114 research outputs found

    La formazione degli insegnanti per una scuola inclusiva

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    Quello attuale è un periodo storico in cui il ruolo professionale dell’insegnante si colloca sempre più al centro del dibattito politico e scientifico in ragione della rilevante funzione rivestita a livello sociale e culturale per la crescita e la formazione dei futuri cittadini.Di fatto questo saggio, circoscrivendola agli ultimi cinque anni, intende offrire una panoramica generale sulla formazione degli insegnanti, presentando i corsi e i master e i relativi contenuti attivati nelle università italiane e rivolti ai docenti per il consolidamento e l’aggiornamento delle proprie conoscenze e competenze alle luce delle vigenti normative e dei nuovi bisogni educativi provenienti da una società in continua evoluzione.Particolare attenzione è rivolta alle figure di sostegno, agli insegnanti quotidianamente impegnanti ad interagire con la disabilità e che più di altri devono tenersi aggiornati nel proprio ambito di intervento educativo e didattico. Si delinea, quindi, una realtà della formazione dei docenti volta a creare una scuola che sia sempre più inclusiva e accessibile a tutti

    Children at birth, children growing up. Integration between healthcare and family educational care

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    AbstractThis research is based on the assumption that in order to improve the quality of life of children with major health problems in the early stage of their life, especially in the case of disability, it is necessary to ensure the continuity and proper two-way integration of early childhood educational planning and health care, both provided by the adults involved, that is parents and professionals. Therefore, we tried to explore and piece together the complex set of family support experiences, both in the process of forming an attachment and affiliation to the newborn and in the construction of a common evolutionary history, aimed at the well-being of the entire family unit. We considered the context and actors of the first few days and months in the lives of children with a difficult life course, in a city of Northern Italy. By means of qualitative investigation, we carried out observations in the neonatal intensive care units of hospitals over a period of 10months. Our observations continued in the local healthcare, social, and educational services, entrusted with providing care to children and support to parents after hospital discharge. We also carried out observations in nursery schools, in order to highlight early forms of individualised educational planning, drawn up by the educators together with the family

    UNA IDEA DI NIDO. UN MODELLO EDUCATIVO-DIDATTICO INTEGRATO E INCLUSIVO, pp. 1-240

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    Il Nido è il primo segmento di un percorso formativo che accompagna il bambino nell’arco dell’età evolutiva. Superate ormai le concezioni di luogo meramente assistenziale, la sfida attuale consiste nel concepire una idea di Nido come momento di apprendimento che incide significativamente sull’acquisizione di competenze dei piccoli, mediante un’azione educativa sinergica da parte del gruppo educativo che si esplica nella programmazione e nell’attuazione di buone prassi didattiche sostenute da intenzionalità e da sistematicità. Il presente volume, rivolto alle operatrici dei Nidi, agli educatori, agli studenti delle Facoltà di Scienze della Formazione e a coloro che lavorano nel sociale, nasce dall’incontro di studio che ha coinvolto alcuni esperti impegnati a diverso titolo nei contesti educativi regionali che si occupano di bambini in età 0-3 anni. Le riflessioni pedagogiche, anche speciali, le indicazioni metodologiche e operative presentate offrono al lettore interessato un modello educativo-didattico di Nido integrato e inclusivo. La prima parte del lavoro è a carattere teorico-metodologico. Sono prese in considerazione le seguenti tematiche: Il contesto socio familiare (M. Benozzo), Le funzioni e le competenze relazionali delle educatrici (A.M. Favorini), L’impianto curricolare, la programmazione didattica e l’osservazione (D. Olmetti Peja), Il Gioco (F. Bocci), Le routine (L. Torricelli), Le sezioni, gli spazi e i materiali (A.M. Favorini), L’integrazione del bambino con disabilità (A.M. Favorini), Gli indicatori di qualità per l’integrazione (F. Montuschi). La seconda parte contiene proposte progettuali e strumenti applicabili nel contesto Nido finalizzati a rendere più efficiente ed efficace il consolidamento delle prassi adottate e la consapevolezza professionale delle educatrici.

    RAZIONALITA' COME RAZIONALIZZAZIONE. UNA LETTURA EDUCATIVO-SPECIALE

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    Inizialmente si ferma l'attenzione su quelli che possono essere considerati i padri della pedagogia speciale e si prosegue cercando di individuare e di analizzare le metodologie impiegate per razionalizzare i tentativi di educazione delle persone con bisogni educativi speciali-specifici. Successivamente si prendono in esame le attuali tendenze, condivise in campo internazionale, finalizzate alla identificazione dei bisogni speciali-specifici, quali il sistema di classificazione ICF (International Classification of Functioning). Si tratta di una prospettiva che, all’interno di uno sforzo razionalizzante, tende comunque a superare la stigmatizzazione dettata dal deficit, dal disturbo, cercando, invece, di salvaguardare la persona nell’ottica di comprenderne il funzionamento – sul piano cognitivo, affettivo e socio-relazionale – al di là della malattia e della difficoltà. É una prospettiva molare, globale, che guarda congiuntamente all’uomo e al contesto sociale in cui è inserito. Infatti, non è tanto o solo la menomazione a determinare il grado di integrazione e di inclusione della persona nella società quanto lo sforzo congiunto della persona stessa e del suo ambiente finalizzato a promuoverne e a favorirne il benessere esistenziale.

