14 research outputs found

    Mixed Methods Use in Project Management Research

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    Mixed methods research is increasingly being used in business and management disciplines, in spite of positivist traditions. The aim of the study is twofold: (1) to examine the types of mixed methods approaches being used, and (2) to determine the quality of the reporting of mixed methods studies published in the field of project management. A retrospective content analysis of articles from three ranked project management journals was undertaken for a sample period of 2004 to 2010. Our findings suggest the field of project management is in need of capacity building in relation to the good reporting of mixed methods studies

    Episiotomia : impatto emotivo e complicanze studio prospettico su 100 donne

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    L’episiotomia, uno degli interventi ostetrici più frequentemente utilizzati durante il parto vaginale, è divenuta una pratica di routine senza che vi fossero prove della sua efficacia. Questa pratica, eseguita da molti anni in sala parto, era stata introdotta con la convinzione che potesse limitare estese lacerazioni perineali, che evitasse compressioni troppo prolungate sul collo vescicale e sui tessuti periuretrali in modo da ridurre l’insorgenza di incontinenza urinaria e di prolasso utero-vaginale e infine che riducesse notevolmente le sollecitazioni meccaniche sulla testa fetale da parte di strutture muscolo-aponeurotiche del pavimento pelvico. Tuttavia, le ultime ricerche, smentiscono una ad una le tre ipotesi sopra elencate e non solo. L’episiotomia non è infatti un intervento esente da rischi. Parecchie sono le complicanze che possono insorgere in seguito a questa pratica, sia di tipo fisico sia di tipo psicologico. Inoltre, le donne, dopo il parto, vengono dimesse dall’ospedale sempre più precocemente e al ritorno a casa devono fare i conti con grosse difficoltà legate appunto a questo intervento che non consente loro di muoversi liberamente per poter accudire il loro bambino, che può dare non poche complicanze e fastidi e che può persino compromettere la loro vita sessuale futura. In questa ricerca si è posto l’obiettivo di mettere in evidenza l’impatto emotivo e le complicanze causate dall’episiotomia, confrontando la paramediana con la mediana e valutando il decorso puerperale delle donne del campione. Il lavoro è stato suddiviso in due parti: PRIMA PARTE: calcolo delle percentuali di episiotomia paramediana, episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro presso la Clinica L. Mangiagalli negli anni 2004-2005-2006 valutando anche la parità di ciascuna donna. SECONDA PARTE: è stato preso in esame un campione di 100 puerpere degenti presso il reparto di puerperio della Clinica L. Mangiagalli nel periodo luglio - settembre 2006 che hanno partorito per via vaginale un feto unico, in presentazione cefalica di vertice, tra la 36 e la 41 settimana. Ad ogni donna è stata fatta un’intervista in prima giornata dal parto. Le stesse donne sono state poi sottoposte ad un’intervista telefonica dopo 40 giorni dal parto, 3 mesi e 6 mesi. Di ogni donna, inoltre, sono state registrate l’età, la parità, la data del parto, l’epoca gestazionale al parto, lo stato del perineo, le perdite ematiche al parto, l’eventuale ricorso a ventosa ostetrica o manovre di Kristeller, il sesso e il peso del neonato. La percentuale di risposte ottenuta dalle interviste telefoniche è stata del 100% sul campione di donne. Dalla ricerca è emerso chiaramente che: • La percentuale di episiotomie registrata presso la clinica L. Mangiagalli di Milano negli anni 2004-2005-2006 supera notevolmente il limite consigliato dalle evidenze scientifiche. Infatti la percentuale più bassa in questi tre anni considerati si è registrata nel 2004 ed è stata 76,37%, mentre nei due anni successivi tale valore è aumentato. Infine si può notare come in questi tre anni sia stata praticata un’episiotomia paramediana maggiormente su donne nullipare; • L’episiotomia non serve a prevenire le lacerazioni spontanee (7 casi pari al 8,86% in cui sono avvenute delle lacerazioni spontanee oltre all’episiotomia eseguita); • L’episiotomia concorre ad aumentare le perdite ematiche al parto; • Il peso del neonato non influenza l’esito perineale; • La frequenza dell’episiotomia aumenta se viene utilizzata la ventosa ostetrica o se vengono eseguite le manovre di Kristeller; • Le donne nullipare sono più a rischio di subire un’episiotomia paramediana; • La conoscenza da parte delle donne circa l’episiotomia è molto buona; • Le ostetriche non forniscono spiegazioni sufficienti nel 63,29% dei casi, né tanto meno chiedono il permesso di praticare l’episiotomia nel 65,82% dei casi; • Nel 56,98% dei casi le donne non ricevono una spiegazione riguardo alla cura della ferita nel puerperio; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea hanno un vissuto migliore legato al loro parto e all’ostetrica che ha assistito; • Le donne con perineo integro e lacerazione spontanea si sentono più felici e soddisfatte nel post-partum; • Le donne con episiotomia hanno percentuali di dolore nei primi giorni dopo il parto molto più alte rispetto agli altri due gruppi di donne e hanno percentuali maggiori anche di complicanze quali ematoma, edema dei genitali e infezione della ferita; • Anche a 40 giorni, 3 mesi e 6 mesi dal parto le donne con episiotomia, specialmente paramediana, riferiscono dolore molto più intenso ed in percentuale maggiore rispetto alle donne senza episiotomia e una percentuale di complicanze maggiore tra cui: edema, ematoma, infezione della ferita, deiescenza della ferita, problemi col riassorbimento dei punti di sutura, fastidi alla minzione, vagina deformata, formazione di un granuloma; • Le donne con episiotomia paramediana riprendono i rapporti sessuali molto più tardi rispetto alle donne con episiotomia mediana, lacerazione spontanea e perineo integro; • I rapporti sono molto più dolorosi nelle donne con episiotomia paramediana rispetto agli altri tre gruppi di donne; • L’episiotomia non previene i problemi alla statica pelvica i quali si manifestano indipendentemente dall’esecuzione di questa pratica; • Le donne con episiotomia allattano esclusivamente al seno molto meno rispetto agli altri tre gruppi di donne. Come risulta chiaro da questa e dalle altre ricerche effettuate, i vantaggi a conservare un perineo integro sono molteplici; forti dolori, rapporti sessuali sofferenti, infezioni o una vagina deformata possono avere un effetto importante sulla vita di una donna altrimenti in salute, particolarmente quando è responsabile delle cure di un neonato e spesso per mantenere un buon rapporto col partner

