52 research outputs found

    Presentazione della ricerca

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    Lo scritto introduce la ricerca svolta per il COFIN 2002 METODOLOGIE INNOVATIVE INTEGRATE PER IL RILEVAMENTO DELL'ARCHITETTURA E DELL'AMBIENTE (Coordinatore nazionale: Mario Docci) dall'Unit\ue0 di ricerca del Politecnico di Milano coordinata dall'autore descrivendone finalit\ue0, significato, limiti

    Del disegno e del modello: rappresentazioni per il disegno industriale

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    Il testo si propone di trattare il problema della rappresentazione per il Disegno Industriale introducendo (dimostrandola) la centralit\ue0 dell'utilizzo del modello e del modello digitale come mezzi primari di figurazione e ideazione del progetto. Lo scritto vuole riprendere appunto questo tema fondamentale della rappresentazione di progetto: quello del modello come tecnica di progettazione e quindi, implicitamente, come tecnica didattica di sviluppo dell\u2019insegnamento dei metodi di progettazione. Interessa quindi non pi\uf9 semplicemente il tema del modello come maquette, ma come simulazione tenendo conto che oggi non si riferisce pi\uf9 all\u2019uso della maquette fisica, ma alla computerizzazione in fieri del modello per studiare le implicazioni delle interazioni delle parti del sistema. Le simulazioni sono generalmente itera-tive in questo sviluppo. Si sviluppa un modello, lo si simula, s\u2019impara dalla simulazione, si revisiona il mo-dello, e continua l\u2019iterazione fino a che \ue8 sviluppato un adeguato livello di comprensione. Questa qualit\ue0 \ue8 assai marginale nei modelli tradizionali, mentre rappresenta il carattere dei modelli digitali. Lo scritto \ue8 organizzato in 8 capitoli che costituiscono altrettanti risultati di ricerche e di applicazioni di concetti al campo oggetto dello scritto: 1. Delle origini del modello d\u2019architettura 2. Rappresentazioni digitali ovvero da due a tre attori 3. Dal reale al virtuale 4. Esperienza geo-metrica/esperienza percettiva 5. Del volume e della pelle 6. Una costruzione semantica dei modelli 7. Dalla rappresentazione alla prototipazione, incidentalmente dei livelli di dettaglio 8. Manualit\ue0 e immaterialit\ue0: progetti didattici per il Visual Prototyping Learnin

