20 research outputs found

    Lo strumentario podologico nella mascalcia medievale. Testi e iconografia

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    Cette contribution examine les instruments chirurgicaux utilisés par les vétérinaires médiévaux pour les soins du pied dans la pratique quotidienne. Les sources littéraires fournissent des informations sur le choix des instruments, leur nomenclature et leur usage, tandis que les sources iconographiques permettent une reconstruction critique de l’usage de l’outil et de ses caractéristiques techniques. L’objectif est de rendre compte des traitements effectifs des soins du pied à l’époque médiévale.In the context of clinical surgery of veterinary medicine, medieval podiatry played a key role both for disease incidence and for evolution, and therefore the success, of therapeutic treatments. The paper aims to investigate the surgical instruments used by the medieval veterinarian for his daily activities in the field of podiatry. To do this, the authors use both documentary and iconographic sources putting them in parallel. The first provides information on the choice of instruments, their nomenclature and their usage, and the analysis of iconographic sources allows the critical reconstruction of the actual instruments favoring a concrete visualization of both the technical characteristics of the instrument and of its use. The final objective is a critical evaluation of the effectiveness of podological practice of the time

    Gestione della sicurezza alimentare 4.0

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    Il mondo delle imprese sta attraversando quella che viene definita la “quarta rivoluzione industriale” o “Smart Manufacturing” che prevede un’applicazione estesa delle nuove tecnologie e l’utilizzo di impianti e sistemi digitalizzati e connessi in rete per il miglioramento dei modelli e degli output produttivi. Il nuovo modello di sviluppo è ispirato al concetto di fabbrica “intelligente” che basa sulla tecnologia, su dispositivi che comunicano tra di loro e sullo scambio attivo di dati l’organizzazione e la gestione dei processi produttivi. Questo processo ha coinvolto anche il settore alimentare e, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha lanciato il Piano Nazionale Industria (PNI) 4.0 2017-2020 con cui intende favorire gli investimenti in tecnologie digitali e innovazione, il 60% delle aziende ha investito in innovazione. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di applicare la tecnologia informatica a supporto dei sistemi di gestione dell’Autocontrollo aziendale ai fini della sicurezza alimentare. È stato effettuato uno studio sull’attuale sistema di Autocontrollo aziendale in piccole e medie imprese di produzione e distribuzione alimentare al fine di rilevarne le modalità di applicazione e gestione. Parallelamente è stato sviluppato un modello di gestione informatizzato, “Safeaty Control Management" (SCM), basato sui programmi di prerequisiti (PRP) in accordo con la comunicazione della Commissione europea (2016/C 278/01) relativa all’attuazione dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare e con la norma ISO 22000:2005. La piattaforma SCM, è realizzata su architettura multi layer client-server, in particolare: - lo strato di backend è sviluppato con tecnologia Java 2 Enterprise Edition (J2EE) e si occupa della logica di business e persistenza dati su database Postgres. - lo strato di frontend è sviluppato su framework AngularJS, e si occupa prettamente della logica inerente la raccolta e visualizzazione dati, oltre che la gestione degli aspetti di Graphical User Interface (GUI). Il SCM è un sistema informatizzato ed interattivo che permette di creare e amministrare tutte le informazioni necessarie allo sviluppo e alla gestione del sistema di sicurezza alimentare. La piattaforma è scalabile ed attraverso l’utilizzo del cloud computing permette la connessione di numerosi e differenti devices con accessi e informazioni personalizzate in funzione delle diverse mansioni degli operatori del settore alimentare. Inoltre è stata realizzata una scheda “cruscotto” che permette la gestione centralizzata di più realtà produttive Lo sviluppo e la realizzazione del SCM rientrano appieno negli obbiettivi del PNI 4.0 quale strumento di miglioramento per il sistema di gestione dell’Autocontrollo Aziendale, andandone a superare alcune delle problematiche rilevate dallo studio quali: difformità, scarsa personalizzazione, Il SCM rappresenta uno strumento di dematerializzazione e di customizzazione aziendale dei piani di sicurezza alimentare e favorisce la gestione e l’archiviazione dei dati. Inoltre, la possibilità di condividere in modo controllato i dati e le non conformità aziendali all’interno di un sistema definito di utilizzatori, favorisce la partecipazione aziendale al sistema di sicurezza alimentare

    Rischi e criticità correlati al ritrovamento in commercio di specie aliene vive non autorizzate sul territorio italiano: granchio cinese (Eriocheir sinensis )