    IL PARTOGRAMMA: strumento guida per l\u2019assistenza al travaglio e al parto. Indagine conoscitiva sulla sua utilit\ue0 presso la Clinica Ostetrica L. Mangiagalli e l\u2019Ospedale V. Buzzi

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    Fin dall\u2019antichit\ue0 il travaglio di parto \ue8 stato considerato un evento imprevedibile e incontrollabile; con il passare dei secoli si \ue8 cercato di conoscerlo, ma ancora oggi mantiene un alone di mistero. \uc8 proprio per questa sua imprevedibilit\ue0 che, da sempre, il monitoraggio della progressione del travaglio \ue8 stato un mezzo per cercare di tenere sotto controllo questa \u201cforza naturale\u201d. L\u2019obiettivo del monitoraggio del travaglio \ue8 quello di individuare il pi\uf9 precocemente possibile le anomalie, in modo tale da prevenire esiti negativi, sia per quanto riguarda la madre, sia per quanto riguarda il feto. Il partogramma consiste in una registrazione grafica dei fenomeni del travaglio e del parto: \ue8 un metodo efficace per rappresentare la progressione del travaglio. Dopo aver analizzato i vari tipi di partogramma oggi in uso, viene proposta un\u2019indagine conoscitiva presso punti nascita della citt\ue0 di Milano al personale sanitario medico e ostetrico relativa alla conoscenza ed all\u2019utilizzo del partogramma durante la loro assistenza in sala parto. I risultati dell\u2019indagine fanno emergere una buona conoscenza dello strumento, ma un utilizzo limitato durante l\u2019attivit\ue0 di tali operatori. Infatti presso il primo punto nascita la quasi totalit\ue0 delle ostetriche e la totalit\ue0 dei medici intervistati, non compila mai il partogramma, non perch\ue9 non lo ritenga utile, ma perch\ue9 essendo questa l\u2019usanza, ci si adegua alle abitudini generali. Tra le ostetriche, per\uf2, \ue8 spesso emersa un\u2019approvazione nei confronti del suo utilizzo durante la pratica quotidiana, a patto che, il partogramma attualmente presente in cartella clinica, venga rivisto e \u201cmodernizzato\u201d. Presso il secondo punto nascita la quasi totalit\ue0 delle ostetriche compila il partogramma (anche se con abitudini diverse), mentre la maggior parte dei medici, nonostante non lo compili, fa comunque affidamento al partogramma compilato dall\u2019ostetrica. Dalle interviste \ue8 risultato che il partogramma, in uso presso questo centro, \ue8 un po\u2019 \u201cpovero\u201d di parametri, ma, probabilmente, \ue8 proprio per questa sua semplicit\ue0 e \u201cvelocit\ue0 di compilazione\u201d che viene utilizzato da un certo numero di operatori

