most important monuments of Turkey. Obiettivo del progetto di restauro e anastilosi del primo ordine della scaenaefrons severiana del teatro di Hierapolis è quello della conservazione del materiale antico -come esso ci è pervenuto attraverso il processo storico in progress, dal teatro antico fino alla sua condizione di monumento archeologico- e dei rapporti architettonici e decorativi tra le parti dell'edificio e tra lo stesso edificio e il suo contesto architettonico e naturalistico. Il progetto di restauro e anastilosi è improntato sui principi stabiliti dalla Carte del Restauro: • Possibilità dell'anastilosi quale ricomposizione degli elementi originari ora smembrati (Carta di Atene, cap. IV e Carta di Venezia, art. 15); • Utilizzo di materiali nuovi sempre riconoscibili (Carta di Atene, idem); • Impiego giudizioso di tutte le risorse della tecnica moderna (Carta di Atene, cap. V) e comunque di tutti i più moderni mezzi di struttura e di conservazione, la cui efficienza sia stata dimostrata da dati scientifici, sia garantita dall'esperienza e adeguata alle reali necessità conservative (Carta di Venezia, art. 10; Carta di Cracovia, cap. 10); • Opportunità di reintegrare il monumento degli elementi di scultura e di decorazione da cui era stato separato per effetto delle operazioni di scavo (parafrasi della Carta di Venezia, art. 8); • Rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche (Carta di Venezia, art. 9); qualunque intervento di completamento, riconosciuto come indispensabile per ragioni estetiche e tecniche, dovrà recare il segno della nostra epoca (ibidem) e realizzato con un linguaggio conforme all'architettura contemporanea (Carta di Cracovia, cap. 4); • Reintegrazioni armoniose nell'insieme, distinguendosi tuttavia dalle parti originali, per evitare falsi e salvaguardare sia l'istanza storica sia quella estetica (Carta di Venezia, art. 12 e art. 15); • L'intervento deve assicurare la compatibilità con i materiali, le strutture ed i valori architettonici esistenti (Carta di Cracovia, cap. 10). Il principio che è stato seguito nell'approntare il progetto di consolidamento è basato sul concetto di "miglioramento" così come definito nella normativa italiana e, in particolare, a partire dal Decreto Ministeriale 24.01.1986, Norme tecniche relative alle costruzioni antisismiche, che all'art. C.9.1.2. lo individua come l'esecuzione di una o più opere riguardanti i singoli elementi strutturali dell'edificio con lo scopo di conseguire un maggior grado di sicurezza senza peraltro modificarne in maniera sostanziale il comportamento globale; in sostanza, dunque, con l'obiettivo di conservare l'integrità materiale del manufatto storico mirando alla omogeneizzazione delle masse da consolidare. Nell'utilizzo dei materiali di restauro, di consolidamento e di reintegrazione si sono privilegiati i materiali naturali escludendo, con particolare riguardo alle malte di allettamento e di consolidamento, quelli di produzione sintetica (resine) e il cemento. Tale scelta è stata guidata dall'attenzione, oggi imprescindibile, per la sostenibilità ambientale e resa possibile dalla disponibilità di materiali naturali, ampiamente sperimentati nei principali cantieri internazionali di restauro e caratterizzati da prestazioni del tutto idonei per caratteristiche fisiche, chimiche, meccaniche e per resistenza. I materiali naturali risultano, inoltre, maggiormente compatibili con quelli antichi. La scelta, quale materiale di armatura delle legature, del Poliestere Rinforzato con Fibra di Vetro (G.F.R.P. Glass Fiber Reinforced Polymer) -usato solo nella forma delle barre spiralate quale sostituto delle più tradizionali barre di acciaio inox- è motivata dalla resistenza del materiale anche in presenza di elevate escursioni termiche, dalle sue ottime qualità anti corrosive, oltre che da un'eccellente rapporto qualità-costi. L'utilizzo delle barre di tale materiale in forma spiralata consente inoltre di garantire una perfetta aderenza alle malte naturali di ancoraggio. In conclusione: utilizzare esclusivamente malte naturali per l'allettamento e il consolidamento rappresenta un'innovazione significativa nel panorama internazionale della conservazione e una precisa scelta di campo in termini di compatibilità e di sostenibilità ambientali. Il risultato è l'applicazione di principi di sostenibilità ambientale applicati al campo del restauro in un progetto complesso che coinvolge uno dei più importanti monumenti della Turchi

    La storia come scavo della realtà architettonica. Paolo Verzone (1902-1986): un percorso di ricerca