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    Eriocheir sinensis, Granchio cinese, (DM n°19105 del 22 settembre 2017) o Chinese Mitten Crab è una specie catadroma appartenente alla famiglia Varunidae, originaria di aree fluviali ed estuarine del Nord e Sud Est della Cina e della Corea. A livello Europeo, E. sinensis è ampiamente diffuso nei principali bacini idrici del Centro e Nord Europa e, dal 2016, è inserito nella lista delle specie invasive di rilevanza unionale sottoposte a misure di confinamento ed eradicazione che includono il divieto di allevamento, transito ed immissione sul mercato di esemplari vivi (Reg UE n. 1143/2014). Il Granchio cinese può rappresentare un pericolo significativo per l’ecosistema locale e per il biota autoctono oltre a concorrere alla comparsa di fenomeni di dissesto idrogeologico conseguenti all’intensa attività di scavo ed erosione degli argini fluviali. Il presente studio, sviluppato a seguito del sequestro di una partita di E. sinensis nell’ambito dell’attività di vigilanza e controllo dell’autorità competente, ha avuto lo scopo di analizzare i rischi sanitari ed ambientali correlati all’introduzione della specie sul territorio nazionale e all’individuazione di possibili canali di importazione non autorizzata al fine di definire criticità ed azioni preventive. Il primo ritrovamento di 5 kg di esemplari vivi di E. sinensis è stato registrato in sede di controllo ufficiale da parte dell’UFS sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’ASL Toscana centro presso un esercizio di ristorazione etnica. Gli esemplari sono stati sottoposti a sequestro, fotografati, identificati morfologicamente, e sottoposti ad eutanasia e distruzione conformemente ai requisiti europei in materia di benessere e gestione dei sottoprodotti di origine animale. I dati relativi alla presenza di E. sinensis in Italia sono pochi e collegati a singoli soggetti catturati accidentalmente. Il commercio di esemplari di E. sinensis vivi potrebbe essere collegato alla richiesta da parte di ristoranti etnici presenti sul territorio in quanto questo granchio è una specialità tipica della cucina asiatica. Dal punto di vista igienico sanitario i pericoli associati al consumo di questo granchio sono prevalentemente di carattere biologico e chimico. Tra i pericoli biologici è da sottolineare quello parassitario in quanto ospite intermedio di Paragonimus westermani, tuttavia il consumo tipicamente cotto è un metodo efficace di prevenzione. Al contrario, rischi chimici derivanti da bioaccumulo di metalli pesanti e contaminanti organici non possono essere controllati tramite la cottura e sono collegati all’origine del prodotto. L’analisi sull’origine ha evidenziato l’esistenza di centri di raccolta intraeuropei e canali di vendita online potenzialmente utilizzabili per la commercializzazione di esemplari vivi. Lo studio quindi, ha portato alla luce una criticità finora non valutata che deve essere attentamente definita sia in termini di sicurezza alimentare che ambientale. Si richiede una specifica valutazione del rischio associato alla vendita di esemplari non controllati o provenienti da aree di cattura con elevata contaminazione ambientale ed un approfondimento finalizzato alla definizione di piani di monitoraggio delle potenziali vie di ingresso della specie e a monte. In questo contesto, risulta fondamentale la comunicazione del rischio, non solo a livello delle autorità competenti di settore, ma anche a livello dei consumatori

    Serum albumin fragmentation in end-stage renal disease patients - a pilot study

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    BACKGROUND: The goal of this study was to detect modification in the expression of plasma proteins and/or post-translational modifications of their structure in patients with end stage renal disease. METHODS: Serum samples from 19 adult patients treated by maintenance hemodialysis (MHD) were analyzed in comparison to sera from six healthy controls using sodium dodecylsulfate-polyacrylamide gel electrophoresis (SDS-PAGE) and two-dimensional electrophoresis (2DE). Spots of interest were identified by mass spectrometry analysis. In addition, the 2DE maps were incubated with a human anti-albumin polyclonal antibody. RESULTS: SDS-PAGE gels, 2DE maps and matrix-assisted laser desorption/ionization time of flight analysis indicated over-expression of low-molecular weight proteins (LMWP) in sera from patients. Unexpectedly, another 15 spots with estimated M(r) of 12.5-29 kDa from the 2DE maps of six patients were identified as fragments of albumin. 2D immunoblotting of sera from 12 other patients detected numerous albumin fragments. CONCLUSIONS: These results indicate that in addition to increased expression of LMWP, a relevant amount of albumin fragments are detectable in the serum of patients undergoing MHD. Uremia appears to facilitate the fragmentation of albumin and/or the retention of albumin fragments in blood

    Proteome analysis of bronchoalveolar lavage in individuals from Metsovo, nonoccupationally exposed to asbestos.

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    Inhabitants of Metsovo, NW Greece, have been exposed to an asbestos whitewash, resulting in malignant pleural mesothelioma (MPM) and pleural calcifications (PCs). Interestingly, those with PCs (PC+) are less prone to MPM. They also have lymphocytic alveolitis, and differences in bronchoalveolar lavage (BAL) proteins, compared with those without pleural calcifications (PC-). This may mean a different response to the fiber leading to different susceptibility to neoplasia. To further evaluate this, a proteomic analysis of BAL proteins was performed. Proteomic analysis (2D-electrophoresis/Mass Spectrometry) of BAL in Metsovites nonoccupationally exposed to asbestos revealed increased albumin fragments, R1-antitrypsin, S100-A9 and HSP27, suggesting ongoing inflammation. In those without pleural calcifications, increased expression of acid ceramidase, glutathione-S-transferase and presence of calcyphosin, all involved in cell cycle regulation and death as well as in the detoxification of mutagenic and toxic agents, lend further support to our thesis of possible “protection against neoplasia” in Metsovites with pleural calcifications
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