28 research outputs found
I fiori e i frutti delle corti (dal Cortegiano ai Ricordi)
Baldassar Castiglione e Francesco Guicciardini, che appartenevano alla stessa generazione, si sono con tutta probabilità conosciuti di persona, almeno nel periodo in cui hanno servito il papa Clemente VII – tra il 1524 e il 1529 (data della morte di Castiglione). Il saggio illustra le differenze radicali di origine e di orientamento dei due, anche rileggendo e rettificando su alcuni punti studi come quello classico del Cian (1940), utile ancora ma di vecchia ispirazione etico-storica. Si esaminano infine alcune tracce della ipotizzata lettura del Cortegiano da parte dell’autore dei Ricordi
"Paura di che?"
A partire da una frase di Lucia sentita da Renzo (che la cerca nel lazzaretto), il saggio esamina le differenze puntuali con il "Fermo e Lucia". Si sofferma poi brevemente sulla "paura" come tema: nella vita del Manzoni e nella sua sensibilità storica e morale
I fiori e i frutti delle corti (dal Cortegiano ai Ricordi)
Baldassar Castiglione e Francesco Guicciardini, che appartenevano alla stessa generazione, si sono con tutta probabilità conosciuti di persona, almeno nel periodo in cui hanno servito il papa Clemente VII – tra il 1524 e il 1529 (data della morte di Castiglione). Il saggio illustra le differenze radicali di origine e di orientamento dei due, anche rileggendo e rettificando su alcuni punti studi come quello classico del Cian (1940), utile ancora ma di vecchia ispirazione etico-storica. Si esaminano infine alcune tracce della ipotizzata lettura del Cortegiano da parte dell’autore dei Ricordi
Dal 1963 a oggi
Riferisce sulla fase recente degli studi dannunziani, a partire dal primo Centenario dalla nascita di D'Annunzio: una fase di nuovo interesse critico e anche filologico - pur nella varietà delle valutazioni complessive
Il dialogo e la corte nel primo Cinquecento
La definizione che qui si riprende (dopo un periodo di scarsa attenzione al tema teorico) di dialogo "narrativo" o "diegetico" per il 'Cortegiano' serve per chiarire l'interesse del tempo per l'ambientazione e celebrazione della società coinvolta. La problematica, che diventerà nei decenni successivi quasi luogo comune, è qui ripresa per la prima volta
BOSSI (Bosso) Gerolamo
Medico milanese, citato dal Contile, autore di un poema cavalleresco (in due successive versioni) in elogio della casa Asburgo, e di poche sparse poesie. Da non confondere con l'omonimo pavese, che appartiene al secolo successivo, biografato immediatamente dopo il nostro
Pietro Bembo tra 'epistolae familiares' e 'lettere familiari'.
Descrive i caratteri principali dell'epistolografia bembiana, bilingue fin dall'inizio della esperienza letteraria giovanile. Adombra i problemi connessi ai registri espressivi divergenti e alla complicazione ulteriore connessa alla funzione curiale di scrittore delle Epistolae del Papa Leone X