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    La Tesi di Dottorato è il risultato di un ampio lavoro di analisi sulla figura di Paolo Verzone, storico dell'architettura medievale ed antica, progettista e restauratore, professore emerito al Politecnico di Torino, oltre che fondatore della Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia); una figura che, a più di dieci anni dalla scomparsa attende di ricevere la sua giusta collocazione nel panorama degli studi storici italiani e internazionali. Non solo in questi ultimi anni le sue ricerche -e soprattutto il suo metodo di studio dell'architettura storica, fatto della profonda conoscenza delle fonti, dei materiali, dei caratteri formali, costruttivi e strutturali degli edifici, oltre che dell'uso del rilievo e della osservazione diretta- sono venute a costituire un punto di riferimento per architetti e storici che, in molti casi (un esempio tra tanti è lo studio sulle chiese romaniche dell'astigiano promosso dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Piemonte) hanno ripreso e confermato la validità di un metodo razionale per lo studio dell'architettura storica. Il candidato ha fatto dell'individuazione e dell'analisi di tale metodo il filo conduttore della propria ricerca e, attento ai molti documenti d'archivio, alle stesse opere di Verzone, ed alle testimonianze di chi gli fu vicino nei diversi momenti della sua carriera, egli è riuscito a strutturare il proprio lavoro come una mediazione tra lo studio del particulare biografico (ove esso è funzionale all'oggetto dello studio) e quello, più generale, del contesto culturale in cui si mosse Paolo Verzone. Il lavoro qui presentato non è una tesi di storia dell'architettura medievale o antica, anche se in essa vi sono delle parti di analisi di edifici di quelle epoche che, attraverso il filtro della lettura verzoniana ricevono un'adeguata collocazione critica; nemmeno può definirsi solamente una tesi di storia dell'architettura contemporanea, se si eccettua il capitolo che analizza l'attività di progettista e restauratore di Verzone, in cui tale attività è contestualizzata nel suo periodo di riferimento e posta in rapporto con la cultura architettonica che la fece nascere e maturare. Questa ricerca è, piuttosto, uno studio di storiografia contemporanea, di "storia della storia" che usa la biografia del personaggio -ricostruita, come detto, attraverso una capillare ricerca d'archivio ma anche con la viva testimonianza di chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere e collaborare con Verzone- come struttura connettiva di un'analisi che riesce a mettere in luce, oltre al carattere ed alle valenze del personaggio, anche il suo ruolo nella storiografia contemporanea. Ci sembra, ancora, che la scelta di arricchire questo già vasto tessuto con le schede relative alle pubblicazioni di Verzone, collocate nelle diverse fasi che ne definiscono il percorso di formazione e di ricerca, possa costituire un elemento di novità nella metodologia d'indagine e, sicuramente, acquista il pregio di riportare alla nostra conoscenza e al nostro bagaglio di storici dell'architettura alcuni testi, a torto ritenuti minori o superati, che potranno invece essere rivisitati e ricollocati nel circuito delle analisi dell'architettura storica. In particolare, poi, questa tesi ha il merito di riportare alla luce, e alla conoscenza degli studiosi, un fondamentale lavoro al quale Verzone aveva dedicato molti anni della propria vita, senza tuttavia riuscire a vederne la pubblicazione. Un ampio e dettagliato studio sul tema delle residenze imperiali tardo romane, arricchito dall'enorme bagaglio di conoscenze e di esperienze che il professore si era formato con i periodi di studio in Asia Minore La Tesi è articolata in due sezioni principali di cui la prima, più ampia, pone l'attenzione sulle tematiche che hanno contraddistinto il percorso di ricerca dello studioso piemontese, mentre la seconda analizza il ricco materiale inedito, ritrovato negli archivi, attraverso uno scrupoloso e certosino lavoro di collazione dei testi manoscritti e dattiloscritti e dell'abbondante materiale iconografico. Il taglio critico della prima parte, con la sua particolare attenzione a contestualizzare i dati biografici entro il panorama culturale in cui si mosse Verzone, riesce a tratteggiarne il carattere e la personalità, e ad offrire un giudizio critico sulla sua attività, con grande attenzione per l'individuazione delle metodologie di studio messe a punto, sulla scorta della lezione di Arthur Kingsley Porter e degli altri maestri, dallo studioso piemontese. Emerge così, un'inedita figura di primo piano nella ricerca storiografica, di valenza non limitata al quadro locale ma, anzi, aperta e in continuo rapporto con le coeve esperienze maturate in ambito internazionale, per la quale il lavoro in esame avrà la diretta conseguenza, almeno, di ricollocare entro il giusto alveo la lezione verzoniana e di fare riscoprire i pregi di una grande eredità culturale. (Dallo stelloncino di presentazione dei tutors

    Emotional Reactions to the Perception of Risk in the Pompeii Archaeological Park

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    The assessment of perceived risk by people is extremely important for safety and security management. Each person is based on the opinion of others to make a choice and the Internet represents the place where these opinions are mostly researched, found and reviewed. Social networks have a decisive impact: 92% of consumers say they have more trust in social media reviews than in any other form of advertising. For this reason, Opinion Mining and Sentiment Analysis have found interesting applications in the most diverse context, among which the most innovative is certainly represented by public safety and security. Security managers can use the perceptions expressed by people to discover the unexpected and potential weaknesses of a controlled environment or otherwise the risk and security perception of people that sometimes can be very different from real level of risk and security of a given site. Since the perceptions are the result of mostly unconscious elaborations, it is necessary to go deeper and to search for the emotions, triggered by the sensorial stimuli, that determine them. The objective of this paper is to study the perception of risk within the Pompeii Archaeological Park, giving emphasis to the emotional components, using the semantic analysis of the textual contents present in Twitter.Peer reviewe

    … da Asti tutt'intorno. Esperienze di studio con Renato Bordone

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