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    Low-dose oral imatinib in the treatment of systemic sclerosis interstitial lung disease unresponsive to cyclophosphamide: a phase II pilot study

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    Introduction: Pulmonary involvement represents a major cause of death of systemic sclerosis (SSc) patients. Recent data suggest that tyrosine kinase inhibitors, such as imatinib, may be a therapeutic option for SSc patients. However, preliminary published clinical trials were inconclusive about imatinib efficacy and showed side effects. The purpose of this study was to verify efficacy and tolerability of low-dose imatinib on interstitial lung disease in a cohort of SSc patients unresponsive to cyclophosphamide therapy.Methods: Thirty consecutive SSc patients with active pulmonary involvement, unresponsive to cyclophosphamide, were treated with imatinib 200 mg/day for 6 months followed by a 6-month follow-up. A "good response" was defined as an increase of forced vital capacity (FVC) by more of 15% and/or increase of diffusing capacity of carbon monoxide (DLCO) > 15% and PaO2 > 90% of initial value and high-resolution computed tomography (HRCT)-scan pattern unchanged or improved.Results: Twenty-six patients completed the study. Three patients died and one patient was lost to follow-up. Four patients (15.32%) had a good response, 7 worsened and 15 had a stabilized lung disease. Overall, 19 (73.07%) patients had an improved or stabilized lung disease. After a 6-month follow-up, 12 (54.5%) of the 22 patients showed an improved or stabilized lung disease.Conclusions: Lung function was stabilized in a large proportion of patients unresponsive to cyclophosphamide therapy and a beneficial outcome emerged from the analysis of HRCT lung scans. There was no significant improvement of skin involvement, and the low dose was well tolerated. These data provide useful suggestions to design future randomized clinical trials for SSc therapeutics

    Crioglobulinemia HCV-correlata: aspetti clinici e sierologici

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    La crioglobulinemia mista (CM) è una vasculite dei piccoli vasi associata a infezione da virus dell'epatite C. In questa tesi sono stati esaminati 100 pazienti affetti da CM seguiti presso la Reumatologia e la Immuno-Allergologia dell'Università di Pisa. La porpora rappresenta il segno d’esordio più frequente assieme alle artralgie e all’astenia, configurando la classica triade nella metà dei pazienti. In 70% dei pazienti è presente interessamento epatico e nel 65% dei casi interessamento del sistema nervoso periferico, clinicamente evidente con parestesie agli arti e documentato dalla compromissione della velocità di conduzione del nervo. In 22 pazienti si riscontra interessamento renale, con valori di creatininemia e proteinuria nelle 24 ore alterati; in 4 casi sottoposti a biopsia renale è stata riscontrata una glomerulonefrite membrano-proliferativa. La sindrome sicca si presenta in una buona percentuale (46%) di pazienti mentre il fenomeno di Raynaud è più scarsamente rappresentato (23%). Da un punto di vista sierologico, la totalità dei pazienti presenta positività del fattore reumatoide e marcata riduzione della componente C4 del complemento. È stata recentemente descritta la presenza nei soggetti con CM di una nuova specificità anticorpale, gli anticorpi anti-alfa enolasi. Abbiamo misurato gli anticorpi anti-alfa enolasi nei sieri di 22 dei 100 pazienti mediante immunoblot su un estratto di rene umano e su enolasi ricombinante. Complessivamente sono risultati positivi 10/22 sieri (1 con entrambe le enolasi, 4 solo su enolasi da rene, 5 solo su enolasi ricombinante). In 6/22 pazienti era presente interessamento renale; 4/6 pazienti hanno anticorpi anti-alfa enolasi. Questi anticorpi sono presenti in 6 dei 16 senza interessamento renale. Di interesse appare anche la possibile associazione con forme linfoproliferative: 3/22 pazienti sono affetti da linfoma e tutti hanno anticorpi anti-alfa enolasi. Questi autoanticorpi possono quindi costituire un utile marker nel follow-up di pazienti affetti da CM
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