30 research outputs found

    Indications of a Pseudogap in the Nambu Jona-Lasinio model

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    The survival of \bar q q bound states at temperatures higher than the chiral restoration temperature, T_c, recently observed in lattice QCD, is discussed in the framework of the Nambu Jona-Lasinio model. The perturbative determination of the spectral function provides an indication of a pseudogap phase above T_c.Comment: Contributed to the International Workshop: QCD@Work 2005, Conversano, Bari, Italy, 16-20 Jun 200

    I sottoschemi O-dimensionali delle curve irriducibili in P3

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    Dottorato di ricerca in matematica. 9. ciclo. Coordinatore Antonio Giambruno. Tutore Alfio RagusaConsiglio Nazionale delle Ricerche - Biblioteca Centrale - P.le Aldo Moro, 7, Rome; Biblioteca Nazionale Centrale - Piazza Cavalleggeri, 1, Florence / CNR - Consiglio Nazionale delle RichercheSIGLEITItal

    Un primo distacco dal trascendente. "Mediterraneo" come fine dell'infanzia monterossina

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    Tenendo conto del fervore religioso e spirituale che anima il giovane Montale fra le aspre rocce di Monterosso, l’autore ha tentato una rilettura di Mediterraneo come momento primo di distacco dal trascendente. In questo contesto il Mediterraneo sarebbe la rappresentazione anti-cristologica del divino, Padre-Figlio condensati che intraprendono un impari lotta con l’uomo, infine rilegato a quella landa desolata che è la terra, infine costretto alla propria individualità come unico mezzo di conoscenza.Based on the religious and spiritual fervor of young Montale in his first education, the author has attemped a reinterpetation of Mediterraneo as first moment of separation from the trascendent. Mediterraneo would be the anti-Cristological representation of divine, in an unegual struggle with the man, left to wasteland, forced to his individuality for a true knowledge

    «Lasciatemi nel mio buio: / ch’io veda»: il dispiegarsi dell’alba nella poesia caproniana

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    Il tema dell’alba coinvolge a lungo raggio la poesia caproniana; se a partire dall’evento bellico essa è letta da Caproni come «l’odioso momento dei plotoni, l’ora bianca delle fucilazioni»1, risulta essere anche strettamente correlata al risveglio dei sensi e a una nuova possibilità conoscitiva per l’uomo. Se, infatti, come ha giustamente affermato Verdino «l’alba non piace a Caproni, (diversamente da altri poeti […]) è per lui un’ora traumatica»2, questo assioma non è del tutto valido per la sua prima produzione. Prima della rilettura in negativo della propria opera per gli eventi luttuosi privati e pubblici, l’alba ha per Caproni un duplice significato: positivo nella sua connotazione di attesa di una speranza che potrebbe verificarsi e nella riappropriazione da parte degli uomini del proprio senso del vivere, e negativo per l’inizio di una nuova reale finzione, di un nuovo reale che si affaccia all’uomo come un’allegoria del mondo, fino a giungere nelle ultime raccolte all’associazione con la luce giovannea attraverso cui è possibile vedere nella più totale oscurità
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