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    L’immagine ricostruttiva nei media: una indagine nei musei archeologici italiani

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    [IT] Come viene utilizzata l'immagine virtuale per spiegare l'archeologia al grande pubblico dei musei? Ci si propone di dare una risposta a questa domanda, a partire dalle esperienze di alcuni musei archeologici italiani che hanno divulgato i loro contenuti via web. Mezzi tecnici, stile della grafica e contenuti sono spesso riuniti nella formazione di un linguaggio visuale del tutto nuovo. Per le forme della comunicazione, ci si domanda fino a che punto gli stessi creatori di questo linguaggio siano consapevoli dell'impatto delle immagini sul messaggio. Mentre a monte, il contrasto tra la percezione dell'oggetto così come era nel suo contesto di appartenenza e lo studio del ricercatore che ne osserva i resti e ne tenta una ricostruzione (emic-etic) rende abbastanza arduo il compito di coloro che vorrebbero dichiarare le regole del gioco.[EN] How do we use the virtual image to explain archaeology to the general public in the Museums? In order to answer to the question, this paper will consider the experiences of some Italian Archaeological Museums, which have disseminated their scientific contents and information via web. Technical means, graphic style and contents are often joined together, aiming to the creation of a completely new visual language. For what concerns specifically the forms of communication, it can be questioned whether or not the creators of the new languages are conscious of the impact of the images on the message itself. Facing the problem at the root, the clash between the perception of the object, as it was set in its original context, and the analysis of the researcher, who, observing its remains, proposes its reconstruction (emic-etic), makes quite difficult to define and declare the rules governing this process.Medri, M.; Canonici, T. (2010). L’immagine ricostruttiva nei media: una indagine nei musei archeologici italiani. Virtual Archaeology Review. 1(1):135-139. https://doi.org/10.4995/var.2010.5134OJS13513911CARANDINI, Andrea (19811): Storie dalla terra: manuale dello scavo archeologico. 1° edizione De Donato. Bari.GOLVIN, Jean-Claude (2003): L'antiquité retrouvée. Errance. Saint-Germain-du-Puy.PASQUINUCCI, Marinella et al. (1987): Terme romane e vita quotidiana. Panini. Modena.RICCI, Andreina (2006): Attorno alla nuda pietra: archeologia e città tra identità e progetto. Donzelli. Roma.ZANKER, Paul (2004): "I nuovi musei archeologici e la mancanza di visitatori", in Bollettino dei musei comunali di Roma, n.s. 17, pp. 5- 12.WARD PERKINS, John B. (1974): Architettura romana. Electa. Milano.Città Proibita di Pechino: www.beyondspaceandtime.orgStudio INKLINK, Firenze: www.inklink.itMuseo acheologico 'P. Giovio', Como: www.comune.como.it/como_files/da_visitare/musei/giovio.htmlMuseo del Prado, Madrid: www.youtube.com/results?search_type=&search_query=Museo+del+Prado&aq=fMusei Vaticani, Roma: http://mv.vatican.va/2_IT/pages/MV_Musei.htmlPompei: www.virtualpompei.it; www.capware.itProgetto Minerva: www.minervaeurope.orgSoprintendenza Archeologica di Pompei: www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?idSezione=315Villa del Casale, Piazza Armerina, Enna: www.villaromanadelcasale.netVilla di Faragola, Foggia: www.archeologia.unifg.i

    Análisis cuantitativo de paramentos de ladrillo: ejemplos de algunos grandes edificios imperiales en Roma

