24 research outputs found

    Is watching the feast making the feast?

    Get PDF
    À partir des enquêtes de terrain menées entre 2006 et 2011, cet article défend l’importance du travail ethnographique au sein d’un des champs disciplinaires les plus innovants en anthropologie du contemporain : la culture visuelle. Les caractéristiques premières du rituel Gligli, fête existant depuis une centaine d’années, permettent à l’auteur de concevoir une pensée visuelle et anthropologique et de proposer une hypothèse construite sur le potentiel du visuel comme méthode et métaphore du champ anthropologique. Fondé sur des exemples ethnographiques concrets, ce travail présente une pratique rituelle collective à partir de trois fonctions du visuel : une méthode et une pratique productrice de connaissance, un objet à l’origine de la recherche elle-même et enfin des documents visuels, productions ethnographiques potentielles qui accompagnent le texte écrit. Cette recherche tente de répondre à certaines des questions posées par les contributions anthropologiques de références concernant l’apprentissage de l’utilisation du visuel (de l’image) et l’observation participante comme méthode potentielle.Drawing on research carried out between 2006 and 2011, this article argues for the centrality of the ethnographic work in the investigation of the most innovative field for contemporary anthropology: visual culture. The original characteristics of the Gigli., a one hundred year-old feast encourages the author to think in visual anthropological terms, and to propose an hypothesis about the potential of the visual as a methodology and metaphor of anthropology. Based on concrete ethnographic examples, the article presents communal ritual practice through three visual dimensions: as a methodological and knowledge-producing practice of investigation, as the object and source of the research itself and, lastly, the visual document as a potential product of ethnography alongside the written text. Therefore this article will try to answer some questions in anthropological literature about visual apprenticeship and the methodological role of the participant observation.Basado en investigaciones realizadas entre 2006 y 2011, este artículo defiende la centralidad del trabajo etnográfico en la investigación del campo más innovador de la antropología contemporánea: la cultura visual. Las características originales del Gigli, una festividad de 100 años de antigüedad, lleva el autor a hacer una reflexión antropológica en términos visuales, y proponer una hipótesis sobre el potencial de lo visual como metodología y metáfora de la antropología. A partir de casos etnográficos concretos, el presente artículo analiza una práctica ritual colectiva mediante tres dimensiones de lo visual : lo visual como práctica metodológica generadora de conocimiento, lo visual como objeto y fuente de la investigación, y, finalmente, el documento visual como resultado potencial de la etnografía, conjuntamente con el texto escrito. Así pues, este artículo intentará responder a algunas problemáticas de la literatura antropológica sobre el aprendizaje visual y el rol metodológico de la observación participante

    Per un archivio etnografico del ricordo. I Sassi di Matera tra storia individuale e collettiva. For an ethnographic archive of memory. The Sassi of Matera between an individual story and a collective one

    No full text
    Il volume in cui si inserisce l'articolo presenta alcuni esiti della ricerca sulla memoria, prevista dalla convenzione sottoscritta tra Università della Basilicata e Fondazione Matera Basilicata 2019, nell’ambito delle attività di sviluppo del progetto I-DEA. La ricerca è stata condotta con l’applicazione di un rigoroso metodo etnografico e ha avuto come principale focus la “frattura” provocata dallo svuotamento progressivo dei rioni Sassi, riferimento forte e costitutivo della identità urbana della città di Matera, e dal contestuale trasferimento di gran parte degli abitanti nei nuovi quartieri periferici cittadini e nei villaggi rurali costruiti nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. L’intento è stato quello di fornire un contributo ulteriore, sul piano documentario, alla vicenda storica e umana dei Sassi, grazie all’ascolto e alla registrazione di molteplici voci e testimonianze dirette di tale vicende in una narrazione polifonica e condivisa di quella che si potrebbe definire una comunità di memoria

    Habiter « là-bas, au Sasso ». Notes ethnographiques sur la mémoire, les archives et les patrimonialisations de l’Italie du Sud

