116 research outputs found

    Globalisation Movements in Europe

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    Las manifestaciones de Seattle de 1998 marcan el comienzo de las iniciativas ante la globalización. La formulación de los temas que se someten a debate no está únicamente relacionada con el desarrollo de iniciativas colectivas que tengan como objetivo una globalización diferente a la existente, sino con la afirmación de la subjetividad como uno de los puntos clave de esas iniciativas. De esta manera, la resistencia se constituye a través de la afirmación de la subjetividad de los actores que intervienen contra la racionalidad impuesta. Esas afirmaciones de la subjetividad se articulan mediante los llamados "circuitos de entendimiento comunicativo", que al mismo tiempo permiten la participación de los actores en las acciones colectivas y la propuesta de alternativas a la globalización

    Dopo la crisi. Una nuova societĂ  possibile

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    In che modo la crisi economica che stiamo attraversando agisce sulle tendenze a lungo termine che trasformano le nostre società? Come prevedere ciò che ci attende quando riusciremo ad uscirne? Queste le due questioni attorno alle quali si snoda il saggio più anticipatore di Alain Touraine.How the economic crisis that we are experiencing acts on long-term trends that transform our society? How to predict what awaits us when we get out of it? These are the two issues around which winds the most wise forerunner of Alain Touraine

    Mondialisations et mouvements altermondialistes

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    Antimo Farro, professeur à l’Université de Rome-La Sapienza Le séminaire a été consacré à l’analyse des mouvements altermondialistes développés depuis la fin du siècle dernier. Il s’est articulé en trois parties. La première partie a traité des problèmes théoriques que l’étude de ces actions soulève. La deuxième a porté sur les méthodes et techniques utilisées dans les recherches empiriques portant sur ces mouvements. La troisième partie a été une présentation de recherches menées sur ces mou..

    Il mondo in un quartiere. Migrazioni internazionali Esquilino Roma-Centro. Culture, interessi e politica

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    Negli anni 2000 la popolazione mondiale supera i 7 miliardi e i migranti internazionali sono ogni anno oltre 200 milioni. Sono in buona parte persone che partono da un paese dell’Asia o dell’Africa per approdare in un altro dello stesso continente. I flussi migratori intercontinentali in partenza da Asia, Africa, America Latina e Est Europa hanno come mete privilegiate Nord America ed Europa Occidentale. La stessa Italia è meta di flussi provenienti principalmente da Africa, Asia e dall’Est Europeo. Il libro analizza dati, senso e significati di queste migrazioni internazionali. Ne documenta sviluppi planetari e approdi in Italia. Approdi che includono il territorio di Roma Capitale e del suo Rione Esquilino. “Quartiere” del centro storico che è divenuto luogo simbolico dell’immigrazione a Roma, di confronti tra interessi e tra culture, di sfide sociali e relazioni politiche proprie delle trasformazioni di portata planetaria della realtà sociale contemporanea. Confronti, sfide e relazioni configurate modellando socialmente, culturalmente e politicamente la struttura urbanistica di Esquilino realizzata tra fine XIX e inizio XX secolo. Ne sono parte attiva residenti autoctoni –con significative quote di classe media- migranti, per lo più cinesi e bangladesi, che vi risiedono, lavorano o studiano, vi hanno installato negozi e altri esercizi. Tutti, migranti e non, vitalizzano un’area con reperti archeologici, Basiliche Vaticane, Scuole, Università e centri di ricerca, ma anche con rilevanti segni di degrado urbano e destrutturazione sociale. La presenza di migranti cinesi a Roma rimanda nel libro all’evoluzione di flussi migratori avviati a fine XIX secolo, interdetti nella RPC di Mao Zedong e ripresi con la leadership Deng Xiaoping. Il loro arrivo in Italia prende rilievo da fine XX secolo con l’inserimento nel paese di cittadini RPC, lavoratori, imprenditori di aziende -connesse a volte a imprese locali- anche partecipi dell’espansione planetaria dell’economia cinese. Presenze di cittadini e aziende di cui si analizzano in Italia e a Esquilino senso e significati prodotti nel costruire la vita sociale. Lo stesso intento perseguito nel libro presentando i flussi migratori bangladesi, che hanno per meta prima -nel periodo postcoloniale- soprattutto il Regno Unito e, poi, anche aree petrolifere dell’Asia o altri paesi dell’Europa Occidentale. I primi significati arrivi in Italia si registrano a fine XX secolo, avviando la presenza di lavoratori, di imprese, luoghi associativi e di culto di bangladesi in aree urbane come Roma. La loro presenza a Esquilino, inclusiva anche di residenti, suscita, come nel caso dei cinesi, l’ostilità di una parte degli italiani e l’interesse di altri intenzionati a stabilire relazioni comunicative proprie di società multiculturale. Gli italiani sono la larga maggioranza dei residenti di Esquilino, dove negozi ed esercizi di diverso tipo connotati come italiani sono più numerosi dei riconducibili ad altre nazionalità. Un contesto di cui sono partecipi iniziative e asserzioni di segno contrapposto che, dedicate a temi come gli assetti urbani e la presenza di migranti, si svelano nei discorsi e nelle iniziative di singoli, associazioni, centri di supporto sanitario e di altro tipo, comitati e altre organizzazioni condotte da italiani. In un’area centrale di Roma si palesano in questo modo forme espressive di componenti costitutive della vita sociale da considerare attraverso nuovi paradigmi interpretativi della costruzione, non priva di tensioni e conflitti, della realtà sociale contemporanea