    Presentazione podalica del feto: taglio cesareo o rivolgimento? : indagine epidemiologica sui percorsi delle donne

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    Background: Secondo i dati del nono Rapporto sull'evento nascita, nel 2010 in Italia i parti con nato in presentazione podalica sono stati il 4.0% del totale. Oggi e da tutti accettata la nozione che il parto vaginale in presentazione podalica sia correlato ad un indiscutibile incremento della morbilita e della mortalita neonatale. Tale dibattito, che oppone il taglio cesareo elettivo al parto spontaneo programmato, ha trovato una soluzione accettabile grazie alle fondamentali ricerche di Hannah, riportate nel suo piu grande studio in merito, il Term Breech Trial, che orientano a preferire sempre il taglio cesareo. Egli riporta una mortalita ed una morbilita perinatale notevolmente superiore nei parti podalici per via vaginale rispetto al taglio cesareo elettivo. D'altra parte rimangono pur sempre poche le donne che decidono di sottoporsi a tecniche di rivolgimento e, della quasi totalita di quelle che si sottopongono al cesareo, solo alcune dichiarano di aver tentato almeno una volta in gravidanza un approccio alla versione cefalica. Obiettivi: Gli obiettivi di questo studio sono di identicare quali sono le informazioni che le donne con un feto in presentazione podalica ricevono in merito alle tecniche di rivolgimento; se prima di decidere di sottoporsi al taglio cesareo hanno approcciato qualche tecnica e se s quale; inne di chiarire se per loro l'intervento laparotomico rappresenta la soluzione ovvia a questo tipo di situazione.Metodi: I dati relativi a questa ricerca fanno riferimento alle donne che si sono sottoposte al taglio cesareo con la sola indicazione di presentazione podalica nella Clinica \Luigi Mangiagalli" tra maggio e settembre 2015. Le informazioni sono state ottenute attraverso interviste dirette o telefoniche alle neomadri e rielaborate all'interno di graci e tabelle per renderle di piu facile comprensione. Risultati: Sono stati raccolti i dati relativi a 34 donne che si sono sottoposte a taglio cesareo in un'epoca gestazionale compresa tra le 38 e le 39 settimane. Cio che e emerso e che sebbene tutte le intervistate si siano dichiarate informate sulle possibilita di versione cefalica, in realta le conoscenze acquisite si sono rivelate precarie e soprattutto non ben orientate. Infatti, solo circa il 30% delle donne si e sottoposto a tecniche di rivolgimento quali moxibustione ed esercizi posturali, mentre nessuna ha tentato la RME (rivolgimento per manovre esterne) dicendosi timorosa per la procedura in se e per la non sicurezza nel successo. Inne, come prevedibile, in base ai dati raccolti, il 70% delle intervistate ha confermato la propria visione del taglio cesareo come unica soluzione possibile data la presentazione del feto e i rischi che si correrebbero arontando un parto spontaneo in quella situazione. Conclusioni: Le conclusioni derivabili dalla ricerca riguardano la scarsa e soprattutto poco obiettiva informazione che viene data alle donne con un feto in presentazione podalica circa le tecniche di rivolgimento. Queste, infatti, vengono identicate spesso come inutili e pericolose e percio le donne sono dissuase dal tentarle e si convincono invece, n dal momento della diagnosi, del taglio cesareo come la scelta migliore

    Le posizioni al parto : confronto tra posizione litotomica e posizioni libere. Risultati di uno studio osservazionale su 100 donne

