6 research outputs found

    Soil management and soil water balance in a mature rainfed olive orchard

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    An experiment was performed for a 3-year period in a rainfed olive grove located in Southern Italy to evaluate the effect of different soil management techniques on Soil Water Content (SWC). The compared treatments were Sustainable System SS (non-tillage, spontaneous vegetation cover, annual recycling of pruning material) versus Conventional System CS (tillage, no pruning material recycling). Serveys on soil structure and hydrological behaviour were performed. SWC was measured by Bouyoucous blocks placed at different soil depths. Ten years of sustainable soil management increased the storage of rainfall water particularly in the deeper layers. In SS soil macroporosity was higher than CS system and homogeneously distributed along the profile, favouring the vertical water movement down to deeper horizons. In CS the occurrence of soil crusting and compacted layers hindered infiltration and percolation of raifall wate

    Olivicoltura sostenibile e gestione del suolo

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    Si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di gestione dell’oliveto, finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima basata sull’adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni: un sistema di gestione sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching) a confronto con quello convenzionale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura). La seconda volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola: acque di vegetazione (AV) e due dosi diverse di compost da sansa olearia (CS1) (CS2). CS1 ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del C organico apportato. Nel sistema sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, in quello convenzionale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all’innesco di processi di erosione incanalata e conseguenze negative sulla formazione della riserva idrica

    Olivicoltura sostenibile e gestione del suolo

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    Si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di gestione dell’oliveto, finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima basata sull’adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni: un sistema di gestione sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching) a confronto con quello convenzionale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura). La seconda volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola: acque di vegetazione (AV) e due dosi diverse di compost da sansa olearia (CS1) (CS2). CS1 ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del C organico apportato. Nel sistema sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, in quello convenzionale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all’innesco di processi di erosione incanalata e conseguenze negative sulla formazione della riserva idrica

    Gestione del suolo per una olivicoltura sostenibile

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    Nel presente lavoro si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di intervento nella gestione dell'oliveto finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima, volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola, è stata condotta in un oliveto situato in agro di Matera. I trattamenti a confronto sono: i) spandimento di Acqua di Vegetazione (AV); ii) distribuzione di Compost da Sansa olearia (CS1); iii) distribuzione di Compost da Sansa olearia in dose doppia (CS2); iv) distribuzione di Concime Organo Minerale (COM) rappresentante il controllo. Il secondo tipo di intervento si è basato sull'adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni. In un oliveto situato in agro di Ferrandina (MT), sono stati posti a confronto due sistemi di gestione: i) Aziendale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura), e ii) Sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching). A tre anni dall'inizio della prova, l'apporto di compost da sansa olearia (CS1) ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del carbonio organico apportato con effetti positivi sulla stabilità degli aggregati. Nel sistema di gestione Sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, nella gestione Aziendale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all'innesco di processi di erosione incanalata ed conseguenze negative sulla formazione di una riserva idrica negli strati più profondi

    Gestione del suolo per una olivicoltura sostenibile

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    Nel presente lavoro si riportano i risultati di una ricerca volta a valutare gli effetti di due diverse modalità di intervento nella gestione dell'oliveto finalizzate alla conservazione o al reintegro della sostanza organica (s.o.) nel terreno. La prima, volta a valutare gli effetti di differenti apporti di s.o. proveniente da sottoprodotti della filiera olivicola, è stata condotta in un oliveto situato in agro di Matera. I trattamenti a confronto sono: i) spandimento di Acqua di Vegetazione (AV); ii) distribuzione di Compost da Sansa olearia (CS1); iii) distribuzione di Compost da Sansa olearia in dose doppia (CS2); iv) distribuzione di Concime Organo Minerale (COM) rappresentante il controllo. Il secondo tipo di intervento si è basato sull'adozione di tecniche conservative alternative alle lavorazioni. In un oliveto situato in agro di Ferrandina (MT), sono stati posti a confronto due sistemi di gestione: i) Aziendale (lavorazioni superficiali, allontanamento del materiale di potatura), e ii) Sostenibile (inerbimento spontaneo, trinciatura del materiale di potatura, mulching). A tre anni dall'inizio della prova, l'apporto di compost da sansa olearia (CS1) ha fornito i migliori risultati in termini di capacità di accumulo e di umificazione del carbonio organico apportato con effetti positivi sulla stabilità degli aggregati. Nel sistema di gestione Sostenibile si è osservato un aumento di C organico totale (TOC) nello strato superficiale (0-10 cm); la macroporosità, seppure non elevata, è omogeneamente distribuita lungo il profilo. Al contrario, nella gestione Aziendale le lavorazioni hanno provocato una generale diminuzione del tenore di s.o. e la formazione di uno strato compatto a circa 10 cm di profondità; ciò, unitamente alla formazione di croste superficiali, ha contribuito all'innesco di processi di erosione incanalata ed conseguenze negative sulla formazione di una riserva idrica negli strati più profondi
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