    Théories et pratiques des mouvements sociaux

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    Antimo L. Farro, professeur à l’Université de Rome-La Sapienza Le séminaire a examiné les différentes théories des mouvements sociaux. Il a débuté par l’analyse les théories classiques de la psychologie des foules et des masses proposées par des auteurs comme Scipio Sighele, Gustave Le Bon et Sigmund Freud. Le travail a porté ensuite sur les analyses classiques qu’Émile Durkheim, Max Weber et Karl Marx ont consacrées aux mouvements sociaux. Il a aussi abordé les analyses structuralo-fonctionn..

    I Gilet Jaunes. La Francia popolare in rivolta

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    Online e offline Le mobilitazioni dei Gilets Jaunes prendono avvio online con post, video e altri messaggi di cittadini che, nel mese di ottobre 2018, comunicano tra loro denunciando e opponendosi fermamente all’introduzione in Francia di una nuova tassa sul consumo di gasolio al distributore. Una misura fiscale che, per il governo francese, dovrebbe andare in direzione della tutela am- bientale. Secondo la visione governativa, la nuova tassa dovrebbe, infatti, scoraggiare il consumo di un carburante valutato sul piano scientifico come particolarmente inquinante e, in questo modo, contribuire all’attuazione di politiche di protezione ambientale, politiche da implementare nell’ambito di interventi da svolgere sul piano globale, al fine di fronteggiare la crisi ecolo- gica che attanaglia il pianeta. La nuova tassa rappresenta invece per parte dei cittadini del Paese un onere economico aggiuntivo, destinato a incidere in termini significativi sui budget, individuali o familiari, di automobilisti, camionisti e altri utilizzato- ri abituali di veicoli con motori diesel. Tuttavia le mobilitazioni dei Gilets Jaunes non sono complessivamente improntate alla critica delle politiche di salvaguardia ambientale. Le loro critiche si concentrano, infatti, sulla politi- ca fiscale del governo che, con questa tassa, aggrava ulteriormente la difficile condizione sociale di parte degli strati più bassi della classe media (“la petite classe moyenne”) e di strati popolari. Una questione che, secondo queste critiche, le élite del potere non prendono in considerazione allorquando ela- borano o sostengono politiche di breve o di lungo periodo, come quelle della salvaguardia ambientale

    La scuola del mondo in un quartiere. Genitori ed esperienze di rigenerazione della vita sociale

