39 research outputs found
La campagna sismica del progetto “Alto Adriatico”. Rapporto delle attività 2010-2011
Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1-401.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope
Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attivitĂ del coordinamento Sismiko
Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e
Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di
magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in
provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”.
L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili,
2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la
penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle
prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di
magnitudo superiore a 5.0 il piĂą grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana
(fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di
circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del
2013.
In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di
emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012-
20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della
sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento
del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a
integrazione delle reti sismiche permanenti giĂ presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network
of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]).
Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unitĂ di rete sismica mobile delle
altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni
hanno dato la propria disponibilitĂ , in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di
emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra,
dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale
e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una
in real-time e una in configurazione stand-alone.
In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica
dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e
la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attivitĂ e una valutazione del dataset
acquisito
Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attivitĂ del coordinamento Sismiko
Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e
Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di
magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in
provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”.
L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili,
2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la
penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle
prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di
magnitudo superiore a 5.0 il piĂą grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana
(fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di
circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del
2013.
In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di
emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012-
20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della
sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento
del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a
integrazione delle reti sismiche permanenti giĂ presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network
of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]).
Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unitĂ di rete sismica mobile delle
altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni
hanno dato la propria disponibilitĂ , in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di
emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra,
dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale
e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una
in real-time e una in configurazione stand-alone.
In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica
dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e
la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attivitĂ e una valutazione del dataset
acquisito.Published1-345T. Sorveglianza sismica e operativitĂ post-terremotoN/A or not JCRope
Exchange Reactions of Deuterated Benzene Derivatives with Potassium Amide in Liquid Ammonia
The rates of deuterium-protium exchange have been determined for o-, m- and p-deuterated fluorobenzene, benzotri-fluoride and anisole in liquid ammonia solution in the presence of potassium amide. The exchange rates were found to be greatest for the ortho compounds and smallest for the para compounds. Deuterobenzene and o-deuterotoluene reacted too slowly for convenient measurement. The results are interpreted on the basis of the operation of combined inductive and field effects of the substituents, mesomeric effects appearing to be of minor importance