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Simulazioni Geant4 di muografie vulcaniche con telescopi Cherenkov
Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti nel campo della muografia vulcanica. Questa tecnica sfrutta l'elevato potere penetrante dei muoni prodotti dall'interazione dei raggi cosmici primari con l'atmosfera terrestre per ricavare informazioni sulla struttura interna degli edifici vulcanici. La muografia permette di monitorare variazioni di densità utili a determinare lo stato di attività di un vulcano e ridurre il rischio associato. La principale difficoltà nell'applicazione della tecnica è data dal rumore di fondo di cui soffrono i rivelatori comunemente utilizzati. Per migliorare il rapporto segnale-rumore sono necessarie diverse lastre schermanti di piombo e ferro che rendono il rivelatore costoso e difficile da trasportare.
Per far fronte a questi problemi, recentemente è stato proposto l'utilizzo di telescopi Cherenkov dedicati alla muografia. Questi non soffrono del rumore di fondo degli altri rivelatori e possono essere progettati con una struttura di supporto leggera e facilmente trasportabile.
Questo lavoro di tesi si propone come uno studio preliminare di fattibilità necessario per lo sviluppo dell'ottica e dell'elettronica di un telescopio Cherenkov per la muografia vulcanica. A tal fine, ho sviluppato un software di simulazione basato su Geant4, un framework dedicato all'interazione delle particelle con la materia, che simula il passaggio dei muoni atmosferici attraverso un modello di edificio vulcanico e lo strato di atmosfera che lo separa dal telescopio, e la produzione di fotoni Cherenkov. Per studiare la rivelazione di questi, ho utilizzato il simulatore del prototipo di telescopio Cherenkov di piccola dimensione ASTRI SST-2M progettato per CTA e ho implementato un metodo per ricostruire la direzione dei muoni a partire dalle immagini ottenute con il simulatore. Il modello vulcanico utilizzato si basa sulle caratteristiche del Cratere Sud-Est del Monte Etna, il quale è visibile dal sito di installazione di ASTRI
Identification of subclinical lung involvement in ACPA-positive subjects through functional assessment and serum biomarkers
Lung involvement is related to the natural history of anti-citrullinated proteins antibodies (ACPA)-positive rheumatoid arthritis (RA), both during the pathogenesis of the disease and as a
site of disease-related injury. Increasing evidence suggests that there is a subclinical, early lung involvement during the course of the disease, even before the onset of articular manifestations,
which can potentially progress to a symptomatic interstitial lung disease. To date, reliable, noninvasive markers of subclinical lung involvement are still lacking in clinical practice. The aim of this
study is to evaluate the diagnostic potential of functional assessment and serum biomarkers in the identification of subclinical lung involvement in ACPA-positive subjects. Fifty ACPA-positive
subjects with or without confirmed diagnosis of RA (2010 ARC-EULAR criteria) were consecutively enrolled. Each subject underwent clinical evaluation, pulmonary function testing (PFT) with
assessment of diffusion lung capacity for carbon monoxide (DLCO), cardiopulmonary exercise testing (CPET), surfactant protein D (SPD) serum levels dosage and high-resolution computed
tomography (HRCT) of the chest. The cohort was composed of 21 ACPA-positive subjects without arthritis (ND), 10 early (disease duration < 6 months, treatment-naïve) RA (ERA) and 17 longstanding
(disease duration < 36 months, on treatment) RA (LSRA). LSRA patients had a significantly higher frequency of overall HRCT abnormalities compared to the other groups (p = 0.001). SPD
serum levels were significantly higher in ACPA-positive subjects compared with healthy controls (158.5 ± 132.3 ng/mL vs 61.27 ± 34.11 ng/mL; p < 0.0001) and showed an increasing trend from ND
subjects to LSRD patients (p = 0.004). Patients with HRCT abnormalities showed significantly lower values of DLCO (74.19 ± 13.2% pred. vs 131.7 ± 93% pred.; p = 0.009), evidence of ventilatory
inefficiency at CPET and significantly higher SPD serum levels compared with subjects with no HRCT abnormalities (213.5 ± 157.2 ng/mL vs 117.7 ± 157.3 ng/mL; p = 0.018). Abnormal CPET
responses and higher SPD levels were also associated with specific radiological findings. Impaired DLCO and increased SPD serum levels were independently associated with the presence of HRCT
abnormalities. Subclinical lung abnormalities occur early in RA-associated autoimmunity. The presence of subclinical HRCT abnormalities is associated with several functional abnormalities and
increased SPD serum levels of SPD. Functional evaluation through PFT and CPET, together with SPD assessment, may have a diagnostic potential in ACPA-positive subjects, contributing to the
dentification of those patients to be referred to HRCT scan
