48 research outputs found

    Sexual Competence in Higher Education: Global Perspective in a Multi-centric Project in the Nursing Degree

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    Sexuality is an important issue in the university careers of nursing students to ensure that they provide comprehensive care. It is necessary according to the recommendation of the World Health Organization. However, research reveals deficiencies and the need for further development. The aim of the study is to describe the perspective of teachers and students on the content of sexuality in nursing education. The project aims to analyze the attitudes and beliefs of the students about the sexuality of their patients. Furthermore, the experience and sexual lives of the future nurses, as well the teaching of sexuality content in the curriculum, will be analyzed. As for the educators, their level of knowledge about sexuality and vision of sexuality education in undergraduate nursing education will be analyzed. This study is an exploratory and descriptive study with a quantitativequalitative approach in a multi-center context. The sample is composed of students and professors of nursing courses from five universities (Portugal, Spain, Italy and United States). Questionnaires and semistructured interviews will be used for data collection. The results of the study will allow the inclusion of sexual competence in the curriculum from the beginning in higher education. This article describes the research protocol

    Neural crest derived stem cells from dental pulp and tooth-Associated stem cells for peripheral nerve regeneration

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    The peripheral nerve injuries, representing some of the most common types of traumatic lesions affecting the nervous system, are highly invalidating for the patients besides being a huge social burden. Although peripheral nervous system owns a higher regenerative capacity than does central nervous system, mostly depending on Schwann cells intervention in injury repair, several factors determine the extent of functional outcome after healing. Based on the injury type, different therapeutic approaches have been investigated so far. Nerve grafting and Schwann cell transplantation have represented the gold standard treatment for peripheral nerve injuries, however these approaches own limitations, such as scarce donor nerve availability and donor site morbidity. Cell based therapies might provide a suitable tool for peripheral nerve regeneration, in fact, the ability of different stem cell types to differentiate towards Schwann cells in combination with the use of different scaffolds have been widely investigated in animal models of peripheral nerve injuries in the last decade. Dental pulp is a promising cell source for regenerative medicine, because of the ease of isolation procedures, stem cell proliferation and multipotency abilities, which are due to the embryological origin from neural crest. In this article we review the literature concerning the application of tooth derived stem cell populations combined with different conduits to peripheral nerve injuries animal models, highlighting their regenerative contribution exerted through either glial differentiation and neuroprotective/neurotrophic effects on the host tissue

    Il Primary Nursing un modello applicato, cronaca di un'esperienza di implementazione in due Strutture Complesse ospedaliere

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    Background. L’aumentata complessità dei problemi assistenziali che connotano gli attuali contesti sanitari, richiede la necessità di sperimentare modelli di organizzazione dell’assistenza in grado di garantire un approccio sistemico alla presa in carico della persona. Questi permettono anche di avere una visione globale ed integrata del percorso di cura dall'accoglienza sino alla dimissione, e che, al tempo stesso, consentano al professionista infermiere di agire a pieno la propria professionalità, di essere riconosciuto e valorizzato (Mattila, Pitkänen et al., 2014). Il Primary Nursing (PN) comprende entrambi gli aspetti, infatti si fonda sull'attribuzione, dall'ingresso alla dimissione, di uno o più pazienti ad un infermiere Primary. Il Primary Nurse attraverso la metodologia di progettazione dell’assistenza identifica i problemi, che condivide con paziente e/o familiare, definisce obiettivi e relativi indicatori di risultato, sceglie le modalità più adatte per attuare il piano. Inoltre quando non presente si avvale della collaborazione di altri colleghi e del personale di supporto, per l’attuazione degli interventi pianificati, monitora, insieme a paziente e/o familiare, l’evoluzione verso i risultati attesi e condivide eventuali modifiche al piano di cure. Obiettivo del progetto. Implementare, con un progetto pilota, il PN nelle strutture Complesse di Medicina Oncologica e Stroke Unit, in particolare: creare una cultura condivisa sul PN ed applicare la presa in carico di paziente e/o familiare in coerenza con i principi del PN, attraverso un uso sistematico della progettazione dell’assistenza.Risultati. A circa un anno dall’avvio del progetto di implementazione PN, è possibile ritenere che, nelle due unità operative pilota, tale modalità di erogazione dell’assistenza è stata acquisita. Tutti i pazienti, entro 24-72 ore dall'ingresso, sono assegnati ad un infermiere Primary, il quale definisce in maniera sistematica il progetto di assistenza che, condivide e negozia passo dopo passo, con il paziente e/o familiare. Infermieri e coordinatori danno rimandi positivi evidenziando nello specifico la soddisfazione derivata dall'essere riconosciuti dal paziente, da una migliorata qualità della relazione e da una maggior soddisfazione professionale. Questi sono aspetti qualificanti la professionalità infermieristica, pre-figurati dalla stessa Manthey, teorica del PN, ospite d’onore al Convegno intera-aziendale che si è svolto a Reggio Emilia il 21 maggio 2016. Conclusioni. L’implementazione del PN, ha rappresentato l’occasione per dare pratica attuazione ad una modalità di erogazione dell’assistenza efficace ed altamente professionalizzante. I risultati positivi ottenuti nelle due strutture pilota, hanno rappresentato un banco di prova per la verifica di applicabilità del PN anche in altre strutture della nostra azienda oltre che avviare un cambiamento culturale nella presa in carico della persona assistita. I risultati del progetto hanno indotto la direzione delle Professioni Sanitarie a identificare il PN quale modello innovativo, organizzativo e professionale, di presa in carico del paziente da adottare in tutte le Strutture Complesse del nuovo fabbricato ospedaliero Centro Oncoematologico Reggio Emilia (CORE), che intende divenire un ospedale Magnete, cioè polo di attrazione per la didattica, la ricerca e l’assistenza

