59 research outputs found

    Flood risk management: the role of geo-information in the insurance industry

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    The use of Geographic Information Systems for management purposes is going beyond the traditional field of territorial government and new applications are developed supporting other sectors dealing with territorial issues: insurance industry is one of the sectors where spatial data are acquiring importance, introducing an innovative way for the definition of flood risk insurance premiums

    Geographic information for the management of flood risk insurance

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    This paper describes a research project aimed at introducing geographic information in the management of flood insurance policies through GIS technologies. The main scope is the development of a toolbox to take geographic information into account in the calculation of flood insurance premiums. Several factors influence real estate flood vulnerability: building’s exposure depends on territorial aspects, like the presence of flood areas, the elevation profile, the position of the building compared to hazard zones, but it is also determined by the construction characteristics of the building itself. In a pilot project workflows were set up to manage the whole underwriting process, following a rational methodology and taking into account all variables influencing building flood vulnerability. The developed tools are all based on free and open source software, server-side as a WebGIS tool and API and clientside as an Android application. Through a more accurate evaluation of the risk, the insurer is allowed to better manage its risk exposure and this way guarantee solvency in the case of a flood event and on the other hand be more competitive on the market

    La scarsa attendibilitĂ  del CAP come riferimento geografico in Italia

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    Nell’ambito degli studi legati alla gestione e analisi dei grandi rischi territoriali è possibile, a livello internazionale, trovare applicativi che utilizzano come riferimento geografico il Codice di Avviamento Postale (CAP). Sul territorio italiano risulta tuttavia inadatto l’impiego del CAP come elemento di valenza territoriale, se non si considerano le logiche di assegnazione e la specifica distribuzione di tale codice. Essendo il CAP uno dei componenti della stringa Address di INSPIRE si può essere tentati di utilizzarlo con valore territoriale, dimenticando che in Italia la geometria corrispondente è rappresentata da un “MultiPolygon” che quindi descrive un territorio raramente omogeneo. Infatti, in Italia i CAP sono nati per facilitare le operazioni di smistamento e recapito postale. Sono costituiti da un codice numerico con cui vengono identificate la regione postale, la provincia, la località e da un’ulteriore coppia di numeri desunta dallo stradario in uso alle Poste Italiane. I primi due livelli di informazione contenuti nei CAP possiedono una certa “logicità geografica”, ma nel momento in cui si scende nel dettaglio delle cifre relative alle singole località servite dal recapito postale, la continuità territoriale viene meno. È importante ricordare che i CAP sono stati attribuiti progressivamente alle diverse zone servite dal servizio postale, sono mutevoli e non sempre corrispondono al confine comunale: a volte uno stesso CAP si riferisce a più comuni o frazioni, magari molto distanti tra loro, altre volte invece esiste, all’interno del medesimo comune, una suddivisione in più CAP. Risulta pertanto essere sia multiplo che sottomultiplo della città, cosa che non capita a tutti gli altri elementi che caratterizzano l’indirizzo (la città appartiene allo Stato, la via appartiene alla città, il numero civico appartiene alla via). Nel lavoro sono riportati una serie di esempi che evidenziano come il CAP non debba essere utilizzato per gestire la distribuzione territoriale di eventi quali terremoti, eventi meteorici o informazioni geografiche similari

    L’utilizzo della geolocalizzazione per contrastare il rischio sociale connesso al gioco d’azzardo patologico