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    This paper aims to present some preliminary results of an ongoing study which started from the analysis of the external brick facing of the Aurelianic Walls. The methodology employed was to analyse the brick facing by sampling the brick wall surfaces, drawing consistent areas of 1x1 m2 in CAD, based on rectified photographs. These samples were then measured in detail to make a quantitative-statistical analysis of the elements constituting the brick facings, in order to yield standard parameters which could meaningfully describe their features. In this first part of the work, we tried to compare some of the most important imperial brick buildings, each with its own characteristic features. Sampling has covered the Aurelianic Walls extensively, focusing on the early periods of Aurelian and Honorius. After were sampled brick-faced walls from a Neronian building facing the Valley of the Colosseum; the substructures of the Baths of Trajan; and some sectors of the Domus Tiberiana, towards the north slope of the Palatine Hill.El objetivo de este documento, es presentar resultados de un estudio en curso, comenzando con el análisis de la cortina externa en ladrillos de los muros Aurelianos. Como metodología de estudio, las capas de ladrillos fueron inspeccionadas a través de muestras de sus superficies, seleccionando partes de 1x1m2 dibujados en CAD, utilizando fotos sin distorsión. Dichas muestras, fueron medidas en detalle, para generar análisis de estadísticas cuantitativas de los elementos constituyentes de éstas cortinas, para obtener standars, que pueden describir sus características. En esta primera fase, tratamos de comparar algunas de los más importantes fabricantes de ladrillos imperiales, cada una con características especificas. El muestrario ha cubierto extensivamente los muros aurelianos, concentrándose en los periodos de Aureliano y Honorio. Luego, fueron estudiadas paredes de ladrillos de edificios de época neroniana, frente al valle del Coliseo; subestructuras de las termas de Trajano; sectores de la Domus Tiberiana, en dirección a la falda norte del Palatino

    Terra sigillata tardo italica

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    In questo articolo l’Autrice riassume i nuovi dati riguardanti una particolare produzione ceramica, la Terra Sigillata Tardo Italica, nome con cui si designa la ceramica fine da mensa con vernice di colore rosso, prodotta durante l’ultimo periodo di attività delle fabbriche italiche (vedi anche altre voci di bibliografia dell’Autrice). La produzione si distingue in due macro gruppi: le produzioni tarde lisce (TSTI) e le produzioni tarde decorate (TSTID). Per quanto riguarda il primo, le novità più rilevanti sono costituite dai contesti provenienti da Roma, dal suburbio e da Ostia, editi di recente, che mostrano l’evoluzione delle fabbriche italiche sino alla metà del II secolo d. C.; per quanto riguarda, invece, il secondo gruppo le novità più significative riguardano l’identificazione più precisa dei centri di produzione, situati comunque sempre nell’Etruria settentrionale marittima.In this paper the Author summarizes the new available data on a particular ceramic production, the so called ‘Terra Sigillata Tardo Italica’, a name which designates the fine tableware with red slip, produced during the last period of activity of the Italic factories (see also other entries of the Author’s bibliography). The production is divided into two main groups: the undecorated late productions (TSTI), and the decorated late productions (TSTID). With regard to the first group, the most important novelties come from recently published contexts of Rome, Ostia and the Suburbs, which show the evolution of the Italic factories until the mid II century AD. As regards the second group, the most significant issue is related to a more precise identification of the manufacturing centres, always located in the northern Etruria

    In Baiano sinu: il uapor le aquae e le Piccole Terme di Baia

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    In epoca romana, Baia fu probabilmente la più famosa tra le località termali. Ma non ostante l’abbondanza delle fonti testuali antiche e i numerosi resti archeologici, fino a ora non era poi così semplice capire quali fossero le caratteristiche specifiche di questo sito. L’obbiettivo di questo studio è appunto quello di dimostrare che le risorse naturali di Baia sono due: l’aria calda, vapor, proveniente dal sottosuolo e le acque termominerali, aquae. Lo sfruttamento del calore naturale del sottosuolo, risorsa meno nota, è chiaramente esemplificato in un piccolo edificio termale, le cosiddette Piccole Terme, situate nel settore meridionale del Parco Archeologico. In questo edificio è visibile il sistema di riscaldamento naturale, tipicamente baiano, così come viene descritto da Vitruvio, Celso, Seneca, Plinio il Vecchio e Cassio Dione. La tradizione di Baia è come una catena ininterrotta che collega l’epoca romana a quella medievale e, proprio per questo, possiamo ancora trovare conferma della perizia tecnologica raggiunta dagli ingegneri romani nella testimonianza del De Balneis Puteolanis, risalente al XIII secolo.In Roman times, Baia was the most famous spa resort. But in spite of the abundance of the ancient written sources and the quite large amount of archaeological remains, till now it is not so clear the main feature of the site. The aim of this study is to demonstrate that the natural resources of Baia are two: the hot air, vapor, coming out from the underground and the thermal mineral water, aquae. The exploitation of the former, less known, is clearly represented by a small bath, the so called Piccole Terme, located in the South side of the Archaeological Park. In this building the system of natural heating, typical of Baia’s style, is still vidible, as described by Vitruvius, Celsus, Seneca, Pliny the Older, and Dio Cassius. The tradition of Baia lasted so long, from Roman times till Middle Ages, like an unbroken chain, that the memory of the technological skill achieved by Roman engineers is still confirmed by a late source, the De Balneis Puteolanis, dating back to the XIII A.D