The Software Architecture and development approach for the ASTRI Mini-Array gamma-ray air-Cherenkov experiment at the Observatorio del Teide
The ASTRI Mini-Array is an international collaboration led by the Italian National Institute for Astrophysics (INAF) and devoted to the imaging of atmospheric Cherenkov light for very-high gamma-ray astronomy. The project is deploying an array of 9 telescopes sensitive above 1 TeV. In this contribution, we present the architecture of the software that covers the entire life cycle of the observatory, from scheduling to remote operations and data dissemination. The high-speed networking connection available between the observatory site, at the Canary Islands, and the Data Center in Rome allows for ready data availability for stereo triggering and data processing
Equazioni di stato della materia in astrofisica
Una stella non è un sistema in "vero" equilibrio termodinamico: perde costantemente energia, non ha una composizione chimica costante nel tempo e non ha nemmeno una temperatura uniforme. Ma, in realtà , i processi atomici e sub-atomici avvengono in tempi così brevi, rispetto ai tempi caratteristici dell'evoluzione stellare, da potersi considerare sempre in equilibrio. Le reazioni termonucleari, invece, avvengono su tempi scala molto lunghi, confrontabili persino con i tempi di evoluzione stellare. Inoltre il gradiente di temperatura è dell'ordine di 1e-4 K/cm e il libero cammino medio di un fotone è circa di 1 cm, il che ci permette di assumere che ogni strato della stella sia uno strato adiabatico a temperatura uniforme.
Di conseguenza lo stato della materia negli interni stellari è in una condizione di ``quasi'' equilibrio termodinamico, cosa che ci permette di descrivere la materia attraverso le leggi della Meccanica Statistica. In particolare lo stato dei fotoni è descritto dalla Statistica di Bose-Einstein, la quale conduce alla Legge di Planck; lo stato del gas di ioni ed elettroni non degeneri è descritto dalla Statistica di Maxwell-Boltzmann; e, nel caso di degenerazione, lo stato degli elettroni è descritto dalla Statistica di Fermi-Dirac.
Nella forma più generale, l'equazione di stato dipende dalla somma dei contributi appena citati (radiazione, gas e degenerazione). Vedremo prima questi contributi singolarmente, e dopo li confronteremo tra loro, ottenendo delle relazioni che permettono di determinare quale legge descrive lo stato fisico di un plasma stellare, semplicemente conoscendone temperatura e densità . Rappresentando queste condizioni su un piano \log \rho \-- \log T possiamo descrivere lo stato del nucleo stellare come un punto, e vedere in che stato è la materia al suo interno, a seconda della zona del piano in cui ricade. È anche possibile seguire tutta l'evoluzione della stella tracciando una linea che mostra come cambia lo stato della materia nucleare nelle diverse fasi evolutive.
Infine vedremo come leggi quantistiche che operano su scala atomica e sub-atomica siano in grado di influenzare l'evoluzione di sistemi enormi come quelli stellari: infatti la degenerazione elettronica conduce ad una massa limite per oggetti completamente degeneri (in particolare per le nane bianche) detta Massa di Chandrasekhar
On the mechanics of a growing tumor
In this paper we study tumor growth within the framework of Continuum Mechanics, considering a
tumor as a specific case of a growing soft tissue. Using the notion of multiple natural configurations we
introduce a mechanical description that splits volumetric growth and mechanical response into two separate
contributions. Growth is described as an increase of the mass of the particles of the body and not as
an increase of their number. As tumor growth strongly depends upon the availability of nutrients and on
the presence of chemical signals, such as growth factors, their diffusion through the growing material is
introduced in the description. The model is then applied to describe the homogeneous growth inside a rigid
cylinder, a model mimicking the growth of a ductal carcinoma, and to the growth of a multicell spheroid
fed by a non-homogeneous diffusion of nutrients. In the latter case residual stresses are generated because
the non-uniform distribution of nutrients leads to inhomogeneous growth
The role of stress in the growth of amulticell spheroid
Rather recent experimental results demonstrate the non-negligible role of mechanical stress in the growth of a multicell spheroid. In this paper we discuss a theoretical framework for volumetric growth suitable for modeling the growth of soft tissues exhibiting the properties of a solid. After a proper kinematic decomposition, balance equations for mass, momentum and energy are discussed together with constitutive relationships. The mathematical model is then applied to avascular tumor growth. We show by numerical simulation that, under assumption of spherical symmetry, the mathematical model is able to reproduce the experimental data with a satisfying qualitative agreement