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    In conformità alla legge n.8/2013 di regione Lombardia 'Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco patologico', che introduce misure anti-ludopatia, è stato avviato un progetto che si avvale dello strumento della geolocalizzazione per gestire il rischio sociale connesso al gioco d’azzardo patologico. Il gioco d'azzardo patologico (di seguito ludopatie) è un vero e proprio disturbo psicopatologico che si caratterizza con una forma di dipendenza dal gioco. Il mercato del gioco è un settore in costante ascesa e parallelamente a un incremento dell’offerta dei giochi d’azzardo, in termini di quantità, varietà, attrattività e mediaticità, si sta assistendo a un’espansione del fenomeno sociale delle ludopatie. Analogamente si stanno innescando un insieme di ripercussioni socio-relazionali che spostano l’attenzione dal singolo all’ambiente sociale, in quanto la ludopatia è una dipendenza che genera una vera e propria emergenza sociale. La legge n.8/2013 di regione Lombardia ha la finalità di contrastare il fenomeno delle ludopatie, evitando una diffusione incontrollata dei punti gioco sul territorio. In particolare, prevede che la concessione di nuove autorizzazioni per l'installazione di macchinette, rispetti la distanza minima di 500 m da scuole, ospedali, oratori, centri di aggregazione e luoghi sensibili; tale restrizione non riguarda solo le concessioni ma anche i punti gioco attivi, che, se presenti nella fascia di rispetto, dovranno decadere al termine della licenza. Da qui è nata l’idea di geolocalizzare con strumenti GIS i luoghi sensibili, la posizione dei punti gioco attivi, la presenza territoriale di alcune patologie connesse alla ludopatia, le dinamiche economiche correlate alle singole macchinette, la posizione di eventi di microcriminalità e altre informazioni con valenza geografica collegabili alla ludopatia. La gestione della ludopatia all’interno di un GIS consente un maggior controllo e una migliore programmazione del gioco d’azzardo in modo da “offrirlo” in strutture protette, monitorarne l’impatto sociale e sanitario, al fine di verificarne gli effetti diretti e indiretti sulle realtà territoriali locali e di contrastarne l’espansione

    Il rischio idrogeologico: un’esperienza problematica con i dati delle Autorità di Bacino (AdB)

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    Il progetto di lavoro descritto di seguito, va inquadrato nel contratto di ricerca applicata iniziato nel 2014 per conto di UnipolSai S.p.A., attraverso cui la gestione assicurativa del rischio idrogeologico è stata supportata con tecnologie GIS. Il contratto di ricerca prevedeva la realizzazione di un applicativo WebGIS, attraverso cui quantificare i parametri utili alla stima economica dei premi di polizza da stipulare, tramite la sovrapposizione degli immobili assicurati con le mappe di pericolosità idrogeologica esistenti a livello nazionale. La prima operazione ha quindi riguardato il reperimento degli strati informativi di base relativi alla pericolosità idrogeologica e i criteri scelti richiedevano la disponibilità del dato a livello nazionale, la sua ufficialità e il grado di aggiornamento. Per tali motivi la scelta è ricaduta sulle Fasce dei Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (fasce PAI) di Pericolosità idrogeologica, strato informativo reso disponibile in formato WFS (Web Feature Service) dal Geoportale Nazionale. Tale relazione vuole far luce proprio sulle problematiche riscontrate connesse all'utilizzo di tali dati che, teoricamente dovrebbero risultare omogenei, aggiornati e coerenti e che, nella realtà, necessitano di operazioni laboriose d’interpretazione, omogeneizzazione e pulizia, per essere impiegati al meglio. Le difformità riscontrate descritte nel presente lavoro, riguardano gli attributi contenuti nei dati, la topologia delle geometrie utilizzate, unitamente alla disomogeneità degli studi idraulici di partenza che hanno portato alla realizzazione delle Fasce PAI, per ognuna delle Autorità di Bacino (AdB) presenti sul territorio italiano. In ultimo si affronteranno le modalità secondo cui aggiornare e affinare le informazioni e le geometrie delle aree di pericolosità PAI, senza perdere il requisito di “ufficialità” insita nel dato di partenza. Questa relazione vuole far luce sulle problematiche affrontate in seguito all'utilizzo di tali strati informativi geografici. Le intenzioni del lavoro non sono di pura critica ma arrivano a definire le modifiche che dovrebbero, a nostro avviso, essere introdotte nei dati delle AdB ai fini di una reale e concreta interoperabilità

    from cloud to bim model of the built environment the digitized process for competitive tender project construction and management

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    The new methodologies of surveying and modelling allow for important advantages in the whole life cycle of a building. Specifically, the point cloud, with its richness in detail, can be the basis to set an interesting and useful work of creating a BIM model. Inside, all the objects with a well-structured informative part allow for the interoperability between the different figures involved in the process. One of the main aims can be the use of a BIM model to manage the competitive tender in the public works in order to control time and costs. The case study is about urban open space: analysis of digital and integrated management of a built environment

    a factory for the future inveruno new school

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    School is a rather complex issue that involves a range of different disciplines—the technical disciplines of architectural, system and structural design, along with the disciplines of training that define the educational project, as well as the disciplines of sociology and urban studies. Given such complexity, the relationship among public institutions such as City, Province and Regional administrations and the seats of scientific research such as University Departments where the above-mentioned specific expertise is developed, becomes fundamental for an innovative school project

