45 research outputs found
Genetic evaluation of gestation length in Italian Holstein breed
Gestation length (GL) can potentially affect health and performance of both the dam and the newborn calf, and it is controlled by two genetic components, direct and maternal. This means that both the calf (direct effect) and the cow (maternal effect) genotypes contribute to determine GL and its variability. The aims of the present study were to estimate direct and maternal variance components of GL, develop a routine genetic evaluation of GL in Italian Holstein and evaluate potential (un)favourable associations with traits for which selection is undertaken in this population. A multiple-trait repeatability linear animal model was employed for the estimation of variance components considering GL in first and later parities as different traits. The posterior mean (PM) of heritability of the direct effect was 0.43 for first parity and 0.35 for later parities. The PM of heritability of the maternal effect was lower, being 0.08 for primiparae and 0.06 for pluriparae. The posterior standard deviation (PSD) of the heritability estimates was small, ranging from 0.001 to 0.005. The relationship of direct and maternal effects with important traits such as milk yield and fertility indicated that selecting for extreme GL, longer or shorter, may have negative consequences on several traits, suggesting that GL has an intermediate optimum in dairy cattle. In conclusion, this study reveals that selecting an intermediate GL in the Italian Holstein population is advisable. Although scarcely variable compared to other conventional traits for which Italian Holstein is selected, GL is heritable and a deeper knowledge can be useful for decision-making at the farm level
Genetic and nongenetic variation of heifer fertility in Italian Holstein cattle
Excellent fertility performance is important to maximize farmers’ profit and to reduce the number of culled animals. Although female fertility of adult cows has been included in Italian Holstein breeding objectives since 2009, little has been done to quantify genetic variation of heifer fertility characteristics so far. The aim of the present study was to estimate genetic parameters of 4 fertility traits in nulliparous Italian Holstein heifers and to develop an aggregate selection index to improve heifer fertility. Data were retrieved from the national fertility database and included information on insemination, calving, and pregnancy diagnosis dates. The investigated phenotypes (mean ± standard deviation) were age at first insemination (AFI, mo; 17.25 ± 2.89), nonreturn rate at 56 d from the first insemination (NRR56, binary; 0.78 ± 0.41), conception rate at first insemination (CR, binary; 0.61 ± 0.49), and interval from first to last insemination (IFL, d; 26.09 ± 51.85). Genetic parameters were estimated using a 4-trait animal model that included the following fixed effects: herd-year of birth and month of birth for AFI, and herd-year-season of birth and month-year of insemination for IFL, NRR56, and CR; the animal additive genetic effect (fitted to the pedigree-based relationship matrix) was considered as a random term. An aggregate index was developed from the estimated additive genetic (co)variance matrix by considering CR as the breeding goal and AFI, NRR56, and IFL as selection criteria. Heritability estimates from average covariance matrices ranged from 0.012 (CR) to 0.015 (IFL), with the exception of AFI (0.071). Conception rate at first insemination was strongly correlated with both IFL (−0.730) and NRR56 (0.668), and weakly to AFI (−0.065), and the relative emphasis placed on each selection criteria in the aggregate index was 10%, 47%, and 43% for AFI, IFL, and NRR56, respectively. The results of the present study suggest that heifer fertility should be considered as an additional trait in the breeding objectives of Italian Holstein
Misuriamo i vantaggi "reali" della genotipizzazione femminile
Fare progresso genetico implica scegliere soggetti miglioratori che, con la loro superiorit\ue0, vadano a costruire il futuro livello genetico dell\u2019azienda. Pi\uf9 alta \ue8 la media dei riproduttori selezionati sia maschi che femmine, pi\uf9 alto \ue8 il livello di miglioramento genetico atteso nella progenie. Delle 4 vie di selezione che contribuiscono al progresso genetico (la cui velocit\ue0 dipende da variabilit\ue0 genetico-additiva, intensit\ue0 di selezione, accuratezza e intervallo generazionale) due sono di pertinenza dei Centri di F.A.: Scelta Padri di Toro e Scelta Madri di Toro, mentre due sono quelle sulle quali pu\uf2 agire l\u2019allevatore direttamente in azienda e cio\ue8: Scelta dei Padri delle Vacche (i tori da usare in azienda), Scelta delle Madri delle Vacche (la scelta della rimonta). Sino ad oggi le strategie genetiche dell\u2019allevatore consistevano nell\u2019utilizzo di tutte le femmine in azienda per produrre la rimonta; oggi invece la tecnologia mette a disposizione nuovi scenari e si pu\uf2 abbinare l\u2019utilizzo del seme sessato abbinato alla genotipizzazione delle femmine
