27 research outputs found

    Information Systems Maintenance as a Participatory Practice

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    Starting from the evidences of a public welfare information system case study, the aim of this position paper is to stimulate the debate on information systems maintenance as a process entailed in different communities of practic

    Keeping Information Systems alive: participation, work and maintenance-in-use in a welfare department

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    Through the case study of a regional welfare information system, I analize how the process of keeping information systems workable and operational unfolded

    Thinning trials in lowland plantations in the Veneto Region (North-eastern Italy)

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    Thinning trials in lowland plantations in the Veneto Region (North-eastern Italy). More than 234 hectares of new plantations of lowland mixed forest have been realized in the last 20 years in the Veneto Region (North-eastern Italy). In many of these is now needed to start thinning operations, but there is a lack of experience about this topic. Aim of this work was to undertake an experimentation on different types of thinnings. The thinning trial has been performed at Bosco San Marco forest, municipality of Cessalto (Venice), in a very dense hornbeam-oak plantation aged 16. In 2010, three different thinning types were implemented on 9 hectares according to the following layout: geometrical (34% of woody mass removed), selective (15%), mixed geometrical-selective (30%), control plot. Three years later no significant differences between thinning trials in term of diametric growth, geometrical thinning excepted, were observed. These results provide a suite of solutions to the forest manager for choosing the early thinning type in high tree density condition

    Social farming as an innovative approach to promote mental health, social inclusion and community engagement

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    I fattori contestuali astratti basati sulla natura vengono riconosciuti come fondamentali per la prevenzione e la promozione della salute mentale . Le aree rurali, infatti, sono sempre più riconosciute come luogo elettivo per la promozione della salute mentale. Negli ultimi anni c'è stata un'ondata di modelli di governance ibrida con base rurale in cui enti pubblici, comunità locali e attori economici uniscono le forze per creare soluzioni di welfare innovative per facilitare le sfide finanziarie (e organizzative) affrontate dai sistemi sanitari nazionali. Utilizzando risorse agricole, come animali e piante, l'agricoltura sociale è in grado di soddisfare esigenze sociali specifiche, tra cui riabilitazione, occupazione protetta, istruzione permanentee altre attività che contribuiscono all'inclusione sociale. Allo stesso tempo, l'agricoltura sociale è in grado di rafforzare la redditività economica e sociale delle comunità rurali. Abbiamo studiato i fattori alla base delle potenzialità delle fattorie sociali per fornire programmi di inserimento lavorativo e riabilitazione per le persone con disturbi mentali. Utilizzando nuove metodologie e strumenti adeguati, abbiamo raccolto dati che indicano gli effetti positivi delle attività agricole sul funzionamento sociale dell'individuo, nonché l'impatto del networking delle aziende agricole sulla sostenibilità del sistema

    Recupero di cedui di castagno invecchiati: interventi sperimentali ed analisi delle dinamiche nel breve periodo

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    I boschi di castagno sono formazioni forestali che hanno costituito fonte importante di sussistenza alimentare ed economica delle comunità rurali montane fino alla metà del secolo scorso. In seguito alla diffusione su vasta scala di importanti patologie (cancro corticale e mal dell’inchiostro), all’inizio del secolo scorso gran parte di questi popolamenti sono stati convertiti a ceduo venendo meno il ruolo nella produzione del frutto. Negli ultimi decenni a causa di fenomeni di carattere socio-economico, unitamente alla frammentazione delle proprietà, si è assistito al venire meno delle consuetudinarie cure colturali e delle utilizzazioni di questi popolamenti cedui. L’abbandono della loro gestione porta ad un aumento dell’instabilità dei popolamenti e dei versanti, alla sostituzione del castagno con altre specie, alla perdita di usi culture e tradizioni connesse al bosco di castagno che ancora oggi vengono percepite in maniera significativa dalle popolazioni locali. Oggetto del nostro studio sono tre cedui castanili invecchiati oltre il turno consuetudinario situati nelle prealpi venete, accomunati dall’intento della proprietà (privata) di recuperarne la funzione produttiva legnosa. Per questo scopo si sono sperimentate differenti modalità di intervento selvicolturale funzionali alla sostenibilità tecnica ed economica del recupero alla produttività del castagneto (tema centrale degli interventi: favorire la rinnovazione naturale da seme). Lo studio è condotto in parcelle di monitoraggio permanente: a) Valli del Pasubio (VI) – sup.7200 m2, b) Pederobba (TV) – 8200 m2, c) Combai-Miane (TV) – 5150 m2. L’intervento selvicolturale è stato preceduto dall’analisi della struttura e composizione del bosco, acquisendo in ogni area i principali parametri dendrometrici mediante cavallettamento totale degli individui (DBH> 5 cm), individuazione del numero di polloni per ceppaia e identificazione permanente con codice numerico, rilievo delle altezze, della profondità e della proiezione a terra delle chiome. Inoltre è stata rilevata l’esatta posizione di ogni elemento al fine di produrre una mappa riportante la disposizione spaziale delle ceppaie ed un database geografico digitalizzato. Gli interventi sono stati definiti sulla base delle informazioni ricavate dall’analisi della struttura e schedulati in maniera scalare di modo che, dall’anno 2006, le ceduazioni si sono succedute alternativamente per ogni area (scalarità degli interventi nel tempo: 2006-Valli del Pasubio, 2007-Pederobba, 2008-Combai-Miane). In particolare la differenziazione nella ceduazione ha riguardato l’intensità di prelievo ed il ruolo delle matricine (specie, numero). A partire dalla seconda stagione vegetativa dopo il taglio è cominciato il monitoraggio delle dinamiche di rinnovazione (sia gamica che agamica) post-intervento. Nel breve periodo, si sono focalizzate maggiormente le analisi sulla mortalità delle ceppaie e sulla densità di rinnovazione da seme. Si sono inoltre studiate la dinamica di crescita della rinnovazione agamica di castagno e le modalità di eventuale insediamento di individui di altre specie, in passato considerate accessorie al castagno stesso. Il protocollo di monitoraggio della rinnovazione gamica si è basato su rilievo campionario della densità di semenzali e della loro altezza, con l’ausilio di aree di saggio di forma quadrangolare (2x2 m), distribuite in modalità randomizzata a coprire l’intera area. L’analisi comparata dell’intensità di ceduazione fra le aree di studio e del grado di copertura residuo del popolamento, ha posto in evidenza la prevedibile correlazione fra intensità di ceduazione e densità di rinnovazione da seme, ma si sono palesate come realmente efficaci (nei riguardi della densità di rinnovazione) anche modalità di intervento alternative rivolte al mantenimento della biodiversità, con interessanti prospettive nel medio/lungo periodo nei riguardi del miglioramento degli assortimenti ritraibili. Al termine del primo ciclo completo di monitoraggio delle aree in esame, si è potuto verificare che la mortalità delle ceppaie in seguito all’intervento è comunque compensata abbondantemente dalla rinnovazione gamica insediatasi

