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    Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome

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    Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.Peer Reviewe

    Chemical Features and Biological Effects of Astaxanthin Extracted from Haematococcus pluvialis Flotow: Focus on Gastrointestinal System

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    The main purpose of this review is to analyze published data concerning the antioxidant properties of astaxanthin, a xanthophyll, produced by the microalga Haematococcus pluvialis in response to specific conditions of “environmental stress” and characterized by its typical deep red color. Natural astaxanthin establishes effective protections against oxidative stress, neutralizing free radicals in both the inner and outer layer of cell membranes, especially in mitochondria. The most recent preclinical and clinical studies that have investigated the beneficial properties of this molecule toward the gastrointestinal tract were included

    Effects of turmeric powder on intestinal and biliary functions: The influence of curcuminoids concentration on spontaneous contractility

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    Two turmeric food powders (C1 and C2) were studied for curcuminoid content and their effects on the guinea pig intestinal tract in vitro. C1 contained a higher curcuminoid content than C2 (5.22% vs 2.31%). C1 and C2 increased gallbladder (similar to 10%) and biliary smooth muscle tone (similar to 15%), without affecting the sphincter of Oddi smooth muscle contractility. C2 was more effective than C1 in lowering ileum tone (-22% vs -37%), whereas the reverse occurred in the colon (-50% vs 20%). Standard Fast Fourier transforms and absolute powers analysis of the frequency bands highlighted that, in the bile duct, C2 induced contractions of higher variability and ampler oscillations of low-frequency waves. At the Oddi sphincter, C1 had a biphasic effect, increasing and then drastically decreasing the oscillations. The same occurred with C2 in the ileum, while both samples reduced the fluctuations in the colon

    Magnolia officinalis L. bark extract and respiratory diseases: From traditional Chinese medicine to western medicine via network target

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    The understanding of the use of Magnolia officinalis L. (Magnoliaceae) as a possible dietary supplement for supporting the treatment of airway pathologies might be of clinical interest. Two commercially available bark extracts (M. officinalis extract [MOE]) were characterized by quantitation in honokiol and magnolol content by means of high-performance liquid chromatography with UV detection. MOE effects, as well as those of the reference compounds per se, on some targets connected to airway pathologies (antibacterial- and lung and trachea relaxing- activities) were investigated. Results showed that MOE possessed interesting antibacterial activity against Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, and Streptococcus pneumoniae. This was accompanied by a spasmolytic and antispasmodic activity, possibly owing to its ability to concurrently modulate different targets such as H-1-, beta(2)- and muscarinic receptors and l-type calcium channels involved in bronchodilation. All these effects were directly related to the MOE content in honokiol and magnolol. In conclusion, the properties of MOE highlighted here strongly encourage its application as dietary supplement in the treatment of airway diseases

    Essential Oil Chemical Composition, Antioxidant and Antibacterial Activities of Eucalyptus largiflorens F. Muell

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    In this study, we investigated the chemical composition, the antibacterial activity, and the antioxidant properties of extracts obtained from the leaves, flowers, and fruits of Eucalyptus largiflorens F. Muell. The antioxidant effects of the methanolic extract of aerial parts of the plant, obtained by Soxhlet apparatus, were estimated using 1,1-diphenyl-2-picrylhydrazyl (DPPH) and β-carotene/linoleic acid methods. The essential oils were chemically characterized by gas chromatography (GC) coupled with mass spectrometry (MS) and flame ionization detector (FID). Thirty compounds were identified, with 1,8-cineol, α-pinene, aromadendrene, globulol and α-phellandrene being the major components. The antibacterial activities of the essential oils were tested against several bacterial isolates, including Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis and Escherichia Coli, using the disc diffusion method. All the essential oils exhibited antibacterial activity. The maximum zone of inhibition was observed for Escherichia coli, with the fruit essential oil in the concentration (100 μL). There was no significant antioxidant activity in the essential oils, while the extracts exhibited considerable antioxidant effects in comparison to butylated hydroxytoluene (BHT). In this regard, the flower extract showed the highest antioxidant activity in both DPPH (IC50 = 21.5±0.2 μg/mL) and β-carotene/linoleic acid tests (Inhibition (%) = 84.3±0.7). Finally, the fruit essential oil exerts a significant antibacterial activity against several bacterial strains and exhibits a significant antioxidant effect in the β-carotene/linoleic acid tests, thus it may represent an innovative nutraceutical tool able to act on bacteria and host oxidative stress related to infections