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    L'articolo è dedicato alla Scuola Di Donato situata in un quartiere di Roma. Esplora le attività e l'organizzazione dell'Associazione dei genitori impegnata in un processo d'integrazione delle esperienze multiculturali e multietniche presenti nella scuola. Attraverso lo studio le loro basi d'azione, l'articolo sottolinea le esperienze soggettive e condivise della "scuola aperta" effettuate attraverso una simbolica riappropriazione dei beni comuni. La scuola rappresenta un luogo esemplare per ricostruire istituzioni e cittadinanza attiva. La ricerca spiega come le sperimentazioni di nuove forme di socialità svolte nel contesto di questa scuola per bambini, possono creare una dinamica di cittadinanza a livello locale e costituire un modello etico di democrazia per le nuove generazioni. Questo studio di caso fa apparire la scuola Di Donato come un luogo privilegiato di nuove forme di partecipazione cosciente dell'importanza dei beni comuni e, allo stesso tempo, di istituzioni creatici di senso della democrazia.This article focuses on the Di Donato School in a neighbourhood of Rome. It explores the activities and organization of the Association of Parents, engaged in an integration process aimed at responding to the multiculturalism and multi-ethnic issues of this school. By studying their bases for action, this article highlights the subjective and shared experiences of the “open school”, through a symbolic re-appropriation of common goods. The school represents an exemplary place to re-build institutions and active citizenship. The research shows how the experimentation of new forms of sociability, through this children’s school, can create a local citizenship dynamic, and emerge as an ethic model of democracy for the next generations. The case study Di Donato appears to be a privileged place for a new direct form of participation cognizant of the common good, at the same time, institutions that engender a sense of democracy

    La cittĂ  inquieta. Culture, rivolte e nuove socialitĂ 

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    Il libro analizza senso e significati di mobilitazioni di singoli attori e di azioni collettive svolte in due contesti metropolitani europei, da fine novecento al secondo decennio degli anni 2000. Una parte delle iniziative analizzate coinvolge cittadini che manifestano, anche con rivolte, la loro ostilità nei confronti dei migranti, avvertiti come agenti di degrado e fonte di pericolo per gli assetti sociali e culturali di un quartiere, di una città, di un paese o dell’occidente. Un’altra parte consiste nell’azione di cittadini che invece si investono in pratiche e progetti culturali per promuovere l’incontro e l’inserimento dei migranti e delle nuove generazioni nella realtà di accoglienza. Altri ancora sperimentano spazi di socialità alternativi intenti a ricostruire un tessuto sociale o ancora attivare forme di partecipazione diretta attorno ai beni comuni della città. Altre iniziative riconducibili alle tematiche dell’immigrazione, prese in conto dalla ricerca, riguardano le rivolte di giovani francesi discendenti di migranti che infiammano periodicamente le banlieue parigine. Il libro analizza infine l’inquietudine di attori preoccupati dello stato di patrimoni pubblici – come giardini, piazze, scuole, cinema o teatri – e che si mobilizzano per rivendicarne la cura o la gestione alternativa, attraverso la loro teorizzazione in quanto beni comuni.The book analyzes sense and meanings of mobilizations of individual actors and collective actions carried out in two European metropolitan contexts, from the end of the twentieth century to the second decade of the year 2000. A part of the analyzed initiatives involves citizens who, even with rivolts, show their hostility in Comparisons of migrants, warned as degrading agents and sources of danger for the social and cultural structures of a neighborhood, city, country or the West. Another part is the action of citizens who instead invest themselves in cultural practices and projects to promote migrant's integration. Other actors experience alternative spaces of sociability reguarding participation on the stake of common goods. Other initiatives relating to immigration issues, concern the revolts of young French descendants of migrants who periodically inflaming the Parisian banlieue. Finally, the book explores the anxiety of worried public assets - such as gardens, squares, schools, cinemas or theaters - and mobilizes to claim their care or alternative management

    Centre d’analyse et d’intervention sociologiques – CADIS

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    Yvon Le Bot, directeur de recherche au CNRS Mouvements sociaux, acteurs culturels et violence en Amérique latine Le séminaire a consisté en une présentation des analyses des mouvements sociaux en Amérique latine. On a retenu trois périodes principales correspondant à des approches différentes. Dans un premier temps, des années 1930 aux années 1970, l’accent est mis sur la modernisation, le développement et les mobilisations dans le cadre des mouvements et États nationaux populaires. Les année..
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