    Nuove tecnologie e rappresentazione dei Beni Culturali

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    La visualizzazione digitale rende attivabili tipi di indagini finora assolutamente impensabili nei campi dell\u2019archiviazione e consultazione dati (disegni, fotografie, testi, dati quantitativi), dell\u2019analisi spaziale, della verifica di progetti non realizzati, ecc. Inoltre fornisce la capacit\ue0 di lettura integrata dei vari tipi di dati e, tramite Internet, la consultazione in tempo reale di differenti archivi a partire da un unico desktop sostituendo al movimento dello studioso quello dell\u2019informazione. Infine rende banali operazioni solitamente macchinose e/o che richiedono ampio spazio fisico, come il tipico strumento dell\u2019esperto in arti visive, cio\ue8 l\u2019analisi comparativa. In questa direzione lo scritto prova ad incrociare l\u2019ipotesi di base dei dispositivi di input ed output del computing come strumenti che abilitano nuove forme della conoscenza con i tipici campi di applicazione dei beni culturali, definendo una prima approssimativa, ma significativa, indicazione degli sviluppi che certamente si verificheranno nei prossimi anni e delle loro implicazioni. Si propone quindi di passarli in rassegna seguendo una classificazione per tipologie di azione. Riesaminando nel loro complesso le innovazioni che digitale e rappresentazione digitale hanno apportato ai concetti di acquisizione, archiviazione, visualizzazione e navigazione, lo scritto fa emergere come non si tratti pi\uf9 semplicemente della disponibilit\ue0 di mezzi atti a velocizzare processi gi\ue0 codificati (l\u2019ipotesi di tutta la prima informatizzazione della rappresentazione del progetto con i sistemi CAD), ma di una vera e propria rivoluzione che riporta tutto ci\uf2 che era semplicemente valutato qualitativamente ad esserlo quantitativamente, e tutto che ci\uf2 che era campionato e numerico a divenire visivo e continuo. Alcuni casi di studio su cui ha lavorato chi scrive e nei quali si \ue9 cercato di dare applicazione pratica a quanto sopra evidenziato, sono forse la strada pi\uf9 semplice per cercare di spiegare meglio la portata di queste innovazioni e, per questo vengono descritti dettagliatamente nel testo. I casi descritti sono la digitalizzazione dei giacimenti documentali sulla vita e le opere di Andrea Palladio in quanto strumento capace di rendere la storia visibile; il 3D Virtual GIS \u201cLa Via Appia Antica\u201d, realt\ue0 virtuale come strumento di lavoro per il restauro architettonico e archeologico; il rilevamento e la restituzione di una porzione della Sala delle Cariatidi, simulazione visiva anch\u2019essa in VR come strumento per il restauro. Lo scritto permette cos\uec di arrivare a concludere come le nuove tecnologie offrono molto pi\uf9 che il semplice accesso digitale ad artefatti analogici esistenti e manifestazioni culturali di vario tipo. Mentre i mezzi analogici erano limitati a modelli conoscitivi statici e lineari (di tipo alfabetico, cronologico o geografico), il digitale permette modelli dinamici sincronici, che possono generare tutte queste alternative a richiesta. I mezzi digitali introducono quindi varie possibilit\ue0 di conoscenza dinamica, che permette restituzioni pi\uf9 sistematiche di istanze gi\ue0 presenti ed irrisolte. Il digitale apre cos\uec nuove strade alla conoscenza e a potenziali mezzi di riorganizzazione e conservazione del nostro patrimonio culturale

    Eileen Gray \u2013 Interpretazioni grafiche \u2013 Presentazione

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    Il breve saggio introduce temi e metodi del volume cercando di inquadrarne prospettive e significati. in particolare sono affrontati i temi della rielaborazione grafica a partire da modelli digitali tridimensionali. La lettura di un\u2019opera come quella della Gray introduce la necessit\ue0 di nuove notazioni: non solo una verifica sperimentale d\u2019importanti connotazioni spaziali, o di elementi come la qualit\ue0 e la quantit\ue0 della luce, ma anche la verifica percettiva dello spazio come sar\ue0 realizzato. In questa direzione le illustrazioni fanno ampio uso di sezioni prospettiche una forma rappresentativa che coniuga la metr\ueca della sezione con l\u2019iconicit\ue0 della proiezione centrale, e accanto ad esse impersonali proiezioni assonometriche. E questo \ue8 possibile sfruttando una tipica propriet\ue0 dei modelli tridimensionali digitali che consentono, da una medesima base, di ottenere al tempo stesso modi di rappresentare il mondo percettivamente e concettualmente, semplicemente variando gli attributi della scena o il mezzo di consultazione. In questo senso essi sono molto pi\uf9 potenti e versatili della tradizionale accezione con cui vengono di solito impiegati - mezzi per costruire una unica immagine finale, utile per ogni forma di lettura e sintetica di ogni interpretazione - permettendo differenti rappresentazioni, ognuna con uno scopo specifico. Si rileva infine come l\u2019autore proponga di misurare il lavoro di un designer con il metodo degli architetti, introducendo al tempo stesso un sistema oggettivo ma fortemente interpretativo. In questo senso le ricostruzioni delle architetture non realizzate di Eileen Gray esprimono la volont\ue0 di descrizione e rappresentazione di tutta una storia a noi vicina, in forma esplicita: non solo 'ri-disegno' per comprendere ma 're-interpretazione' per comunicare. Una volont\ue0 che emerge in tutta la sua forza rievocativa anche per la capacit\ue0 di evitare di essere sintesi finale, unica e immutabile, ma primo tassello di una discussione pi\uf9 ampia e complessa