    Metodologie e nuovi sviluppi del rilevamento per la costruzione di modelli digitali 3D in ambito urbano

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    Il progressivo evolversi delle strumentazioni e delle tecniche per la documentazione della struttura fisica della città e del territorio, ha determinato un rinnovato interesse per i problemi legati alla conoscenza dei fenomeni urbani e delle loro trasformazioni. All’interno di tale ambito problematico, si persegue l’obiettivo di definire un metodo che, indagando su un momento particolare del processo di intervento sulla città, sviluppi un’articolazione logica delle operazioni di conoscenza della realtà, in modo da permettere valutazioni critiche già orientate verso l’intervento progettuale. La ricerca dei mezzi di espressione visiva, che esprime i risultati dell’esame critico della realtà, costituisce l’aspetto centrale di questo studio. Ci si propone infatti di utilizzare i mezzi e i modi della rappresentazione per comunicare in termini il più possibile oggettivi il risultato dell’esame critico della realtà urbana, traducendolo in codici visivi comprensibili e trasmissibili, che contenga indicazioni sui limiti delle possibili azioni di intervento

    Storie del cielo sul cielo. Le vicende dell'Aula Ottagona alle Terme di Diocleziano

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    Le Terme, edificate fra il 298 e il 306 da Massimiano in onore e nel nome dell’imperatore Diocleziano, nel corso dei secoli successivi al loro abbandono, avvenuto a seguito delle invasioni barbariche alla metà del VI secolo d.C., hanno mostrato, anche per le loro caratteristiche morfologiche e tipologiche, una certa predisposizione alle trasformazioni funzionali di diverse porzioni, a partire dal XVI secolo con la realizzazione, su progetto di Michelangelo, della più nota chiesa di S. Maria degli Angeli. Risulta allora interessante ripercorrere, utilizzando prevalentemente gli strumenti della rappresentazione grafica, le vicende che hanno segnato le trasformazioni di questo complesso ed in particolare della sala ubicata nell’angolo nord-occidentale, meglio nota come “Aula Ottagona”, a cominciare dal restauro eseguito da Italo Gismondi nel 1927 per la successiva trasformazione in Planetario nell’anno successivo. L’aula, coperta con una cupola ad ombrello composta da otto elementi a unghia sferica raccordati da un anello superiore di forma ottagonale come quella dello spazio interno, deve aver richiamato l’immagine corrente di un planetario come di un edificio con una grande cupola emisferica, sulla quale proiettare le immagini delle stelle e degli altri corpi celesti. Il planetario è infatti formato da un proiettore degli astri e da una cupola che ne costituisce lo schermo, da vari accessori opzionali per la proiezione di immagini e da alcuni apparati per gli effetti speciali. Proprio in quegli anni l’offerta della Germania all’Italia, in conto riparazione dei danni della prima guerra mondiale, di un apparecchio Zeiss di nuovissima concezione, ha contribuito all’avvio di questa nuova utilizzazione dello spazio romano fino all’inizio degli anni ’80. In quegli anni infatti, con la destinazione a scopi museali della sala, inaugurata solo alla fine degli anni ’90, viene eliminata l’installazione che rimane, tuttavia, nella memoria del luogo attraverso il mantenimento di alcuni segni, come la leggera struttura geodetica a maglia triangolare dell’ex Planetario, sostenuta da una trave circolare e ventiquattro colonnine in ferro. Solo nel 2004 Roma riapre, in una nuova sistemazione al Museo della Civiltà Romana all’EUR, un Planetario dotato di un nuovo proiettore tecnologicamente avanzato, che sostituisce il vecchio Zeiss relegato a reperto museale, per tornare a raccontare storie del cielo, sul cielo

    Metodologie digitali per l’analisi dell’architettura. Una rivisitazione dei progetti di concorso per i Nuovi Uffici per la Camera dei Deputati di Roma