    No full text
    Cette contribution résume un travail anthropologique réalisé en 2018 à Matera, dans le sud de l’Italie, dans le cadre d’un post-doctorat réalisé à l’Université de la Basilicate. L’extraordinaire histoire collective des Sassi de Matera a comme protagoniste un habitat populaire qui connaît une parabole ascendante de notoriété. Celle-ci va des années 1950, qui voient les Sassi devenir l’emblème de la « honte de l’Italie », à 1993, quand le « paysage culturel » représenté par cet habitat et par le Parc des églises rupestres environnantes a été inscrit sur les listes du patrimoine mondial de l’UNESCO. Elle arrive jusqu’en 2019, date à laquelle la ville a été déclarée « Capitale européenne de la culture ». L’enquête ethnographique, qui constitue un début d’archivage d’une mémoire collective, explore les souvenirs intimes et individuels des anciens habitants des Sassi qui, il y a plusieurs années, ont été contraints d’abandonner leurs maisons – symbole de la misère méridionale – pour vivre dans de nouveaux quartiers, et qui sont aujourd’hui confrontés à la transformation touristique de ces mêmes lieux, devenus un emblème de la culture européenne

    Restituzioni e processi partecipativi. Problemi metodologici circa il ri-tornare sul campo

    No full text
    “Ri-tornare” come ringraziamento e domanda che rilancia e rinvia a nuove interlocuzioni. C’è nella circolarità delle etnografie un patto che si rinnova sempre e che permette la realizzazione di quella intimità etnografica necessaria al dischiudersi nell’incontro e alla mutua comprensione. Ma ad un ritornare come “restituzione”, come dono e confronto, oggi nel lavoro etnografico si affianca un ritornare diverso, che non presuppone più una iniziale separazione che si può ricomporre nell’unità (o circolarità) del confronto, ma nasce da una “condivisione”, di prospettive, di progetto. Un guardare (e un agire) “insieme”, un processo che è ancor più visibile nel campo dei patrimoni culturali dove assistiamo ad un nuovo protagonismo di territori e soggetti locali. I saggi raccolti nel volume partono da questo mutamento di prospettiva che caratterizza l’antropologia dei patrimoni culturali, materiali e immateriali, dalla restituzione alla condivisione; essi partono da campi, approcci e metodologie talora diversi, ma tutti si interrogano in merito alla circolarità del lavoro etnografico, pensando alla interpretazione e alla scrittura dei dati individuati sul campo come risultato pubblico atteso del mestiere di antropologo, come dono circolare dell’incontro tra mondi, ma anche come impegno, engagement con comunità e istituzioni locali frutto di investimenti professionali o di natura etica. Dinamica e ambivalente è la relazione che sempre si tesse nei campi etnografici e che rappresenta oggi sia un’occasione di sguardo auto-riflessivo per gli studi demoetnoantropologici, che un banco di prova per l’antropologia applicata, la deontologia e la postura del ricercatore, la pertinenza e l’incidenza del ruolo dell’antropologia nei territori e presso le comunità impegnate nella relazione etnografica

    Musica di strada

    No full text
    Recensione del volume "Street Music and Narrative Traditions" curato da Sergio Bonanzinga, Luisa Del Giudice e Thomas A. McKean, edito nel 2019 dalla casa editrice Edizioni Museo Pasqualin

    Patrimoni, territori e sicurezza. Riflessioni antropologiche a partire da nuove questioni glocali

    No full text
    L'articolo riflette sul tema della sicurezza e delle ricadute locali delle recenti derive securitarie in relazione al dibattito sul Patrimonio Culturale Immateriale, attraverso un approccio etnografico che guarda ai diritti delle comunitĂ  patrimoniali e di eredit

    Nell’assenza ricercare l’essenza. Il progetto antropologico del MIBACT sulla tutela del Palio di Siena alle prese con la pandemia

    No full text
    Articolo di sintesi del Progetto "Il Palio di Siena" commissionato dal MIBAC

    Commento

    No full text
    corecore