    Nuovi scavi in corso a Sentinum: una prima interpretazione del contesto

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    In questo saggio l’Autrice propone alcune prime interpretazioni di carattere generale sulla città romana di Sentinum. Uno dei temi più importanti, anche molto dibattuto, riguarda la data di fondazione della città, che stanti i dati archeologici, non risulta collegabile alla data della cosiddetta ‘Battaglia delle Nazioni’, combattuta nel territorio sentinate nel 295 a. C.. La città attestata dai resti archeologici con tutta probabilità risale alla fine del II secolo a. C. ed è una città di fondazione, che apparentemente sorge su di un terreno non edificato in precedenza, ed è cinta di mura. Tra le successive fasi di sviluppo che sembrano costituire le tappe fondamentali dello sviluppo urbano di Sentinum, due sono sicuramente riconoscibili al momento: una fase di epoca augustea, testimoniata dalla costruzione del tempio tetrastilo all’incrocio tra il Cardine Massimo e il Decumano Massimo e una fase di inizio II secolo d. C., durante la quale molto probabilmente la città ebbe il momento del suo massimo sviluppo, testimoniato dalla costruzione di un grande edificio termale pubblico nel settore extraurbano meridionale.In this paper the Author proposes some preliminary interpretation of the whole set of data about the Roman city of Sentinum. One of the most important issues, also much debated by scholars, concerns the date of the founding of the city, that can not be connected by archaeological data with the chronology of the so-called ‘Battle of Nations’, fought in 295 BC. Archaeological evidences of late II century BC attest the existence of the town, surrounded by walls and apparently located in an area not built before. With regard to the latest periods of development, which must be considered as the fundamental stages of urban growth in Sentinum, two phases can be accurately determined. The first dates back to the Augustan Age, when a tetrasyle temple was built at the intersection of Decumanus and Cardo Maximus; the second phase, during the first half of the II century AD, saw a major urban development, as attested by the construction of a large public Therma in the southern suburban area of the town

    La villa romana della Foce. Sanremo (IM)

