110 research outputs found

    Impact of zeolite from coal fly ash on soil hydrophysical properties and plant growth

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    Zeolites can be extensively employed in agricultural activities because they improve soil properties such as infiltration rates, saturated hydraulic conductivity, water holding capacity, and cation exchange capacity. Natural and synthetic zeolites can efficiently hold water. Zeolites are also believed to have the ability to lose and gain water reversibly, without changing their crystal structure. In the present study, several laboratory tests were carried out using: (i) zeolite synthesized from coal fly ash (a waste product from burning coal in thermoelectric power plants), (ii) a silty loam soil, typically found in Southern Italy, and (iii) sunflower as a reference plant. The selected soil was amended with different percentages of zeolite (1, 2, 5, and 10%) and the effects of the synthetic mineral addition on the hydrophysical properties of the soil and plant growth were evaluated. The results indicated that soil–zeolite mixtures retained water more efficiently by pore radius modification. However, this causes a variation in the range of plant-available water towards higher soil humidity values, as the amount of added zeolite increases. These data confirm that zeolite addition modifies the selected hydrophysical properties of the soil with the effect of decreasing the soil drainage capacity, making the soil less habitable for plant growt

    Use of plant growth promoting bacteria (PGDB) for promoting tomato growth and its evaluation as biological control agent.

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    The plant growth promoting effect of some bacteria usable to control plant diseases has a potential for resolving technical problems of plant production. The effects of Burkholderia gladioli pv. agaricicola ICMP11096 on development of tomato seedlings development and control of their infection by Fusarium oxysporum and Sclerotinia sclerotiorum were evaluated in the present study. Bacterized plants showed a higher shoot and root weight and a more extended root system in terms of total length and root density than non-bacterized plants. The bacter-izing treatments gave rise to significant reduction of disease symptoms such as leaf wilting induced by F. oxysporum infection and/or root ne-crosis and leaf yellowing by S. sclerotiorum. The potential use of Burkholderia gladioli pv. agaricicola ICMP11096 in biocontrol of fungal patho-gens and to enhance seedling growth parameters is underlined as a tool to achieve a high commercial quality of nursery tomato plants

    Low CO2 does not remove diffusional limitation to photosynthesis in salt stressed tomato during omotic phase

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    Salinity is one of the main environmental stress for crops such as tomato which is widely spread in the Mediterranean region. It is now widely considered that in plant adaptation to salts, the time scale of the response is essential. During the initial phase of response to salinity, when the osmotic effect predominates, plant response to salts is regulated by hormones, and between them abscisic acid plays a crucial role. We showed that on tomato crops during the first phase (osmotic one) low CO2 conditioning treatment before photosynthetic response to carbon dioxide concentration (A–Ci curve) is not applicable because diffusional limitations to photosynthesis is not removed by low CO2 air concentration. Conditioning at low CO2 is not sufficient to remove diffusional limitation of photosynthesis in salt stressed tomatoes during osmotic phase

    Risposta fisiologica del sorgo da carta e del girasole allo stress salino

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    Si riportano i risultati di una ricerca condotta allo scopo di studiare gli scambi gassosi, le relazioni idriche e ioniche e l’accrescimento del sorgo da carta e del girasole in risposta allo stress salino. La prova è stata condotta sia in vaso che in pieno campo sottoponendo la due specie a livelli crescenti di salinità, ottenuti irrigando con acqua che presentava un ampio range di conducibilità elettrica compresa tra 0,39 e 20 dS m-1. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza una significativa riduzione del tasso assimilativo all’aumentare della conducibilità elettrica dell’estratto saturo del suolo. La riduzione della fotosintesi misurata in risposta allo stress salino è risultata più che proporzionale rispetto al calo della traspirazione, e ciò ha comportato una riduzione dell’efficienza nell’uso dell’acqua sia a livello fogliare che di intera pianta. Tra i fattori di inibizione dell’attività fotosintetica, quelli di natura non stomatica hanno influito in modo determinante. Più in particolare, dall’analisi delle curve di risposta dell’assimilazione alla concentrazione intercellulare di CO2 è stata dedotta una riduzione dell’attività dell’enzima ribulosio 1-5 difosfato carbossilasi al crescere della salinità. In condizioni estreme di stress, misure di fluorescenza della clorofilla nel girasole hanno rilevato anche un rallentamento del trasporto elettronico a livello dei fotosistemi. L’accumulo dei sali nella rizosfera ha indotto una riduzione dello stato idrico dei tessuti vegetali in buona parte associata alla riduzione del potenziale osmotico. La concentrazione ionica fogliare, evidentemente correlata ai valori del potenziale osmotico, ha tuttavia mostrato una distribuzione discontinua tra foglie vecchie e giovani in linea con l’attitudine della pianta a preservare le foglie più giovani e più attive nei processi di sintesi da un accumulo degli ioni fino a concentrazioni tossiche

    Irrigazione e pacciamatura in coltura di melone: II consumi idrici e risposta produttiva.

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    La ricerca è stata condotta allo scopo di studiare l’interazione tra epoca di trapianto, tecnica di pacciamatura e regime irriguo di una coltura di melone in pieno campo. Il melone, pacciamato e non, è stato trapiantato in due epoche differenti (una anticipata e l’altra di tradizionale coltivazione) ed è stato sottoposto a tre regimi irrigui: testimone irrigato solo al trapianto, irrigazioni di soccorso nelle fenofasi critiche e restituzione del 100% dell’evapotraspirazione massima della coltura (ETc). Durante il ciclo colturale sono stati determinati i consumi idrici e alla raccolta sono stati rilevati: la produzione commerciabile e le sue componenti. Nella tesi irrigata su base fisiologica ed in quella irrigata restituendo il 100% dell’ETc, sia pacciamata che non pacciamata, i volumi irrigui sono risultati contenuti nella seconda epoca di trapianto rispetto alla prima. L’anticipo di trapianto se da un lato ha comportato un risparmio irriguo nelle prime fasi del ciclo, grazie alle ultime precipitazioni di fine inverno-inizio primavera, dall’altro lato, prolungando il ciclo colturale ha di fatto richiesto una maggiore quantità di acqua irrigua rispetto al trapianto in epoca ordinaria. Nella tesi pacciamata si è distribuito un minore quantitativo di acqua rispetto alla coltura non pacciamata, con un risparmio nel consumo idrico totale di circa 400 m3 ha-1 rispetto alla tesi più irrigata, in entrambe le epoche. La produzione totale è risultata positivamente influenzata dal regime irriguo, passando dalle 48.7 t ha-1 della tesi più irrigata, alle 25.7 t ha-1 della tesi irrigata su base fisiologica e alle 12.1 t ha-1 del testimone. Maggiori produzioni sono state realizzate nell’epoca di trapianto anticipata rispetto alla tradizionale solo nella tesi con irrigazioni di soccorso nelle fenofasi critiche. E’ conveniente anticipare l’epoca di trapianto solo nel caso in cui le limitate disponibilità idriche impongano un regime irriguo di soccorso. In queste circostanze risulta conveniente anche la tecnica della pacciamatura. Nel caso in cui le disponibilità idriche permettano un totale reintegro è opportuno effettuare il trapianto in epoca ordinaria evitando l’uso del film plastico
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