15 research outputs found

    Epigrafi, falsi e falsari tra antichità e rinascimento. Riflessioni intorno all’erma di Menandro

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    Presso il Museo di Antichità di Torino ù conservata un’erma acefala di Menandro recante una lunga iscrizione greca composta da tredici linee di scrittura. La storia collezionistica dell’erma di Menandro si lega strettamente alla passione degli umanisti cinquecenteschi che ne fecero menzione per primi e insieme ricorda l’ambizione del duca Carlo Emanuele I di Savoia, che la fece giungere a Torino all’inizio del XVII secolo. Una rinnovata autopsia e una nuova edizione del testo hanno consentito di giungere a miglioramenti di lettura e a innovative conclusioni sulla storia del manufatto e del suo testo iscritto. A headless herm of Menander is stored in the Museum of Antiquity of Turin. A long Greek inscription of thirteen lines is laying on. The modern history of Menander's herm begins with sixteenth century humanists who first mentioned it and recalls also the ambitious projects of Carlo Emanuele I, Duke of Savoy, who bought it in the early seventeenth century. A renewed autopsy and a new edition of the text led to reading improvements and innovative conclusions on the artifact's history and its inscribed text

    Riconsiderando i decreti del Kabirion di Lemnos: alcune questioni cronologiche (Accame 1 e 2)

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    The work aims to propose a new dating of two inscriptions found in Lemnos (Kabirion) and published by Accame (1941-1943, nrr. 1 and 2). The two inscriptions, that were approved at a distance of a generation one from the other, are dated between the mid-fourth century and the twenties. A new reading  of the text (Kephisieus pro Prasieus) also allows a better understanding of the second document from a historical point of view. Finally, the prosopography of some characters reveals their familiar ramifications and also indicates the medium-high level of their economic and social status. Il lavoro intende proporre una nuova datazione di due iscrizioni rinvenute nel Kabirion di Lemnos e pubblicate da Accame (1941-1943, nrr. 1 e 2). Le due iscrizioni, approvate alla distanza di una generazione l’una dall’altra, sono databili tra la metà del IV secolo e gli anni venti. Una significativa correzione di lettura (Kephisieus pro Prasieus) consente inoltre di migliorare la comprensione storica del secondo documento. In ultimo la prosopografia di alcuni personaggi rivela le loro ramificazioni famigliari e segnala anche il livello medio-alto della loro condizione economica e sociale

    Introduzione

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    Mi Ăš molto gradito presentare questo volume che Ăš nato dalla collaborazione di molti studiosi, operanti nel campo dell’epigrafia greca. Credo che una peculiaritĂ  non comune sia percepibile immediatamente al lettore: il volume vuole mettere a confronto, infatti, interessi e metodologie di ricerca di autori maggiormente avanzati nella pratica di questa disciplina con le tecniche d’indagine di piĂč giovani conoscitori e cultori della materia. Per meglio comprendere lo scopo intenzionalmente perse..

    Introduzione

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    SAEG 201

    L’edizione dell’erma di Menandro e il ritorno a Ligorio e a Orsini

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    Tra le epigrafi greche conservate in Piemonte un documento, in particolare, si segnala per la sua lunga storia di mobilità e di collezionismo che risale già al XVI secolo. Di provenienza romana e databile all’età imperiale, un’erma di Menandro giunse infatti a far parte delle collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia: essa presenta un lungo testo epigrafico di cui l’autore fornisce qui l’edizione critica e il commento testuale. Il lavoro presenta l’obiettivo dichiarato di sottolineare l’urgenza dell’autopsia al fine di stabilire un’attendibile comprensione testuale e al fine di evitare inutili esercizi filologici. Il contributo costituisce inoltre il completamento di un precedente lavoro, già dedicato dall’autore all’esegesi storica del manufatto.Among the Greek inscriptions of the Piedmont area, a document, in particular, is outstanding for its long history of mobility that dates back to the sixteenth century. Originally found in Rome and datable to the imperial age, a Menander herm came to be part of the collections of Carlo Emanuele 1st of Savoy: it presents a long epigraphic text of which the author provides here the critical edition and the textual commentary. The work presents the declared goal of underlining the urgency of the autopsy in order to establish a reliable textual comprehension and to avoid unnecessary philological exercises. This paper also aims to complete a previous work, that the author already dedicated to the historical exegesis of the inscription

