14 research outputs found

    Immagini High Resolution per il rilievo delle architetture illusorie

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    Lo studio presentato affronta il problema del rilievo delle quadrature piane attraverso la produzione di immagini High Res realizzate con tecniche di costruzione di immagini panoramiche. Le immagini High Res restituiscono il dipinto ad una risoluzione molto alta e misurabile, rivelando dettagli non sempre visibili se non ad una osservazione molto ravvicinata. Si propone pertanto un metodo di acquisizione che vuole essere un contributo alla costruzione di uno standard condiviso finalizzato alla formazione di un repertorio di immagini di rilievo per lo studio e la catalogazione delle opere di questo vasto patrimoni

    Immagini High Resolution per il rilievo delle architetture illusorie

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    Lo studio presentato affronta il problema del rilievo delle quadrature piane attraverso la produzione di immagini High Res realizzate con tecniche di costruzione di immagini panoramiche. Le immagini High Res restituiscono il dipinto ad una risoluzione molto alta e misurabile, rivelando dettagli non sempre visibili se non ad una osservazione molto ravvicinata. Si propone pertanto un metodo di acquisizione che vuole essere un contributo alla costruzione di uno standard condiviso finalizzato alla formazione di un repertorio di immagini di rilievo per lo studio e la catalogazione delle opere di questo vasto patrimonio

    FATTORI DI RISCHIO PERINATALI, SOCIO-ECONOMICI ED INFETTIVI PER LA MALATTIA CELIACHIA: UNO STUDIO DI COORTE DI NASCITA ATTRAVERSO RECORD-LINKAGE DI FLUSSI INFORMATIVI CORRENTI.

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    Introduzione La malattia celiaca (MC) \ue8 un'enteropatia autoimmune permanente scatenata dall'ingestione della frazione proteica del glutine del glutine. La MC \ue8 diagnosticata attraverso il riscontro istologico delle lesioni della mucosa duodenale (atrofia dei villi). Mentre fattori genetici sono condizione necessaria per lo sviluppo della MC e l'assunzione di glutine nei primi mesi di vita potrebbe in parte spiegare differenze nella sua occorrenza, altri fattori di rischio sono stati indagati con risultati spesso inconsistenti (Tack 2010). Obiettivi Identificare fattori di rischio perinatali, socio-demografici ed infettivi per la MC ed identificare sottogruppi a pi\uf9 alto rischio attraverso uno studio di coorte di nuovi nati seguiti per 23 anni di follow-up. Metodi E' stata costituita una coorte di nati dal 1989 al 2012 nella Regione Friuli Venezia Giulia attraverso certificati di assistenza al parto (CEDAP) che contengono informazioni socio-economiche, relative al parto ed al neonato, e successivamente linkati con id anonimo a diverse fonti amministrative correnti. I casi incidenti di MC sono stati identificati attraverso referti patologici di atrofia dei villi , ricoveri in tutte le diagnosi (ICD IX 5790) ed ET per MC (I0060). Sono stati identificati ricoveri per malattie infettive e consumo di farmaci antibiotici (ATC: J01*) nel primo anno di vita. Sono stati inclusi neonati con almeno 1 anno di follow-up. Sono stati calcolati incident rate ratio (IRR) per ciascun fattore di rischio utilizzando modelli multivariati di Poisson per identificare possibili fattori di rischio aggiustati per genere ed anno di nascita del neonato. Risultati Sono stati identificati 1,227 soggetti con almeno una diagnosi di MC (di cui 866 con referto istologico) e 202,330 senza MC (tot 29,369,750 mesi persona). Dalle analisi sono emersi alcuni fattori associati all'insorgenza di MC, in particolare il genere femminile: IRR 1.69 (1.51-1.89); il basso peso alla nascita: IRR 1.23 (0.98-1.54); il livello di istruzione superiore (vs elementare/media) della madre: IRR 1.24 (1.10-1.40); ed universitario del padre: IRR 1.36 (1.14-1.61). Al contrario, altri fattori di rischio perinatali come presenza parit\ue0, parti gemellari, parto cesareo, punteggio Apgar non sono risultati associati alla MC. L'aver avuto almeno un ricovero per malattie infettive \ue8 risultato fattore di rischio per successiva diagnosi di MC: IRR 1.39 (1.01-1.92), come l'assunzione di farmaci antibiotici: IRR: 1.24 (1.07-1.43), per la quale \ue8 stato evidenziato un effetto dose risposta (p-trend<0.01). I risultati rimangono simili restringendo i casi di MC a quelli con referto istologico. Conclusione Lo studio ha identificato alcuni fattori di rischio ambientali perinatali o dei primi mesi di vita per insorgenza di MC. In particolare il consumo di antibiotici, supportato da un effetto dose-risposta, e precedenti gastroenteriti batteriche possono giocare un ruolo nello sviluppo precoce di MC attraverso alterazioni della mucosa intestinale. L'effetto \ue2\u20ac\u2dcprotettivo' del livello socio-economico, possibilmente dovuto ad altri fattori di rischio legati allo sviluppo della malattia deve essere ulteriormente investigato

    The reliability of hospital and pharmaceutical data to assess prevalent cases of chronic obstructive pulmonary disease.

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    Identifying chronic obstructive disease (COPD) cases is required to estimate COPD prevalence, to enroll COPD cohorts and to estimate air pollution health effects. Administrative health data are frequently used to identify COPD cases, though their validity has not been satisfactorily assessed. This paper aims to assess the contribution of pharmaceutical data in detecting COPD cases and to estimate the reliability of hospital/mortality databases in detecting COPD cases. Prevalent COPD cases among 35-plus-year-olds were estimated in four Italian areas in 2006 from hospital/mortality registries and adding pharmaceutical data. Age-specific and age-standardized prevalence rates were calculated in each area. Internal validity of COPD diagnoses from hospital and mortality databases was assessed. Pharmaceutical database was used to confirm the hospital/mortality COPD cases and to examine the selection and misclassification of hospitalized cases. Possible misclassification between COPD and asthma cases was estimated using hospital data. Prevalent COPD cases were 77,098 from hospital/mortality registries, 172,357 when respiratory prescriptions were added. Prevalence ranged from 4.0%-6.7%. Only 22.7% of pharmaceutical COPD cases were hospitalized or died and only 37.2% of hospital/mortality cases consumed respiratory medicines; this last proportion increased to 64.5% among the older cases with a principal diagnosis. COPD cases with a contemporary asthma diagnosis were 3.1%. We found that pharmaceutical data increases COPD prevalence estimates 2.2-2.5 times. Hospitalization does not necessarily indicate COPD severity, COPD as a principal diagnosis confirmed with medicine prescription more likely represented true cases. Misclassification affects asthma cases to greater extent than COPD cases
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