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    Le posizioni al parto : confronto tra posizione litotomica e posizioni libere. Risultati di uno studio osservazionale su 100 donne Le posizioni assunte dalla donna in travaglio di parto sono state, nelle diverse epoche e culture, le pi\uc3\ub9 svariate. Le posizioni hanno notevole importanza ed efficacia sulle contrazioni uterine, sulla dilatazione, sulla progressione della parte presentata fetale e sulla percezione del dolore. Infatti il travaglio ed il parto sono fenomeni dinamici e il movimento aiuta la donna ad adattarsi alle varie fasi che caratterizzano questo percorso; per cui la staticit\uc3\ua0 non \uc3\ua8 considerata fisiologica. Con la medicalizzazione ed ospedalizzazione del parto, soprattutto per i paesi occidentali, la posizione che la donna assume in travaglio e al parto cambia. Si passa alla posizione supina o litotomica in cui la donna giace su un lettino sdraiata sul dorso, tale posizione \uc3\ua8 stata introdotta per far fronte ai parti difficoltosi quando era necessario l\ue2 utilizzo del forcipe e l\ue2 operatore aveva maggior necessit\uc3\ua0 di accesso alla zona perineale, ma purtroppo questa posizione venne successivamente adottata anche nelle situazioni fisiologiche diventando la posizione canonica in cui partorire. La posizione litotomica non \uc3\ua8 la pi\uc3\ub9 fisiologica per il travaglio ed il parto; infatti presenta notevoli controindicazioni e non favorisce l\ue2 evoluzione del travaglio. Interviene limitando l\ue2 efficacia delle contrazioni uterine, nonostante risultino molto frequenti e dolorose, non consente la mobilit\uc3\ua0 pelvica impedendo i fenomeni che favoriscono l\ue2 aumento dei diametri del bacino, interferisce con l\ue2 ossigenazione fetale, con la forza di gravit\uc3\ua0 e con la sensazione dolorosa percepita dalla donna. Contrariamente le posizioni verticali favoriscono la forza di gravit\uc3\ua0, l\ue2 allineamento delle ossa pelviche e la mobilit\uc3\ua0 del bacino, aumentano l\ue2 efficacia delle contrazioni e accelerano il parto. \uc3 importante sottolineare che nonostante molte procedure ostetriche siano largamente utilizzate, non necessariamente sono le pi\uc3\ub9 efficaci e le migliori da attuare, per esempio la posizione litotomica, nonostante le evidenze scientifiche abbiano dimostrato la sua inefficacia e nocivit\uc3\ua0, risulta essere ancora la posizione pi\uc3\ub9 comune per partorire. La posizione risulta perci\uc3\ub2 essere una vera e propria procedura ostetrica assistenziale e in quanto tale deve essere applicata tenendo conto dei vantaggi e svantaggi che comporta; \uc3\ua8 importante considerare che non esiste una posizione perfetta per tutte le donne, ma ognuna dovrebbe poter scegliere la posizione a lei pi\uc3\ub9 comoda e consona per dare alla luce il proprio bambino. Gli obiettivi della questa ricerca sono stati: 1. mostrare le differenze in termini di esecuzione delle procedure assistenziali nelle posizioni libere verso la posizione litotomica in travaglio e al parto 2. quali sono i possibili rischi e benefici delle diverse posizioni sugli outcome materni, fetali e neonatali 3. confrontare le linee guida degli Ospedali in cui \uc3\ua8 stata effettuata l\ue2 osservazione con la pratica assistenziale Nel periodo compreso tra il 5/03/2007 e il 15/10/2007 \uc3\ua8 stata condotta presso l\ue2 Istituto Ostetrico Ginecologico \ue2 Luigi Mangiagalli\ue2 e l\ue2 Ospedale dei bambini \ue2 Vittore Buzzi\ue2 , un\ue2 analisi osservazionale su un campione di 100 donne in travaglio di parto. Per il campione di donne da osservare sono stati considerati i seguenti requisiti: \ue2 \ua2 Nullipare \ue2 \ua2 Travaglio insorto spontaneamente \ue2 \ua2 Et\uc3\ua0 gestazionale compresa tra 37-41 settimane \ue2 \ua2 Feto singolo in presentazione cefalica di vertice \ue2 \ua2 Peso fetale stimato >2500gr e <4000gr \ue2 \ua2 Placenta normalmente inserta \ue2 \ua2 L.A. limpido \ue2 \ua2 PROM < 24 ore \ue2 \ua2 Assenza di patologie ostetriche \ue2 \ua2 Assenza di patologie fetali \ue2 \ua2 Senza utilizzo di analgesia perdurale I materiali utilizzati per la ricerca sono stati: \ue2 \ua2 Griglia analitica su cui registrare le osservazioni \ue2 \ua2 Consultazione di registri nosologici \ue2 \ua2 Consultazione di cartelle cliniche \ue2 \ua2 Consultazione linee guida e percorsi diagnostici di entrambi gli Ospedali I casi osservati corrispondono a donne lasciate libere di scegliere la posizione a loro pi\uc3\ub9 comoda per il travaglio ed il parto. Nella ricerca non sono stati considerati i parti operativi. L\ue2 osservazione delle posizioni al parto ha permesso di distinguere le seguenti variet\uc3\ua0: \ue2 \ua2 VERTICALI (posizione accovacciata, in piedi e seduta) \ue2 \ua2 ORIZZONTALI (posizione supina o litotomica) \ue2 \ua2 ORIZZONTALI NEUTRALI (posizioni carponi e sul fianco) \uc3 importante considerare questa distinzione tra le posizioni orizzontali, in quanto non tutte hanno lo stesso effetto sul decorso del travaglio e del parto; infatti le posizioni orizzontali neutrali dal punto di vista gravitazionale comportano numerosi benefici se paragonati alla posizione litotomica. Si \uc3\ua8 potuto osservare che nelle posizioni libere diminuisce il periodo dilatante del parto e quello espulsivo al contrario della posizione litotomica dove invece aumenta. Nelle posizioni libere si ha minor utilizzo di procedure assistenziali quali amnioressi, uso di ossitocina, monitoraggio in continuo, esplorazioni vaginali, episiotomia, manovre di Kristeller, al contrario tutte queste aumentano nella posizione litotomica. Nelle posizioni libere vi sono maggiori lacerazioni spontanee e pi\uc3\ub9 perinei integri mentre ci\uc3\ub2 si verifica in modo minore nella posizione litotomica Esiste un netto beneficio antalgico nelle posizioni libere, mentre il dolore nelle posizioni litotomiche \uc3\ua8 maggiore, cos\uc3\uac come la modalit\uc3\ua0 di spinta \uc3\ua8 pi\uc3\ub9 efficace nelle posizioni libere rispetto alla posizione litotomica Non ci sono differenze significative per quanto riguarda la media perdita ematica e dei tempi del secondamento cos\uc3\uac come per quanto riguarda la posizione parte presentata fetale, il peso neonatale, l\ue2 indice di Apgar ed il pH arterios