    BIM Digital Platform for First Aid: Firefighters, Police, Red Cross

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    This document explains the use of BIM in emergency response scenarios, considering both the current rescue procedures and the innovative development of a digital platform able to support first aid, firefighters, civil protection, police, traffic wardens, etc. This ongoing study has a practical aim: to allow all rescuers to intervene promptly and safely in places where there are alarm conditions. Thanks to the BIM methodology, linked to indoor navigation of the building and Google Maps tools, in case of an intervention users will be able to query a digital model for information. Starting from these premises, this paper assumes and analyses the methodology and tools used to develop the project of a BIM digital platform for first aid

    A multicenter, randomized, controlled trial on short-term feasibility and impact on functional capacity, symptoms and neurohumoral activation

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    RE-START is a multicenter, randomized, prospective, open, controlled trial aiming to evaluate the feasibility and the short- and medium-term effects of an earlystart AET program on functional capacity, symptoms and neurohormonal activation in chronic heart failure (CHF) patients with recent acute hemodynamic decompensation. Study endpoints will be: 1) safety of and compliance to AET; 2) effects of AET on i) functional capacity, ii) patient- reported symptoms and iii) AET-induced changes in beta-adrenergic receptor signaling and circulating angiogenetic and inflammatory markers. Two-hundred patients, randomized 1:1 to training (TR) or control (C), will be enrolled. Inclusion criteria: 1) history of systolic CHF for at least 6 months, with ongoing acute decompensation with need of intravenous diuretic and/or vasodilator therapy; 2) proBNP >1000 pg/ml at admission. Exclusion criteria: 1) ongoing cardiogenic shock; 2) need of intravenous inotropic therapy; 3) creatinine >2.5 mg/dl at admission. After a 72-hour run-in period, TR will undergo the following 12-day early-start AET protocol: days 1-2: active/passive mobilization (2 sessions/day, each 30 minutes duration); days 3-4: as days 1-2 + unloaded bedside cycle ergometer (3 sessions/day, each 5-10 minutes duration); days 5-8: as days 1-2 + unloaded bedside cycle ergometer (3 sessions/day, each 15-20 minutes duration); days 9-12: as days 1-2 + bedside cycle ergometer at 10-20 W (3 sessions/day, each 15-20 minutes duration). During the same period, C will undergo the same activity protocol as in days 1-2 for TR. All patients will undergo a 6- minWT at day 1, 6, 12 and 30 and echocardiogram, patient- reported symptoms on 7-point Likert scale and measurement of lymphocyte G protein coupled receptor kinase, VEGF, angiopoietin, TNF alfa, IL-1, IL-6 and eNOS levels at day 1, 12 and 30

    How future surgery will benefit from SARS-COV-2-related measures: a SPIGC survey conveying the perspective of Italian surgeons

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    COVID-19 negatively affected surgical activity, but the potential benefits resulting from adopted measures remain unclear. The aim of this study was to evaluate the change in surgical activity and potential benefit from COVID-19 measures in perspective of Italian surgeons on behalf of SPIGC. A nationwide online survey on surgical practice before, during, and after COVID-19 pandemic was conducted in March-April 2022 (NCT:05323851). Effects of COVID-19 hospital-related measures on surgical patients' management and personal professional development across surgical specialties were explored. Data on demographics, pre-operative/peri-operative/post-operative management, and professional development were collected. Outcomes were matched with the corresponding volume. Four hundred and seventy-three respondents were included in final analysis across 14 surgical specialties. Since SARS-CoV-2 pandemic, application of telematic consultations (4.1% vs. 21.6%; p < 0.0001) and diagnostic evaluations (16.4% vs. 42.2%; p < 0.0001) increased. Elective surgical activities significantly reduced and surgeons opted more frequently for conservative management with a possible indication for elective (26.3% vs. 35.7%; p < 0.0001) or urgent (20.4% vs. 38.5%; p < 0.0001) surgery. All new COVID-related measures are perceived to be maintained in the future. Surgeons' personal education online increased from 12.6% (pre-COVID) to 86.6% (post-COVID; p < 0.0001). Online educational activities are considered a beneficial effect from COVID pandemic (56.4%). COVID-19 had a great impact on surgical specialties, with significant reduction of operation volume. However, some forced changes turned out to be benefits. Isolation measures pushed the use of telemedicine and telemetric devices for outpatient practice and favored communication for educational purposes and surgeon-patient/family communication. From the Italian surgeons' perspective, COVID-related measures will continue to influence future surgical clinical practice
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