301 research outputs found

    LA COOPERAZIONE MANCATA: SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITA' DELLA PRESTAZIONE E IMPUTABILITA' DELL'INADEMPIMENTO

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    Una ricostruzione dei temi dell’inadempimento e della responsabilità contrattuale che muove dal pensiero di Emilio Betti e che pone in evidenza l’attualità del suo insegnamento a cinquant’anni dalla scomparsa. Dal ruolo assunto dalle nozioni di buona fede e di correttezza nella configurazione della fattispecie dell’inadempimento, alla funzione degli obblighi di protezione, alla critica dell’“apparente antinomia” tra gli artt. 1218 e 1176 c.c. e del concetto di impossibilità soggettiva, all’individuazione dei limiti della diligenza nell’adempimento nei diversi tipi di cooperazione dovuta, alla “relativizzazione” della nozione di impossibilità oggettiva sulla base del concreto rapporto obbligatorio e della sua fonte. Le critiche mosse da Giuseppe Osti nel 1954 appaiono il frutto di una incomprensione del pensiero bettiano, che invece è volto a contestare con decisione il principio della colpa ed a teorizzare un modello oggettivo di imputazione nel campo della responsabilità da inadempimento. Da qui l’individuazione di molteplici elementi di convergenza nel pensiero di Betti, Osti e Mengoni, che poi saranno oggetto di ricezione da parte della migliore giurisprudenza delle Sezioni Unite. Il superamento della partizione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato” induce a prospettare una disciplina unitaria dell’inadempimento che consente di applicare i principi di “vicinanza della prova” e di “presunzione della persistenza del diritto” anche in tema di adempimento inesatto. La ricostruzione dell’inadempimento sulla base del pensiero di questi esimi Autori permette di contestare un recente orientamento della Terza Sezione della Cassazione che, ponendosi in evidente contrasto con i dicta di due fondamentali decisioni delle SS.UU. (n. 13533 del 2001; n. 577 del 2008) e operando un’indebita confusione tra la struttura e la disciplina delle responsabilità contrattuale e delittuale (art. 2043 c.c.), tra inadempimento e colpa, tra causalità “giuridica” e “materiale”, accolla al creditore il rischio della causa ignota anche in tema di responsabilità contrattuale. Tale indirizzo rappresenta un regresso rispetto alla stessa giurisprudenza sulle prestazioni c.d. routinarie e, oltre a violare l’art. 1218 c.c., disattende la riforma della responsabilità sanitaria (l. n. 24 del 2017) la quale ha inteso collocare in ambito extracontrattuale la sola responsabilità dell’ausiliare del debitore, ma in ambito contrattuale la responsabilità della struttura sanitaria pubblica o privata, concedendo anzi al creditore danneggiato un’azione diretta nei riguardi dell’assicuratore del debitore

    correlating imaging parameters with molecular data an integrated approach to improve the management of breast cancer patients

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    The goal of this review is to provide an overview of the studies aimed at integrating imaging parameters with molecular biomarkers for improving breast cancer patient's diagnosis and prognosis. The use of diagnostic imaging to extract quantitative parameters related to the morphology, metabolism, and functionality of tumors, as well as their correlation with cancer tissue biomarkers is an emerging research topic. Thanks to the development of imaging biobanks and the technological tools required for extraction of imaging parameters including radiomic features, it is possible to integrate imaging markers with genetic data. This new field of study represents the evolution of radiology–pathology correlation from an anatomic–histologic level to a genetic level, which paves new interesting perspectives for breast cancer management

    Proximity to pulp and paper mills and wheezing symptoms among adolescents in North Carolina

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    Using data from the North Carolina School Asthma Survey about the respiratory health of 64,432 adolescents attending public schools in North Carolina and data provided by school employees about the environmental health conditions of the school buildings, we assessed the prevalence of daytime wheezing during the past year among students estimated to be exposed to air pollutants arising from pulp and paper mills located near the schools. Of the schools the students attended, 14% (37/266) were located within 30 miles of one or more pulp and paper mills and odor from the mills was identified by survey respondents for 9 of the 266 schools. The prevalences of daytime wheezing in smokers and nonsmokers with household cigarette smoke exposure were elevated among students attending schools located within 30 miles of a pulp and paper mill, compared to the prevalence among students attending schools located beyond 30 miles (≤10 miles, prevalence ratio (PR): 1.21, 95% confidence interval (95% CI): 0.99, 1.43; 10–≤30 miles, PR: 1.06, 95% CI: 0.96, 1.16) and among students attending schools with noticeable odor from a pulp and paper mill (PR: 1.12, 95% CI: 0.93, 1.31). These results indicate a possible association between paper mill location and wheezing symptoms among adolescents and suggest that community-based exposure to pulp and paper mill emissions may have a greater impact on smokers and individuals exposed to cigarette smoke in the home than on nonsmokers without such household exposure

