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    Palynological analyses of the Late Pleistocene, Early Holocene and Middle Holocene layers

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    The palynological study of the Uan Tabu rock shelter performed a large spectrum of information on the environment that had characterised the Wadi Teshuinat in the Late Quaternary. In particular, pollen enlightened past changes of flora, vegetation, ecology, climate, ethnobotany and human influence in the area at the different times of the occupation of the site. The archaeological deposit of the rock shelter covered a range of about 60,000 years, from the Late Pleistocene to the Early and Middle Holocene, and was accumulated respectively during the Aterian, the Early/Late Acacus and the Late Pastoral different cultural phases. Twenty-one pollen samples were examined including twenty samples collected from the archaeological sequence and one dung sample collected from a niche of the wall of the rock shelter. A total of 4580 identified pollen grains were counted belonging to 105 pollen types. Based on pollen preservation, list and assemblages of taxa, we distinguished three main Pollen Zones corresponding well to the three chronological phases. The Late Pleistocene pollen spectra evidenced a wet climatic phase that occurred during the Late Glacial, possibly at around 14,000-11,000 years bp. At that time, in the area, the flora has already had the elements that will be characteristics of the Holocene and an open grassland or savannah-like vegetation was widespread. The Early Holocene pollen spectra showed that a gradual change from wet to relatively drier conditions characterised the phase from 9800 to 8600 years bp, and a main abrupt change towards dryness was evidenced at the end of the Early Holocene. All these factors certainly influenced human lifestyle of hunter-gatherers that should have been greatly conditioned by climate which changed environment and availability of plants in the area. The ensamble of pollen data, particularly those of the Holocene phases, testified that the flora of the area had been more various than today\u2019s in the past, characterised by a mixture of tropical and Mediterranean-Saharan-linking plants. Certainly, vegetation should have been distributed at different belts, with Mediterranean forest-like vegetation standing in the upper belts, followed by a Saharo-montane vegetation. The latter, enriched by wet environment places, probably surrounded Uan Tabu. Desert dunes, when present, were more spread in the lowlands than in the Tadrart Acacus. In this context, the inhabitants of the rock shelter used a large spectrum of plants in different ways. The evidence was unquestionable for the Late Acacus phase because the maximum values of Anthropogenic Pollen grains were found there. Finally, the late Middle Holocene pollen spectrum of dung showed that a xerophilous vegetation, mainly a shrubby desert vegetation, was well-diffused in the area during a dry climatic phase. The process of aridification of the area was already evident probably enforced by human impact that at that time was mainly due to the grazing of domesticated animals of pastoralists

    Indagini ambientali e melisso palinologiche in un\u2019area particolare: l\u2019Orto Botanico di Modena (anni 1984-1988).

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    Analisi melissopalinologica di mieli prodotti in orto, e osservazioni sul comportamento apistic

    Bilateral follicular basal cell nevus with comedo-like lesions

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    4nonenoneCrivellato E; Trevisan G; Grandi G; Lepore LCrivellato, Enrico; Trevisan, G; Grandi, G; Lepore, L

    BRAIN id: NER68 - xilo-anthracological dataset

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    Terramara di Montale (Modena, N Italy). Dataset including plant macroremains (woods and charcoals) from sediment samples collected during archaeological excavations at the Terramara di Montale (Montale, Modena, N Italy; 44°34'34" N, 10°54'38" E, 71 m asl; site chronology: 1650–1200 BC). The dataset was created as part of the National Biodiversity Future Center (NBFC, Palermo, Italy). The site is included in the BRAIN database (https://brainplants.successoterra.net/; site id: NER68)

    Macroresti vegetali di Aghram Nadharif: nuove informazioni per la comprensione della civilt\ue0 dei Garamanti (I-IV sec. d.C., Libia sud-occidentale)

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    Ricerche archeobotaniche nel Sahara libico relative a campioni carpologici e antracologici. I risultati ottenuti mettono in evidenza che durante il periodo garamantico (I-IV sec.d.C.) l'ambiente vegetale era fortemente influenzato dall'attivit\ue0 dell'uomo che attuava la coltivazione di cereali, di vite e di palma da datteri. Quest'ultima , molto utilizzata sia per il frutto che come legna da focolare, doveva costituire l'elemento caratterizzante del paesaggio agrario circostante lka cittadella fortificata

    Palinoteca e corsi Universitari di Palinologia

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    In varie Università italiane sono attualmente attivati corsi che coinvolgono la Palinologia. Nell’Università di Modena e Reggio Emilia, in Corsi di Laurea di due Facoltà (Bioscienze e Biotecnologie - Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali) sono attivati 4 Corsi, dedicati del tutto, o in parte, a questa disciplina (docenti: C.A.A. e G.T.): 1) Fondamenti di Palinologia, 2) Palinologia applicata, 3) Archeopalinologia, 4) Laboratorio di Aerobiologia. Essi si propongono di fornire operatività di primo e secondo livello; comprendono pratica di Laboratorio e di Analisi pollinica e includono tra le prove di esame l’allestimento di un vetrino e saggi di analisi. Per tali corsi è stato molto importante il disporre della Palinoteca, la collezione pollinica di riferimento. Nel nostro Laboratorio, la Palinoteca è costituita da circa 10.000 vetrini, oltre al relativo materiale pollinico in busta e provetta, ed è suddivisa in varie sezioni (morfologica, museale = serie tematiche per esposizioni, storica, più le varie sezioni di palinologia applicata). Questa collezione, che fu avviata da Daria Bertolani Marchetti e conserva, nella sezione storica, una serie di vetrini preparati da Lei personalmente, è stata fino ad ora organizzata pensando, nella sostanza, alla ricerca. Con l’attivazione dei corsi sopra nominati, è stato indispensabile allestire una sezione dedicata alla didattica universitaria. Si può affermare che questa sezione della Palinoteca, messa a punto espressamente per la didattica universitaria, è funzionale allo scopo. Essa accorcia i tempi di insegnamento e apprendimento, fissando il legame tra teoria e pratica delle analisi polliniche. I punti emersi come irrinunciabili sono: 1) il numero di copie di ogni vetrino deve essere pari al numero degli studenti; 2) i preparati debbono contenere granuli numerosi e ben evidenti, non scoloriti; 3) i vetrini misti debbono includere specie con polline simile e un po’ diverso; ciò affina la capacità di cogliere i caratteri identificativi. Questi giudizi sono stati espressi sia dai docenti che dagli studenti dei corsi di Palinologia in oggetto. Merita di essere ricordato che alcune idee, tra cui quella dei vetrini misti allestiti come sopra indicato, sono sorte da osservazioni e richieste degli studenti durante la trattazione della Morfologia, quindi assai significative, dato che segnalano reazioni di primo contatto con la materia. Merita anche di essere precisato che queste reazioni sono avvenute al microscopio, suggerendo che la visione diretta del polline instaura una relazione attiva, più dell’osservazione di fotografie al computer o su atlanti. Ciò sostiene la conclusione che non solo per la ricerca in Palinologia, ma anche per l’insegnamento universitario di questa scienza, la presenza di una Palinoteca ricca e ben strutturata è una esigenza da non banalizzare
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