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Light-driven C–O coupling of carboxylic acids and alkyl halides over a Ni single-atom catalyst
Although visible-light-driven dual photoredox catalysis, a method that combines photoabsorbers and transition metals, has become a powerful tool to conduct coupling reactions, resource economical and scalability issues persist, owing to the use of catalysts and light absorbers that exploit critical raw materials (such as iridium complexes), and are homogeneous in nature. Here we report the merger of metallic single-atom and photoredox catalysis, in the form of a Ni atom-supported carbon nitride material, for the C–O coupling of carboxylic acids and alkyl halides. This operationally straightforward system, composed of only earth-abundant components, exhibits a wide functional group tolerance. Additionally, short reaction times, facile recovery and high catalyst stability make this method highly attractive for industrial applications
Sicurezza e manutenzione del territorio. Concetti, criteri, metodi e strumenti
La domanda di manutenzione e sicurezza che il territorio esprime presuppone una risposta di cui sono parimenti responsabili almeno tre soggetti principali: la Pubblica Amministrazione, le Imprese e le Università; di conseguenza l'obiettivo principale di qualsiasi politica di manutenzione urbana è quello di avviare una sinergia triangolare tra questi soggetti, tutti in molti casi già attivi, ma con strategie e strumentazioni autonome e spesso conflittuali.
I contenuti di questo quaderno hanno un duplice scopo: inquadrare in uno scenario concettuale unitario i criteri, i metodi e gli strumenti della sicurezza e delle manutenzione; allargare al confronto sulle ipotesi politico-operative tutte le forze che, nel territorio, siano interessate a perseguire l'obiettivo di una maggiore efficacia dei processi manutentivi
La sicurezza del territorio come obiettivo di sviluppo
Il nostro territorio manifesta con sempre più drammatica evidenza l'incapacità per la nostra società di coesistere con quanto ci è stato consegnato dalla natura e dalla storia.
Le trasformazioni connesse a un modello fortemente dissipativo di crescita quantitativa, difatti, hanno comportato un processo lento, quanto costante, di insensato sfruttamento e di degradazione fisica e ambientale del territorio.
Negli ultimi cinquant'anni, le trasformazioni fisiche e socioeconomiche che hanno essenzialmente riguardato
il tessuto delle colture, i modelli insediativi, l'assetto dei centri urbani e degli insediamenti, l'armatura delle infrastrutture
viarie e la diffusione di attività produttive industriali a esse connesse, hanno deterninato consistenti effetti nell'aggravamento e nella produzione di condizioni di rischio naturale e antropico.
Il mantenimento dell'equilibrio idrogeologico e ambientale all'interno del territorio si configura allora come una funzione pubblica di fondamentale importanza e pertanto è indifferibile prevedere modalità di intervento volte al ripristino e al mantenimento della sicurezza rispetto alle condizioni di rischio, come condizione ineludibile di qualsiasi processo volto al perseguimento della qualità dell'ambiente costruito
TECHNOLOGICAL AND SPATIAL FLEXIBILITY FOR THE NEW HOME DESIGNING
reflections design and theorical, but generally of all technological systems, is the risk of
becoming technically or functionally obsolete. This is partly due to the fact that
interventions on housing construction, oriented themselves toward the Optimal Point
logic Design (OPD), which is to achieve a single goal, living in the more traditional
sense of the term, thinning out therefore all the capabilities that are not required to
comply with those specific features. As a result, once removed excess potentialities to
improve the main goal of the system, this results rigid towards new tasks. It is obvious,
that in the building sector, the inability to handle the uncertainty of social and
economic context, the changing needs of users and environmental, tends to make the
system obsolete and to reduce its useful life. If flexibility is the ability of a system to be
easily modified and to respond to changes in the environment in a timely and
convenient, then the flexibility can be considered the antidote to obsolescence, or the
characteristic of the system that guarantees slippage over time.
The paper provides a critical assessment in the implementation of the requirement of
flexibility starting on four lines of action in which it is possible to classify projects
which throughout history, have integrated the flexibility in the design of house: Spatial
Flexibility with constant surface, spatial Flexibility evolutionary, technological
Flexibility relating to construction techniques, technological Flexibility concerning the
plant maintainability. The research therefore proposes the project strategies, crosscutting
to these four-way directions, aimed at ensuring the survival over time of the
building, thanks to the ability to implement several cycles of use of body building,
confront the ability to reconfigure the internal structure and intervene in a simplified
way on the technological system that governs the space
RESEARCH AGENDA FOR DESIGNING FLEXIBLE ARQUITECTURE TO HINDER THE FUNCTIONAL AND TECHNOLOGICAL OBSOLESCENCE
Time, uncertainty, flexibility and resilience are the four sides of the same coin around
which this paper revolves. Hallmark of all complex systems is uncertainty, seen as the
lack of full knowledge of current or future evolution of a system. There are various
types and sources of uncertainty, but notably the incorrect knowledge of the
environment which operates it determines obsolescence technological and functional of
the system. Systems that have the longest life span, are able to cope with the
unpredictability of their contexts, rigid and unchanging systems have a shorter lifespan.
