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    Coercive Pressures and Anti-corruption Reporting: The Case of ASEAN Countries

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    This paper aims to investigate the extent of anti-corruption reporting by ASEAN companies and examine whether coercive factors influence the level of disclosure. The authors adopt indicators from the Global Reporting Initiative version 4.0 to measure the extent of anti-corruption disclosures in 117 companies’ reports. Informed by a coercive isomorphism tenet drawn from the institutional theory, the authors propose that several institutional factors influence the extent of their voluntary disclosures. The findings reveal that a large degree of variability difference between the average levels of anti-corruption disclosure in Thailand (434 words) and the Philippines (149 words). The dependence on government tenders and foreign ownership are associated with the level of disclosure. Surprisingly, the United Nation Global Compact membership is not a significant determinant of anti-corruption reporting. This signifies that the membership in the international initiative does not correspond to individual company’s commitment to disclose anti-corruption information. In spite of significant efforts undertaken by global organizations to combat corruption, the level of anti-corruption disclosure is significantly different among the four countries under study. The disclosure of sensitive information such as the confirmed incidences of corruption cases requires careful consideration by the top management as it is subjected to legal implications and reputational risks. Thus, impression management can complement the coercive pressure in explaining the level of anti-corruption reporting. This study is among the first studies which explores the association between coercive factors and the level of anti-corruption disclosure in ASEAN region

    L'informativa di segmento

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    Il lavoro analizza l'informativa di segmento divulgata dalle societĂ  quotate italian

    il sistema di controllo interno nella prospettiva del risk management

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    Nel presente lavoro il controllo interno è analizzato nei suoi vari elementi costituitivi che concorrono a favorire l'economicità della gestione aziendale, l'efficacia e l'efficienza delle informazioni, il rispetto delle norme e delle regole che disciplinano l'attività d'impresa. In quest'ottica il sistema in esame deve essere in grado di favorire l'individuazione delle opportunità e l'efficace gestione dei rischi che minacciano il raggiungimento dei suddetti obiettivi. In particolare i rischi in qualità di driver della creazione del valore devono essere opportunamente gestiti attraverso un processo che impegna tutta la struttura aziendale e si snoda attraverso le fasi di identificazione, valutazione, trattamento e reporting. L'obiettivo del lavoro è quello di delineare il contribuito che la creazione di un sistema integrato rischi-controlli può offrire per lo sviluppo di efficaci modelli manageriali e di governo volti a favorire la competitività e la redditività dell'azienda e a soddisfare le attese dei vari stakeholder con cui interagisce. Il percorso di analisi che è stato sviluppato per rispondere all'obiettivo sopra menzionato si articola in tre parti. Nella prima si esamina il sistema di controllo interno: dopo aver delineato uno schema di analisi sviluppato a partire dall'esame dei principali contributi dottrinali e di matrice professionale (capitolo 1), si è passati successivamente ad indagarne i suoi principali elementi costitutivi (capitolo 2). Nello schema di analisi presentato, tale sistema si compone di un insieme di elementi (gli attori, i processi e le strutture) che concorrono a favorire il raggiungimento di tre importanti obiettivi (l'economicità gestionale, l'efficienza e l'efficacia informativa, la conformità alle norme) integrandosi vicendevolmente all'interno di una schema unitario. A partire dalle tre suddette categorie di obiettivi ragioni analitiche hanno indotto una scomposizione del controllo interno in tre sub sistemi (il controllo gestionale, il controllo amministrativo-contabile ed il controllo di conformità) che sono stati esaminati nelle loro principali caratteristiche strutturali e di funzionamento nell'ottica di identificarne le condizioni di efficacia. Nella seconda parte l'attenzione è rivolta al sistema di risk management che è stato analizzato seguendo un percorso simile a quello adottato per il sistema di controllo interno. Dapprima si è provveduto ad individuare un possibile schema di analisi (capitolo 3), che è stato successivamente esaminato nei suoi principali elementi qualificanti. La gestione dei rischi si lega inscindibilmente alla creazione del valore e coinvolge l'azienda nella sua globalità, dalla dimensione soggettiva a quella oggettiva, dalla gestione strategica a quella operativa, dal vertice fino alla base dell'organizzazione. Anche il risk management può essere analizzato secondo una logica sistemica in cui si individuano diversi soggetti che utilizzano una pluralità di tecniche e di strumenti nello svolgimento di un processo volto a mitigare le potenzialità di danno e contribuire alla creazione del valore. La terza parte è dedicata all'analisi delle relazioni esistenti fra il controllo interno ed il risk management. Nell'esaminare tali relazioni si è partiti dall'analisi dei principali modelli proposti in ambito internazionale (capitolo 5) che propongono una duplice chiave di lettura: da un lato la valutazione dei rischi è considerata un elemento del più ampio sistema di controllo interno, dall'altro le attività di controllo sono inquadrate fra le alternative percorribili per far fronte ai rischi elementari che caratterizzano la gestione aziendale. A partire da queste considerazioni, ed in relazione a quanto emerso nelle altre due parti del lavoro, si è pensato di sviluppare un modello integrato rischi-controlli in cui: a) l'identificazione e la valutazione dei rischi guidano la definizione delle caratteristiche strutturali dei sistemi di controllo interno; b) l'azione dei sistemi di controllo non si limita soltanto al fronteggiamento dei rischi particolari, ma intende supportare efficacemente il governo dei rischi particolari e del rischio economico-generale; c) i sistemi di controllo possono essere impiegati per stimare i rischi nell'ottica delle misurazione e della gestione del processo di creazione del valore. La realizzazione del sistema integrato può essere analizzata con riferimento alla dimensione oggettiva (capitolo 6) che prende in considerazione i processi e gli elementi strutturali del controllo interno e del risk management oppure avendo riguardo alla dimensione soggettiva (capitolo 7) che si focalizza sui principali attori aziendali che attraverso le loro attività danno vita a tale sistema

    L'utilizzo dei fondi

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