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    La villa romana della Foce si trova lungo il litorale, vicino al Cimitero Monumentale di Sanremo. Questa edificio rappresenta un buon esempio di “villa marittima”, anche se ne resta solo una piccola parte. Le rovine erano note agli studiosi locali sin dal XVII secolo, ma le loro interpretazioni al riguardo erano piuttosto fantasiose. Nel XIX secolo l’archeologo Pietro Barocelli riconobbe nelle poche strutture visibili una villa romana. In seguito, nel XX secolo, Nino Lamboglia condusse i primi scavi moderni e si occupò della tutela del sito, facendo in modo che si preservasse sino a oggi. Nel 2003 è iniziato un nuovo progetto di ricerca, nato dalla collaborazione tra l’Università di Genova, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Liguria e il Comune di Sanremo, con lo scopo di studiare e valorizzare le due ville romane presenti nel territorio comunale, questa e quella di Bussana (vd. l’altra voce nella bibliografia dell’Autrice). Questo volume anticipa i nuovi risultati del gruppo di ricerca. Dell’intera villa, oggi sono visibili 13 ambienti, per la maggior parte appartenenti al padiglione termale, costruito in prossimità della costa. L’interpretazione è certa per la presenza di molti dettagli costruttivi, come resti delle suspensurae o dei tubuli e così via, che sono visibili nelle tre sale riscaldate che si conservano meglio. Le altre sale correlate a queste sono identificabili per la loro forma caratteristica e per la loro posizione nel percorso termale. La sala più imponente è la grande piscina absidata, che può essere interpretata come calida piscina, in cui è un tipo particolare di concameratio, murata nelle pareti. Vi sono solo pochi resti del pavimento su cui poggiavano le suspensurae e nulla si conserva del pavimento superiore. Per questa ragione non è semplice comprendere l’insieme, soprattutto per i visitatori comuni. La ceramica ritrovata durante le indagini di scavo del XIX e del XX secolo ha fornito un buon termine per la datazione iniziale della villa, tra la fine del I secolo e la prima metà del II secolo d. C., nonché per la fase di abbandono che può essere collocata nel IV secolo D. C.. In seguito, il sito divenne un angolo di campagna, molto simile ad altri luoghi della costa ligure. Sopra le rovine venne costruita una casa rurale e due pozzi di tipo particolare, detti “a cicogna”, uno dei quali è ancora ben conservato.The roman villa of Foce is located along the modern shoreline, and near the Monumental Cemetery of Sanremo. This villa, even if preserved only in a small part, represents a good example of ‘villa marittima’. The ruins had been known by local savants since the XVII century, but their interpretations were very imaginative. In the XIX century, analyzing the few remains still standing, the archaeologist Pietro Barocelli recognized them as parts of a Roman villa. Afterwards, in the mid XX century, Nino Lamboglia carried on the site the first modern excavations and started a project aimed to the preservation of the archaeological site. In 2003 a new research project, born from the collaboration between the University of Genoa, the ‘Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria’ and the town of Sanremo, has started, focused on the study of the Roman villas of Foce and Bussana (see the other entrance in the Author’s bibliography), both located in the territory of Sanremo. This volume collects the new results of the research team. Of the whole Foce villa 13 rooms are now open to visit. They are all parts of the thermal pavilion, built close to the sea. Their interpretation is made secure by a large set of technical details, like the remains of suspensurae, of tubuli and so on, identified in the three best preserved warm rooms. The other rooms are identifiable by their characteristic plan and by the position they held in the sequence of the thermal complex. The most impressive room sequence is that, comprising a large apsidal pool, an heated passageway and a smaller room, with a particular type of immured concameratio, to be interpreted as a calida piscina. Scanty are the remains of the lower floor on which the suspensurae stand, whilst nothing survives of the upper pavement. Due to the peculiarities of the structure and the scarcity of standing remains, it is not easy to understand the whole complex and it is even more difficult for the common visitors. Chronological data have been provided by the pottery found during the excavations, confirming an initial period of occupation between the end of the I century AD and the first half of the II century, and a final phase of abandonment in the IV century AD. Afterwards the site became part of the rural landscape, very similarly to other coastal areas of Liguria. Over the Roman ruins a small farmhouse was built, with two characteristic wells, of the type known as ‘pozzo a cicogna’: one of those is still standing and well preserved

    Le Terme del Nuotatore in Ostia Antica. Dalla stratigrafia alla ricostruzione.

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    Le Terme del Nuotatore sono divenute celebri per gli studiosi di ceramologia poiché dai contesti in esse rinvenuti prese il via una vera e propria rivoluzione che portò per la prima volta in Italia l’archeologia e la cultura materiale alla ribalta negli studi di antichistica. Artefice di tutto questo è stato Andrea Carandini che proprio in queste terme ostiensi ha fondato la sua scuola. Di qui e con lo scavo della villa romana di Settefinestre, sita nell’entroterra di Cosa, si affermò il metodo di scavo stratigrafico, anche grazie alla collaborazione di un nutrito gruppo di colleghi britannici, tra i quali mi fa piacere ricordare Simon Kay, che è oggi uno degli “ostiensi” più attivi, che tanto ha contribuito allo sviluppo delle conoscenze su Portus e sul “Trastevere ostiense”. In definitiva, intorno al nucleo degli studi su questo edificio balneare, si è costruita l’esperienza di almeno quattro generazioni di archeologi che hanno avuto la possibilità di sperimentare e portare a compimento il metodo della lettura stratigrafica in tutti i contesti in cui essa può essere declinata, dallo scavo alle murature. Le Terme del Nuotatore, oltre a essere al momento le uniche terme ostiensi di cui è stato possibile ricostruire e datare l’intera sequenza costruttiva su base stratigrafica, hanno anche un notevole interesse intrinseco, dal momento che sono integralmente note nella loro estensione originaria e che sono le più antiche tra le terme ostiensi attualmente visibili. Lo studio delle Terme del Nuotatore si presta, quindi, a offrire uno schema metodologico di riferimento molto utile per la didattica dei corsi universitari in Beni Culturali, sia del primo che del secondo ciclo, ed è per questo motivo che si è pensato di riproporre una versione abbreviata e aggiornata della edizione integrale del 2013, di comune accordo con il nostro editore Roberto Marcucci
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