    L’edizione dell’erma di Menandro e il ritorno a Ligorio e a Orsini

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    Tra le epigrafi greche conservate in Piemonte un documento, in particolare, si segnala per la sua lunga storia di mobilità e di collezionismo che risale già al XVI secolo. Di provenienza romana e databile all’età imperiale, un’erma di Menandro giunse infatti a far parte delle collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia: essa presenta un lungo testo epigrafico di cui l’autore fornisce qui l’edizione critica e il commento testuale. Il lavoro presenta l’obiettivo dichiarato di sottolineare l’urgenza dell’autopsia al fine di stabilire un’attendibile comprensione testuale e al fine di evitare inutili esercizi filologici. Il contributo costituisce inoltre il completamento di un precedente lavoro, già dedicato dall’autore all’esegesi storica del manufatto.Among the Greek inscriptions of the Piedmont area, a document, in particular, is outstanding for its long history of mobility that dates back to the sixteenth century. Originally found in Rome and datable to the imperial age, a Menander herm came to be part of the collections of Carlo Emanuele 1st of Savoy: it presents a long epigraphic text of which the author provides here the critical edition and the textual commentary. The work presents the declared goal of underlining the urgency of the autopsy in order to establish a reliable textual comprehension and to avoid unnecessary philological exercises. This paper also aims to complete a previous work, that the author already dedicated to the historical exegesis of the inscription

    Ps.-Dem. XVII: appunti di cronologia

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    In all likelihood, this oration was composed after 331 BC

    Ancora sui Catalogi generis incerti: una riflessione lemnia

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    L’autore esamina il problema rappresentato dai documenti epigrafici che conservino liste di nomi. La loro natura rimane talvolta incerta a causa dell’assenza di intestazioni, scomparse per la lacunositĂ  del supporto scrittorio; in altri casi la carenza di elementi interni al testo non consente un’attribuzione affidabile. L’unico criterio che puĂČ essere perseguito nella discussione di tali iscrizioni riguarda la forma della citazione onomastica, che pare caratterizzare alcune serie documentarie. Un documento proveniente da Lemnos presenta una lista di semplici nomi, non accompagnati da alcun altro determinativo onomastico, su cui permane l’incertezza esegetica. Si possono tuttavia avanzare osservazioni interessanti sull’individuo citato alla linea 10, i cui legami famigliari non paiono ignorabili. Il livello della famiglia sembra rientrare tra gli strati emergenti della societĂ  ateniese. The author examines the problem represented by the epigraphic documents with lists of names. Their nature is sometimes uncertain due to the absence of headers, which are disappeared because of the incomplete writing surface; in other cases, the lack of elements within the text does not allow a reliable attribution. The only criterion that can be pursued in the discussion of these inscriptions is the onomastic formulation’s form, which seems to characterize some documentary series. A document from Lemnos presents a list of simple names, unaccompanied by any other onomastic determination, on which the exegesis remains uncertain. It is possible, however, to propose interesting observations on the individual cited in line 10, whose family bonds do not seem ignorable. The level of the family seems to be part of the emerging layers of the Athenian society

    Una storia di marmi riscoperti

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    Una storia di marmi riscopert

    Un decreto dalla Licia (Antiphellos) a Lemnos: la riscoperta di una pietra errante

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    Una stele frammentaria, la cui presenza Ăš ricordata a ΚαστΔλλόρÎčζο (antica Megiste) nel 1907, fu trasferita insieme ad altre iscrizioni a Mytilene (Lesbos) e di qui a Lemnos, dove Ăš tuttora conservata presso il Museo Archeologico di Myrina. Il testo, che era noto solo da una approssimativa edizione del 1917, Ăš qui pubblicato per la prima volta secondo i moderni canoni scientifici. Esso conserva un decreto onorario di etĂ  ellenistica per un benefattore locale del ginnasio. Il presente contributo intende inoltre ricostruire le vicende erranti della pietra e stabilire la sua provenienza originaria. Identifica in particolare la comunitĂ  committente con la polis di Antiphellos (Lycia), che accoglie una precedente iniziativa onoraria deliberata da un raggruppamento interno del locale ginnasio. Sottolinea inoltre la volontĂ  della cittĂ  di confermare gli onori e di assicurare la loro attuazione nel tempo attraverso il riferimento a specifici garanti. Propone infine di riconoscere nell’anonimo onorato un benefattore che potrebbe aver costituito una fondazione per i neoi o per altro gruppo ginnasiale.A fragmentary stele, which was recorded at ΚαστΔλλόρÎčζο (ancient Megiste) in 1907, was transferred along with other inscriptions to Mytilene (Lesbos) and from there to Lemnos, where it is still preserved at the Archaeological Museum of Myrina. The text, which was so far only known from an unsatisfying edition of 1917, is for the first time published according to modern standards. It contains a Hellenistic honorary decree for a local benefactor of the gymnasium. The present paper further intends to reconstruct the wanderings of the stone and establish its original provenance. It identifies in particular the committing community with the polis of Antiphellos (Lycia), which ratifies a previous honorary initiative deliberated by an inner group of the local gymnasium. It also underlines the city’s commitment to confirm the honors and to ensure their implementation in the future by referring to specific guarantees. Finally, it proposes to recognize in the anonymous honorand a benefactor who could have constituted a foundation for the neoi or for another gymnasium group
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