    L’influenza della cultura su percezione e trattamento del dolore

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    Obiettivi Analisi dell’influenza della cultura su espressione e gestione del dolore e dei relativi trattamenti. Metodi Studio osservazionale con somministrazione di un’intervista semi-strutturata a un gruppo di nove mediatori culturali coinvolti in un progetto ASL. Risultati Nelle zone centrali dell’Africa e in Albania, il dolore tende ad essere visto come una componente della vita che deve essere tollerata. Nei paesi nordafricani emerge una connotazione religiosa di purificazione dei peccati. Nella cultura induista esso viene considerato parte del destino che innalza la coscienza a un fine superiore. L’Est Europa segue un approccio biomedico in cui il dolore è correlato a una causa fisica. Per la medicina tradizionale cinese, la salute è il risultato di un armonico equilibrio (Yin e Yang): si parla di dolore quando viene a mancare, ma acquisisce connotazione biomedica nel contesto migratorio. Gli immigrati del Nord Africa tendono ad enfatizzare il dolore a differenza delle persone dell’Est Europa. La mediatrice cinese riferisce difficoltà legate all’utilizzo di espressioni che ne complicano la comprensione. Tendenzialmente nei pazienti africani, cinesi e albanesi emergono comportamenti più stoici, mentre gli altri paesi risultano più viscerali nell’espressione del dolore. Emerge una differenza tra quanto accade nel paese d’origine, con rilevazione di un’amplificazione dell’espressione di dolore. Altro elemento da considerare è la percezione di una necessità di acculturazione dell’espressione del dolore, per ottenere una reale presa in carico. Seppur raramente, tutti i mediatori hanno riferito di utilizzare la scala NRS, considerata semplice e affidabile. La maggior parte dei gruppi culturali sono favorevoli all’utilizzo degli antidolorifici, talvolta preceduti da trattamenti tradizionali. Nella maggior parte dei casi si fa specifico riferimento all’utilizzo di erbe o alimenti (Nord Africa) che trovano riscontro in termini di efficacia terapeutica. Gli immigrati cinesi fanno ricorso a un’ampia varietà di rimedi alternativi, anche se in numero inferiore a quanto accade nel paese di origine. Alcuni trattamenti sono correlati all’interpretazione che viene data al dolore: nella cultura indiana, se il dolore viene associato al malocchio, viene trattato con monili protettori. Gli immigrati dell’Est Europa fanno quasi esclusivo ricorso ai farmaci antidolorifici. In generale, rivolgersi ai servizi di salute, implica accettare il trattamento farmacologico. Conclusioni Nella maggior parte dei casi la cultura influenza l’interpretazione che viene data al dolore, ma se la sua gestione viene attuata in contesti culturali differenti, le credenze riguardo al trattamento e alla sua manifestazione tendono maggiormente ad adeguarsi alla cultura dominante. Con il percorso migratorio cambia la percezione del dolore che acquisisce forme di meticciato con la cultura dominante

    Wastes in nursing practice: findings from a phenomenological study [Gli sprechi nella pratica clinica infermieristica: risultati di uno studio fenomenologico]

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    BACKGROUND: the International economic crisis has challenged the sustainability of health care systems imposing reforms aimed to reduce costs and increase production efficiency. At the international level, waste reduction is considered to be the basis to ensure the heath care systems sustainability. To reduce waste and increase production efficiency is required to document the types, the extent and the level were they occur. The purpose of this paper is to document the experience of waste in nurses clinical practice. METHODS: a descriptive phenomenological study was conducted. Clinical nursing operating in different care settings of the National Heath Care Service were recruited adopting a maximum variation purposeful sampling. Data saturation was considered as the finish line for the participants recruitment. RESULTS: thirty nurses participated in the study. They were mainly female (n = 28, 93.3%) and with an average age of 41.4 \ub1 7.3 years. For nurses waste means inadequate allocation of resources. Wastes are caused by individual and organizational choices determining improper, inefficient or ineffective use of material, human or virtual heath care resources and time as well as the incorrect application of clinical pathways, the inadequate use of electricity, food, and the improper disposal of the hospital waste. Wastes generates negative emotional impact on nurses such as frustration, anger and sense of impotence. Avoidable wastes were identified. They were mainly related to the expiration date, the use and the type of drugs and materials. Also unavoidable wastes were identified and they were related to established practices to ensure patients safety and changes in treatment choices due to the clinical instability of the patients. CONCLUSION: within the limits of the qualitative approach, in this study have been identified different types of waste present in clinical practice as perceived by nurses. National Health Service policies could focus on this evidences to improve production efficiency. To involve health care professionals in the choices and their awareness to the conscious and responsible use of public resources available, would avoid linear cuts and enhancing such operators
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