12 research outputs found

    The Quality of Five Natural, Historical Italian Cheeses Produced in Different Months: Gross Composition, Fat-Soluble Vitamins, Fatty Acids, Total Phenols, Antioxidant Capacity, and Health Index

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    Five natural historic cheeses of Southern Italy were investigated-Caciocavallo Palermitano (CP), Casizolu del Montiferru (CdM), Vastedda della Valle del BelĂŹce (VVB), Pecorino Siciliano (PS), and Caprino Nicastrese (CN)-which are produced with raw milk and with traditional techniques and tools, from autochthonous breeds reared under an extensive system. The effects of the month of production on gross composition, MUFA, PUFA, PUFA-ω6, PUFA-ω3, α-tocopherol, retinol, cholesterol, TPC, TEAC, and GHIC were evaluated. In CP, CLA, TPC, and GHIC were higher in April than in February. CdM showed higher values in terms of fat, saturated fatty acids, PUFA-ω3, α-tocopherol, TEAC, and GHIC in May than in February and September, while low values in terms of protein, moisture, and CLA were found. In VVB, MUFA, PUFA-ω6, and α-tocopherol increased in June compared with April; conversely, protein, FRAP, and TEAC were higher in April. In PS, protein, CLA, PUFA, PUFA-ω3, α-tocopherol, and GHIC increased in May compared with January; on the contrary, moisture, NaCl, and TEAC showed high values in January. CN showed higher values in terms of PUFA, PUFA-ω6, PUFA-ω3, TPC, TEAC, and GHIC in April and June compared with January. It is shown that each cheese is unique and closely linked to the production area. Cheeses produced in the spring months showed a high nutritional quality due to the greatest presence of healthy compounds originating from an extensive feeding system

    Il mese di produzione influenza la qualit\ue0 di formaggi tipici?

