404 research outputs found

    LIQUIDITY CONSTRAINTS AND SMALL FIRMS' GROWTH

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    There is general agreement on the difference, in terms of efficiency, between small firms in southern and northern Italy (see Prosperetti and Varetto, 1991; Giannola and Sarno, 1996; Giannola, Papagni and Sarno, 1998; Sarno, 1999). As far as technical efficiency is concerned (that is the ability to generate output from a given amount of factors of production) there appears, over the years, a persistent, huge differential (around 30 per cent) in favour of Northern firms. These findings (Giannola and Sarno, 1996; Giannola, Sarno and Papagni, 1998) show that Southern firms are not in a position to exploit economies of scale as northern firms do. The fact that firms’ size in the Mezzogiorno, for different size classes, is systematically smaller than in the rest of Italy, is a particular feature that seems to have major consequences. When the analysis shifts from technical to economic efficiency (i.e., the ability to combine the factors of production so as to equalize the weighted marginal productivity of factors), the gap between southern and northern firms in the level of production costs is dramatically reduced (ranging from 6 to 10 per cent). These results suggest that the North-South gap is not so much related to a specific inefficiency, but to the smaller size of southern firms that does not allow them to profit from returns to scale to the same extent. A possible conclusion (with relevant policy implications) is that the root of many problems of southern firms lies in the obstacles that prevent them from growing to reach an adequate operating size. A related implication is that the southern industrial structure, due to its size characteristics, is more easily affected by monetary policy and the economic cycle (Gertler and Gilchrist, 1991; 1993) The difficulties faced by southern firms become evident if we look at the evolution of the Italian manufacturing industry during the 1990s. For this purpose, we can proceed by considering a sample of firms which is representative of the entire population from a sectoral, dimensional and geographical standpoint. During the 1990s there was an overall decline in average firm size in Italian across all size classes. This is particularly marked for southern firms, in which firms’ size in 1990 was already significantly below average; by 1994 this character was considerably accentuated and was confirmed in 1997; by contrast, average northern Italian firm size showed a major increase in 1997. Moreover, the less pronounced and less persistent decline of the average size did not prevent Northern firms from expanding sales in the period in hand; this is due to the rapid growth of exports that followed the 1992 devaluation of the Italian lira. In the same period, in the Mezzogiorno, sales of local firms show a persistent and significant decline. As a consequence, the dynamics of the productivity of labour was negative (or stagnant) in the South, while it steadily grew in the rest of the country. Southern firms, while experiencing at the end of the period some significant progress in penetrating foreign markets, faced increased competition on the domestic market due to the contraction in aggregate demand, severely affected by the restrictive stance of the macroeconomic policy. All in all, these data illustrate the weakness (if not the worsening) of the competitive position of manufacturing firms in the South

    Mappe online e processi partecipativi innovativi per la costruzione di una nuova immagine del territorio

