20 research outputs found

    Deglobalizzazione o slowbalisation?

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    La crisi finanziaria globale del 2008, i recenti shock legati alla pandemia e alla guerra in Ucraina hanno rappresentato un forte ostacolo al processo di globalizzazione, facendo sì che nel dibattito pubblico si iniziasse a parlare di deglobalizzazione. L’analisi di alcune statistiche – in particolare il commercio di beni e servizi, i flussi di Investimenti Diretti Esteri e lo stock di attività/passività finanziarie estere – mostra che la realtà è più complessa di quel che sembra: più che verso l’inizio della deglobalizzazione, il mondo sembra avviato a una condizione di slowbalisation. Tuttavia, queste statistiche non sono in grado di catturare le fragilità dovute all’iperglobalizzazione: il conflitto tra Russia e Ucraina è solo l’ultimo esempio di perturbazioni che hanno creato forti disagi lungo le Global Value Chains evidenziandone la scarsa resilienza di fronte agli shock. Di qui la necessità di soluzioni alternative, finalizzate a rilocalizzare la produzione in aree geografiche limitrofe (nearshoring), in Paesi politicamente “vicini” (friendshoring) o entro i confini nazionali (backshoring). Resta però da capire se si tratti di soluzioni praticabili alla luce della transizione ecologica in atto

    Materie Prime Critiche in UE. A Che Punto Siamo?

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    Il conflitto russo-ucraino e la precedente emergenza pandemica hanno messo in evidenza diverse criticità nell’approvvigionamento di semilavorati e materie prime. Le materie prime critiche (MPC) sono materiali impiegati per la realizzazione di prodotti tecnologicamente avanzati, fondamentali per la transizione ecologica e l’indipendenza energetica in un’economia decarbonizzata, forniti per lo più da Paesi potenzialmente forieri di instabilità per motivi di carattere geopolitico. Si stima che la domanda futura espressa dall’UE di MPC come cobalto, grafite, nichel, rame e titanio possa crescere in modo esponenziale nei prossimi decenni. D’altro canto, l’offerta potrebbe non soddisfare adeguatamente tali richieste, soprattutto in UE, dove la maggior parte delle MPC sono importate. Nei primi mesi del 2023 la Commissione europea ha avanzato una proposta di regolamento per le MPC fissando degli obiettivi per ridurre la dipendenza europea dall’estero, che appaiono difficilmente perseguibili entro il 2030. In modo per certi versi analogo, anche l’Italia risulta in ritardo avendo stabilito formalmente delle strategie, che non sono state ancora avviate. Di conseguenza, appare seriamente a rischio il proposito di coniugare gli obiettivi di sostenibilità ambientale con quelli di sicurezza energetica
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