    DIRITTO DELLE OBBLIGAZIONI

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    Una riscoperta della centralità del diritto delle obbligazioni, analizzato anche nella prospettiva dei rimedi e sulla base della più recente scienza giuridica, quale partizione preminente del diritto civile che racchiude in sé il contratto e il torto. La nascita e l’affermazione delle obbligazioni di sécurité, degli obblighi di protezione e di inedite tutele contrattuali “a favore” di terzi testimoniano una tendenza comune dei diritti europei ad attrarre, all’interno di una struttura complessa del rapporto obbligatorio, interessi altri rispetto alla prestazione ai quali la disciplina dell’inadempimento garantisce un più intenso livello di tutela. Così gli ulteriori istituti esaminati rappresentano dati paradigmatici sui quali costruire un diritto delle obbligazioni pensato non tanto sulla tradizionale partizione tra le fonti, quanto sulla morfologia dei rimedi e dei diversi criteri d’imputazione

    L'inadempimento

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    Una ricostruzione dei temi dell’inadempimento e della responsabilità contrattuale che, muovendo dal pensiero di Emilio Betti, pone in evidenza il contributo della migliore dottrina nella soluzione di questo difficile problema che a tutt'oggi ruota attorno alla summa divisio tra obbligazioni "di mezzi" e obbligazioni "di risultato": dal ruolo assunto dalle nozioni di buona fede e di correttezza nella configurazione della fattispecie dell’inadempimento, alla funzione degli obblighi di protezione, alla critica dell’“apparente antinomia” tra gli artt. 1218 e 1176 c.c. e del concetto di impossibilità soggettiva, all’individuazione dei limiti della diligenza nell’adempimento nei diversi tipi di cooperazione dovuta, alla “relativizzazione” della nozione di impossibilità oggettiva sulla base del concreto rapporto obbligatorio e della sua fonte. Le critiche mosse da Giuseppe Osti nel 1954 appaiono il frutto di una incomprensione del pensiero bettiano, che invece è volto a contestare con decisione il principio della colpa ed a teorizzare un modello oggettivo di imputazione nel campo della responsabilità da inadempimento. Da qui l’individuazione degli elementi di convergenza nel pensiero della più autorevole dottrina, che poi sono stati oggetto di ricezione da parte della giurisprudenza delle Sezioni Unite. Il superamento della partizione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato” induce a prospettare una disciplina unitaria dell’inadempimento che consente di applicare i principi di “prossimità o di vicinanza della prova” e di “presunzione della persistenza del diritto” anche in tema di adempimento inesatto. Così, l'interpretazione unitaria dell'art. 1453 c.c. consente di affermare che il creditore che agisce per l’adempimento, per la risoluzione e/o per il risarcimento del danno deve dare la prova della fonte contrattuale o legale del suo diritto e, se previsto, del termine di scadenza, limitandosi ad allegare l’inadempimento della controparte, mentre sarà il debitore convenuto a dover fornire la prova del fatto estintivo del rapporto obbligatorio, costituito dall’avvenuto esatto adempimento o dall'impossibilità sopravvenuta della prestazione dovuta a causa a lui non imputabile

    Occupation and three-year incidence of respiratory symptoms and lung function decline: the ARIC Study