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    Il settore lattiero-caseario mediterraneo rappresenta una delle pi\uf9 importanti attivit\ue0 legate al lavoro delle terre montane e marginali e alla produzione di prodotti tipici e di qualit\ue0. Un prodotto \u201ctipico\u201d \ue8 il risultato di diversi fattori strettamente legati all\u2019origine geografica e alle tradizioni sociali e culturali dell\u2019area di produzione. Tali prodotti sono da sempre uno strumento per valorizzare la biodiversit\ue0, la cultura e l\u2019economia di definite aree mediterranee. L\u2019Unione Europea riconosce ufficialmente questa diversificazione di prodotto attraverso l\u2019attribuzione di marchi di qualit\ue0 a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP). Nella politica agroalimentare italiana \ue8 presente anche il marchio di prodotto agroalimentare tradizionale (TAP). Recentemente, 15 formaggi storici naturali del Sud Italia, identificati come la \u201cselezione AGER (Agroalimentare e ricerca)\u201d, hanno ricevuto attenzione nel progetto dal titolo \u201cCanestrum casei- Sviluppo di un modello sinergico finalizzato alla qualificazione e valorizzazione dei formaggi storici naturali del Sud Italia nelle regioni Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Campania\u201c. Il progetto mira a qualificare e valorizzare questi formaggi storici e a ridare dignit\ue0 agli allevatori e ai produttori di questi formaggi, meno conosciuti dai consumatori e spesso a rischio di estinzione per oggettive difficolt\ue0 di qualificazione e valorizzazione sul mercato. In questo lavoro vengono studiati 5 dei 15 formaggi della selezione AGER. Il Caciocavallo Palermitano TAP (CP) \ue8 un formaggio a pasta dura, prodotto nella regione Sicilia in provincia di Palermo a 700-1000 m s.l.m. \ue8 un formaggio a pasta filata ottenuto dal latte bovino crudo delle razze Cinisara, Pezzata Rossa, Bruna e meticci, ed \ue8 ancora prodotto con tecniche tradizionali utilizzando tipici strumenti in legno. La Vastedda della Valle del Bel\uecce DOP (VVB), un formaggio a pasta molle e filata, prodotto nella zona collinare (300 m s.l.m.) della Sicilia occidentale. \uc8 prodotto con latte ovino crudo della razza ovina autoctona Valle del Bel\uecce. Questo formaggio viene prodotto utilizzando attrezzature tradizionali in legno e applicando la tecnologia della filatura, che gli conferisce unicit\ue0. Il Pecorino Siciliano DOP (PS) \ue8 un prodotto caseario a pasta dura proveniente dalla zona montana (700 m s.l.m.) della Sicilia centrale e dalla zona collinare (400 m s.l.m.) della Sicilia occidentale. Il Casizolu del Montiferru TAP(CdM) \ue8 un formaggio a pasta dura prodotto nella regione Sardegna nella zona montana (1050 m s.l.m.) del Montiferru e nella zona collinare (500 m s.l.m.) del Montiferru/Guilcer. Si tratta di un formaggio a pasta filata ottenuto da latte bovino crudo delle razze Sardo-Modicana e Bruno-Sarda, allevate in regime estensivo durante l\u2019anno, utilizzando tecniche tradizionali con attrezzature in rame e legno. Il Caprino Nicastrese (CN) \ue8 un formaggio a pasta semidura prodotto nella regione Calabria nelle zone collinari (300-600 m s.l.m.) e montane (601-1200 m s.l.m.) circostanti Nicastro-Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. Si ottiene dal latte crudo della razza caprina autoctona Nicastrese, utilizzando una tecnica tradizionale con attrezzature in legno e acciaio. Questi cinque formaggi sono prodotti in aree ristrette, condizioni pedoclimatiche e attivit\ue0 antropiche (definite come uniche e non riproducibili altrove) che, cos\uec come il territorio e le abitudini, sono conformi alla storia e alla tradizione. Uno degli obiettivi specifici del progetto \u201cCanestrum Casei\u201d \ue8 stato quello di realizzare un\u2019indagine conoscitiva sulla qualit\ue0 di questi formaggi per adempiere alla caratterizzazione della selezione dei formaggi AGER uniformando le informazioni di maggior interesse per i consumatori rispetto alle specificit\ue0 produttive regionali. In particolare, nel presente lavoro, \ue8 stata valutata l\u2019influenza del periodo di produzione sulla composizione chimica, le caratteristiche nutrizionali, il contenuto di polifenoli, la capacit\ue0 antiossidante totale e l\u2019indice di salute dei cinque formaggi tradizionali citati. Pertanto i cinque foraggi tipici del meridione italiano, sopra descritti, sono stati studiati per valutare gli effetti del mese di produzione sulla composizione lorda, MUFA, PUFA, PUFA-\u3c96, PUFA-\u3c93, \u3b1-tocoferolo, retinolo, colesterolo, TPC, TEAC e GHIC. In CP, CLA, TPC e GHIC erano pi\uf9 alti in aprile che in febbraio. Il CdM ha mostrato valori pi\uf9 alti in termini di grassi, acidi grassi saturi, PUFA-\u3c93, \u3b1-tocoferolo, TEAC e GHIC in maggio rispetto a febbraio e settembre, mentre sono stati trovati valori bassi in termini di proteine, umidit\ue0 e CLA. In VVB, MUFA, PUFA-\u3c96, e \u3b1-tocoferolo sono aumentati in giugno rispetto ad aprile; al contrario, proteine, FRAP, e TEAC erano pi\uf9 alti in aprile. In PS, proteine, CLA, PUFA, PUFA-\u3c93, \u3b1-tocoferolo e GHIC sono aumentati in maggio rispetto a gennaio; al contrario, umidit\ue0, NaCl e TEAC hanno mostrato valori elevati in gennaio. CN ha mostrato valori pi\uf9 alti in termini di PUFA, PUFA-\u3c96, PUFA-\u3c93, TPC, TEAC e GHIC in aprile e giugno rispetto a gennaio. \uc8 dimostrato che ogni formaggio \ue8 unico e strettamente legato alla zona di produzione. I formaggi prodotti nei mesi primaverili hanno mostrato un\u2019alta qualit\ue0 nutrizionale dovuta alla maggiore presenza di composti salutari provenienti da un sistema di alimentazione estensiva. I risultati ottenuti da questo studio hanno mostrato che le caratteristiche nutrizionali dei formaggi tradizionali valutati, cio\ue8 il contenuto di acidi grassi, il contenuto di vitamine liposolubili e polifenoli, la capacit\ue0 antiossidante totale e l\u2019indice di salute, erano influenzati dal mese di produzione. In generale, la pi\uf9 alta qualit\ue0 nutrizionale era legata alla maggiore presenza di composti salutari, che provenivano dal pascolo nei mesi primaverili di produzione del formaggio. Ogni formaggio \ue8 unico e strettamente legato alla zona di produzione, anche se un\u2019alta variabilit\ue0, dovuta a numerosi fattori \u2013 tra cui specie, razza, alimentazione, tipo di suolo, posizione geografica, clima e tecnologia di produzione \u2013 caratterizza i parametri analizzati in ogni formaggio