    Prolegomenon to a study of provincial touring and acting styles in seventeenth-century England

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    Identità e benessere nella comunicazione educativa

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    Il dialogo educativo, nelle sue molteplici forme ed espressioni, è un atto che per la sua ordinaria quotidianità può apparire semplice. In realtà ciò che è quotidiano è importante, poiché costruisce il tessuto della relazione tra educatore ed educando. La consapevolezza che il dialogo sia una modalità di rapporto complessa ed esigente è presente da sempre nel pensiero pedagogico, come testimonia la riflessione sull'importanza accordata all'uso delle parole nell'interazione educativa degli autori e dei documenti che sono considerati in questo contributo nel quale l'autrice si sofferma ad analizzare le diverse forme di dialogo in ambito educativo, tracciandone un excursus diacronico e soffermandosi anche sulle sfide dell'attualità

    L'insegnante di sostegno tra istituito e istituente

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    L'autrice analizza le questioni inerenti la figura, il ruolo e le funzioni dell'insegnante di sostegno/specializzato sia alla luce delle innovazioni (l'istituente) introdotte dalla nuova normativa in materia di formazione degli insegnanti e di integrazione scolastica degli allievi con Bisogni Educativi Speciali sia facendo riferimento alla tradizione (l'istituito) rappresentata dall'impegno scientifico della Pedagogia Speciale. Senza le radici, infatti, non è possibile cogliere le opportunità suggerite dalle nuove prospettive

    La formazione degli insegnanti fra innovazione e tradizione

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    Gli insegnanti di oggi hanno a che fare con allievi che sembrano mostrare profili antropologici nuovi. Per tale ragione favorire l'apprendimento non è una mission che si genera da sé, ma richiede dedizione alla progettazione, impegno e coinvolgimento emotivo

    L'INTERVENTO DIDATTICO-SPECIALE SULL'AUTISMO A SCUOLA

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    In campo didattico-speciale (ma anche in quello generale) la funzionalità dell’azione metodologica è direttamente proporzionale alla qualità della programmazione curricolare individualizzata, finalizzata a fornire risposte efficienti ed efficaci ai Bisogni Educativi Speciali (BES) manifestati dagli allievi "in difficoltà", puntualizzati per mezzo del Profilo Dinamico Funzionale e collocati all’interno del Piano Educativo Individualizzato. Sulla base di questo presupposto nel presente contributo l'autrice focalizza l’attenzione sui "programmi" di intervento educativo-didattico mirati agli alunni e agli studenti con autismo. Tali "programmi", benché in alcuni casi siano stati ideati ed elaborati in ambito riabilitativo (nella sua accezione più ampia), con i dovuti accorgimenti (ormai ampiamente testati sul campo e divulgati dalla letteratura nazionale e internazionale) possono essere applicati a scuola e in famiglia. In tal senso, coinvolgono non solo i soggetti con BES ma anche i loro compagni di classe, in un caso, e, nell'altro, i parenti. Sul piano dell'articolazione dei contenuti, il saggio inizialmente si sofferma ad analizzare alcune questioni di fondo concernenti la programmazione didattica ed educativo-speciale. Sono chiamati in causa studiosi come Pellerey, Tomassucci Fontana, Cottini, Ianes, grazie ai quali si descrivono e si analizzano le fasi salienti di una programmazione didattica efficace e, soprattutto, funzionale a realizzare percorsi di apprendimento individualizzati e personalizzati. Successivamente, prendendo in considerazione l'ICF (International Classification of Functioning) dell'OMS e le Linee Guida per l'autismo della SINPIA – con particolare cura al modello elaborato da Shreibman nel 2005 per validare "l'efficacia dei trattamenti per l’autismo", l'autrice procede ad illustrare le caratteristiche peculiari di programmi/modelli specifici quali: 1) il "Programma di intervento precoce Lovaas", strutturato dal Lovaas e collaboratori nel 1987 specializzato nell’aiuto di bambini di età prescolare con diagnosi di autismo. 2) il "TEACCH" (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children), elaborato inizialmente da Eric Schopler negli anni Settanta e successivamente ampliato e perfezionato da Gary Mesibov che ha ideato e diretto anche la Division TEACCH, una organizzazione capillare che supporta i bambini, le loro famiglie e le scuole. 3) il Denver Model, considerato come una delle tecniche di maggior efficacia nell’intervento sull’autismo ed elaborato agli inizi degli anni Ottanta da Sally Rogers e collaboratori nell’ambito di un più ampio piano di intervento per le disabilità dello sviluppo promosso dall’Health Sciences Center (UCHSC) dell’Università del Colorado . Il contributo si chiude con una breve descrizione di ulteriori tecniche e procedure, come la TED (Thérapie d'Echange et de Développement), le strategie di facilitazione della comunicazione, l’Holding e l’AERC (Terapia di Attivazione Emotiva e Reciprocità Corporea), l’insegnamento degli Stati Mentali e i Co-interventi.
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