    La previdenza della SIDS

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    L\u2019improvvisa morte in culla di un neonato \ue8 un evento tragico e doloroso che nessuna famiglia dovrebbe mai dover affrontare. Ad oggi purtroppo nemmeno in seguito ad un\u2019analisi approfondita del caso, completa di autopsia, si \ue8 in grado di definire la causa di tale evento. In seguito alla campagna back to sleep gli studi mostrano un importante diminuzione del tasso di morti in culla. Tuttavia ad oggi la SIDS \ue8 la prima causa di morte tra il primo mese e il primo anno di vita; ci\uf2 \ue8 legato al fatto che malattie che possono mettere a rischio la vita del bambino vengono diagnosticate in tempo, prevenute, o curate con successo. Grazie allo studio condotto presso la Fondazione IRCCS C\ue0 Granda Ospedale Maggiore Policlinico, nell\u2019ambito dell\u2019Ambulatorio Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), sono stati analizzati casi di bambini ritenuti a rischio, mantenendoli monitorati 24 ore su 24. Il dispositivo/monitor registrava una serie di parametri che successivamente sono stati studiati per individuare possibili \u201csegni sentinella\u201d. Lo scopo di questo elaborato \ue8 quello di individuare alla luce dello studio condotto e della letteratura, possibili accorgimenti per la prevenzione della sindrome della morte in culla da parte della professionista ostetrica, in modo tale da favorire i genitori con informazioni complete per comportamenti corretti