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    Le forme di rappresentazione hanno costantemente trasformato, nel tempo, i modi di comunicazione delle proposte progettuali, anche in relazione ai linguaggi prevalenti nella cultura delle diverse epoche. Ciò è avvenuto in un modo che potremmo definire “isomorfico” fino all’avvento della cultura digitale, che ha profondamente trasformato, in un modo che potremmo invece definire “metamorfico”, i modi stessi di concepire il progetto, prima ancora della sua prefigurazione. Si tratta di un fenomeno che, se pure ampiamente indagato, non ha trovato ancora una adeguata collocazione critica nella storia del disegno per il progetto di architettura1.Risulta allora utile approfondire alcuni aspetti del problema indagandone le caratteristiche sia in modo sincronico che diacronico. Ci si è posto, così, l’interrogativo di come avrebbero utilizzato gli attuali mezzi di comunicazione digitale architetti operanti in epoche passate e cosa è possibile dedurre in termini metodologici dal confronto con rielaborazioni digitali di disegni nati quando il digitale non esisteva ancora. Gli elaborati di concorso offrono un’ottima occasione per riflettere sul rapporto progetto-disegno-comunicazione, e per indagare un periodo in cui il digitale non era di uso comune nella rappresentazione architettonica. In particolare, viene qui presentata una disamina relativa al concorso per i Nuovi Uffici per la Camera dei Deputati di Roma, bandito nel 1967, e viene illustrato l’iter metodologico seguito nell’affrontare il tema.The forms of representation have consistently transformed, over time, the communication of project proposals, including in relation to the languages which could be considered prevalent in the culture of different eras. This happened in a way that could be called "isomorphic" until the advent of digital culture, which has profoundly transformed, in a way that we might instead be called "metamorphic", the same ways of conceiving the project, even before its foreshadowing. It is a phenomenon extensively investigated, still it has not yet found an adequate critical place in the history of drawing for architectural project. It can be useful to explore some aspects of the problem, investigating the characteristics in both synchronic and diachronic. One is placed, so, the question of how they would use the current digital media architects working in the past and what can be derived in terms of the methodological comparison with digital drawings rework born when the digital does not yet exist. The competition documents offer an excellent opportunity to reflect on the relationship between project, design and communication, and to investigate a time when digital was not commonly used in architectural representation. In particular, this contribution presents studies concerning the competition for the new offices for the Chamber of Deputies in Rome, banned in 1967, and discusses the methodological approach followed in addressing the issue

    Cartographic models for a diachronic analysis of the urban image of Rome

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    Considering the physical elements of the city system as the material expression of all the evolutionary phenomena of sites, its representation can be considered as a system of general knowledge capable of coalescing heterogeneous information. The enormous changes that take place in cities over the years have determined an evolution of the morphological variations in the territorial setup, in the architectural stratification of the urban structure and in the perception and use of urban space. If urban space is considered as a place where people interact, then bibliographical, iconographic and cartographic sources contribute to providing a diachronic reconstruction of the urban fabric, which is possible thanks to the historical representations produced over the years, which are sometimes symbolic if not metaphorical: these representations make it possible to understand the sites even if their accuracy is debatable. The use of computer science in survey and cartographic representation and the creation of regional IT systems has made it possible not only to establish interlinked georeferential databases, but above all facilitate multiple consultation and later elaboration. Digital cartography used to create three-dimensional models is therefore a way to review space - not on the basis of planimetric explorations but by creating virtual models more or less automatically generated based on the cartography itself. Three-dimensional cartography should be studied to identify specificities and details present in the restitution of the urban space; these characteristics immediately prompt one to try and use the same representative exuberance to reconstruct the historical past of the city or at least of some of its more important periods, especially the changes in its orography and constructions. The city of Rome is a paradigmatic example of a historical stratification that has constantly reused the same sites and physical structures and is unique insofar as its destiny as a modern capital dates back to the eighth century B.C. But real continuity belongs to the present because the kinetic and three-dimensional image seen by anyone walking the streets of Rome projects a range of different portraits of its historical past. The centre of Rome is an excellent study area also because it has a technically good selection of sufficiently continuous cartographic records to allow comparison between the different iconographic sources, on the one hand starting from the classical period with the Forma Urbis and the maquette by Gismondi which represent – albeit with their undeniable approximations - a good starting point, and, on the other, the 3D digital cartography made in 2000
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