    Rappresentare il progetto per superfici

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    Il testo spiega le motivozioni della necessit\ue0 dell'impiego di tecniche di modellazione digitale per superfici per il caso del progetto di Industrial Design partendo dalle sue origini storiche fino alle istanze attuali. Il testo espone anche le problematiche connesse con l'utilizzo di modellatori per superfici relative a quanto emerso negli ultimi 20 anni di impiego dall'uso per la semplice realizzazione di concept o di parti dell'oggetto finito fino all'attuale uso globale. Casi di studio sono illustrati nel campo dell'oggetto d'uso e del settore delle automobil

    Analogue to digital conversions: a new life for architectural drawings

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    Il saggio affronta il tema della digitalizzazione dei disegni di architettura illustrandone tematiche culturali, problematiche tecnologiche e infine due soluzioni per i problemi di documentazione e interpretazione dei disegni di architettura. In particolare sono illustrati dettagliatamente metodi e tecniche svilupparti e sperimentati su grandi raccolte di disegni come quelle dei giacimenti documentali palladiani del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza, della Biblioteca Cmunale dell\u2019Archiginnasio di Bologna e del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi a Firenze

    La digitalizzazione dei giacimenti documentali dell'architettura: una metodologia applicata al caso di Andrea Palladio

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    Lo scritto presenta i passi salienti del progetto di digitalizzazione relativo al progetto Palladio Digitale del Cen-tro Internazionale di Studi di Architettura (CISA) Andrea Palladio. L\u2019obiettivo del progetto \ue8 stata la raccolta, valoriz-zazione e fruibilit\ue0 dell\u2019insieme delle fonti visive che documentano l\u2019attivit\ue0 di Andrea Palladio, attraverso la digitaliz-zazione e l\u2019archiviazione di oltre 33.000 documenti

    Il disegno digitale di design

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    La creazione di una scuola di progettisti \ue8 sempre stata un\u2019impresa difficile, anche se non necessariamente secolare. Prendiamo due dei pi\uf9 fulgidi esempi di scuole d\u2019architettura del passato: l\u2019\uc9cole des Beaux-Arts si \ue8 formata ed evoluta su un lungo periodo (oltre duecento anni), tanto che ancora oggi ne esistono emanazioni dirette - seppure in forma difficilmente riconoscibile a chi se ne \ue8 fatta un\u2019idea osservando gli stati, le materie di insegnamento, le idee degli insegnanti e gli edifici che ne ospitarono gli esordi; il Bauhaus \ue8 invece vissuto solo pochi anni (poco meno di tre lustri), raggiungendo rapidamente splendore e decadenza. La contemporaneit\ue0, tuttavia, non permette altro che prendere ad esempio la seconda strada, sperando che la decadenza possa poi coincidere con una rapida rinascita, cos\uec che quelli che Bloch definiva \u201ci tempi lunghi della storia\u201d possano essere vissuti non nell\u2019estendibilit\ue0 di uno specifico modello, ma nella possibilit\ue0 di poter adattare una trama di base a differenti tipologie che si vadano a succedere nel tempo. Quando poi l\u2019istruzione superiore va ad occuparsi di un campo cos\uec mutevole nel tempo come \ue8 quello del Disegno Industriale - basti pensare che il concetto di \u2018moda\u2019 che presuppone il rapido \u2018usa e getta\u2019 ne \ue8 uno dei capisaldi -, i problemi e le incertezze sono ancora maggiori. Non si pu\uf2 nemmeno richiamare facilmente l\u2019opera dei \u2018maestri\u2019: non perch\ue9 lontani nel tempo (anzi molti di loro ancora godono di ottima salute), ma perch\ue9 il loro modo di produrre il progetto per larga parte oggi \ue8 inattuabile e cos\uec anche i risultati progettuali che si riferiscono a tecniche di realizzazione industriale e a campi di applicazione del progetto (la \u2018costruzione\u2019 dell\u2019oggetto e non la sua \u2018carterizzazione\u2019) non pi\uf9 proprie dei territori della produzione. Il saggio espone i caratteri della didattica del Disegno in questo contesto basato su otto anni di esperienza presso la facolt\ue0 del Design del Politecnico di Milano di cui lo scrivente \ue8 stato uno dei fondatori
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