14 research outputs found

    FLOWERED-GeoDBapp: applicazione per mobile basata sui crowd- generating data

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    Questo studio è parte del progetto H2020 FLOWERED (de-FLuoridation technologies for imprOving quality of WatEr and agRo-animal products along the East African Rift Valley in the context of aDaptation to climate change), coordinato dal Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di cagliari, che vede la partecipazione di 14 partner di cui 5 provenienti dalla regione della Rift Valley africana (Etiopia, Kenya e Tanzania). Obiettivo generale del progetto iniziato nel 2016 e di durata triennale, è lo studio nelle tre aree test africane di un sistema di de - fluorizzazione dell’acqua contaminata per cause naturali basato sia su tecnologie adattabili al contesto sociale che su un attento sistema di gestione della risorsa acqua. Pertanto uno degli obiettivi del progetto è il coinvolgimento delle comunità locali nel processo sia di acquisizione delle conoscenze che di proposta dei sistemi di intervento. In questo ambito è stato proposto lo sviluppo di una piattaforma di condivisione di dati ambientali e socio- economici basata sula raccolta di dati da parte dei tecnici locali. La disponibilità e diffusione di tecnologie di accesso alla rete internet anche in territori remoti e con particolari condizioni sociali può consentire pertanto l’utilizzo di strumenti di gestione di dati geografici attraverso esperienze di PPGIS (Public Participation Geographic Information System) e VGI (Voluntary Geographic Information). In questo ambito si inserisce l’applicazione FLOWERED-GeoDBapp, che attraverso un processo di crowd-generating data intende proporre un sistema di passaggio land cover-land use attraverso il popolamento di un GEO DB basato su una mappa di land cover da classificazione di dati da satellite ad alta risoluzione con dati specifici sull’uso del territorio inseriti localmente. Sarà pertanto proposta una legenda di land use basata sulla raccolta di dati non solo di natura ambientale ma anche sociale, culturale ed economica, utilizzando le conoscenze locali e rendendo poi disponibili ai tecnici locali e agli amministratori le informazioni necessarie alla gestione delle risorse e in particolare dell’acqua

    Progetto Geosoglie

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    Il Centro Funzionale Decentrato (CFD) della Regione Sardegna si propone di sviluppare con il Progetto GEOSOGLIE una attività di ricerca e sviluppo sui temi del rischio idrogeologico e in particolare dei processi di innesco dei fenomeni franosi in funzione di specifici valori pluviometrici di soglia e della propensione al dissesto dei versanti. In questo lavoro viene presentata la struttura e lo sviluppo del progetto nelle sue fasi funzionali.The Decentralized Functional Centre (Centro Funzionale Decentrato, CFD) of Regione Autonoma della Sardegna, through the Project GEOSOGLIE, aims to develop research activities on hydrological risk issues and, in particolar, on the trigger processes of landslides according to specific rainfall thresholds. Moreover, the susceptivity to landslide will be mapped. In this paper we present the structure and the operational development of the project describing its functional phases

    La Geomatica a supporto dell'analisi critica della metodologia PAI in Sardegna.

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    In un progetto finanziato dall’Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna, si sta conducendo un’analisi critica della normativa e delle Linee Guida del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) relativamente alla sezione che, attraverso l’analisi di specifici indicatori pesati, porta dapprima all’individuazione delle aree potenzialmente instabili e di seguito alle carte di pericolosità e rischio. Il presente lavoro illustra le attività di analisi delle criticità, unitamente allo sforzo di fornire una caratterizzazione più strettamente geologica ai fenomeni di instabilità dei versanti. Nella metodologia attualmente in vigore gli aspetti geologici non contemplano la complessità stratigrafica e geometrica dei territori e dei fenomeni di instabilità. In particolare, la classificazione meccanica delle litologie che viene suggerita, frutto di studi condotti in contesti geologici diversi, non sembra essere coerente con le fenomenologie franose che si sviluppano nell’Isola. Particolare rilevanza viene attribuita all’esposizione dei versanti come concausa di fenomeni franosi, mentre questo aspetto non sembra avere alcuna influenza. Diversamente, emerge una stretta relazione tra litologie, classi di pendenza e sistemi di discontinuità per le frane per crollo e ribaltamento, tipologie di frana più frequenti nell’Isola. Le relazioni tra diverse tipologie di fenomeno franoso, litologie, classi di pendenza e altri parametri geomorfometrici suggeriscono l’importanza di una caratterizzazione basata su parametri differenti della per le diverse tipologie di frana. Ad esempio, per la propensione al ribaltamento risulta poco efficace la relazione tra il deposito di frana così prodotto e il substrato su cui poggia, elemento che è sicuramente più significativo per le frane di scivolamento. L’approccio geologico inteso in senso classico è stato affiancato dal contributo fornito dalla Geomatica per poter analizzare congiuntamente dati digitali nativi (per esempio, modelli di elevazione del terreno ed elaborazioni derivate). Il risultato atteso è ottenere una caratterizzazione geomorfologica dei bacini della Sardegna in funzione delle diverse tipologie di fenomeni franosi