    La differenza di genere nella professione dell'ostetrica/o

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    Oggetto del nostro lavoro \ue8 una figura professionale relativamente giovane, numericamente ancora contenuta e nel complesso poco conosciuta: quella \u201cdell\u2019uomo ostetrica\u201d. Solo dal 1977, infatti - in seguito alla legge 903 del 9 dicembre sulla \u201cparit\ue0 di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro\u201d - anche gli uomini hanno potuto accedere ai corsi di formazione per ostetriche e quindi alla relativa carriera professionale. Tradizionalmente quella dell\u2019ostetrica, un tempo levatrice, \ue8 sempre stata una figura femminile. Un po\u2019 ovunque sono, e sono state, le donne ad accompagnare ed assistere le altre donne durante il percorso della gravidanza, l\u2019esperienza del parto e quella del puerperio. L\u2019uomo, inteso come padre, fratello o marito, \ue8 sempre rimasto ai margini di questa scena. Il suo compito, in fondo, era esclusivamente quello di contribuire al concepimento e poi mettersi in disparte. Unica eccezione, i medici. Interessati per\uf2 alla gravidanza come evento potenzialmente patologico da curare, pi\uf9 che come momento naturale e fisiologico da assistere. In buona misura questo fenomeno si pu\uf2 spiegare con la naturale specificit\ue0 femminile di questo evento. Solo la donna infatti \ue8 fisicamente in grado di custodire in se una gravidanza e di partorire. Ma limitarsi a una spiegazione \u201cbio-genetica\u201d di questo tipo ci appare riduttivo. Anche perch\ue9 lo stesso parto, oltre che fatto biologico, \ue8 anche fenomeno sociale e culturale. Inoltre se si accettasse come unica ed esaustiva la tesi del \u201csimile che comprende meglio il simile\u201d bisognerebbe immaginare che nei secoli le migliori ostetriche siano state tutte donne con tanti figli; in grado cio\ue8 di capire meglio, per esperienza personale, cosa provasse un\u2019altra donna incinta. Non sempre, in realt\ue0, \ue8 stato o \ue8 cos\uec. Viene insomma da pensare che, al di l\ue0 di una naturale predisposizione di genere verso questa professione, debba esserci stato anche qualcosa d\u2019altro

    L'aborto terapeutico e il vissuto delle ostetriche

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    Objectives 1-mapping the epidemiology of termination of pregnancy (TOP) after 16 weeks of gestational age 2-exploring how the midwives perceive the burden of caregiving and the emotional one, while performing TOP. Methods recorded interviews between 11-02-2011 and 01-03-2011. 10 midwives of two ward, have partecipated. The interviews were later transcribed and analyzed. Results 8 midwives reported some difficulties in the caregiving during TOP, 2 feel at ease. The main difficulties are provide a psicological support to women and face the emotional distress. The midwives stressed the importance of the equipe and the colleagues. Conclusions to lower the midwives\u2019 difficulties it would be useful introduce the possibility of a psycological support for them and improve the updating

    INTIMATE PARTNER VIOLENCE: analisi epidemiologica della conoscenza da parte delle studentesse in ostetricia della regione Lombardia

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    One in three women will experience of violence by intimate partner at some point in her life. Because this kind of experience is so predominant among women, and since midwives are the healthcare workers that take care of women, the first purpose of this study was to examine the knowledge of the problem of Intimate Partner Violence (IPV) among midwifery students from distinct universities in Lombardy (Italy). The second purpose was to examine educational and training experiences and what students think about the need of education about IPV for future midwives. A not probabilistic sample of 197 students was recruited online, and had to complete a validated questionnaire took from \u201cA Cross-Cultural Comparative Study of Undergraduate Health Care Professional Students\u2019 Knowledge, Definitions, Education, and Training Experience of Domestic Violence in Northern Ireland and Jordan\u201d (N.M. Al Ali, A. Lazenbatt). The results showed that a substantial percentage of all partecipants didn\u2019t receive any education or informations/material about IPV during lessons. The majority of partecipants had gone on training, but they had not a good knowledge about IPV. The students\u2019 opinion about the need of education on IPV for future midwives was strongly positive, with very little negative response. In accordance with the results and with literature, the third purpose of this study was the actionable proposition to educate future midwives to make an aware prevention based on knowledge of IPV, to recognize and manage women that are victims of IPV, by the creation of an Italian acronym: V.I.O.L.E.N.Z.A