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>Specific occupations are associated with adverse respiratory health. Inhalation exposures encountered in these jobs may place workers at risk of new-onset respiratory disease.</p> <p>Methods</p> <p>We analyzed data from 8,967 participants from the Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) study, a longitudinal cohort study. Participants included in this analysis were free of chronic cough and phlegm, wheezing, asthma, chronic bronchitis, emphysema, and other chronic lung conditions at the baseline examination, when they were aged 45-64 years. Using data collected in the baseline and first follow-up examination, we evaluated associations between occupation and the three-year incidence of cough, phlegm, wheezing, and airway obstruction and changes in forced expiratory volume in one second (FEV<sub>1</sub>) and forced vital capacity (FVC) measured by spirometry. All associations were adjusted for age, cigarettes per day, race, smoking status, and study center.</p> <p>Results</p> <p>During the approximately three-year follow-up, the percentage of participants developing chronic cough was 3%; chronic phlegm, 3%; wheezing, 3%; and airway obstruction, defined as FEV<sub>1 </sub>< lower limit of normal (LLN) and FEV<sub>1</sub>/FVC < LLN, 2%. The average annual declines in FEV<sub>1 </sub>and FVC were 56 mL and 66 mL, respectively, among men and 40 mL and 52 mL, respectively, among women. Relative to a referent category of managerial and administrative support occupations, elevated risks of new-onset chronic cough and chronic phlegm were observed for mechanics and repairers (chronic cough: RR: 1.81, 95% CI: 1.02, 3.21; chronic phlegm: RR: 2.10, 95% CI: 1.23, 3.57) and cleaning and building service workers (chronic cough: RR: 1.85, 95% CI: 1.01, 3.37; chronic phlegm: RR: 2.28, 95% CI: 1.27, 4.08). Despite the elevated risk of new-onset symptoms, employment in cleaning and building services was associated with attenuated lung function decline, particularly among men, who averaged annual declines in FEV<sub>1 </sub>and FVC of 14 mL and 23 mL, respectively, less than the declines observed in the referent population.</p> <p>Conclusions</p> <p>Employment in mechanic and repair jobs and cleaning and building service occupations are associated with increased incidence of respiratory symptoms. Specific occupations affect the respiratory health of adults without pre-existing respiratory health symptoms and conditions, though long-term health consequences of inhalation exposures in these jobs remain largely unexplored.</p

    Fatal occupational injuries among self-employed workers in North Carolina

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    Research suggests that rates of occupational injury and death may be higher among self-employed workers than in the wage and salaried population. This analysis was conducted to describe the demographic and occupational characteristics, as well as injuries, activities, and occupations of self-employed workers who are fatally injured on the job

    Race, Poverty, and Potential Exposure of Middle-School Students to Air Emissions from Confined Swine Feeding Operations

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    Previous studies suggest that airborne effluent from swine confined animal feeding operations (CAFOs) may affect the health and quality of life of adults and the prevalence of asthma symptoms among children. To investigate the extent to which public school students may be exposed to airborne effluent from swine CAFOs and to evaluate the association between schools’ demographic characteristics and swine CAFO exposures, we assessed the proximity of 226 schools to the nearest swine CAFO and conducted a survey of school employees to identify schools with noticeable livestock odor. We used publicly available information describing the enrollment of each school to assess the association between race and socioeconomic status (SES) and swine CAFO exposure. Odor from livestock was noticeable outside (n = 47, 21%) and inside (n = 19, 8%) school buildings. Schools with < 63% enrollment of white students and ≥47% of students receiving subsidized lunches at school were located closer to swine CAFOs (mean = 4.9 miles) than were the remaining schools (mean = 10.8 miles) and were more likely to be located within 3 miles of an operation than were schools with high-white/high-SES enrollment (prevalence ratio = 2.63; 95% confidence interval, 1.59–4.33). The prevalence of reported livestock odor varied with SES (low SES, 25%; high SES, 17%). These analyses indicate that the potential for in-school exposure to pollution arising from swine CAFOs in North Carolina and the environmental health risks associated with such exposures vary according to the racial and economic characteristics of enrolled students

    Microarray based analysis of an inherited terminal 3p26.3 deletion, containing only the CHL1 gene, from a normal father to his two affected children

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>terminal deletions of the distal portion of the short arm of chromosome 3 cause a rare contiguous gene disorder characterized by growth retardation, developmental delay, mental retardation, dysmorphisms, microcephaly and ptosis. The phenotype of individuals with deletions varies from normal to severe. It was suggested that a 1,5 Mb minimal terminal deletion including the two genes <it>CRBN </it>and <it>CNTN4 </it>is sufficient to cause the syndrome.</p> <p>In addition the <it>CHL1 </it>gene, mapping at 3p26.3 distally to <it>CRBN </it>and <it>CNTN4</it>, was proposed as candidate gene for a non specific mental retardation because of its high level of expression in the brain.</p> <p>Methods and Results</p> <p>we describe two affected siblings in which array-CGH analysis disclosed an identical discontinuous terminal 3p26.3 deletion spanning less than 1 Mb. The deletion was transmitted from their normal father and included only the <it>CHL1 </it>gene. The two brothers present microcephaly, light mental retardation, learning and language difficulties but not the typical phenotype manifestations described in 3p- syndrome.</p> <p>Conclusion</p> <p>a terminal 3p26.3 deletion including only the <it>CHL1 </it>gene is a very rare finding previously reported only in one family. The phenotype of the affected individuals in the two families is very similar and the deletion has been inherited from an apparently normal parent. As already described for others recurrent syndromes with variable phenotype, these findings are challenging in genetic counselling because of an evident variable penetrance.</p
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