    Dust storm monitoring with MODIS data on the Multan region (Pakistan)

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    Dust storm is a complex process influenced by the interaction of earth-atmosphere system, mainly caused by high wind speed, bared soil and dry air condition. It often takes place in arid and semi-arid areas caused usually by dry and cold front, resulting in ascending airflows and in turn raising dust to upper levels of atmosphere (Omidvar K. and Khosravi Y 2012). In recent years, the frequency of dust storm is rising causing more impact on the climate change over regional and global scale due to its interaction with the solar and terrestrial radiative fields (Shi and Zao, 2003). Since the 1970s, scientists have succeeded in identifying the outbreaks of dust storms from satellite images by use of two different techniques, the VIR (visible and near-infrared) and the TIR (thermal infrared) window technique. It has been shown that the TIR technique has the distinct advantage in detecting dust storms over high albedo surfaces and in night-times (Zhang P. et al., 2006). Multan City is a city in the Punjab Province of Pakistan and capital of Multan District, located in the southern part of the province on the east bank of the Chenab River. Multan city is famous not only for its history but also for its blinding dust storms. These dust storms occur mainly between May and June due to a moving western disturbance over the northern areas of Pakistan. To monitor dust storm in the Multan area MODIS data has been used. MODIS senses the Earth’s entire surface in 36 spectral bands, spanning from the visible (0.415 μm) to the infrared (14.235 μm) regions of the spectrum with spatial resolutions of 1 km, 500 m, and 250 m at nadir respectively. MODIS data were acquired from NASA DB web service. The data were georeferenced and reprojected to correct the Bow Tie effect. When the dust storm happens, lots of dusts particles get together to form a dust cloud. The thick dust layer can absorb and reflect surface radiation and solar radiation, emitting and radiating at the same time, so the values of sensors change (Ochirkhuyag and Solmon, 2008). Among the 36 channels of MODIS, the visible and near infrared channels are used to measure objects reflection while the thermal infrared channels are used to measure objects brightness temperature

    MODIS data processing for coastal and marine environment monitoring: A study on anomaly detection and evolution in Gulf of Cagliari (Sardinia-Italy)

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    In this paper, the authors demonstrate that MODIS sensor multispectral imagery may be used in marine and coastal environment monitoring and for anomaly detection and that MODIS imagery may represent an alternative to SAR techniques in oil spills mapping. Two MODIS dataset of the Gulf of Cagliari (Sardinia - Italy) have been analysed in order to study the sea signal among the visible and infrared wavelengths (bands 1 to 7) and to intercept a reported water anomaly. A simple spectral index is proposed to detect fluorescence anomalies due to oil spills. Using high multitemporal imagery, as MODIS sensor data, a monitoring system of sea surface may be built applying this index. Standard sea temperature elaborations have been used to verify the methodology

    MODIS standard SST product application in Sardinian coastal and marine waters | [Applicazione del prodotto oceanico MODIS per la misura della SST alle acque marine della sardegna]

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    The aim of this work is the validation of MODIS SST standard ocean product for Sea Surface Temperature (SST) mapping in coastal and marine waters around Sardinia. In order to test the algorithm, oceanographic data collected by the Biology and Ecology Department of University of Cagliari during three years (2006, 2007 and 2008) of surveys in the framework of the MEDITS project (Mediterranean International Trawl Survey) have been used

    SHARE Geonetwork, a system for climate and paleoclimate data sharing

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    This study is dedicated to the development of a webGIS service platform for the environment data sharing. This new service is integrated into national and international projects supported by EvK2-CNR Committee and mainly focused on climate change studies. The system is based on the integration of the metadata catalogue Geonetwork and a dedicated database WDBPALEO. The scientific interest of this service is the possibility to access into the same site to the data acquired from the network of highest altitude stations for actual climate analysis and provision and data from paleoclimate samples acquired from ice and sea cores. The service for the first time shares these data in a downloadable standard format for all researchers and describes with the metadata catalogue all the necessary information for the correct use of these data. Since 2005, the Ev-K2 CNR Committee has promoted an integrated environmental project named SHARE (Station at High Altitude for Research on the Environment) focused on the mountain regions as primary indicators of climate change. Originally launched as a system of measurements in environmental and earth sciences in the Himalaya-Karakorum region, SHARE has later expanded its network to Europe (Apennines and Alps), Africa (Rwenzori) and more recently to South America (Andes). The Italian project NextData, supported by Ministry of Education, Universities and Research has proposed this system for the development of a national service of environment data and metadata sharing dedicated to the study of climate change in the last 2000 years in the Mediterranean basin
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