    Utilizzo del pisello proteico in alternativa alla farina di estrazione di soia in un allevamento biologico di bovine da latte

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    Utilizzazione del pisello proteico in alternativa alla farina di estrazione di soia in un allevamento biologico di bovine da latte. Nella sperimentazione ù stata verificata la possibilità di impiego del pisello proteico in sostituzione totale della farina di estrazione di soia nel concentrato destinato a bovine da latte allevate in regime biologico. Sono state utilizzate 14 bovine di razza Bruna suddivise in due gruppi omogenei ognuno alimentato, per l’intera durata della prova (292 d), con uno dei due diversi concentrati. La produzione di latte non si ù differenziata fra i gruppi, sebbene le bovine che ricevevano il pisello proteico abbiano prodotto, rispetto alla soia, una quantità di latte maggiore di 1,2 kg/d per capo, senza mostrare alcuna variazione nei principali componenti chimici e nei parametri di attitudine alla coagulazione del latte, ad eccezione di una tendenza alla riduzione del livello di urea. I risultati dimostrano la validità della utilizzazione del pisello proteico come fonte proteica in totale sostituzione della farina di estrazione di soia nella dieta di bovine da latte caratterizzate da produzioni medie non elevate

    Effect of substitution of barley and tickbean to maize and extruded soybean in the diet on milk and cheese from ewes grazing under two different stocking rates.

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    This experiment aimed to verify the effects of a concentrate supplement based on barley and tickbean (BT), compared with a concentrate of maize and extruded soybean meal (MS), on milk and cheese yield and composition of ewes grazing with different stocking rate (SR). Thirty two Comisana ewes, divided into four groups, for 50 days in spring were allowed to graze plots of a mixed sward of Italian reygrass and berseem clover with a low (LSR, 23 ewes/ha) or a high SR (HSR, 38 ewes/ha) and fed BT or MS. Herbage allowance per ewe was more than double at LSR compared to HSR (P<0.001), and daily milk yield was 10 to 15% higher (P<0.01) in the LSR-BT ewes than in the other groups. Milk composition, cheese yield and composition were not influenced by treatments. Curd firming time (k20) was higher (P<0.05) for LSR-BT milk. Milk fatty acid composition of ewes fed MS, compared to BT, had a higher level of C18:0 and a lower level of C16:0 and C18:3 n-3. Milk trans-10 C18:1 and trans-13 C18:1 fatty acids were higher (P<0.05) at HSR and with BT, while trans-12 C18:1 was higher at LSR (P<0.05). LSR increased (P<0.05) the cheese content of odd and branched chain fatty acids compared to HSR. The results suggest that both concentrate type and pasture availability influenced milk and cheese composition, whereas milk yield was positively affected by the interaction LSR*BT

    Effetti del pascolamento della sulla e/o della loiessa per 8 o 24 ore sul comportamento alimentare e sulla produzione lattiero-casearia di pecore Comisane