    Prove di diradamento in impianti di bosco planiziale della pianura veneta orientale

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    In Veneto negli ultimi 20 anni sono stati realizzati oltre 234 ettari di nuovi impianti di boschi planiziali. In molti di questi \ue8 ora necessario provvedere agli opportuni diradamenti per i quali mancano per\uf2 adeguate esperienze. Scopo del lavoro \ue8 avviare una sperimentazione di diversi tipi di diradamento. La prova \ue8 stata realizzata nel Bosco San Marco nel comune di Cessalto (VE), in un querco carpineto misto artificiale di 16 anni con copertura stracolma. Nel 2010, su di una superficie complessiva di 9 ettari sono state effettuate 3 prove di diradamento: geometrico (33% di massa asportata), libero (15%) e misto (29%) pi\uf9 un\u2019area testimone non tagliata. A tre anni dal taglio gli incrementi diametrici delle specie principali (quercia farnia e carpino bianco) non evidenziano differenze significative. Tale risultato ipotizza una offerta al selvicoltore di ampie possibilit\ue0 nella scelta del tipo di primo diradamento precoce da effettuare in simili condizioni

    Il recupero del castagneto da legno

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    Quali sono le migliori tecniche da adottare per recuperare alla produzione legnosa i cedui castanili fuori turno? Grazie alla sperimentazione svolta siamo oggi in grado di indicare le migliori condizioni per l'applicazione di buone pratiche di successo. Anche se, nel caso del castagno, la parola chiave rimane una sola: ceduazione

    Opzioni gestionali per i cedui castanili fuori turno

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    La scelta della migliore opzione gestionale per un ceduo di castagno oltre il turno consuetudinario si deve basare: sulle caratteristiche del soprassuolo, sull'analisi delle caratteristiche stazionali, sulla funzione attesa dal popolamento, sull'eventuale rischio di pericoli naturali, sulle condizioni logistiche e sul contesto sociale

    Monitoring early and carry-over signals of insect outbreaks on an Alpine Scots Pine stand using a multi-proxy approach

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    Forest monitoring is essential to understand and forecast forest dynamics in a climate-change scenario. High altitude forest stands are affected by temperature and precipitation variability but also by the increase in frequency and severity of abiotic and biotic disturbances. Attack by phytophagous insects is one of the most widespread biotic disturbance agent affecting forests, causing profound effects on carbon balance, species composition and ecosystem functioning; however, the early-warning, immediate and carry-over effects on forest productivity and dynamics are still largely unknown. In this study, we aimed to assess trees susceptibility and quantify the impact of a pine bark beetle (Ips acuminatus Gyllenhal) outbreak on Scots pine (Pinus sylvestris L.) stands in the Alps. We combined dendrochronology and remote sensing analyses. Time series of ring width (RW) were obtained from 97 living trees and 58 dead standing trees of P. sylvestris collected at three sites in the outbreak area in the Boite Valley (Eastern Dolomites). In parallel, we detected anomalies in satellite-based Normalized Difference Vegetation Index (NDVI) and Normalized Difference Water Index (NDWI) related to insect attacks and identifying past changes in photosynthetic activity across the valley. We identified outbreaks as distinctive years with reduced RW, without being directly related to climate but matching with years of parallel reduction in NDVI and NDWI. Dead trees showed a consistent growth declines prior to the outbreak occurrence and presented lower resistance, recovery, and resilience index compared to the surviving trees. All sites presented a significant increase in NDVI and NDWI after the outbreak period. Our results highlight the possibility of reconstructing the spatio-temporal dynamics of insect attacks and identify the parameters (e.g. growth resilience) that can be used to better forecast tree mortality and the recovery phase. This multi-proxy approach allows us to detect early warning signal of tree mortality, to assess the long-term effects of insect attacks on forest productivity and to define adaptive management strategies to cope with incoming climate change scenarios

    Sistemi selvicolturali per i cedui di castagno

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    Per "sistema selvicolturale" s'intende l'insieme di operazioni messe in atto per la coltura, l'utilizzazione e la messa in rinnovazione di un bosco. I sistemi selvicolturali indicati per il governo a ceduo del castagneto variano in funzione degli obiettivi specifici, ma possono essere raggruppati in due diverse categorie di selvicoltura: quella di popolamento e quella d'albero. In questo contributo ne descriviamo le principali caratteristiche, finalitĂ  e modalitĂ  d'applicazione
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