Uncertainty, traditionally seen as a negative aspect of the system, must therefore be
regarded as an opportunity, an incentive to design flexible systems able to absorb
changes in the environment in which they operate, in order to create added value for
users. The development of "Advanced" systems able to prevent that uncertainty
generates diseases, commonly referred to as "risks," this is not new, the selection
process of species of Darwin or the reflections on the life of capital goods of Terborgh,
have shown that there are living organisms, human artifacts or, resilient complex
systems, better equipped to adapt to changing environments compared to rigid systems
incapable of reacting to the change. In other words flexibility reduces the exposure of a
project uncertainty, provides a solution to mitigate the market risks and also the risks
associated with technological obsolescence, then it???s that property that makes the
system resilient able to absorb the shock and/or disturbance without undergoing major
alterations in its functional organization, in its structure and in its identity
characteristics. In the paper, the flexibility is therefore seen as a fundamental property
for designing a generally complex system, and particularly in architectural design,
through the identification of design criteria for the implementation of this requirement,
that influence on architecture (form more technology) of the system
Sicurezza e manutenzione dell'ambiente costruito
La domanda di sicurezza costituisce un aspetto intimamente connesso alla contemporanea domanda di qualità della vita: sotto l'impulso degli incidenti tecnologici succedutisi nel corso degli anni Settanta (Vajont, 1976) e Ottanta (Chernobyl, 1986), la sicurezza si è evoluta da prevenzione di incidenti a studio dell'affidabilità dei sistemi, consentendo la messa a punto di tecniche innovative di progettazione di impianti e sistemi tecnologici, l'individuazione di nuovi metodi di formazione, la sperimentazione di modelli organizzativi più adeguati, la diffusione di una rinnovata cultura dell'affidabilità tra progettisti, scienziati, tecnici e operatori, oltre che tra gli utenti di vari sistemi tecnologici complessi. Tali metodologie sono state progressivamente estese ai diversi ambienti e settori produttivi. Il contesto culturale in atto esprime un bisogno di qualità dei sistemi antropici che può esplicitarsi come una richiesta non solo di efficacia, ma anche di attenta progettazione e gestione della durata degli stessi, nonché di costruzione ed uso in sicurezza. Sembra quindi ragionevole ritenere che la domanda di sicurezza e manutenzione dell'ambiente costruito sia destinata ad espandersi e che sia necessario, pertanto, apprestare strumenti concettuali ed operativi idonei a precorrere - invece che a rincorrere - tale domanda e a darle una risposta governabile.
In tale ottica la fidatezza, intesa come processo utile a programmare e garantire nel tempo il mantenimento in sicurezza della qualità dei sistemi, si potrebbe proporre come strategia di sviluppo o, meglio, come strategia del riequilibrio di una crescita sfuggita spesso ad ogni forma di controllo. La progettazione, la costruzione e la gestione della fidatezza dei sistemi possono, infatti, rappresentare una vera e propria strategia di governo della complessità al fine della sopravvivenza non solo dei sistemi urbani e edilizi, ma anche dell'ambiente
Resilienza e qualità dell’ambiente costruito. Il progetto tecnologico tra nuovi valori e vulnerabilità
Il presente paper intende affrontare il nodo problematico della necessità di un ritorno alla costruzione dell’habitat umano secondo una visione simbiotica di adattamento co-evolutivo degli utenti e dei loro sistemi di artefatti con l’ambiente naturale. Una condizione operativa che richiede interventi di costante cura e manutenzione dei valori ecologico-ambientali, azioni protese a favorire cambiamenti dinamici nei comportamenti delle utenze e soluzioni spaziali adeguate al mantenimento e alla rigenerazione delle qualità dell’habitat. Si pone così al centro del processo propositivo-costruttivo una diversa concezione delle risorse naturali/artificiali e del patrimonio ambientale/culturale di un territorio nel fluire del tempo: considerandoli cioè non come beni/prodotti di consumo, ma come capitale (naturale, culturale, umano) da conservare, mantenere, rigenerare per le attuali e future generazioni. Facendo cioè convivere, in una visione integrata e coordinata, azioni di mantenimento e rigenerazione delle risorse (capitale naturale), azioni di adattamento degli individui (capitale sociale/umano) e azioni di produzione di nuovi valori e redditività (capitale culturale/artistico)