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    Il presente research paper tratta le questioni relative al ruolo dell’informatica e della cartografia online in ambito geografico. A partire dai web-GIS si sono sviluppate e diffuse diverse tipologie di esperienze, meno tecniche e più vicine agli utenti non esperti: progetti di mappe partecipate, tools che permettono l’inserimento di informazioni georeferenziate sui social network, piattaforme e blog di città o di quartiere, software commerciali, e molto altro. In tale direzione si inserisce il percorso della mia ricerca di dottorato, sul rapporto tra i GIS, internet e i temi dell’etica e della giustizia sociale. La ricerca si pone l’obiettivo di un’analisi critica delle tecnologie citate, per definire se e in che termini l’uso del web possa rendere più democratico il processo di partecipazione alle scelte che riguardano il territorio. Sono state prese in considerazione le diverse esperienze in Italia, tra cui principalmente i blog (tecnologia 2.0) collegati a mappe online, che mettendo insieme dati e linguaggi di tipo diverso (testuale – visivo) riescono a realizzare il massimo avvicinamento agli utenti. Inoltre è stato analizzato il sistema della cartografia tecnica, per verificare se anche qui ci fosse una risposta all’esigenza di dare spazio alle variabili sociali ed umane emergenti, modificando i principi basilari della cartografia tradizionale. Il panorama risulta estremamente complesso, e non mancano i rischi (spesso celati) connessi alla strumentalizzazione politico – economica. Si rende dunque indispensabile un’adeguata riflessione disciplinare in tal senso.This research paper is about the role of informatic science and mapping online in geographical context. By the web-GIS many typologies of experiences are developed in the international context, not only technical but closer to the users: participative maps, tools for georeferencing on the social network, city-blog or neighborhood-blog, commercial software and more. In this context, my phd research is about relationship between GIS, internet, ethics and social justice. The objective of this reasearch is a critical analysis of these technologies, to define if they can make more democratic and ethical the planning processes and the public participation to the decision making processes. Many experiences are been considered, expecially blogs linked to multimedial maps tht can realize the closest approach to the users. Also in technical cartography there is some new methods of representation, to underline and emphasize social parameters. The context is very complex and there is really a risk of poltic-economic instrumentalisation. So we need an appropriate disciplinary reflection in this direction

    Partecipazione digitale: strumenti, scenari, potenzialitĂ 

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    La costruzione dell’immagine collettiva dello spazio è alla base del senso di appartenenza e di identità che costituisce una parte essenziale della cultura urbana. Esso è fondamentale per lo sviluppo di un’adeguata coscienza civica e per l’attivazione di processi partecipativi effettivamente validi ed efficaci. La diffusione delle nuove tecnologie informatiche, accessibili anche ad utenti non specializzati, apre una serie molteplice di scenari in cui lo scambio e la condivisione, nonché la co-produzione dell’informazione georeferenziata, costituiscono un’opportunità di interazione tra abitanti di un territorio e decisori politici ed istituzionali. Certamente lo studio sistematico di iniziative autoreferenziate ed abbastanza informali appare difficile da affrontare, ma i vantaggi che ne possono derivare in termini di miglioramento dei processi decisionali rendono irrinunciabile la ricerca in tal senso. Si riportano brevemente alcuni esempi di esperienze italiane ed europee in merito, per dare un’idea della vasta casistica esistente e dei possibili sviluppi futuri

    Social housing e interazione multietnica: un\u2019ipotesi di progetto nel centro storico di Palermo

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    Nelle citt\ue0 odierne il diritto alla casa \ue8 sempre pi\uf9 compromesso da molteplici fattori, primo fra tutti le conseguenze della crisi economica attuale, per cui si assiste ad una diminuzione drastica del livello di reddito delle famiglie. Vi sono anche altri fenomeni che ostacolano l\u2019accesso al mercato immobiliare in specifiche aree urbane, come la gentrification o diverse dinamiche di trasformazione del contesto urbano, come si rileva nella citt\ue0 di Palermo. In contesti sociali sempre pi\uf9 multietnici e caratterizzati dalla presenza di varie categorie di users che risiedono in citt\ue0 per periodi brevi o in modo saltuario (lavoratori che si spostano da una citt\ue0 all\u2019altra in cerca di occupazione stabile, studenti, altro), il tema della disponibilit\ue0 abitativa \ue8 certamente tra le priorit\ue0 della gestione territoriale. Non \ue8 escluso il rischio di strumentalizzazione imprenditoriale degli interventi di edilizia sovvenzionata: tuttavia il ruolo dell\u2019amministrazione pubblica dovrebbe essere proprio quello di tutelare gli interessi della collettivit\ue0, opponendosi alle tradizionali logiche di mercato. Una strategia possibile \ue8 l\u2019identificazione di unit\ue0 immobiliari da rendere disponibili per interventi di social housing (tramite accordi con i privati o esproprio nei casi in cui gli edifici risultino disabitati e non curati dai presunti proprietari), che non siano mirati solo all\u2019aspetto residenziale ma anche a quello relativo ai servizi a scala di quartiere. Proprio la diversit\ue0 delle componenti sociali coinvolte pu\uf2 in tal modo diventare una risorsa, contribuendo a riattivare l\u2019economia locale e a ridefinire i ritmi di vita negli spazi urbani collettivi