    Il perineum score : correzione e applilcabilit\ue0 di uno strumento ad uso dell'ostetrica che riduca l'incidenza di traumi perineali nell'assistenza

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    L\u2019argomento in linea generale tratta la prevenzione dei traumi perineali, intesi come lacerazioni di vario grado ed episiotomia, nell\u2019assistenza al parto. L\u2019interesse per questo argomento nasce dalla consapevolezza che la salute perineale, molto spesso sottovalutata sia dagli operatori che dalle donne, pu\uf2 essere fonte di morbosit\ue0 di vario genere nella vita delle donne a qualsiasi et\ue0. Il parto \ue8 uno degli eventi che pi\uf9 probabilmente nella vita di una donna pu\uf2 indurre lesioni e disfunzioni perineali. E\u2019 implicito che chi \ue8 preposto all\u2019assistenza all\u2019evento nascita mette sul banco di prova le sue capacit\ue0, a verifica della propria professionalit\ue0. L\u2019obiettivo \ue8 quello di portare la donna oltre l\u2019esperienza, con tutta la sua integrit\ue0 psicofisica e quindi con il perineo integro. L\u2019ipotesi principale \ue8 che ogni donna possiede un rischio specifico, differente dalle altre donne, di incorrere in un trauma perineale durante il parto. La previsione del rischio pu\uf2 essere conosciuta a priori e successivamente mantenuta o modificata attraverso l\u2019assistenza ostetrica personalizzata, per il raggiungimento del miglior outcome perineale. La base da cui partire \ue8 la peculiarit\ue0 della donna. Come? Considerando i suoi fattori di rischio anamnestici che non possono essere modificati, ma utilizzati per identificare il suo rischio di incorrere in un trauma perineale. Con questa previsione, si pu\uf2 differenziare l\u2019assistenza al periodo espulsivo riducendo la possibilit\ue0 di un trauma perineale in quella donna. Infatti, i fattori di rischio modificabili sono proprio quelli che costituiscono l\u2019assistenza e che vengono scelti, per la maggior parte, dall\u2019ostetrica. La complicata arte ostetrica si estrinseca nel sapere tenere conto di cos\uec tanti aspetti e allo stesso tempo sapere accettare e gestire questa grandiosa complessit\ue0. Il contesto in cui si colloca l\u2019argomento vede una realt\ue0 clinica standardizzata poco attenta alla unicit\ue0 di ciascuna donna, pi\uf9 interessata al concetto di azienda, input output e profitto. Nonostante la grande variet\ue0 e ricchezza di conoscenze ed esperienze diverse tra le ostetriche, l\u2019assistenza anzich\ue9 essere diversa, alla fine, \ue8 quasi sempre uguale. Inoltre, la realt\ue0 lavorativa contemporanea mostra che le ostetriche impegnate in sala parto, salvo rari casi, non conoscono le donne che assistono e viceversa. Quindi le donne si trovano spesso nel mezzo del \u201cconflitto ideologico\u201d tra operatori di schieramenti opposti, o troppo medicalizzati o troppo naturalisti, senza sapere a chi rivolgersi consapevolmente. I problemi derivanti da questa condotta assistenziale sono la considerazione parcellizzata della donna, poich\ue9 la tendenza \ue8 quella di guardare al perineo come una parte scollegata dall\u2019unit\ue0 corpo-mente-spirito; n\ue9 si considera il momento della fase espulsiva come parte di un processo iniziato molto tempo prima. L\u2019unico atto, non preventivo, che caratterizza l\u2019assistenza sembra essere solo l\u2019esecuzione dell\u2019episiotomia date le sue elevate percentuali. Le ostetriche sono gi\ue0 competenti ed erogano una valida assistenza, non si pu\uf2 di certo dire che non abbiano riguardo per la donna, ma difficilmente hanno una visione olistica della donna. La ricerca della pi\uf9 opportuna e completa assistenza al 2\ub0 stadio non si pu\uf2 scegliere basandosi sull\u2019esclusiva osservazione della distensione perineale durante il disimpegno; inoltre la casistica personale di ciascuna ostetrica, da sola, non basta se non \ue8 provata. Serve quindi uno strumento che aiuti l\u2019ostetrica a focalizzare il quadro nella sua interezza, a