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    This experiment aimed to examine the effects of the utilization of monocultures of ryegrass (R), sulla (S) or both of them (RS), and the prolongation of daily grazing from 8 h (8:00-16:00) to 24 h, evaluating behaviour, selectivity, intake and milk and cheese production of ewes at pasture. The experiment involved 42 Comisana ewes averaging 146±55 days in milk, divided into 6 homogeneous groups which, since 19th April for 42 days, continuously grazed under a stocking rate of 34 ewes/ha. Ewes involving in eating activity were higher in R and for 24-h grazing, in relation to lower intake rate. RS ewes reduced eating time and increased lying activity. During daytime, the eating gradually decreased in R and RS, whereas was constant in S; during night, eating was concentrated at sunset, especially in R. In RS, ewes showed higher selectivity for sulla than ryegrass. The pasture affected milk yield (563, 669 and 766 g/d for R, RS and S; P<0.001), superior for S ewes, in correspondence of their higher herbage intake (1126, 1210 and 1464 g/d of DM for R, RS and S; P<0.001). S milk was higher in casein (4.49, 4.54 and 4.72% for R, RS and S; P<0.05) and, as a consequence of higher protein intake of ewes, in urea (40.3, 46.5 and 51.2 mg/dl for R, RS and S; P<0.001). When grazing was extended to 24 h, herbage intake (1349 vs 1184 g/d of DM; P<0.001) and milk yield (725 vs 608 g/d; P<0.001) increased, whereas milk fat decreased (6.98 vs. 7.36%; P<0.05). S forage and 24-h grazing significantly improved BCS of ewes. Both sulla utilization and 24-h grazing induced in cheese a fat reduction and a total nitrogen increase, whereas cheese from sulla forage showed a more intense yellow colour. At triangle test, cheeses S8 and S24 were different (P<0.05). Results showed that sulla herbage may really constitute the exclusive forage source in diet of ewes and, when possible, the extension of daily grazing time more than 8 h is advantageous

    Ozone Infiltration for Osteonecrosis of the Jaw Therapy: A Case Series

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    Medication-related osteonecrosis of the jaw (MRONJ) is a serious adverse reaction, mainly due to bone-modifying agents (BMA), and it is a potentially painful and debilitating condition. To date, the literature has reported a 90% rate of successful outcomes for MRONJ patients undergoing surgical treatment. Particularly for patients with advanced disease stages who are unsuitable for surgery, prolonged medical treatment is required, with a consequent risk of the overuse of antibiotics and antibiotic resistance. The aim of this study is to evaluate the efficiency and safety of ozone, via oral mucosal infiltrations, in seven cancer patients with MRONJ, who are not eligible for surgery. The protocol (OZOPROMAF) consists of intratissue injections of an oxygen ozone (O2O3) mixture, which is applied until formation of a sequestrum and clinical healing. Follow-up was scheduled to confirm the healing of MRONJ and radiological evaluations by CBCT were planned. In order to assess the level of pain, a questionnaire including the Numeric Rating Scale for Pain (NRS Pain) was administered on the first visit, one day after treatment, and one week after treatment. After an application of OZOPROMAF, all patients reported discomfort for some hours, probably due to soft tissue pressure around the infiltration site. Thereafter, the discomfort subsided within 6–8 h. Complete mucosal healing of MRONJ occurred within a number of cycles ranging from 7 to 16. Complete resolution with an improvement in bone condition was observed in all patients. The MRONJ lesions of all patients healed after 18–24 months. The authors of this study contend that these preliminary results suggest the efficiency and safety of the O2O3 mixture. However, further research is required to confirm the efficacy of the O2O3 mixtures in MRONJ treatment, at least for patients who are unsuitable for surgery

    Effect of saffron addition on the microbiological, physicochemical, antioxidant and sensory characteristics of yoghurt

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    The impact of added saffron on the characteristics of yoghurt was evaluated during storage. The fat content was lower in the saffron yoghurt. All colour variables were significantly affected by saffron and storage. From the 15th day of storage, bacterial numbers in the saffron yoghurt were higher than those of the control yoghurt. Sensory analysis data suggested that colour, odour and texture impacted consistently on the overall acceptability of the saffron yoghurt. Saffron addition significantly increased polyphenol content and antioxidant activity, providing evidence that the enrichment of natural yoghurt with saffron yields an innovative fermented product useful for supplementing antioxidant dietary intake
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