    Processi partecipativi,pratiche urbane e progett-azione

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    Una delle più interessanti esperienze di partecipazione ai processi di trasformazione urbanistica degli ultimi anni in Italia è quella condotta a Roma in occasione della presentazione del nuovo PRG nel 2003. Le associazioni del centro storico, ed in particolare quelle del Rione dei Monti, avviarono un processo di discussione e di informazione-azione che coinvolgeva cittadini, università, tecnici, enti locali e vari altri protagonisti dello scenario urbano. Il professore Carlo Cellamare, docente di urbanistica presso la facoltà di ingegneria dell'Università "La Sapienza" di Roma, è stato uno dei promotori di tale iniziativa, ed ha trattato i temi ad essa correlati nel seminario tenuto al Dipartimento di Architettura di Palermo il 07/04/2011

    LA PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO IN UNA NUOVA VISIONE ECOLOGICO - AMBIENTALE

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    L'approccio ecologico è la nuova frontiera della pianificazione ambientale, che fa riferimento principalmente alle direttive europee. Il lavoro di cui parla l'articolo si concentra sulla verifica della ricezione ed applicazione di tali principi nella pianificazione a livello provinciale, attraverso alcuni esempi significativi di Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale

    XV Conferenza nazionale della Società Italiana degli Urbanisti: l’urbanistica che cambia

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    Nel contesto odierno, in cui la velocità e la complessità delle trasformazioni in atto stanno mettendo a dura prova i sistemi economici, i meccanismi politici, le strutture sociali, soprattutto a livello urbano, non si può prescindere dall'interrogarsi sui possibili scenari che si prospettano nell'immediato futuro. La comunità scientifica è dunque sollecitata a trovare nuove risposte e nuove impostazioni metodologiche per affrontare le problematiche attuali. Parola d’ordine: “riorganizzazione”, come ha affermato il prof. Alessandro Balducci durante il discorso d’apertura della XV Conferenza della SIU (10-11 maggio 2012) a Pescara

    Quando le banche si incontrano. Dall’interbancario al mercato interno dei capitali

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    Questa nota propone un’ analisi del processo di concentrazione bancaria via acquisizioni tesa a valutare gli effetti che accompagnano un’ acquisizione di una banca ad opera di altra banca, nel caso che esse operino su mercati distinti (qui identificati come Nord e Sud). Ceteris paribus, a meno di non ipotizzare assoluta omogeneità ed identità strutturale delle condizioni vigenti sui due mercati, la fusione per acquisizione lungi dal risultare neutrale di norma penalizzerà la clientela dell’ area strutturalmente più debole. In presenza di diversi caratteri strutturali dei due mercati, la creazione di un mercato interno dei capitali e una normale razionalità operativa aziendale portano con ineluttabile semplicità a questo esito; il che prospetta anche una risposta univoca sui possibili esiti della fusione. Di norma, invece, le argomentazioni proposte (ad esempio l’ approccio del relationship banking, quello delle distanze funzionali, ecc.) privilegiano un atteggiamento aperto a tutte le soluzioni, ed, evitando di azzardare previsioni “generali”, rinviano agli esiti di più o meno sofisticate verifiche empiriche che divengono, per così dire, arbitre dei destini della teoria. L’ approccio qui adottato, volutamente ed estremamente meccanico, prospetta invece conseguenze univoche che si realizzano anche adottando ipotesi di base estreme favorevoli alla convalida di quella “neutralità positiva” che la tesi ortodossa ama attribuire al cosiddetto processo di consolidamento bancario e il cui fondamento logico si intende invece mettere in discussione
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