formulare una diagnosi, una prognosi e ad orientarsi circa l\u2019approccio terapeutico. Gli scopi di questa ricerca sono quindi molteplici : conoscere qual \ue8 il rischio generale delle donne di incorrere in traumi perineali durante il parto verificare quale sia il criterio di assistenza adottato dalle ostetriche durante il travaglio e periodo espulsivo Questa valutazione si rende necessaria perch\ue9 \ue8 proprio il criterio assistenziale che potenzialmente incrementa o diminuisce il rischio gi\ue0 esistente, basso o alto che sia nella donna, di incorrere in traumi perineali durante il periodo espulsivo. ideare uno strumento che assolva non solo alla verifica del criterio assistenziale, ma che orienti anche ad un approccio personalizzato partendo da una attenta valutazione della anamnesi. Uno strumento che miri alla salvaguardia dell\u2019outcome perineale indirizzando verso l\u2019assistenza che in ciascuna donna riduce il rischio e previene i traumi perineali: il Perineum Score. L\u2019obiettivo \ue8 : 1. agevolare l\u2019ostetrica a scegliere preventivamente la pi\uf9 opportuna assistenza da offrire a quella specifica donna durante il periodo espulsivo, poich\ue8 \u201cLa prevenzione delle lacerazioni non \ue8 legata al momento del disimpegno del feto\u201d. Cos\uec facendo si soddisfa inoltre il criterio della \u201ccontinuit\ue0 assistenziale\u201d, dove si condivide una filosofia per cui l\u2019\ue9quipe offre la medesima assistenza per tutto il percorso nascita mediante linee guida comuni. Dove fare la stessa cosa significa fare in modo diverso a seconda del caso. 2. migliorare l\u2019outcome perineale dal punto di vista psico-fisico dato che questo scopo principe non pu\uf2 ignorare la considerazione totale della donna cui prescinde l\u2019 assistenza olistica. Saggiare le conoscenze delle donne in merito al perineo e alla sua funzione Lo strumento principale della ricerca, il Perineum Score, \ue8 nato analizzando e combinando i fattori di rischio, dimostrati dalla letteratura, che aumentano l\u2019incidenza di traumi perineali. I fattori di rischio identificati sono anamnestici e modificabili assistenziali. Si \ue8 realizzata quindi una classificazione che definisce un rischio basso , mediobasso, medioalto, alto per la donna di incorrere in una lacerazione perineale e/o episiotomia durante il parto. Il Perineum Score \ue8 stato utilizzato per lo studio osservazionale su un campione di 300 donne che hanno partorito tra i mesi luglio-ottobre 2007 nella sala parto della A/O Mangiagalli. All\u2019interno del Perineum Score \ue8 stata utilizzata anche la regola di Johnson per la stima del peso fetale su un campione di 132 donne. Compilando il Perineum Score si ottiene un punteggio che identifica la classe di rischio in cui rientra la donna osservata. Il perineum score viene compilato e analizzato dall\u2019ostetrica; non \ue8 lo strumento che dice all\u2019ostetrica come fare ma \ue8 la stessa ostetrica, che usando lo strumento, si suggerisce l\u2019assistenza migliore. La \u201cprevisione/punteggio\u201d pu\uf2 essere considerata alla stregua di una diagnosi effettuata in triage anche se non verr\ue0 assegnato un codice prioritario d\u2019assistenza, ma servir\ue0 pi\uf9 che altro ad orientarla. Dovr\ue0 altres\uec essere considerata in maniera \u201celastica\u201d tenendo conto di alcune variabili rilevanti: a) alcuni tra i fattori di rischio, da soli, incrementano il pericolo di lacerazione alzando quindi il livello della classe identificata b) la grande variet\ue0 e ricchezza assistenziale, dovuta alla personale casistica ed esperienza di ciascuna ostetrica, non pu\uf2 essere sottovalutata poich\ue8 costituisce un patrimonio. Anzi, l\u2019ostetrica pu\uf2 aggiungere alla sua esperienza questa previsione con l\u2019effetto di potenziare e forgiare l\u2019assistenza al periodo espulsivo a seconda del caso, poich\ue9 vi arriver\ue0 \u201cgi\ue0 preparata\u201d insieme alla donna
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