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Degenerazione del sistema nigro-striatale nella Malattia di Huntington: evidenze da uno studio SPECT con FP-CIT.
La malattia di Huntington è una patologia neurodegenerativa ereditaria causata dall’espansione della tripletta CAG a livello del gene IT15 sul cromosoma 4. Il quadro clinico è caratterizzato dalla presenza di movimenti involontari coreiformi che si associano a disturbi psichiatrici e deterioramento cognitivo progressivo. Il processo neuropatologico interessa primariamente lo striato (in particolare i medium sized spiny neurons), tuttavia recenti indagini di neuroimaging morfologico e funzionale hanno evidenziato alterazioni anche a carico della corteccia cerebrale, del talamo e dell’ipotalamo, del cervelletto, dell’amigdala, dell’ippocampo e della sostanza nera. Quest’ultima riceve afferenze GABAergiche provenienti dallo striato e a sua volta invia proiezioni dopaminergiche ai neuroni striatali.
Scopo di questo studio è stato quello valutare la compromissione della sostanza nera e del sistema nigro-striatale in vivo in pazienti affetti da malattia di Huntington utilizzando SPECT con FP-CIT, ligando specifico per il trasportatore dopaminergico (DAT) presente a livello pre-sinaptico sui terminali dopaminergici. In accordo con studi precedenti, condotti con metodica PET, i risultati ottenuti mettono in evidenza una riduzione della captazione dell’FP-CIT a livello striatale e una degenerazione anche in fase precoce del sistema nigro-striatale, confermando l’ipotesi, derivata dai pochi studi neuropatologici disponibili, di una compromissione pressoché costante della sostanza nera.
Rimane da chiarire se il processo patologico sia responsabile dell’apoptosi dei neuroni pigmentati nigrali o se le alterazioni siano esclusivamente a livello dei terminali pre-sinaptici; a tale scopo RMN ad alto campo mediante sequenze apposite potrà dirimere questo quesito.
I pazienti sono stati sottoposti anche a valutazione neuropsicologica, che non ha evidenziato alcuna correlazione tra alterazione delle performance cognitive e ridotta captazione di FP-CIT a livello striatale, permettendo di escludere un ruolo del sistema nigro-striatale nella patogenesi del deterioramento cognitivo che caratterizza la malattia fin dalle fasi più precoci. L’ipotesi più probabile è che le alterazioni
cognitive siano diretta conseguenza della disfunzione del circuito fronto-striatale, dimostrata in un gran numero di studi precedenti
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