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    Il Portogallo nelle "Lettere familiari" di Giuseppe Baretti

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    Che cos’è l’uomo che filosofa? Leo Strauss lettore di Platone e Heidegger

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    Il presente saggio vuole interrogarsi sul modo in cui il concetto di filosofia politica elaborato da Leo Strauss riesce a dimostrarsi di ausilio fondamentale per analizzare le questioni del Sein, dell’essere dell’uomo, dell’essere dell’uomo che filosofa, intese come capitoli essenziali per un proficuo confronto tra Platone e Heidegger. A tal proposito verrà messa al centro la lettura straussiana della fenomenologia di Edmund Husserl ed in particolare dello scritto programmatico Philosophie als strenge Wissenschaft

    Caterina di Svezia a Roma. agiografia e pellegrinaggio

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    Che cos’è l’uomo che filosofa? Leo Strauss lettore di Platone e Heidegger

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    Il complesso studio che Leo Strauss ha dedicato al significato e all’importanza di una corretta comprensione della filosofia politica, può dimostrarsi un ausilio fondamentale nel momento in cui tentiamo di analizzare le questioni del Sein, dell’essere dell’uomo, dell’essere dell’uomo che filosofa, intese come capitoli essenziali per un proficuo confronto tra Platone e Heidegger. L’interesse prevalente dell’ermeneutica straussiana ruota attorno al problema politico inteso come luogo in cui la filosofia è chiamata a misurare la sua credibilità in quanto scienza rigorosa. Da questo punto di vista la nascita, ad opera di Socrate, della filosofia politica, della “trattazione politica, ossia popolare della filosofia” , ovvero della “filosofia delle cose umane” comprese nella loro essenza, rappresenta il momento da cui ha inizio la filosofia classica tout court, nonché la motivazione della necessità del modo di vivere filosofico come sommamente giusto. Più ci si allontana da una differenziazione netta tra cose umane e cose naturali o divine, più c’è il rischio della fuga nella Weltanschauung, nella soluzione perfetta che rende omogenei tipi di ricerca qualitativamente diversi, come ad esempio la soluzione del problema umano e quella del problema cosmologico. Questa posizione critica nei confronti del compito autentico della filosofia è dovuta al fatto che Strauss interpretò e riconobbe come proprio il nucleo virtualmente politico presente nella fenomenologia di Edmund Husserl, in particolare nello scritto programmatico Philosophie als strenge Wissenschaft . La differenza radicale tra la ricerca infinita della “filosofia come scienza rigorosa” - intesa come episteme in opposizione alla doxa – e lo scetticismo distruttore di qualsiasi oggettività, tipico del naturalismo e dello storicismo, nonché l’influsso minaccioso a tentare la strada della Weltanschauungphilosphie, devono essere colte da Strauss nei termini di un contributo della fenomenologia alla filosofia politica. In sostanza, l’inconciliabilità tra filosofia e cultura, tra episteme e doxa, a cui Husserl allude, è per Strauss il momento in cui la fenomenologia espone il carattere politico della “filosofia come scienza rigorosa”, ossia di quella urgenza, preliminare e fatale per la filosofia, di fare i conti con il problema della filosofia politica. In un certo senso, allora, voler parlare di Platone e Heidegger per il tramite di Strauss, significa aver fatto una precisa scelta nei confronti della valutazione della storia del pensiero filosofico; significa, in definitiva, essere consapevoli che il carattere della domanda “che cos’è l’uomo che filosofa?” implica, di necessità, la preliminare questione intorno al rapporto tra filosofia e filosofia politica, tra la filosofia e la città. In sostanza, verremo a chiederci, con Strauss, in quale modo la filosofia, in Platone e Heidegger, renda conto della propria necessità davanti alla vita umana
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