211 research outputs found

    Il buono, il brutto e il cattivo. Rappresentazione dei poveri e politiche di contrasto alla povertĂ 

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    La comunicazione si sofferma sulle rappresentazioni sociali correnti dei poveri e sul modo in cui esse entrano a far parte dei processi di targeting delle politiche sociali. Si passano in rassegna cinque tipi di politiche: criminalizzazione, dislocazione e contenimento, attivazione, neo-filantropiche, governing by number

    L'orientamento punitivo, compassionevole e pedagogico nei confronti dei poveri: forme diverse di evitamento?

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    Questo contributo si propone due obiettivi. In primo luogo, intende descrivere i tre orientamenti oggi dominanti nel campo delle politiche sociali: quello repressivo proprio delle politiche di sicurezza sociale e del welfare penale, quello paternalistico e compassionevole proprio degli approcci caritativi e quelle infantilizzante e pedagogico delle politiche di attivazione. In secondo luogo, si propone di mostrare come, a dispetto delle profonde differenze che sembrano intercorrere tra questi tre orientamenti, essi rimandano ad legame sociale tra “la collettività e i suoi poveri”. In tale aspetto esse si differenziano radicalmente da un quarto orientamento, che va acquistando sempre più forza, basato su modi di negazione del legame sociale che tendono a cristallizzarsi nel tempo dando luogo a veri e propri fenomeni di immunizzazione

    Cambiamenti nei criteri di meritevolezza e forme di intervento contro la povertĂ 

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    Nell'intervento si passano in rassegna le rappresentazioni stereotipate dei poveri in atto e i corrispondenti orientamenti di politiche social

    Approcci allo studio della povertĂ . Questioni aperte e piste di ricerca

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    Rassegna degli approcci standard e non standard nella ricerca sociologica sulla povertĂ , necessitĂ  del confronto interdisciplinare e transdisciplinare, indicazione di nuovi temi e percorsi di ricerc

    Povertà minorile: perché non bastano gli asili nido

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    L’infanzia e l’adolescenza non sono la fase della vita in cui si pongono le basi per la cristallizzazione o viceversa per il loro contrasto non solo sul piano economico ma anche a livello dello sviluppo delle capacità e della percezione di sé e delle proprie possibilità. Proprio perché l’infanzia e in generale la fase della crescita sono così importanti per la strutturazione delle disuguaglianze, contrastarle fin dai primi anni di vita è essenziale dal punto di vista della giustizia sociale e della democrazia. Ciò comporta che le risorse che incontra un bambino non possono essere lasciate solo alle possibilità e capacità genitoriali. Devono essere integrate dall’accesso a beni pubblici. A questo riguardo permangono molti aspetti critici. Gli investimenti strutturali richiedono spese di personale e spese di gestione. Anche se si raggiungesse in pieno l’obiettivo del 33% di copertura degli asili nido in modo omogeneo sul territorio restano problemi di mancanza di personale (occorrono circa 40mila educatori qualificati in più) e di copertura di costi di gestione (un bambino al nido costa circa 8mila euro l’anno)

    Poverty in Italy. Features and Drivers in a European perspective

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    The book explores the structural and cultural dimensions of poverty in Italy. Comparing Italy's regime with other European countries, it considers the interplay of conditions in the labour market, the family and welfare arrangements as caused of poverty. It provides also a preliminary refections on the impact of the COVID-19 crisis

    Social Polarisation, the Labour Market and Economic Restructuring in Europe: An Urban Perspective

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    Abstract It is frequently argued that changes in the occupational structure and labour markets of European cities have the potential to undermine social cohesion. The term 'social polarisation' has been widely employed to characterise this effect, either in a broadly descriptive manner or in line with specific hypotheses. In the first part of this article, alternative definitions are reviewed and the results of empirical research on social polarisation are summarised. Some of its limitations are discussed and its theoretical origins explored. In the second part, attention is turned to the 'mechanisms' driving change in workplaces and urban labour markets in Europe. It is argued that an accurate account of changing occupational structures and labour markets in European cities-and a balanced assessment of their consequences for social cohesion-can only be obtained by building up a complex and carefully contextualised analysis of the ways in which these 'mechanisms' interact in different cities

    Kultúra, identitás, képviselet: a szervezett munkanélküliek mozgalma Nápolyban

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    Our contribution addresses the link between struggles for “redistribution” on the one hand and struggles for “recognition” on the other hand through a case study of the movimento dei disoccupati organizzati in Naples, a grassroots organization of unemployed born in the Seventies in the historical centre of Naples. Their request has been basically the creation of jobs in public services or in urban renewal. It has been characterized by relatively high dynamics in its social composition. The actors of this movement are mostly urban unemployed, precarious workers and women employed in unskilled and unprotected jobs. Our research on the movimento is based on a overview of documentary sources and on meetings and interviews with the local actors involved. The aim is to explore whether and how the need of representation of this part of the workers is met and which relations are established with other actors (unions, political parties, institutions). Another question we address is how protest activity of this group of marginal and vulnerable workers has fostered the emergence of a "counter-narrative" capable of opposing the categories and labels attached to them
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