Così la genetica è spinta dai conti aziendali
Il miglioramento genetico rappresenta uno degli strumenti a disposizione degli allevatori utili a garantire la sostenibilità economica della propria attività. Migliorare geneticamente una popolazione bovina significa analizzare la situazione di mercato in cui il settore primario si trova ad agire nel presente e prevedere le sue evoluzioni negli anni a venire, in modo da individuare una serie di caratteri (fenotipi) importanti per la redditività aziendale e di conseguenza possibili oggetto di selezione. Questi fenotipi devono rispettare tre parametri: essere importanti, misurabili, ed ereditabili. Il miglioramento genetico è quindi una disciplina dinamica perchè si deve basare su previsioni dei cambiamenti futuri del mercato in cui gli allevatori si troveranno ad operare e deve fornire strumenti utili ad adeguarsi ad essi. Il tutto con notevole anticipo sui tempi, dato che i miglioramenti derivanti dalla selezione genetica sono visibili non nel breve ma nel lungo periodo in funzione dell’intervallo generazionale bovino. Questi miglioramenti sono trasmissibili di generazione in generazione e sono soprattutto cumulativi e permanenti nel tempo per cui impattano significativamente e permanentemente sulla redditività dell’allevamento: per questo, nella scelta dei caratteri da selezionare geneticamente è e sarà sempre più importante guardare non solo alle voci di guadagno derivanti dall’attività zootecnica, ma anche alle voci di spesa, con l’obiettivo di massimizzare i primi e minimizzare i secondi, riassumendo questo principio in un unico indice economico di selezione
Magnetic Properties of some Rhombohedral RE-Co Compounds
The magnetic properties and the magnetocrystalline anisotropy of the rhombohedral RECo3, RE2Co7 and RE5Co19 systems (RE = Y, Nd) have been studied. It has been evidenced that the magnetic phenomenology is qualitatively the same in the different phases. The variation in composition only has a quantitative influence
Il PFT si aggiorna: obiettivo una Frisona più sostenibile e redditizia
Il miglioramento genetico rappresenta uno degli strumenti a disposizione degli allevatori utili a garantire la sostenibilità economica della propria attività. Migliorare geneticamente una popolazione significa analizzare la situazione sociale e di mercato in cui il settore primario si trova ad agire nel presente e prevedere le sue evoluzioni negli anni a venire, in modo da individuare una serie di caratteri (fenotipi) importanti per i nostri obiettivi di miglioramento e, di conseguenza, possibili oggetto di selezione. Questi fenotipi devono rispettare 3 parametri: essere importanti, misurabili ed ereditabili. Il miglioramento genetico è quindi una disciplina dinamica proprio per la sua natura “di previsione” dei cambiamenti futuri del mercato e della società in cui gli allevatori si troveranno ad operare. I miglioramenti derivanti dalla selezione genetica sono visibili non nel breve ma nel lungo periodo, in funzione dell’intervallo generazionale bovino. Tuttavia, questi miglioramenti sono trasmissibili di generazione in generazione e sono soprattutto cumulativi e permanenti nel tempo. Abbiamo parlato, non a caso, di evoluzione della società: oggi più che mai le nuove normative e le Associazioni dei consumatori chiedono che l’allevamento da latte sia sempre più sostenibile, attento al benessere animale e con minore impatto ambientale. Si tratta quindi di “ricercare” un interesse comune tra produttore e consumatore: selezionare per una Frisona che sia più efficiente (più reddito per l’allevatore), con minore impatto ambientale e minore uso di farmaci
Phenomenological analysis of the magnetocrystalline anisotropy of the Co sublattice in some rhombohedral and hexagonal intermetallic structures derived from the CaCu5 unit cell
A comparative study of the saturation magnetization, Curie temperature, and magnetocrystalline anisotropy in several rhombohedral and hexagonal Y‐Co compounds was done. The considered phases YCo3, Y2Co7, Y5Co19 (rhombohedrals), YCo5+z, and Y2Co17 (hexagonals) are all derived from the hexagonal CaCu5 unit. The variation of the magnetic properties in the different compounds was found to be strongly correlated to the cobalt content. In particular the Co sublattice anisotropy varies linearly with the Co content in the phases, while it seems to be not affected by structural changes (rhombohedral‐hexagonal). The highest anisotropy of Co was found in YCo5, every modification of the CaCu5 cell resulting in a weakening of the overall axial anisotropy. An evaluation of the strength of the Co anisotropy in the 2c, 3g, and dumbbell sites was done using a phenomenological model